Posizione delicata, sempre richiesta, quella di uomo di linea offensiva è una delle responsabilità più grandi che un giocatore di football possa prendersi.
Bisogna sapersi muovere con l’agilità di un ballerino, aggiungere massa muscolare in continuazione, sapersi sacrificare per proteggere il ruolo più importante dell’attacco, il quarterback, e saper aprire i varchi giusti per il runningback.
Dalla linea offensiva dipendono i successi dell’attacco: di questi ragazzi non ce ne sono mai abbastanza.
Anthony Castonzo (OT) – Boston College Golden Eagles – 6’7”, 311
Fece il suo esordio a Boston College già da freshman, dove difese l’incolumità di un certo Matt Ryan. Da allora non si è mai più mosso dallo starting five di quella linea offensiva, che dall’altro lato vedeva Gosder Cherilus, attualmente in forza ai Lions, contribuendo pur con poca esperienza alle spalle alla grande cavalcata che portò gli Eagles ad un soffio dal titolo della ACC. Ragazzo di grandi attitudini lavorative, tutto d’un pezzo, Castonzo ha movimenti laterali interessantissimi che gli permettono di non farsi aggirare facilmente dai difensori in arrivo, dei quali riesce sovente a copiare i movimenti al fine di annullarli. Eccelso in fase di protezione nei passaggi, molto buono quando c’è da correre in quanto finisce il blocco e poi passa a quello successivo, garantendo al suo running back tempo e spazio necessari per passare intoccato. Gli unici problemi visti al college sono rappresentati da qualche movimento interno del difensore che lo ha messo in difficoltà, e da una forza non propriamente sovrumana quando si tratta di spostare qualcuno all’indietro, si trova in svantaggio contro pass rushers più bassi di lui perché tende a restare alto con il corpo mentre indietreggia. La sua posizione è sempre molto richiesta nella Nfl, non faticherà certo ad essere chiamato al primo giro.
Gabe Carimi (OT) – Wisconsin Badgers – 6’7”, 314
Giocatore molto affidabile a livello tecnico, sa come muoversi per proteggere il proprio quarterback e per dominare gli avversari anche più forti. Ha giocato nella Big Ten dove ha vinto diverse battaglie contro specialisti del calibro di Adrian Claiborne e Cameron Heyward, ha sempre dimostrato di essere mentalmente e fisicamente tosto, andando in campo senza lamentarsi minimamente con grandi assortimenti di acciacchi addosso. Ha una voglia di lavorare pazzesca, di quelle che fanno salivare gli allenatori, desidera migliorarsi di gara in gara, ed ha una dote naturale molto preziosa, ovvero una rapidità di piedi che mette in risalto la sua capacità di muoversi con agilità lateralmente. Giocatore versatile, può essere più facilmente battuto all’interno per via di una parte bassa del corpo da migliorare, ma può allinearsi anche da guardia in caso di necessità ferma restando la sua prospettiva più probabile, ovvero quella di diventare un left tackle di grande sicurezza che possa sistemare una linea offensiva per una decade. Si gioca il posto di primo tackle scelto con Castonzo. Di lui si dice si sia innamorato Mike Tice, allenatore della OL di Chicago, ma alla posizione dei Bears non arriverà mai.
Tyron Smith (OT) – Usc Trojans – 6’5”, 307
Smith potrebbe essere il sogno di tutte le franchigie Nfl, che potrebbero affidargli il proprio quarterback ad occhi chiusi fosse solo per le sue caratteristiche fisiche. Smith ha delle braccia da paura, la cui lunghezza è perfetta per tenere a distanza i difensori, è uno degli uomini di linea offensiva più atletici e mobili di tutto il draft, difficilmente si riesce mandarlo fuori equilibrio. Detta così potrebbe essere una prima assoluta, ma c’è sempre il rovescio della medaglia, che ci racconta di un ragazzo la cui tecnica è molto povera, quindi di una situazione acerba, di quelle che si devono sviluppare anno dopo anno con intense sessioni di allenamento specifico, necessari per trasformare tutte queste doti naturali in grande sostanza. Ha lavorato sodo in palestra per aggiungere la massa muscolare che gli scout vogliono vedere da uno come lui, è un grande talento grezzo che deve aggiustarsi ai tempi della Nfl, dove addormentarsi su un blocco non è consentito. Ha colpito i Cowboys durante i suoi provini.
