Nel mondo dello sport professionistico, a qualunque latitudine ci si trovi, può bastare poco, anzi pochissimo per affibbiare l’etichetta del perdente ad un atleta, una squadra o un allenatore; quando questo accade, nella maggior parte dei casi però ci vuole molto ma molto più tempo per scrollarsi di dosso la qualifica di loser.
Non è certo questo quello che auguriamo ai Falcons, ma non c’è dubbio che Matt Ryan e Mike Smith siano usciti dalle Meadowlands con l’ingombrante aura dei perdenti.
«Winning is a habit»
Del resto, prendendo in prestito la famosa frase di Vince Lombardi, non si può certo dire che Ryan e Smith siano abituati a vincere, o almeno non lo sono quando conta davvero: quattro stagioni consecutive con un record vincente e un 43W 21L complessivo non valgono niente se nello stesso arco di tempo sei 0-3 in postseason. Quando poi in una partita vicina nel pronostico si viene sconfitti per 2-24, non riuscendo a mettere a referto che una safety, le cose si fanno inesorabilmente peggiori.
Eppure è proprio la miseria di due punti che i Falcons sono stati capaci di raggranellare ad East Rutherford: una safety provocata dal sack della S James Sanders (il gioco di parole, purtroppo, è inevitabile) su una pessima giocata di Eli Manning, che per sfuggire alla pressione dei pass rushers di Atlanta è retrocesso in diagonale per poi farsi atterrare nella propria endzone.
Con 13:44 da giocare sul cronometro del secondo quarto, dopo una prima frazione di gioco in cui si erano visti solo punt da una parte e dall’altra, i Falcons si sono così ritrovati in vantaggio per 2-0; peccato però che da lì in poi non avrebbero più messo a segno neanche lo straccio di un field goal.
Problemi di short yardage
Eppure, un campanello d’allarme per i Falcons c’era stato appena una manciata di secondi prima di passare in vantaggio: nel primo drive convincente della partita, arrivati a ridosso della redzone avversaria, in situazione di 3rd and 2 e poi di 4th and 1 Atlanta si era vista respingere una corsa di Jason Snelling e una QB sneak di Ryan, lasciando così il possesso del pallone ai Giants.
La stessa situazione si è avuta nel terzo quarto, sulle 21 di New York e quindi ancora più vicini alla redzone: già indietro nel punteggio (2-10), su un 4th and 1 Ryan si è visto nuovamente annullare la QB sneak, vanificando così il drive offensivo. I problemi sulle corse brevi, del resto, per Atlanta si erano evidenziati già nel MNF di week 16, quando la decisione di correre con Turner su un 4th and 1 aveva dato campo libero ai Saints per vincere la partita sul possesso seguente.
Anche ieri Turner (limitato ad appena 41 yards in 15 portate) non è stato in grado di ottenere un primo down con 1 yard da prendere, ma il punteggio (2-17 nel terzo quarto) era già ormai ampiamente compromesso. Ben più gravi insomma sono state le due QB sneaks fallite sulle due tentate da Ryan, specie se si pensa che in regular season la percentuale di successo di questa giocata tra le squadre NFL è stata dell’80,9% (3/4 per i Falcons, quindi un buon 75%).
Eli domina nel gioco aereo
Limitati ad appena 64 yards totali di corsa (quando di media in stagione regolare New York ha concesso quasi il doppio, 121.3), poco meglio hanno fatto i Falcons nel gioco aereo: Ryan (2 sacks subiti) ha lanciato 24/41 per 199 yds e in generale non ha mai dato l’impressione di poter mettere in ritmo la sua batteria di ricevitori.
Continuando ad insistere sui demeriti di Atlanta si rischierebbe però di mettere in secondo piano la grande prestazione collettiva offerta dalla squadra di coach Coughlin, che ieri ha giocato un football di altissimo valore. La difesa, che per le cifre non ha certo brillato in regular season, ha sfoderato una partita maiuscola, lasciando solo le briciole alle corse dei Falcons, cui hanno concesso appena 27 yards prima del contatto (contro una media stagionale che per i Giants è di 75.4, quasi il triplo); il backfield dei G-Men poi si è ritrovato proprio nel momento giusto, e dopo aver faticato a dismisura in regular season, chiusa all’ultimo posto per yards conquistate su giochi di corsa (89.2), in faccia alla difesa di Atlanta ne ha corse la bellezza di 172.
Sugli scudi sia Brandon Jacobs che Ahmad Bradshaw, entrambi con 14 portate: per il primo ben 92 yds (di cui 47 prese dopo il contatto), per il secondo 63 con 43 conquistate dopo il primo tackle tentato dalla difesa avversaria (la somma di yards prese after the contact, 90, è il massimo stagionale per il duo di RB di New York).
