La settimana numero 17 doveva essere quella ad alto voltaggio di emozioni, invece non ha riservato grandi sorprese, se si eccettua il sorpasso all’ultimo giro dei Seahawks ai danni dei Rams, costretti ancora una volta a rimandare la stagione del riscatto.
In mezzo a tante partite da fine stagione, quelle che nel nostro campionato i calciatori giocano con la testa già al mare e alle vacanze, mentre qui lo giocano con triplo strato a cipolla per il freddo, a Chicago si assiste a una partita vera, verissima, che ha regalato emozioni fino all’ultimo.
Dolce amara l’affermazione dei costantissimi Bucs di questa stagione, che vanno a fare la voce grossa a casa dei campioni del mondo (non a pieno regime, c’è da dire), amarissima la vittoria dei Giants, che si vedono scivolare dalle mani una post season che sembrava proprio alla loro portata.
Hurrà con qualche patema e qualificazione ottenuta per i Colts di Peyton Manning, mentre i Jaguars si arrendono alle troppe avversità che li costringono a giocare con Trent Edwards e Rashad Jennings titolari.
In mezzo, tante partite prive di significato, ma divertenti per l’assenza dell’ansia da risultato nei protagonisti in campo: tra tutti spicca la prima netta vittoria post era Singletary dei 49ers, anche se c’è da chiarire se i maggiori benefici li abbiano ricevuti dall’allontanamento del coach o dalla difesa dei Cardinals. Difficile stabilirlo.
Dalla prossima settimana, wild card e caccia a Patriots, da una parte, e Falcons, dall’altra.
Ma prima, Top and Worst.
TOP 3
CHARLIE WHITEHURST
Adesso però siate sinceri, solo io davo quasi per spacciati gli ‘Hawks, a causa dell’avvicendamento obbligato che ha costretto coach Carroll a schierare fin dall’inizio questo 28enne di belle speranze?
Mi ricordo che quando era stato chiamato in causa durante la stagione non aveva assolutamente sfavillato, tanto che l’ex head coach di USC non aveva mai avuto dubbi su chi fosse il titolare, salute di Hasselbeck permettendo. Inoltre, non aiutava a dissolvere il muro di diffidenza il fatto che il ragazzo fosse già alla sua quinta stagione NFL e che, quindi, nonostante le belle parole che nell’ambiente di Seattle venivano spese per lui, il talento fosse già tutto completamente espresso.
Ora, non sto dicendo che il match contro Saint Louis abbia dissipato ogni dubbio su una sua tenuta a più ampia durata, ma sicuramente Charlie si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Prima di tutto, ha molto impressionato la velocità di piedi dietro la linea di scrimmage dell’ex Clemson, la quale ha provocato più di uno sconquasso nella difesa dei Rams, andare a rivedere il touchdown di Mike Williams per credere.
Infine, il numero 6 porta i Seahawks da 7 – 9 in stagione al primo posto nella division, che nella NFL del 2010 vuol dire fattore campo al primo turno di playoff. Poco importa poi, se il fato li abbia accoppiati ai Saints di Drew Brees in uno scontro quasi impossibile: la squadra dello stato di Washington non ha nulla da perdere e la sua scommessa l’ha già vinta.
Per ulteriori informazioni, chiedete a Charlie.
ROB GRONKOWSKI
Veramente un portento questo ragazzone che viene dall’università di Arizona.
Per gli amanti delle cifre, ma non solo, può aiutarvi a comprendere meglio la statistica che recita 10 nella casella dei TD messi a segno questa stagione dal rookie Tight End. Se vogliamo incontrare un altro rookie Tight End che abbia messo assieme almeno la stessa cifra, dobbiamo risalire a Mike Ditka, anno di grazia 1961.
Strabilia, una volta di più, come il giovane e inesperto corpo ricevitore dei Patriots si sia assunto le proprie responsabilità nel momento in cui Randy Moss ha lasciato il New England: Hernandez, Tate, Edelman e lo stesso Gronkowski sono nomi sicuri a cui affidare il futuro dei Pats.
Gronkowski è un ottimo ricevitore in campo aperto, soprattutto perché il suo fisico diventa una sfida troppo difficile da affrontare per qualunque secondaria della Lega, garantendo sempre un buon numero di extra yards dopo il primo contatto, in più è assolutamente mortifero nelle ultime 20 del campo avversario.
Per me, rookie dell’anno.