Mike Pouncey (OG) – Florida Gators – 6’5”, 303
Molto pubblicizzato, qualcuno dice troppo, per il fatto di essere il gemello di uno dei rookies più forti visti in campo l’anno scorso, Maurkice Pouncey, l’attuale centro degli Steelers, con il quale ha giocato al college. Guardia naturale, ha provato a sostituire il fratello nel ruolo di centro nel 2010 non senza dover affrontare tante difficoltà, specialmente in fase di snap del pallone. In ottica Nfl le sue caratteristiche farebbero propendere per un ritorno alle origini, ovvero un utilizzo da guardia, in quanto si tratta di un prospetto di grande forza nella parte bassa del corpo, adatto per spingere indietro l’avversario creando il varco per il running back, e dotato di una grinta caratteriale che gli permette di ingaggiare battaglie mentali/fisiche molto interessanti contro il defensive tackle di turno. E’ attrezzato per avere a che fare con i difensori più grossi della squadra avversaria, chi lo conosce da vicino ha spesso dichiarato che Mike ama alla follia il football e che da professionista non potrà che tradursi in un giocatore di successo. Deve imparare ancora un po’ di tecnica per l’uso delle mani, viene da una trasformazione partita giocando da defensive tackle, ruolo che gli permetteva di sfogare la sua aggressività, non è tecnico come il fratello, come ha dimostrato la sua ultima stagione all’università. Prospetto sicuramente da primo giro, deve sconfiggerei dubbi di tutti quei critici che hanno sottolineato gli eccessivi paragoni con Maurkice, e che lo attendono al varco per capire se l’uguaglianza al gemello si davvero qualcosa di consistente o di presunto.
Danny Watkins (OG) – Baylor Bears – 6’3”, 310
Giocatore in possesso della biografia più interessante di questo Draft, dal momento che non ha toccato un pallone da football fino al momento di giocare in un junior college, sarà un rookie di 27 anni, e da buon canadese si era innamorato perdutamente dell’hockey preferendolo a tutte le altre discipline. In pochi avrebbero scommesso si di lui, ancora così grezzo, nella sostituzione di Jason Smith (Rams) durante il 2010, ma ha tuttavia smentito tutti e giocato del football solidissimo, che non ha fatto rimpiangere il suo predecessore. Watkins è un ragazzo già molto maturo, è ben più anziano dei suoi colleghi che verranno scelti con lui, è molto serio nel suo approccio al lavoro e fisicamente tosto. Ha giocato sempre con grande bilanciamento, difficilmente cade all’indietro quando attaccato dal difensore, anzi, spesso l’effetto è l’esatto contrario. Per ovvie ragioni è un prodotto da raffinare ed allenare soprattutto a livello tattico, dove la forza bruta conta fino ad un certo punto, può iniziare da guardia o da tackle e poi adattarsi anche a centro, dove gli servirà una migliore comprensione delle situazioni pre-snap per poter eccellere. Con molte squadre alla presa con la free agency, potrà far comodo a molti, e non scenderà dalle prime venti/trenta chiamate.
Nate Solder (OT) – Colorado Buffaloes – 6’8”, 319
Si è costruito una solida carriera da tackle in seguito all’approdo a Colorado da tight end specializzato in blocchi, dalla sua parte i Buffaloes hanno segnato tante mete, ed il numero di penalità che ha commesso è stato davvero bassissimo (una). Ha giocato un 2010 di altissimo livello, che gli ha consentito di essere nominato Mvp di squadra. Il fatto che provenisse da un ruolo di movimento gli ha permesso di tenere intatte le sue qualità atletiche anche una volta messo su peso, si trova a suo agio nell’avanzare nel territorio dei linebackers a caccia di qualche bel blocco da piazzare stendendo più gente che può, e possiede equilibrio e movenze laterali di assoluto livello. Deve migliorare soprattutto la fase di protezione dove il difensore taglia verso l’interno, fase nella quale si è dimostrato troppo spesso battibile, lacuna che può ridurre grazie all’intensa dedizione per l’allenamento. Deve anche migliorare la fase tecnica, dove l’uso delle mani per contrastare il movimento avversario è un’area di sensibile miglioramento. Non uscirà dal primo giro, in quanto le potenzialità ancora inespresse ne fanno un progetto troppo intrigante per rinunciarvi.
