I New England Patriots mettono soggezione, qualsiasi risultato essi producano. Sarà il ricordo dei tre Super Bowl vinti nello scorso decennio, sarà la stagione quasi perfetta dove Brady e compagni giocarono come delle macchine impostate per uccidere gli avversari inceppandosi proprio sul più bello, sarà che anche quando era dovuto subentrare Matt Cassel la squadra aveva terminato comunque con un eccellente 11-5, restando immeritatamente fuori dai playoffs.
Qualunque cosa accada, ci si attende sempre che i Patriots vincano, e quando questo non succede pare incredibile riuscire a trovare una motivazione per spiegarsi il contrario.
Pur memori di un 2010 contraddistinto dall’ennesima regular season di enorme qualità (14-2), è più facile ricordarsi di New England per le occasioni sprecate nei playoffs che non per altro, e l’aura vincente che ci si é costruiti attorno fa persino dimenticare il fatto che dalla stagione 2003 la franchigia non vince un Super Bowl, e che sono già tre di fila le gare di post season concluse con una sconfitta al primo tentativo. Tale striscia negativa sembra comunque non aver spazientito nessuno, dal momento che i Patriots non sono un’eterna incompiuta impossibilitata nel compiere il passo finale per completare il tragitto, sono piuttosto una squadra che cerca di arricchire una già ricca bacheca di trofei ottenuta in un periodo che resterà per sempre scritto nella propria storia.
C’è poco da nascondere, la National Football League sta già sognando il Super Bowl delle meraviglie: giunti a questo punto della stagione, l’immagine che è rimasta più impressa è data dall’impenetrabilità dello sguardo di Aaron Rodgers, che sta conducendo a nuove altezze i campioni in carica di Green Bay, squadra alla quale New England sta cercando di contrapporsi quale idonea rivale Afc da fronteggiare in un’eventuale finale con i controfiocchi.
I Patriots sono arrivati alla settimana di riposo forti di tante affermazioni, in alcuni casi dominanti, ed una sola inopinata sconfitta contro i sorprendenti Buffalo Bills. Spesso hanno giocato quasi come se l’avversario non fosse nemmeno in campo, vedi l’esordio contro i derelitti Miami Dolphins, in altri casi hanno fortemente convinto tracciando ben presto una forte linea di demarcazione tra loro e San Diego, battuta per 35-21, hanno rimesso le mani sulla vetta divisionale dopo aver sconfitto di netto gli arci-rivali Jets, e nell’unica partita dove l’attacco non ha superato i 30 punti segnati, contro Dallas, Brady ha costruito da grande ingegnere qual è un drive vincente che a tempo quasi scaduto è culminato con la ricezione da touchdown di Aaron Hernandez per il 20-16 conclusivo.
Tuttavia, per quanto efficiente, la squadra non è esente da critiche che riguardano l’attacco tanto quanto la difesa: Brady ha lanciato 8 intercetti in 6 gare arrivando addirittura a raddoppiare i soli 4 commessi in tutta la stagione scorsa; la difesa contro i passaggi, già molto sospetta dodici mesi fa, è ultima di tutta la Nfl per yards concesse; infine le pubblicizzate acquisizioni di Chad Ocho Cinco e di Albert Haynesworth non hanno portato sostanzialmente a nulla, con l’ex wide receiver dei Bengals fermo a 136 yards totali su ricezione senza mete, e l’ex problema dei Washington Redskins spesso fermo per via di condizioni fisiche non ottimali ed autore della miseria di due placcaggi fino a questo momento. Il fatto che i Patriots siano 5-1 avendo affrontato già delle avversarie temibili, e sommandolo alle considerazioni negative appena esposte, non può che rendere merito al lavoro svolto sinora da coach Belichick e dal suo staff.