MICHAEL BUSH
Strana la stagione di Michael Bush.
In rampa di lancio ad inizio stagione, grande aspettative da parte dei tifosi dei Raiders, poi l’infortunio che lo ha limitato fin da subito, l’oblio e, infine, questa splendida prestazione contro i leader divisionali.
A proposito di division, non si può tacere la statistica che vuole i Raiders imbattibili contro i rivali della AFC West quest’anno.
Ritornando al numero 29, domenica si sono rivisti gli sprazzi di classe pura che hanno convinto Oakland e coach Tom Cable a puntare su di lui. Nella off season scopriremo se i Raiders continueranno a dargli credito e, soprattutto, se decideranno di fare a meno ad uno tra lui e Darren McFadden.
MENZIONI D’ONORE
ARIAN FOSTER
Il primatista della speciale classifica delle yards corse stagionali si conferma anche nell’ultima giornata di campionato, radendo al suolo la discutibile difesa dei Jaguars e, con lei, tutte le residue speranze di play off della franchigia della Florida. E’ curioso pensare che Arian il terribile lo avevamo scoperto con piacere nell’opening match contro Indianapolis e che lo ritroviamo nuovamente grande protagonista in chiusura di anno, con un’altra brillante esibizione personale.
Sul controaltare bisogna porre la delusione per l’ennesimo record negativo del team di coach Kubiak, il quale non riesce ad affrancarsi dalla mediocrità di cui è prigioniero ma anche primo colpevole, nonostante il tridente d’attacco che vede Shaub – Johnson – Foster ai posti di comando. Pesa troppo, sul bilancio di squadra, la deficitaria condotta difensiva, incapace di bloccare i giochi aerei degli attacchi avversari, e i continui alti (pochi) e bassi (a bizzeffe) che hanno contraddistinto l’annata del team texano.
ED REED
Trentadue anni e non sentirli.
O meglio, trentadue anni, sentirli, ma essere troppo forte per non fare la differenza in campo.
Ricordo a tutti che il fenomeno ex Hurricanes era stato costretto, dagli acciacchi del proprio fisico, a osservare da spettatore i primi sei match dei Ravens.
Nelle dieci gare rimanenti, il falco dei Corvi ha racimolato qualcosa come otto intercetti, tra cui due occasioni in cui è riuscito a pizzicare due palloni, concludendo al primo posto nella classifica di settore.
E’ incredibile seguire con lo sguardo il comportamento della safety in campo, perché il numero 20 è un vero concentrato di puro istinto: dove c’è una deviazione, un passaggio sbagliato, una fraintendimento tra i compagni d’attacco, lui è sempre lì a sfruttare la sua qualità inarrivabile nel ball hawking.
Campione.
WORST 3
CLEVELAND BROWNS
Purtroppo era da un po’ che mi rodeva l’insoddisfazione per non aver mai additato al pubblico ludibrio la ridicola secondaria dei Browns. La settimana conclusiva viene giusto in aiuto, permettendomi di liberare questo peso sullo stomaco: i Cleveland Browns sono ancora lontani da aver trovato la chimica giusta, lontani dall’essere definiti, anche solo, una pretender.
Non fatevi illudere dalle cinque vittorie messe in tasca quest’anno e della stessa idea deve essere Mike Holmgren, poiché ha dato il benservito a coach Mangini, non appena si è concluso l’ultimo impegno stagionale. Un team che si è accontentato di cavalcare il fenomeno Hillis, finché questo non ha dovuto rifiatare nelle ultime settimane e, di conseguenza, il castello delle certezze non è stato soffiato via.
La coppia di cornerback Brown – Wright è la peggiore della Lega, fortuna vuole che il rookie Haden abbia ampi margini di miglioramento.
CINCINNATI BENGALS
4 fumble non sono un buon modo per salutare la stagione, nonostante sia lampante che Palmer abbia cominciato a giocare in maniera molto migliore dal momento che Batman & Robin sono usciti di scena ed è diventato il leader indiscusso dell’attacco (o forse solo perché, nelle ultime settimane, il numero 9 si è liberato dal peso di dover giocare per qualcosa di importante?).
Non nascondo che, fino all’ultimo, sono stato combattuto se porre i Ravens al posto dei Bengals tra i malandrini della settimana, a causa di una condotta di gara un po’ superficiale che li ha costretti a difendere fino all’ultimo per evitare un incredibile upset.