Con un gioco di corse finalmente efficiente, come è logico l’attacco è diventato più fluido anche nei giochi di passaggio, dove Manning, a partire dalla brutta giocata in occasione della safety, ha letteralmente dominato: per lui 23/32 per 277 yds, 3 TD e una grande freddezza sotto pressione (7 passaggi completati su 9 tentativi quando i Falcons hanno provato a blitzarlo con 5 o più pass rushers).
Perfettamente bilanciato (31 corse e 32 passaggi tentati sui 64 giochi complessivi), l’attacco ha così permesso ai Giants di prendere gradualmente in mano il controllo della gara: il drive che ha fatto girare il match è stato probabilmente quello orchestrato alla metà del secondo quarto, quando a pochi metri dalla endzone di Atlanta Brandon Jacobs ha guadagnato due yards fondamentali su un 4th and 1 che hanno poi permesso a Manning di trovare Hakeem Nicks sul gioco successivo per il primo vantaggio dei padroni di casa (2-7). Da lì in poi, New York non si sarebbe più voltata indietro, tornando finalmente a vincere una partita di postseason di fronte al proprio pubblico dopo ben 11 anni di astinenza.
NOTE
Grazie ai 3 touchdowns lanciati contro Atlanta, Manning è diventato il quarterback con più segnature all’attivo in postseason per New York (11 contro i 10 di Phil Simms)…
Atlanta non vince una partita di playoffs dai tempi in cui il quarterback dei Falcons era Michael Vick (15 gennaio 2005, vittoria 47-17 contro St Louis)…
In 15 anni di carriera il tight end Tony Gonzalez non è mai riuscito a vincere una partita ai playoffs: con la sconfitta di ieri Gonzalez è 0-5 in postseason…
Nella storia della franchigia non era mai accaduto ai Falcons di chiudere una partita con esattamente due punti segnati.
Amando lo sport da sempre, non poteva non lasciarsi contagiare anche dagli sport americani, finiti poi per diventare l’argomento della sua tesi di Dottorato («Eccezionale quel baseball! L’origine dell’isolazionismo americano negli sport»). Segue ogni giorno quello che succede negli sport made in USA: li guarda, li studia e ne scrive e ne racconta come può.
Gran bel pezzo, e disanima eccellente……anche se avevo messo vincenti i Falcons.
Ora…..NY, è una squadra pericolosissima, soprattutto per i Packers.
La stagione dell’anello di Manning e soci è la stessa, sconfitta ma a fatica contro NE in regolar season (come quest’anno contro GB) e poi rivincita con interessi nel Superbowll e vediamo se finirà ugualmente.
Certo che i Giants hanno tutto per fare lo sgambetto. Corse e qb per corto yardaggio (contro una difesa che le statistiche hanno inesoralmente bocciato), in modo da consumare tempo e lasciare la slot machine di Green Bay in panchina in più non saranno appagati anche perchè sono abituati a giocare queste partite avendo già vinto.
Dall’altra parte super attacco ma solo sui lanci e qui New York è cresciuta di livello nell’ultimo mese.
Prevedo una partita decisa da un calcio nel finale.
Mi butto. Dico Giants.
Ciao, grazie per i complimenti. In effetti da più parti si stanno vedendo analogie tra i Giants del 2007 e questi del 2011… secondo me il paragone ci può stare, ma la cosa che più mi colpisce è la grande disparità di valori tra NFC e AFC: chiunque arrivi della NFC dovrà superare ostacoli impressionanti, mentre di là mi sembra che tutto sommato NE abbia la strada spianata… la difesa dei Ravens potrà dire la sua nell’eventuale title game della AFC, ma insomma nulla a che vedere con l’ipotetico cammino della vincente della NFC, i cui divisional sono infatti molto più interessanti ed equilibrati, quasi degni di un SB.
analisi ineccepibile; concordo su tutto
Bell’articolo, analisi perfetta. I Giants sono una squadra imprevedibile, potrebbero farcela davvero con GB. Hanno in effetti tutto: ottima difesa, gioco di corsa solido, ottimi ricevitori, QB esperto. Se non incappano in una serataccia, il potenziale c’è tutto. Il problema è la loro discontinuità, ma qui siamo ai playoff, per cui prevedo (e spero) una partita tirata anche io.
l’imprevedibilità oramai è la costante di questi Giants capaci di sfoderare partire impressionati e di perdere: due volte con i mediocri Redskins, con i Seahwks in casa… di vincere di un pelo con Dolphins e Bills…. direi che è abbastanza. Quindi nutro sospetti per la partita di domenica…. specie se il gioco dei RB (i Giants non hanno il 32° posto in questo settore nella season?) dovesse incepparsi ancora! complimenti per il pezzo comunque!