TOP 3
St. Louis Rams
Iniziamo con la partita che più di tutte ha sorpreso in questa domenica NFL: i Saints erano fortemente favoriti contro i Rams, ma la squadra di Saint Louis, forse sulle ali dell’euforia per il titolo MLB vinto dai Cardinals, è riuscita a ribaltare ogni pronostico sfavorevole e a conquistare una vittoria per 31-21. Il punteggio però non rende pieno merito ai ragazzi del Missouri, avanti 24-0 prima di subire la rimonta di New Orleans, che però quasi mai ha dato l’impressione di poter tornare in partita. I Rams conquistano così il primo successo stagionale è raggiungono Arizona, con la quale condivide l’ultimo posto nella NFC West.
E dire che Saint Louis era pure priva del suo QB titolare, Sam Bradford, il quale era indisponibile per problemi alla mano: il suo sostituto, il veterano A.J. Feeley a sorpresa non lo ha fatto rimpiangere, concludendo con 20/37, per 175 yards ed 1 TD. Ma il merito va soprattutto a Steven Jackson, presenza instancabile e dominante nel backfield, il quale apre a metà la defensive line dei Saints, segna 2 TD nel primo tempo e chiude con 159 yards in 25 tentativi. Prossimo turno Arizona: vedremo se si è trattato di una perla solitaria o se si può mettere la seconda pietra alla collana.
LeSean McCoy
Negli Eagles dominanti contro i Cowboys, miglior prestazione in assoluto va al RB di Philadelphia, capace di 185 yards in 30 portate e 2 TD: il prodotto di Pittsburgh è stato un vero enigma per la difesa dei Cowboys che pur ricordiamo essere, prima di questa partita, la miglior squadra della lega contro le corse. La stagione sta nettamente migliorando per gli Eagles, dopo un inizio stentato, e il merito è anche del #25, già a quota 750 yards e 8 TD in stagione, quest’ultimo già record individuale in quanto ha superato le sette segnature su corsa dello scorso anno.
Con questa vittoria gli Eagles raggiungono sia i Cowboys che i Redskins a 3-4 nella NFC East e mettono nel mirino i Giants, i quali comunque sono ancora a due partite di distanza: la stagione è ancora lunga e molte cose accadranno ancora, ma la sensazione è che Philadelphia abbia finalmente iniziato ad ingranare, che abbia trovato l’amalgama fra tutte le sue componenti e che viva meno di fiammate individuali che avevano caratterizzato il primo scorcio stagionale. Contro Chicago, la prossima settimana, possibilità di pareggiare il record ed avicinare New York, impegnata sul difficile campo dei Patriots.
Pittsburgh Steelers
In quella che era la partita di cartello della settimana (con tutto il dovuto rispetto per tutte le altre sfide, sia chiaro) tra due squadre che hanno scritto la recente storia della AFC e non solo, gli Steelers sconfiggono i Patriots 25-17 e mantengono la vetta della North, mentre nella East New England si fa raggiungere da Buffalo. Partita meno in equilibrio di quanto si possa pensare, con gli Steelers sempre davanti e gli avversari che si sono progressivamente staccati e mai sono sembrati in grado di recuperare lo svantaggio, nonostante un Brady ben ispirato.
Analizzando meglio i meriti degli acciaieri, non si può prescindere da un Roethlisberger da 36 passaggi completati, 365 yards e 2 TD, il quale ha approfittato di secondarie, quelle dei Patriots, che dall’inizio dell’anno concedono quantità invereconde di yards e che anche in questa occasione sono state maltrattate. Buona anche la prestazione della OL di Pittsburgh, che ha sempre concesso tempo a Big Ben per trovare i suoi ricevitori, cosa questa in netta controtendenza rispetto alle sfide precedenti, dove quest’ultimo riceveva frequentemente le cortesie ravvicinate dei difensori avversari.
MENZIONE D’ONORE
Detroit Lions
Le sconfitte contro 49ers e Falcons potevano aver lasciato il segno nel morale della squadra di Detroit, ma la facilità con cui sono venuti a capo dei Broncos, squadra comunque tutt’altro che irresistibile, fa dormire sonni più tranquilli ai tifosi Lions. Nel 45-10 ottime prestazioni di Stafford (3 TD), del solito Calvin Johnson e della difesa, che arriva a forzare diversi fumble e a sovrastare la OL avversaria. Adesso per la franchigia di Michigan una settimana di bye prima del viaggio a Chicago: il sogno può continuare.