Brady, che ha comunque fatto pervenire 16 passaggi da touchdown ed ha un rating di 104.8, ha trovato ancora una volta ideali connessioni con il fido Wes Welker, che nel corso di ogni stagione continua a sollevare ragionamenti sul come possa essere così consistente nonostante il fisico tutt’altro che possente. Il ricevitore sta disputando un’altra stagione memorabile e sta accumulando cifre che lo mettono in posizione di poter rompere diversi record Nfl, 51 prese per 785 yards in neanche mezza stagione sono cifre che molti suoi colleghi più inesperti riescono a registrare in un anno intero, ed i 6 touchdown messi a segno sono il miglior risultato di squadra. Welker riesce ad essere incisivo anche quando il piano partita prevede coperture per lui appositamente studiate, come ad esempio ha dimostrato la ricezione di 73 yards contro i Jets, occasione nella quale è riuscito a sfuggire dalla Revis Island, nonché giocata che va ad accoppiarsi a livello di spettacolarità alla ricezione di 99 yards posta in atto nell’opener contro Miami.
Il fatto che questo asse continui a far funzionare un’intesa di altissimo livello non significa che l’armamentario a disposizione di Brady sia limitato. Il grande lavoro sempre eseguito con diligenza durante il draft ha prodotto due tight end, Rob Gronkowski ed Aaron Hernandez, in grado di presenziare in campo contemporaneamente per mettere in difficoltà linebackers e safety in marcatura, ambedue dispongono di mani eccellenti e costituiscono un rebus sostanzialmente irrisolvibile in prossimità dell’area di meta, pur tenendo in considerazione qualche difficoltà di troppo che i Patriots hanno patito una volta giunti nelle ultime 20 yards.
Quando i due sono in campo insieme possono essere equamente produttivi, ed il fatto che in assenza di Hernandez (fuori due gare per un problema al ginocchio) Gronkowski abbia racimolato le peggiori statistiche in singola partita non è una coincidenza, anzi, una testimonianza di come le difese avversarie non possano adattarsi alla contemporanea marcatura di due elementi di notevole stazza fisica e con quel tipo di mani.
L’equilibrio offensivo è stato mantenuto a galla dalla presenza di BenJarvus Green-Ellis, ex illustre sconosciuto oramai diventato parte integrante di un sistema offensivo che sa pure macinare sudate yards a terra. Green-Ellis è sempre stato considerato l’alternativa piuttosto che il portatore di palla principale, ma si è guadagnato nel corso delle 2010 il suo attuale posto da starter con pieno merito, scrivendo interessanti statistiche per un rushing game che tra infortuni e scarsa produttività non eccelleva di certo, il tutto grazie ad uno stile molto tosto nell’andare dritto e forte respingendo i placcaggi, e grazie all’estrema cura sempre portata per il pallone, come testimonia la completa assenza di fumble nella sua quadriennale esperienza Nfl. Inoltre, in aggiunta al contributo già tangibile della matricola Stevan Ridley, si avvicina il momento del rientro di Kevin Faulk dala PUP list.
Importante è stato pure il contributo di una linea offensiva opportunamente costruita con versatilità e profondità, che ha saputo sopperire ad infortuni che, per chi si trova privo di alternative, spesso determinano una svolta negativa della stagione. L’infortunio del centro Dan Koppen è stato ampiamente superato dall’esperienza portata dalla firma del veterano Brian Waters, il quale stava già pensando al ritiro dal football e che si è trovato a dover rispondere presente a questa emergenza, giocando molto bene nello spot di guardia destra permettendo a Dan Connolly di riempire il vuoto lasciato nel mezzo. Molto soddisfacenti sono pure state le prestazioni di Nate Solder, rookie da Colorado, che ha sostituito Sebastian Vollmer (problemi alla schiena) nel ruolo di tackle destro, giocando addirittura meglio di Matt Light, il responsabile del lato debole.
La difesa, come già detto, ha concesso tantissime yards su passaggio, pur avendo registrato sensibili miglioramenti nelle ultime due partite prima del bye week. Parte del problema riguarda l’assenza di pass rush, che ha sostanzialmente posto nuovamente allo scoperto i problemi delle secondarie e costretto i defensive backs a restare troppo a lungo con i ricevitori nelle traiettorie più lunghe. Come già sottolineato l’addizione di Haynesworth, rientrato in una 4-3 da defensive tackle, non ha portato a niente, e l’unico elemento che ha fatto registrare pressione sul quarterback è stato Andre Carter, ex Washington, che contro i Cowboys ha fatto andare per le terre Tony Romo in due occasioni. Vince Wilfork è stato una forza della natura, e grazie a due piedi da ballerino ha già fatto vedere due incredibili ritorni di intercetto, questo naturalmente in aggiunta alla solita consistenza in trincea.