Derek Sherrod (OT) – Mississipi State Bulldogs – 6’5”, 321
Atleta che alla high school giocava bene pure a basket, Sherrod ha fatto parte dei Bulldogs sin dal suo primo vero anno al college, quando presenziò in campo in 11 partite da riserva, per poi divenire irremovibile dal ruolo di left tackle negli anni a venire. Dispone di ottimi movimenti laterali che gli consentono di “specchiare” i movimenti del difensore, ed una delle sue caratteristiche salienti è la consistenza nel bloccaggio in situazioni di corsa, nelle quali utilizza tecnica ed intelligenza per prendere gli angoli corretti. Giocatore molto celebrale, dal quale gli scout avrebbero voluto vedere più carattere e forza bruta e dal quale si attendono un consistente rinforzo lavorando sulla parte bassa del corpo. Ha la volontà per giocare infortunato avendo già passato l’esperienza, con tanta cattiveria in più (ma quella non si insegna) può diventare un tackle sinistro Nfl di medio-alto livello. Scelta che può gravitare tra il basso primo giro e l’alto secondo.
Orlando Franklin (OT) – Miami Hurricanes – 6’5”, 316
Viaggiatore per indole, nato in Giamaica, trapiantato in Canada fino all’approdo definitivo in Florida, dove per i Canes ha ricoperto diversi ruoli sostituendo Jason Fox da tackle sinistro durante il suo infortunio, schierandosi occasionalmente da guardia e persino da tight end in un’occasione. Le statistiche non ufficiali compilate per la linea offensiva vedono numeri interessanti per Franklin, abituato a giocare con cattiveria e determinazione, e soprattutto dotato della volontà di terminare il lavoro iniziato, non limitandosi a spostare uomini ma terminando il blocco buttando l’avversario a terra. Ragazzo di mentalità forte, ha giocato una gara esemplare contro Da’Quan Bowers nella quale ha messo in scena tutta la sua voglia di giocare duro, qualità che al piano di sopra piace moltissimo, e finendo i blocchi con risultati equamente soddisfacenti anche nel rushing game, dove si è dimostrato una potenza. La forza pura non è sempre bilanciata da una tecnica adeguata, e problemi di mantenimento del peso ne hanno fatto un prospetto cui si deve dedicare attenzione per evitare problemi fisici futuri. Di temperamento non sempre controllabile, può tradursi in un ottima guardia Nfl vista la sua specializzazione nel gettare indietro l’avversario, da tackle potrebbe invece soffrire la velocità di qualche end più piccolo di lui. Altro ragazzo che quando il primo giro di chiamate sarà terminato potrebbe già essere fuori a festeggiare con la sua famiglia.
Marcus Cannon (OT) – Texas Christian Horned Frogs – 6’5”, 358
Tackle massiccio di proporzioni colossali, che ha sorpreso per le sue capacità di movimento in relazione al notevole peso. Cannon è tecnico, sa usare le mani, muoversi lateralmente per tenere sotto controllo il difensore, spinge forte in situazioni di corsa e riesce a correggersi al volo se sbaglia la lettura in fase di pass protection, qualità che non si insegna. E’ potente, molto potente, qualità che non sempre è correlata alla sua indole caratteriale, che lo porta ad essere poco fisico in alcune circostanze, ed a giocare con poca competitività in altre, quando potrebbe spaccare il mondo in due. Può giocare in entrambi gli estremi di una linea, ha due piedi favolosi per rapidità di movimento e due braccia massicce e chilometriche, qualcuno sostiene che possa cavarsela bene anche all’interno, dove potrebbe far prevalere meglio la sua massa corporea. Se fosse cattivo come Franklin sarebbe da top ten, ma se ne andrà comunque a casa contento dopo aver stretto la mano al commissioner agli inizi del secondo round.
Clint Boling (OG) – Georgia Bulldogs – 6’4”, 308
Nel 2010 ha occupato quasi tutte le posizioni di linea offensiva per i Bulldogs recuperando in maniera eccellente da un intervento alla caviglia, mettendo sempre la tecnica davanti alla potenza pura. Gli scout ne hanno sottolineato la furbizia tattica notando che tende ad anticipare tramite i movimenti delle braccia quella che sarà la mossa del difensore che gli viene nei paraggi, ingaggiando il confronto per primo e facendo perdere secondi preziosi al rusher di turno. Battibile all’esterno in velocità, gli manca un po’ di aggressività che compensa con l’intelligenza, e potrebbe per questo allinearsi bene sia da guardia che da tackle, entrambi ruoli in cui ha maturato diversa esperienza. Non fa nulla di eccezionale, ma svolge ogni compito bene, in qualsiasi situazione offensiva, ragion per cui una chiamata al secondo o terzo giro pare essergli garantita.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.