Come da tradizione, la post season NFL nell’anno solare 2011 si apre con due sfide, passatemi il termine, “incrociate”: dalle 22.30, sul canale numero uno al mondo per la copertura delle partite NFL, EspnAmerica, abbiamo assistito alla NFC Wild Card Game, dal Qwest Field di Seattle, tra i campioni in carica di New Orleans, e i padroni di casa, i combattivi Seattle Seahawks. In seguito, la linea è andata a Indianapolis, per la rivincita dell’AFC Championship dello scorso gennaio, tra i Colts e i Jets.
Ebbene, credo che chiunque abbia assistito, live, in replica, da registrazione, a questi due match, non può non iniziare la propria frase con un doppio “WHAT AN UPSET!!!!!”. Anzi, che due upsets!!!!!
Il primo, quello che si è prodotto a Seattle, è una delle più grandi sorprese, dell’anno sicuramente. In ogni caso, nella storia non è assolutamente la prima volta che succede. Se i calcoli non mi ingannano, è la quarta volta che la squadra campione in carica, si trasformi in…”uscita”, alle Wild Cards.
Ad Indianapolis, il coach Jets Ryan l’aveva definita “faccenda personale”: in casi precedenti, questa baldanza aveva dato più problemi che altro. In questo caso, al contrario, i Jets, “spiccano il volo” e danno un dispiacere a Manning e compagni. Tutto sommato, Ryan deve, oltre a Tomlinson, ringraziare anche il kicker Folk, che con il suo quinto FG-su sette tentavi-“game-leading change”, porta NY, sul gong, davanti. E ora, a New York, toccano i loro “amati” rivali, i Patriots.
Ma ora torniamo alle gare di sabato notte.
New Orleans Saints – Seattle Seahawks 36-41
Sulla carta, tra i bookmakers, il refrain era sempre uguale: New Orleans si sbarazzerà con una discreta facilità dei malcapitati Seahawks. Ecco, per fortuna, di Seattle, e di chi, come il sottoscritto, segue con passione questo meraviglioso sport, sulla carta viene scritta una cosa, ma sul campo ne capita sempre una diversa.
Sabato notte è accaduto l’imponderabile: Seattle ha impostato una furiosa rimonta, e ha firmato il biglietto di ritorno a New Orleans ad un gruppo Saints, obiettivamente incapace ad arginare la straripante voglia di “fare la storia” da parte dei padroni di casa. Eppure, per Seattle, l’inizio non era stato dei migliori.
Nel primo quarto, infatti, i Saints, sono arrivati al limite dell’area di meta di Seattle con una certa celerità/facilità, salvo però infrangersi sulla “goal line stand” dei ragazzi di Pete Carrol. Così, i Saints si sono affidati al kicker Hartley, che ha messo sul tabellone i primi punti, facili, per i Saints. Seattle, avuta la possibilità per una pronta risposta, ha trovato invece in Greer il giocatore sbagliato nel posto sbagliato: NO non ha perdonato, e altri sette punti con il Td di Hevans, lasciato colpevolmente troppo solo, e indisturbato, a varcare la linea di end zone. Quindi, in pochi minuti, 10-0 Saints. Cominciamo bene.
Invece, i Seahawks, e il loro meraviglioso pubblico, si sono ancora di più caricati come molle, e con un ficcante drive di circa una sessantina di yds, sono giunti alla linea di meta Saints: preciso passaggio di Hasselbeck per Carlson. Piccola nota: obiettivamente, c’è stata una “miscomunication” nella secondaria di Payton, in quanto il Carlson ha potuto letteralmente e placidamente camminare verso la meta.
Nel secondo quarto, la musica sembra non cambiare: ancora una volta, i Saints, con questa volta l’ex di turno Julius Jones, varcano la linea di touchdown. Ma di nuovo, Hasselbeck e di nuovo il suo “go to guy” Carlson-drive di 70 yds, riportano in linea i padroni di casa. Seattle poi, anche grazie ad un fumble di Jones, recuperato, si riaffacciano alla end zone, ma questa volta, economicamente, portano a casa un FG del preciso Olindo Mare.