Il ruolo di safety, con la sola esclusione del produttivo Patrick Chung, da tempo cerca delle soluzioni. Belichick ha disposto il taglio di Brandon Meriweather e James Sanders, responsabili l’anno passato di troppe giocate negative in difesa contro i passaggi, ed ha utilizzato una rotazione di tre elementi, Sergio Brown, James Ihedigbo e Josh Barrett.
Qualcuno ha fatto notare la mancanza di intercetti registrati da Devin McCourty, responsabile di 7 palloni catturati nella stagione scorsa, e dalle statistiche è emersa la tendenza degli attacchi offensivi nel cercare spesso il ricevitore a lui assegnato, segno che il gameplan avversario lo ritiene un elemento non costante nell’effettuare le coperture a dovere. Il posto di protagonista se l’è dunque preso Kyle Arrington, che guida la classifica di squadra con 4 intercetti recuperati.
Un aspetto positivo, peraltro, emerge dal fatto che non sia poi pesato così tanto l’infortunio di Jerod Mayo, atteso al rientro proprio per questa domenica, in quanto il lavoro di inside linebacker è stato svolto al meglio (in special modo contro le corse) da Brandon Spikes, che sta confermando il valore fatto intuire durante la sua permanenza a Florida, durante gli spensierati giorni del college.
Un dato incoraggiante riguarda i 13 touchdown concessi nelle 24 occasioni in cui l’attacco avversario ha presenziato dentro le ultime 20 yards difese da New England, un segno di rinnovata efficienza al momento della verità. In sostanza, metà delle volte chi attacca deve accontentarsi di un field goal, sempre che non torni a casa a bocca asciutta in seguito ad un turnover perso.
Il gruppo si è comportato professionalmente in maniera impeccabile, non è emerso un solo elemento di disturbo – come al solito peraltro – ed i giocatori anche nei colloqui con la stampa si sono dimostrati consci dei margini di miglioramento ottenibili ed hanno fatto intuire che il lavoro settimanale che viene svolto in allenamento mira a piccoli traguardi da ottenere di settimana in settimana, senza quindi adagiarsi sugli allori portati da un attacco pirotecnico e da una consistenza in stagione regolare che pochissime squadre possono vantare.
I New England Patriots hanno ancora una volta la possibilità di terminare il campionato regolare quale migliore squadra della Afc, e chi può dirlo, magari anche della Nfl semmai Rodgers decidesse un giorno di rientrare sul pianeta terra. Nella Afc, i Jets sembrano aver perso terreno presi da troppe dichiarazioni avventurose e da problemi interni, i Ravens sono stati incostanti per quanto restino molto pericolosi, domenica c’è pure l’occasione di sconfiggere Pittsburgh per incrementare ulteriormente la sensazione di dominio.
Tom Brady ed i suoi compagni sono attrezzati per un’altra ottima stagione, a patto che sappiano replicare quanto fatto vedere nella regular season anche nei playoffs. In palio c’è un viaggio per Indianapolis, peraltro senza l’incombenza di dover affrontare Peyton Manning…
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.
Che dire, ottimo articolo come al solito.
Concordo pienamente con il discorso fatto sulla difesa: Devin McCourty è quello più preso di mira e su di Lui ci hanno marciato, alla grande, i Jets; aggiungo anch’io come non sia così fondamentale il total defense, non fa perdere nei playoffs. E’ la capacità di essere contenitivi in difesa (a volte basta un solo intercetto al momento giusto o comunque limitare al 50% in red zone come dicevi tu) ma soprattutto essere efficaci in attacco, cosa che nelle ultime tre apparizioni nei PO (SB 42 + Ravens 2009 + Jets 2010) NE non ha fatto.
La difesa sulle corse è al momento è ottava, non male direi; gli avversari lanciano, dunque, tanto e molto su McCourty, ma l’intercetto ci può sempre scappare. L’anno scorso, infatti, la difesa era, alla fine, prima nel fantasy davanti alle quattro delle partecipanti ai Championships proprio grazie agli intercetti……..
IMHO, dunque, se Haynesworth si sveglia, Mayo ritorna ….etc….una partita nei PO la vincono, ma per farlo a Indianapolis hanno bisogno dell’attacco visto nell’ultimo drive con Dallas, efficace e senza errori.