Nelle ultime settimane i critici, gli “haters”, di Tim Tebow erano tornati a far sentire con forza la propria voce.
Dopo le orrende prestazioni dei Broncos nelle week 16 e 17 si parlava solo di quanto Denver sia stata fortunata ad arrivare nei playoff, di come il loro quarterback non sapesse lanciare una spirale decente, e di quanto il reparto dei wide receivers sia inadeguato e scadente.
Dicevano che la difesa, a causa dell’infortunio alla mano di Von Miller, non riusciva più a generare pressione sugli attacchi altrui e che gli Head Coach avversari avevano capito le contromisure da applicare alla “option offense” di stile collegiale adottata da Denver e dal suo coach, John Fox.
Si pensava addirittura che Brady Quinn, il secondo quarterback, che non gioca dal 2009, potesse entrare in campo in occasione dei terzi down lunghi, dove un’azione di passaggio era scontata. Per l’opinione generale, insomma, la corsa nella post season della franchigia del Colorado sarebbe finita prima ancora di cominciare, vittima designata dei Pittsburgh Steelers, che senza dubbio avrebbero massacrato gli avversari allo Sports Authority Field at Mile High domenica sera.
Tutto ciò nonostante la squadra della Pennsylvania si presentasse all’incontro senza il running back titolare, Rashard Mendenhall, vittima di un infortunio al crociato anteriore del ginocchio, senza l’ottima safety Ryan Clark per via di una particolare malattia del sangue che non gli permette di giocare in altura e senza l’80% della linea offensiva titolare, per non parlare del quarterback titolare, un Ben Roethlinsberger che definire zoppo sarebbe eufemistico.
Ed a giudicare dal primo quarto di gioco era difficile dare torto agli scettici, con la partita che sembrava mettersi sui binari previsti. Gli Steelers riuscivano a muovere relativamente bene la palla grazie a passaggi veloci, slant e screen prevalentemente, e a qualche corsa in mezzo alle tackle, mentre l’attacco dei Broncos non riusciva a guadagnare una yard neanche a pagarla, con Tebow fermo a 0 e McGahee che poteva ritenersi fortunato se riusciva a tornare sulla linea di scrimmage.
Poi, sotto di 6 punti, e con il secondo quarto alle porte, qualcosa è cambiato. John Elway in settimana aveva detto che se Denver voleva vincere, Tebow avrebbe dovuto “premere il grilletto”, prendendosi più rischi nel gioco aereo. Signori, se l’ha premuto quel grilletto!
In un secondo quarto scintillante, il quarterback ex Florida Gators prende fuoco e lancia bombe micidiali da 51 e 58 yard per il fantastico Demaryius Thomas, sforna un capolavoro da 30 yard per il touchdown di Eddie Royal e infine si mette in proprio segnando da solo su una draw da 8 yard, dimostrando nel frattempo grande acume tattico e visione di gioco.
Infatti il game plan messo in piedi da Dick LeBeau, il defensive coordinator di Pittsburgh, prevedeva un largo uso della Cover 0, in cui le safety partono molto vicine alla linea di scrimmage, quasi come se fossero dei linebacker aggiunti, mentre i cornerback vengono lasciati da soli in copertura a uomo sui ricevitori avversari. Tebow ha riconosciuto lo schema difensivo e ha cominciato ad avvantaggiarsi dei mismatch presenti sul campo.
Dall’altro lato invece la difesa comincia a fare sempre più pressione su Roethlinsberger, che accusa chiaramente i problemi alla caviglia, forzandolo a lanciare un costoso intercetto nel proprio territorio e atterrandolo più volte.
Alla fine di un clamoroso secondo quarto il punteggio è di 20-6 , con Denver che infligge agli Steelers il secondo totale di punti più alto dai tempi della fusione tra l’AFL e l’NFL (per un solo quarto di gioco), e con Thomas che diventa il primo wide receiver quest’anno a guadagnare più di 100 yard contro la difesa giallonera, la numero 1 dell’NFL.
La ripresa vede l’attacco arancio-blu calmare i bollenti spiriti, mentre Pittsburgh metodicamente rientra in partita, aiutata da errori arbitrali e da una buona dose di fortuna. Uno screen pass per Mike Wallace viene immediatamente stoppato, e siccome il passaggio era leggermente all’indietro si trattava di fumble, che aveva ricoperto la difesa.
Gli arbitri però hanno indicato solamente un passaggio incompleto, e la chiamata sbagliata consente a Big Ben di continuare un lungo drive culminato in un touchdown su corsa di Mike Wallace, riducendo il gap a 7 punti.
Denver apre l’ultimo quarto rispondendo a sua volta con un bel drive, chiuso con un field goal di Matt Prater, ma gli Steelers non mollano e con il running back Isaac Redman, al debutto da titolare, guadagnano rapidamente campo e permettono al kicker Suisham di riportare la squadra ad un solo touchdown di differenza.
Il drive successivo assume dunque un’importanza capitale, ma il quarto quarto è notoriamente Tebow Time, e il quarterback sembra avere in mano le redini della partita, guadagnando due primi down consecutivi su corsa sfruttando i buchi lasciati da una difesa avversaria stanchissima e senza i due migliori defensive lineman, Keisel e Hampton, infortunatisi in corso d’opera.