Lo splendido secondo quarto dei Seahawks porta in dote anche la firma di un grande giocatore, Brandon Stokeley-td pass da 45 yds di Hasselbeck, e Qwest Field che comincia a tremare, e a fare “pensieri stupendi”. Il primo tempo si chiude con un altro FG di Hartley.
Dopo il riposo, Seattle non molla la presa, anzi, comincia a pensare di poter fare il colpaccio. Ancora Hasselbeck, che questa volta trova Williamse e il FG di Mare danno a Seattle un “cuscino” di punti abbastanza positivo. Infine, arriviamo al quarto quarto: NO forse si sveglia tardi, “quando la cicciona ha già finito di cantare”-può sembrare offensivo, ma in Usa c’è un detto che recita più o meno, “la partita non è finita finchè la “cicciona”, la soprano, non ha finito di cantare”.
A parte questa divagazione, come detto, NO ritorna in gara prepotentemente-d’altronde, sono i campioni in carica. Con il Td di Henderson, il FG di Hartley, e un’altra corsa di Jones, i Saints rintuzzano, ma non hanno fatto i conti con il Rb di casa: in pochi secondi, Lynch comincia a far rullare i suoi pistoni, e con una entusiasmante, elettrizzante corsa di sessantasette yards stende definitivamente i campioni “usciti”, e regala a Seattle a alla storia una delle più grandi-e diciamolo, anche belle favole, del football moderno: gli “underdogs”, molto under, ribaltano tutto il possibile, e si qualificano per un insperato Divisional. Wow.
Questa è stata, per sommi capi, lo svolgimento della gara. Ma quello che conta oltre alle parole, sono i rilievi numerici. Per New Orleans, altra grande prova-inutile però, di Brees: 39/60, 404 yds, 2 Tds. Però, a differenza dell’anno passato, la leadership, da “capitano” della nave, che sprona i suoi, non c’è stato. “Post Super Bowl Syndrome”?? Maybe.
Tra i compagni, detto di Greer che col suo intercetto ha dato il là al primo vantaggio degli ospiti, buona prova anche per l’ex Jones- 15 corse, 59 Yds, 2 Tds segnati. Infine, il compagno Henderson ha provato a ridestare i suoi, ma non è servito a nulla, comunque, 77 Yds e 1 Td.
Ora, posto che Carrol sta facendo un lavoro grandioso, ottimo, e lodevole, “ubi maior minor cessat” per Hasselbeck: 27/35, 272 Yds, 4 Tds-forse record personale, e un INT, costato, “solo” 7 punti. Del reparto receivers, Carlson è stata la guida, il “faro”: 2 Tds ricevuti. Ottima collaborazione dall’esperto Stokeley, e dal veloce Williams-1 Td a testa. Non mi sono dimenticato: il Rb Lynch, però, “man of the match”; “game of the night”, la sua corsa di sessantasette yds che ha portato lo score sul definitivo 41-36. Ma a corroborare questo grande exploit, questi numeri: 19 corse, 131 Yds, 2 touchdowns.
Quindi, “miracolo a Seattle”. “Damnatio memoriae” per coach Payton e soci.
Ora, Seattle è attesa da una difficile trasferta: infatti domenica prossima, alle 19.00 ora italiana, dovrà render visita ai Bears, che beatamente stavano osservando dalle poltrone delle loro case o facilities. Ebbene, i Bears dovranno stare molto, molto attenti. L’entusiasmo di Seattle è l’ulteriore arma per i ragazzi di coach Carrol.
