Difficile partire peggio per Donovan McNabb e i suoi Minnesota Vikings. All’attivo per il QB, ormai 34 enne, solamente 39 misere yards con sette passaggi completati su quindici tentativi.
Questi sono numeri che fanno davvero riflettere, soprattutto se si va ad analizzare un’intera carriera fatta di premi e apparizioni al Pro Bowl; numeri che lo relegano al quindicesimo posto per yards lanciate nella storia dietro a solo a mostri sacri del calibro di Brett Favre, Dan Marino e John Elway.
Già durante la passata stagione si erano visti segni evidenti di una carriera che sembra andare a spegnersi lentamente: QB rating più basso da quando gioca nella NFL e per la prima volta il numero di intercetti è stato superiore al numero di touchdown.
C’è da dire che le squadre in cui ha militato e sta militando quest’anno non sono di certo tra le migliori franchigie in circolazione, ma sarebbe anche logico aspettarsi qualcosa in più da lui, quell’esperienza in grado di garantire sicurezza e stabilità alla squadra. Invece proprio domenica nella prima partita contro San Diego, McNabb si è fatto intercettare da Shaun Phillips come un bambino alle prime armi con un pallone da football, causando il TD che ha portato i Chargers in parità, facendo sì che quest’ultimi restassero in partita fino alla fine.
A sua discolpa possiamo dire che l’offensive line non gli è stata di certo di grande aiuto, spesso si è ritrovato a giocare sotto pressione con giocatori che gli arrivavano in continuazione da tutte le parti, ma a parte qualche corsa, Donovan, non è mai sembrato in grado di riuscire a mettere in difficoltà la difesa di San Diego, eppure Manusky, defensive coordinator dei Chargers, è famoso per il suo gioco in pressione sul QB avversario, ma di questo sembra non essersene accorto nessuno in casa Vikings, che hanno continuato a giocare senza prendere nessun provvedimento, McNabb compreso.
La squadra in generale è sembrata veramente abulica, con poche soluzioni, che spesso vanno a coincidere con giocate di Adrian Peterson, ma ormai per le difese avversarie è diventato scontato preoccuparsi del RB di Minnesota e contenuto lui, i Vikings sono sembrati veramente una squadra senza idee.
I due TD messi a segno sono arrivati da un ritorno di Percy Harvin su kickoff e da una corsa di 46 yards di Peterson che ha portato la squadra in red zone; per il resto come abbiamo detto non è avvenuto praticamente nulla che potesse impensierire San Diego, e dire che la squadra di Turner c’è l’ha messa tutta per perdere la partita.
Visti i Vikings di domenica è difficile che qualcosa possa cambiare, sicuramente la prestazione di Harvin e della offensive line non è stata all’altezza, ma McNabb non è più quel QB in grado prendere per mano la squadra e che da solo riesce a togliere le castagne dal fuoco.
Il suo approdo a Minnesota è stato voluto per portare esperienza e per far crescere il giovane Christian Ponder, ritenendo non all’altezza Joe Webb di un simile incarico. Se le cose dovessero continuare su questa strada e il record di sconfitte aumentare in maniera compromettente per la stagione, non è da escludere un esordio dell’ex Florida State che potrebbe imparare a muovere i primi passi da solo in NFL.
Se ciò dovesse avvenire sul serio quale futuro si prospetterebbe McNabb? Ormai l’età inizia a farsi sentire e gli infortuni sono sempre stati dietro l’angolo nei suoi 12 anni di carriera.
Il pensiero va obbligatoriamente sulla possibilità di un ritiro dal mondo ovale, prima che i numeri impietosamente incomincino a gravare su di lui; ma questa, ovviamente, è una visione drastica della stagione per i Vikings, è presto per poter affrontare questi discorsi e sicuramente un giocatore del calibro di Donovan sarà in grado di dare il suo apporto in maniera costante e qualitativa, ci piace pensare che quella di domenica è stata solamente una debacle contro un avversario che è pur sempre tra le favorite, tra l’altro anche fuori casa; quindi presto per iniziare sentenziare, ma non lo è per iniziare a porsi delle domande più che legittime: è finita l’era di quando McNabb portava gli Eagles da solo al Super Bowl? Di quando veniva selezionato per il Pro Bowl?
E se la risposta a queste due domande è affermativa ne sorge una ancora più spontanea: è tempo di ritirarsi?
Mi pare un articolo più da commentatore di calcio che di football. Dare giudizi di pensione dopo solo 1 (dico una) partita mi pare eccessivo. Chiaro che McNabb ha bisogno di fiducia, soprattutto dopo quel che è avvenuto la scorsa stagione, ma è pur vero che la sua difesa non lo ha protetto minimamente. Confido nella prossima.
Non c’è nessun giudizio, Anzi. Molti punti interrogativi. Come hai detto te dopo la passata stagione ha bisogno di riprendersi, ma se anche questa dovesse andare male (e dico se) qualche domanda è legittima porsela.
Lo scorso anno ai Redskins ho dato tutta la colpa alla gestione Shanahan, a suo figlio brufoloso raccomandato OC e alla linea offesiva ridicola….quest’anno però McNabb non può fallire. Minnesota è cmq una franchigia con dell’ottimo materiale e non può permettersi altre prestazioni come quella di domenica.
La sua release non mi sembra più impeccabile, sembra sempre impacciato e la precisione è notevolmente calata rispetto agli anni negli Eagles (di corse poi non ne parliamo). Anche io inizio a dubitare del cmq grandioso Donovan. Il problema è che ogni atleta ha i suoi limiti fisici e di età e pare che l’ex Philadelphia li stia già affrontando. Non tutti sono Brett Favre…..
Io l’avevo detto…
il problema più grande, secondo me, era di sistemare la linea offensiva.
Di sicuro McNabb è sul viale del tramonto e nella Nfl 34 anni non sono pochi, però da qui a dire che sia proprio finito…
A Washington ha avuto una stagione pessima e i Vikings di quest’anno non mi sembra siano la squadra adatta per rinvigorirlo! E’ già stato preso come chioccia – backup e credo che in questo ruolo possa ancora stare nella lega per qualche anno.
I tempi di Phila sono andati però…
Già domenica è andata un po’ meglio….