L’avevamo già detto circa un mese fa, per giunta in occasione di una brillante vittoria in thursday night: gli Eagles di questa stagione non hanno, nel modo più assoluto, una difesa in grado di portarli avanti nei playoffs.
Così è stato: Phila è uscita sconfitta domenica notte per mano dei Packers, semplicemente più solidi senza palla, capaci di mettere costantemente pressione sulla linea d’attacco e di neutralizzare il gioco di corsa, costringendo il Quarterback avversario ad affidarsi troppo spesso al suo braccio per avanzare il pallone.
Tutto qui? Ad una prima analisi, queste poche righe, effettivamente, potrebbero bastare come fredda cronaca del wild card game che ha chiuso il programma del primo weekend di playoffs 2010-11. Dirò di più: non sarebbero del tutto prive di fondamento, ma se ci fermassimo a questi pochi punti perderemmo di vista altri aspetti, su alcuni dei quali vorrei soffermarmi in questa sede, sottolineandone l’importanza.
I Packers sono una squadra solida, equilibrata, con ottime individualità e uno staff tecnico che raramente fa la scelta sbagliata; l’altra notte si sono dimostrati anche accorti e concentrati nel commettere il minor numero di errori possibile, pur in un match delicato come solo i cosiddetti “win or go home” possono essere.
Quando si parla di errori, nel football, generalmente si va diretti a guardare la casellina dei turnovers. Qui casca l’asino: tre cambi di possesso in partita ma solo uno a favore di Green Bay e soltanto in occasione dell’ultima azione di passaggio di Michael Vick, quello in end-zone, forzato, quasi una preghiera.
Di cosa stiamo parlando allora? Di penalità, le solite, quelle che hanno azzoppato la squadra di Reid più di una volta in stagione?
Alla fine saranno 50 le yards regalate dagli Eagles contro le sole 15 dei Packers, ma davvero non crediamo si possano perdere le partite per 35 yds di differenza.
No, siamo ancora sulla strada sbagliata. Gli errori gravi, quelli che costano una stagione, sono anche quelli che può commettere un kicker, soprattutto quando hai urgente bisogno di muovere il tabellone.
David Ackers, infatti, forse tra i migliori della lega nell’ultimo decennio, certamente il più grande fra quelli che hanno vestito nella storia la maglia biancoverde, ha calciato alla destra del post due dei tre field goals che gli è stato chiesto di tirare (da 34 e 41 yds rispettivamente). Un evento davvero imprevedibile, anche col vento gelido della Pennsylvania a modificarne le traiettorie.
36 anni, da Louisville, una carriera spesa quasi interamente nella città dell’amore fraterno; una sicurezza, con percentuali di realizzazione che dal 2000 solo tre volte sono state registrate sotto l’82.5. Record personale di distanza per un field goal 57 yds, quest’anno 32 su 38, col 100% negli extrapoints e un calcio da 3 punti spedito tra i pali da 50yds.
Sinceramente non ce la sentiamo di mettere in croce un kicker veterano con tale curriculum per una partita storta, addossargli interamente la colpa della sconfitta. Eppure, tra le tante, la chiave di volta sta ahimè proprio sul piede sinistro del numero 2 di Lexington.
Tirando le somme, infatti, Phila ha iniziato l’ultimo drive, ad 1.45 dalla fine, per segnare il Touchdown della vittoria sotto di 5 (causa conversione da due punti sbagliata, ma che si erano visti costretti a tentare, dato il punteggio). La situazione sarebbe stata ben diversa se solo il secondo dei calci di Akers fosse andato a segno. Phila, dopo il TD di Vick, sotto di 2, avrebbe tentato quell’azione alla mano per pareggiare, al peggio si sarebbe giocata l’ultimo drive con la certezza di potersi accontentare di un FG.
Episodi, come sempre, a tracciare le linee della storia. Come anche quel piede sinistro (ancora!) di Celek fuori dalla endzone: perchè anche questo avrebbe dato speranze quantomeno di overtime ad Andy Reid, nonostante tutto, nonostante gli errori.
Ad ogni modo, comunque, i Pakers non hanno mai dato l’idea che la partita potesse loro sfuggire di mano. La linea ha costantemente messo sotto pressione Vick, mentre James Starks ha macinato yards in attacco con continuità, finendo la gara a quota 123 yds in 23 portate. Rodgers ha fatto il suo, lanciando i 3 TD che costituiscono lo score finale, uno di questi per l’affidabile Donald Driver, come sempre sicuro terminale per il suo QB.
Se proprio volessimo analizzare la partita in ogni suo aspetto, avremmo di che riempire un paio di pagine di giornale. Ci sarebbe infatti da parlare di un Vick apparso meno lucido rispetto alle ultime uscite, seppure autore di una gara da 292 yds totali, e di un McCoy contenuto alla grande dalla difesa dei Packers (solo 46 yds per il giovane running back).
E inoltre: che effetti ha avuto sul miglior ricevitore degli Eagles quell’infortunio al primo quarto? E’ pur vero che DeSean Jackson ha lasciato il campo dolorante, ma è rientrato a metà partita e ha corso le sue tracce per tutto il secondo tempo, peraltro quasi mai cercato dal proprio QB, che si è accorto di lui solo nel quarto quarto, recapitandogli due palloni per altrettanti primi down conquistati.
Forse si potevano fare scelte diverse, magari proprio destinando al numero 10 uno dei due palloni che nel corso del 3′ quarto, sulle 35 dei Packers, avrebbero convertito un secondo ed un terzo-e-otto e che invece sono caduti incompleti, diretti a Jason Avant (7 ricezioni per 93 yards) costringendo Rocca al punt.
Forse nemmeno questo sarebbe bastato, ma ormai restano solo le chiacchiere da bar, quelle che parlano di episodi, di errori fatali e inspiegabili, di sfortuna. Green Bay passa il turno e se l’è meritata, mentre gli Eagles falliscono per l’ennesima volta la loro corsa al Superbowl… ma ora, vi prego, non date la colpa al loro kicker: non sarebbe giusto.
Parmigiano del sasso, innamorato dello sport americano da bambino, a 4 anni sugli spalti del diamante “Europeo” del Ducato, a 6 anni per le telecronache NBA di Dan Peterson e alcuni anni dopo per quelle NFL di Flavio Tranquillo su Tele+2. Sportivamente parlando la mia seconda città è Philadelphia. In oltre 30 anni di passione sono stati più i giorni bui di quelli sereni, ma da quando sono atterrato un giorno di luglio nella City Of Brotherly Love, ho capito che nulla al mondo avrebbe nel mio cuore preso il posto di quelle 4 franchigie.
Akers è senza dubbio un ottimo “K”, forse il migliore nella storia degli Eagles… ma se la colapa per un asconfitta è sua, non ci vedo nulla di male se deve assumersi questa reponsabilità… in fondo anche a Mc Nabb venivano spesso rinfacciate le sconfitte più cocenti…
Difesa ridicola….. pressione degli Ends inesistente sul QB, LBs che sembrano dei nanerottoli rispetto a Clay Matthews-AJ Hawk-Patrick Willis, RCB position senza interpreti decenti.
Ancora un Draft a disposizione per Andy Reid e poi via…. per me l’uomo non sa scegliere!!!!
Basta con i LBs e gli Ends ‘undersized’!!!!