Indianapolis Colts – New York Jets 16-17
Come anticipato, Jets-Colts è una sfida di grande tradizione. Quando questi due team si scontrano, è sempre un ottimo spettacolo per chi ne segue l’evovlersi. Tuttavia, questo ennesimo episodio, non è stato così esaltante. Almeno all’inizio. Infatti il primo quarto si è chiuso in perfetta parità, e calcisticamente parlando, il gioco è stagnato a metà campo.
Nel secondo periodo, al contrario, “fuoco alle polveri, signori”: i Colts innanzitutto hanno concluso un lungo drive d’attacco con un preciso td passi di Manning per Garçon. Ma la partita, non è “decollata”. Solo nel terzo quarto, anche i Jets hanno manifestato la loro presenza, ma in maniera squillante: corsa di Tomlinson, che sposta la bilancia. Indianapolis però, con Vinatieri, rimette le cose a posto per i padroni di casa.
Nell’ultima frazione, finalmente, il gioco e l’adrenalina decolla, e assistiamo ad uno show da cardiopalma: dopo il Td di Tomlinson, a meno di 10 minuti dalla fine, i Colts ottengono da Vinatieri un’ulteriore prova del suo talento, e sangue freddo: prima, “da vicino”, 32 Yds; poi, da una distanza siderale, per uomini forti, cioè 50 Yds, Vinatieri, dà ai Colts il 16-14 che a un minuto dalla fine, sembra mettere sulle spalle dei Jets, una pressione molto pesante. Ma Sanchez e soci inanellano un buon drive, che porta il coach Ryan a decidere di affidarsi a Folk. Siamo a pochissimi secondi dal termine, e finora, in questi calci, Folk era 4/5. Parte lo snap, l’holder prepara al meglio, Folk lascia andare la gamba, e proprio sulla sirena, i Jets, “volano”, a New England.
Ryan corre felice per il campo, i Jets si sono presi una bellissima rivincita. Una prima rivincita, perchè ora il destino “cinico e baro”, cosa ha riservato per i Jets? I Patriots, gli amati Patriots.
Ma prima di concludere, diamo un’occhiata anche ai numeri: Manning ha firmato un discreto cartellino, 18/26, 225 Yds, 1 Td; dei compagni, buona prova di Garçon-112 Yds, 1 Td ricevuto; il rientrante Addai non è invece riuscito ad incidere come suo solito. Infine, della secondaria, solo Tyron ha provato a dar la scossa, ma non è servito.
Tra i Jets, per l’ennesima partita, Sanchez non incide per come è richiesto ad un talentuoso Qb come lui: infatti, i suoi numeri dicono di un 18/31, 189 Yds, no Tds, e un INT. Ecco, settimana prossima il calendario ripropone lo scontro divisionale con i Patriots. Visto il precedente, il buon Sanchez deve darsi una bella svegliata.
Comunque, per fortuna sua, i punti, oltre a Folk, sono arrivati da Tomlinson-16 corse, 82 yds, 2 Tds, Grande partita dell’ex Chargers, ben coadiuvato da un ottimo Greene-70 Yds, Edwards-62 Yds per il Wr in maglia bianco-verde.
In conclusione, per i Seahawks, impegno molto difficile, a Chicago, ma visto come si sono comportati contro i Saints, ci sarà da divertirsi. I Jets invece, se la dovranno vedere con i Patriots, un avversario veramente ostico.
Sono veramente rimasto stupito dai Seahawks, e ormai in questi playoff mi hanno conquistato e tifo per loro, tutti a dirne male me compreso ( con quel record), e loro si sono caricati per tutto questo. Chicago la vedo male.
POtrebbero fare un percorso tipo i Cardinals 2 anni fa…magari vincedo tutto però…!!!;-)
Ma nessuno ha notato l’errore di Indianapolis, nessuno ne parla? A 53 secondi dalla fine, terzo e corto, invece di correre e calciare FG sul quarto down, con pochi secondi da giocare, giocano un passaggio per chiudere il down, ma, per sfortuna di Manning, lanciano incompleto e lasciano 40 secondi ai Jets per farsi le 40 yards. E per non farsi mancare nulla, lo S.T. concede un ritorno fin sulle 40 dei Jets.