MIAMI DOLPHINS
Il problema è che nella NFL hanno la memoria troppo corta.
Bastava che coach Sparano, o chi per lui, si fosse ricordato della figura barbina a cui i Patriots avevano costretto i Dolphins nella quarta settimana di gioco, partita che aveva determinato anche l’allontanamento dell’allenatore della squadra speciale di Miami, per tentare almeno di limitare i danni.
Ma tant’è, nessuno ha avvisato l’istrionico coach italo-americano del pericolo e il risultato è stato un nuovo punt return da 94 yards firmato Julian Edelman. Il risultato di 38-7 conclude degnamente una stagione sottotono perché troppo mediocre da parte dei ‘Phins. Notizia di oggi è che i Dolphins stiano “esplorando” coach Jim Harbaugh, attuale ottimo coach di Stanford…dai, presidente Ross…e facci ‘sto favore…
DAMNATIO MEMORIAE
KEVIN KOLB
Gli Eagles hanno affrontato i Cowboys già con la testa alla sfida della prossima settimana contro i Packers, ma dubito che la prestazione condita da 3 intercetti dell’ex prodotto di Baylor abbia messo di buon umore coach Reid.
Diciamo che la sua promozione a titolare ad inizio anno ai danni di Michael Vick risulta sempre più incomprensibile.
GRAHAM GANO
Con l’errore di domenica il kicker da Florida State conclude la sua prima vera esperienza nella Lega con soli 24 centri su 35 tentativi.
Fate abbastanza affidamento sul fatto che la Top and Worst ritorni anche il prossimo anno, non date così tante speranze al buon Graham di ricominciare la prossima stagione alla corte di coach Shanahan.
“Non nascondo che, fino all’ultimo, sono stato combattuto se porre i Ravens al posto dei Bengals tra i malandrini della settimana, a causa di una condotta di gara un po’ superficiale che li ha costretti a difendere fino all’ultimo per evitare un incredibile upset.”
infatti non ti nascondo che io, da corvaccio, me li sarei sicuramente aspettati!…Cinci avrebbe potuto tranquillamente sovrastarci!Troppa troppa superficialità e sufficienza.
Da tifoso dei Pats sono contento di vedere Gronkowshi tra i Top 3, ma vorrei aggiungere che secondo me il ragazzone oltre ad essere devastante in ricezione è anche un eccellente bloccatore.
concordo con AlbertOne, super sorpresa del 2010 questo rookie, spero continui la sua splendida stagione anche nei playoff.
Poveri i miei Dolphins! Coach Sparano avrà le sue colpe, ma secondo serve soprattutto un quarterback vero, non Chad Henne!
Quo ragazzi non ce n’è per nessuno ! I miei Steelers vincono tutto questa stagione !!!
Vorrei dare un piccolo e modesto contributo, chiedendo: Vince Young è stato invitato a lasciar libero il proprio posto nella locker room dei Titans. Personalmente, lo considero una delle delusioni della stagione, insieme ai suoi ex Titans. Come la pensate a riguardo??? E anzi, i miei Cowboys, non sono anche loro una medio-grande delusione??
Consiglio ai Vikings di acquisire Kolb.
sto con brett,kolb è buono. sarebbe un ottima base x il dopo favre. a parte la fatica di rodgers il primo anno da starter,nn mi pare ne che aaron ne che sanchez abbiano fatto peggio del buon brett,anzi. quindi ottima idea ripartire da un QB giovane e con potenzialita come hanno fatto packers e jets. riguardo ai tuoi cowboys,caro simo,rimango della mia idea molto drastica,con romo nn si vince(stesso vale per chargers-rivers)! anche se ovviamente non è tutta colpa del sopravvalutatissimo tony. buon weekend nfl a tutti
D’accordissimo con Alessio per Rodgers (che ovviamente ha ancora tantissimo da dimostrare per il paragone con il maestro), meno per Sanchez, che mi sembra un pochino “pompato” dal contesto “Grande Mela”. L’anno scorso i Jets, senza i regali alla week 16 e 17 da parte dei già qualificati Bengals e Colts, i PO li avrebbero visti con il binocolo…
Il fatto che ARod abbia osservato Favre per 3 anni, che che se ne dica, gli è servito tantissimo e si potrebbe benissimo ripetere un caso Montana-Young.
Reed quest’anno aveva puntato fortissimo su Kolb, poi la stagione ha preso un’altra piega. Una cosa è certa: Kolb back up è sprecato.