Marcel Dareus
Comparsa anche del rookie DE da Alabama questa settimana: nella vittoria 23-0 contro i Redskins, il giocatore dei Bills mette a segno 2 sacks su Beck da solo più uno in compagnia, e si toglie pure lo sfizio di bloccare un FG a Gano: altra buona prestazione per lui, che si è inserito bene nel mondo NFL e che potrà diventare uno dei difensori su cui la difesa di Buffalo potrà puntare per molto tempo. La prossima sfida, contro i Jets, potrà dire qualcosa in più sulla crescita di Dareus e sulla continuità di Buffalo.
WORST 3
Dallas Cowboys
Il dominio della scorsa settimana contro i Rams sembrava aver inserito i Cowboys in una nuova e superiore dimensione, e ci si attendeva che questi ultimi potessero andare a Philadelphia se non per giocarsela almeno per offrire una prestazione che potesse impensierire gli Eagles: ciò che ne è uscito è però stato tutto il contrario, una prestazione di pessimo livello, una sconfitta nettissima ed uno zero nella casella punti che tale è rimasto fino all’ultimo quarto, quando ormai la partita era già sigillata nelle tasche di Philadelphia, evitato solo grazie ad un inutile TD sulla direttrice Romo-Robinson.
Fare un elenco di cosa non ha funzionato è impresa difficile, se non si vuole rispondere “tutto”: da un backfield che, una volta controllata la sorpresa Murray, offre qualcosa che assomiglia al nulla cosmico a una linea difensiva che ha concesso tantissimo, come detto, a LeSean McCoy. Nota neutra è Tony Romo che non ha fatto particolari casini se non un intercetto, mentre il migliore è stato by far DeMarcus Ware, forse l’unico a salvarsi, con 11 tackle di cui 4 sacks. In vista, a mio avviso, un’altra risalita (Seattle).
San Diego Chargers
Il Monday Night metteva di fronte due squadre della AFC West: facendola breve, indipendentemente dalla prestazione dei Chiefs, sono i Chargers ad aver perso la partita, anche se solo all’overtime. In conclusione, quindi, sono tre le squadre a condurre la division, con un record di 4-3: oltre a San Diego e Kansas City, anche Oakland, con tutti i suoi problemi. Non era sicuramente questo ciò che ci si aspettava a San Diego, e molte responsabilità sono da attribuire a Philip Rivers, molto lontano dagli standard degli scorsi anni.
Sotto pesanti critiche anche il defensive coordinator Greg Manusky, accusato di prediligere schemi basati su blitz e pressione senza avere i giocatori necessari a questo tipo di gioco piuttosto aggressivo. Con un attacco comunque incentrato principalmente sui passaggi, prestazioni negative del QB chiamano in causa anche un gruppo di runningback non studiato per sostenere tutto il peso di un attacco, e che quindi riescono ad offrire un modesto contributo. Prossima week prossimo problema, i Packers campioni del mondo.
NFC West
Potrà essere considerata una scelta strana ma, vedendo la classifica divisionale, ad esclusione di San Francisco il totale delle squadre dice 4-17, dato che sicuramente mette in luce la mediocrità sistematica di Seahawks, alle prese con problemi di QB e di impostazione del lineup non indifferenti, Cardinals, mia personale delusione di questa parte di stagione, e Rams, alla prima vittoria stagionale in questa week, come detto. Le partite divisionali ci diranno chi tra queste sarà la meno peggio franchigia: una sfida ardua di cui è difficile prevedere il finale.
DAMNATIO MEMORIAE
Tim Tebow
Premessa: io tifo Tim Tebow. Vederlo però giocare in questo modo fa riflettere su quello che vale effettivamente il prodotto di Florida, e la sconfitta contro i Lions non fa differenza: confuso, impreciso, sempre al limite nelle decisioni. Ma la colpa deve andare solo a lui? Denver è una franchigia molto particolare e questo periodo di difficoltà non aiuta di certo: ma se gli allenatori studiassero un playbook più semplificato, con pochi WR e qualche corsa sia di Tebow che dei RB, non si faciliterebbe l’inserimento del #15, che già deve fare i conti con un manipolo di uomini di linea che paiono birilli (7 sacks contro Detroit)?
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte
Concordo pienamente su Tebow: non è un fenomeno sicuramente, ma uno straccio di schema a lui favorevole proprio il coaching staff non glielo vuole preparare!
Sepre meglio comunque del carneade da sempre Orton (che infatti nella sua “meravigliosa” mediocrità stava per accasarsi a Miami quest’estate)!!!