Direi che la partita è finita 17 – 16 x NJ, e NON x Indi….
E’ vero!
Sapendo già i risultati non ci avevo fatto caso…
Un errore madornale di Indy è stato chiamare quel TO.
mah…. NYJ avrebbe risolto con uno Spike, e calciato da qualche yard indietro: cambiava poco, vista la precisione di Folk.
Io sono rimasto inchiodato su quell’incompleto, davvero incomprensibile.
Così come non ho capito quel FG di Akers sul 4th & 1 nel quarto periodo di GB@PHI… Giocala, tanto cosa cambia? 21-13 invece di 21-10? E quindi?
Misteri del football
Emiliano tra 21-13 e 21-10 c’è tutto il mondo di differenza.
8 punti sono copribili con una segnatura, 11 no.
Quest’anno ho visto tutte le partite dei Vikings: posso assicurarti che cercando di essere aggressivi sul 4° down, Minnesota (era Childress) ha buttato alle ortiche 2 partite.
Lo spike ti fa fermare il tempo, ma non ti permette di avere la tranquillità e il tempo di un TO per preparare il gioco decisivo per rendere il FG praticamente un automatico.
@Djp
ho rivisto il tutto
e hai perfettamente ragione!!! Non sono tifoso Colts e quindi non mi sono interessato, ma è stato un errore mardornale!!! Che senso aveva lanciare? Troppa sicurezza!!! E chi ha chiamato lo schema? Bastava correre, far scorrere il tempo e il gioco era fatto…
Certo non a livello di mandare 12 giocatori in campo al 3 down prima di calciare allo scadere…Che rosicata!!!
Finalmente, qualcuno che lo ricorda. Penso sia stato il più grosso errore mai commesso.
Quel “Twelve men in the huddle” all’uscita del TO fu un suicidio.
L’unica cosa che si può pensare è che però magari si voleva avvicinare il più possibile Vinatieri, un calcio da 50 yards non è proprio una passeggiata…
però per altri un calcio da 50 yds non è una passeggiata per Vinatieri è una camminata impegnativa ma non comunque ostica. Ne parlavamo ieri sera con Emiliano….veramente non riusciamo a trovare una spiegazione a quello schema di IND si pensava ad un atto di sboronaggine di Pitone Manning però non è che sia proprio il tipo, pensavamo che Vinatieri si fosse fatto male ma aveca calciato dalle 50 un pò prima…davvero inspiegabile.
ciò detto chissenefrega….io sono tifoso di Seattle dagli anni 90 ed una gioia così non l’avevo mai provata. Non so come la pensiate voi ma a me sembra che, al netto del fatto che quest’anno la nostra division era effettivamente poca cosa:
– non è giusto definire come ho letto su NFL.com “miserabile” la NFC West giacchè comunque negli ultimi 15 anni tutte le nostre squadre son finite almeno una volta al Superbowl
– non è giusto parlare di “cambiare le regole” per un evento che non accadeva da un sacco di tempo considerando che, nella NFC West, Arizona negli ultimi due anni ha fatto spettacolo
Insomma non si può mai dire…e mo Chicago, che la “miserabile” Seattle ha già battuto, in trasferta, in questa regular season…..
Stefano
Io faccio il tifo per voi!!!! E lo faccio anche perché noi Trail Blazers siamo gemellati con voi, e Paul Allen è stato anche vostro presidente.
E poi come non innamorarsi di un giocatore come Steve Largent???
Però se ci pensi un attimo…su 16 partite, se 6 le giochi in una division molto ostica o molto facile c’è una bella differenza…
Per sempio, i Buccaneers che le vincono a fare 10 partite in una division con New Orleans e Atlanta che sono andate ai P.O., se poi loro non ci vanno?