Ma proprio quando una segnatura sembra inevitabile McGahee perde inopinatamente il pallone, concedendo il possesso agli avversari, caricati dall’opportunità inaspettata e dallo stadio ammutolito. Roethlinsberger è fortunato quando un suo brutto passaggio in end zone non viene trattenuto dal cornerback veterano Champ Bailey, ma nell’azione successiva su un gioco rotto riesce a trovare con un proiettile in end zone il ricevitore ex-Jet Jerrico Cotchery , portando lo score sul 23-23 a pochissimi minuti dalla fine.
C’è tempo per un ultimo drive a testa, ma i Broncos stallano a metà campo e Big Ben subisce tre sack in poche azioni, portando la gara all’overtime, il primo da quando sono cambiate le regole per i playoff. Dal 2010 infatti, se una gara di playoff va ai tempi supplementari, per vincere non basta più un field goal, in quanto verrebbe garantito un possesso anche alla squadra avversaria.
La partita si chiude al primo drive solo in caso di touchdown o segnatura difensiva. L’umpire Ron Winter impiega un minuto buono a spiegare a giocatori e pubblico le regole, e finalmente si passa al lancio della monetina.
Palla a Denver, che dopo il consueto touchback su kickoff si schiera con tre tight end e due soli ricevitori, una formazione che suggerisce una corsa. Le safety Polamalu e Mundy si avvicinano ,abboccando alla playaction, e Tebow spara un gioiello dritto nelle mani di Thomas, che si libera con uno stiff arm di Ike Taylor e galoppa velocissimo verso l’end zone per un sensazionale touchdown da 80 yard.
Overtime chiuso in 11 secondi e stadio in delirio, con Mike Tomlin e la panchina di Pittsburgh incredula e Tebow a raccogliere l’entusiasmo dei tifosi in un giro di campo che ricorderà per tutta la vita.
Ora per gli Steelers si apre prematuramente la offseason, con molte domande e una difesa da ringiovanire, mentre i Broncos sono attesi nel divisional round dai New England Patriots di Brady, Belichick e Josh McDaniels, l’ex coach di Denver riassunto proprio domenica come assistente offensivo, la persona che aveva draftato sia Thomas che Tebow e che era stato il primo a credere nelle potenzialità dei due giovani giocatori.
I soliti “haters” ripeteranno come al solito di come Tebow abbia vinto grazie agli infortuni altrui e alla fortuna, e di come da ora in avanti non avrà scampo, ma la verità è che ha giocato una partita fantastica, eseguendo alla perfezione il favoloso game plan ideato dall’offensive coordinator McCoy,e regalandoci una perla di partita da vedere e rivedere.
John Elway avrà sempre “The Drive” come momento chiave della sua carriera, ma Tebow ora può chiedergli come mai ci abbia messo cosi tanto a vincere una partita.
football crazy
Tebow ha fatto il “miracolo”!!!articolo e titolo sulla prima pagina della gazzetta!cose mai viste…speriamo venga dato un po’ più di spazio x questo sport che amiamo tanto!!!
Apprezzo l’imparzialità e le verità espresse in questo articolo…
Più modestamente sono di diverse opinioni sui meriti ed i demeriti da attribuire ai vari protagonisti della partita.
“la verità è che ha giocato una partita fantastica, eseguendo alla perfezione il favoloso game plan ideato dall’offensive coordinator” (e se dovessi parlare di Brees che iperbole sceglieresti?)
Si parla sempre degli “haters” ma anche i “Tebow-fan” non sono da meno a quanto vedo.
io ho trovato il lavoro svolto da Mike McCoy, l’OC, favoloso. Ha nettamente battuto il tanto glorificato DC avversario, LeBeau, il playcalling è sempre stato equilibrato e spesso ha preso di sorpresa gli avversari. L’overtime l’ha praticamente vinto lui. Pensa che durante la partita pre-snap un ricevitore è andato come si suol dire “in motion” 22 volte, e tutte e 22 poi c’è stata una corsa. Quando la difesa ha visto un ricevitore in movimento sulla prima azione dell’ot, le safety si sono fiondate verso la linea e thomas ha avuto campo libero. Per me è stata una chiamata da fenomeno.
Poi sono primo a dire che Tebow ha una mecccanica di lancio orrenda e spesso lascia a desiderare, ma esistono modi diversi di fare il qb, e comunque domenica ha fatto alcuni lanci veramente precisi, vedi il td di royal e le ricezioni di thomas nel 2 quarto.
poi ben vengano le critiche, io sono contento quando posso confrontarmi con qualcuno sul football
In effetti la mobilità di un qb, la sua attitudine a correre, a portare palla, in qualche modo è una qualità, non è un difetto. Quante volte, fateci caso, vediamo qb che cercano nel profondo un ricevitore dopo un bel roll-out, cercano, cercano, e davanti a loro hanno un’autostrada! Vai, cavolo, corri!! La capacità di correre del qb deve essere un’arma tattica (e nel caso di TT anche capacità di subire colpi come niente fosse), e a Denver l’hanno capito.