Io tifo per voi, non ho nulla contro di voi, ma se ci pensi è molto strano.
Poi il bello degli sport americani, come sottolienava ieri Iafrate sulla Rai, è che danno una chance a tutti, e se poi vincete anche ve la siete proprio meritata!!!
ma si ma si…diciamo che l’optimum è che nel seeding della conference ci siano le 4 vincitrici di divisions e poi l’ordine sia in base al numero di vittorie, giustamente seattle avrebbe dovuto giocare in casi dei Saints, quel che mi ha dato fastidio è vedere:
– analisti NFL definire miserabile la division di seattle
– i commentatori Dhalia sbracare un pò dicendo “tanto esce al primo turno e se ne va”
Poi in tema di regolamenti….vogliamo dire che l’anno passato i Jets sono entrati nei play off regolarmente? con Indianapolis che gli fa un bel regalo mettendo le riserve nel quarto quarto. Uno dice…e va be i Jets erano arrivati fin lì, però fin lì era arrivata anche la squadra che era alla pari dei Jets e non ha incontrato una Indianapolis in vena di regali (e poteva fare la perfect regular season).
Sui regali fatti hai perfettamente ragione, e i Colts non l’hanno nascosto bene l’anno scorso…
E anche su quello che si dice hai ragione: i giornalisti hanno fatto una figuraccia.
In effetti, anche giocare fuori casa per i Saints non sarà stato piacevole…
COmuque
Go Seahawks!!!
tra l’altro qualcuno sa quando Rai Sport Più con Iafrate fa il punto della NFL? Nel notiziario delle 23,30 del lunedi sera?
Due splendide partite! Capitolo Seattle-New Orleans: la partenza 10-0 dei Saints mi aveva fatto temere una partita segnata in partenza. Ma vedere la crescita costante ed inarrestabile dei Seahawks mi ha incollato alla poltrona! Bella vittoria, e la corsa da 67 yards di Lynch è stata forse la più bella azione individuale da quando seguo il football (inarrestabile! Avete visto come ha spazzato via Greer?)! Ai Saints è mancata la difesa, decisiva l’anno scorso. Inutile segnare a valanga se poi subisci una valanga e qualcosa!
Capitolo Indy-Jets: sarà che a me piacciono le defensive struggle (sarò masochista), però mi è piaciuta ancora di più. Alla fine la differenza è stata una: i Jets correvano, i Colts no. Ma che brutta strategia finale di coach Caldwell. E se lo special team a 50 secondi dalla fine ti fa portare palla fino sulle 40 quando ti basta un field goal, la sconfitta te la sei cercata. Punto e basta. Ma a NY coi Patriots servirà ben altro Sanchez…..
@stefano cecio francese
Lo sostengo da anni anche io. Ok le vincitrici di Divisions ai playoffs, ma il seeding va fatto in base al record effettivo.
Iafrate è meglio che non lo senti. Uno dei peggiori giornalisti che abbia mai curato il football. Peggiore nell’argomento specifico intendo, non in generale, non mi permetterei mai.
Povero Valerio
infatti non credo che sia quello il suo mestiere…adesso gli fanno fare lo sci di fondo…un po’ la stessa cosa…
Però almeno l’anno scorso ci facevano vedere le partite in chiaro, anche se con Iafrate…e il commento tecnico non era male, anche se non mi ricordo chi fosse…
Roberto Gotta
non concordo con il fatto che 21-10 e 21-13 non cambia nulla: devi andare 2 volte oltre la linea di end zone. comunque mi riferivo al fatto che con 4th & 1, con ancora 8 minuti da giocare, puoi chiamare la giocata e portarti 21-17 (o 21-18) e hai poco meno di 8 minuti per gestire la rimonta, e con Vick ed una difesa inchiodante come Philadelphia vista contro NYG, si può fare.
ma il passato è passato, e Philadelphia a casa mi fa godere come un riccio