Siamo, infine, giunti alla fine dell’ennesima, straordinaria, eccitante, stagione regolare del meraviglioso gioco del Football.
In occasione di quest’ultima domenica, il calendario presenta tutte le squadre in campo in un’unica soluzione.
Come fatto qualche settimana fa, organizziamo le sfide di domenica secondo una una sorta di “classifica”, o meglio, questa volta, è quasi doveroso seguire la cronologia dei vari match.
Quindi, partiamo.
Chicago Bears – Green Bay Packers
Questa sfida della North Division della NFC va in scena sin dal 1922, quindi, è la più antica, cronologicamente parlando, sfida del football professionistico. Infatti, sia i Bears che i Packers sono presenti nel panorama del football sin dai primi anni del 1900: i Bears, nello specifico, nacquero come Decatur Staleys, nel 1920; l’anno successivo, si spostarono di qualche miglio, a Chicago, e per un anno ancora, mantennero il nome Staleys; dal 1922, il mitico e indimenticato proprietario George Halas-che tra l’altro “figura” sulla manica della divisa dei Bears, “GH”, decise di cambiare il nome alla sua giovane franchigia, e per mantenere una sorta di “connubio” con una delle due squadre di Baseball di Chicago, i Cubs(gli orsacchiotti), le diede il nome più “fiero, potente”, di Bears-orsi.
Inoltre, dal 1922 a quando venne organizzato il primo Superbowl-sebbene, tra la migliore della AFL e la migliore della NFL, siamo nel 1966, i Bears, conquistarono ben otto “NFL Championships”. Nell’era moderna, invece, cioè da quando nel 1970, i proprietari delle due leghe rivali decisero di unirsi in un’unica Lega, la NFL, i Bears, hanno vinto solo un Superbowl, nel 1985. Tuttavia, la percentuale “vittorie/partecipazioni” non è così male: 2 partecipazioni, una vittoria. L’unica sconfitta è infatti arrivata per mano dei Colts.
Per quanto riguarda invece i Packers, furono fondati nel 1919. Il loro nickname esprime il connubio con la locale “Indian Packing Company”, poi ribattezzata “Acme Packing Company”, industria che forniva ai giocatori le divise. Quindi, da quel momento, nacquero i Packers. I quali, come i Bears, soprattutto nell’era “pre-Superbowl”, fecero incetta di “Nfl Championships”: 9 i titoli, l’ultimo tra l’altro nel 1965, proprio l’anno precedente la nascita del football moderno.
Da questo momento in poi, su 4 apparizioni, i “nipoti” di Earl “Curly” Lambeau e Vince Lombardi, si sono aggiudicati 3 Superbowls. Ma adesso, fatta questa premessa, veniamo a domenica, e snoccioliamo qualche numero, per rendere più interessante l’avvicinamento a questa importantissima gara: le statistiche parlano di 92 vittorie Bears, a fronte di 82 successi Packers,e 6 pareggi. Nella post season, i due team si sono incontrati una sola volta, e ha prevalso ancora Chicago. La striscia di vittorie più lunga è invece di Green Bay, che si impose per 10 volte, tra il ’94 e il ’98.
Il trend attuale vede in vantaggio-risicato-i Bears, che hanno vinto 6 delle ultime dieci contese. In questa stagione, i Bears sono letteralmente esplosi, e vittoria dopo vittoria, si sono presto assisi in vetta alla Division, e infatti comandano con un ottima 11-4, e un’ultima “doppia w”, in trasferta a GB, potrebbe garantire loro un posto per il Divisional Playoff. I Packers, a 9-6, e reduci dalla brillante e impressionante vittoria contro i Giants, devono assolutamente vincere, e sperare in numerosi “incastri” favorevoli, se vogliono procrastinare la stagione di almeno un’altra settimana.
In più, si giocherà in un Lambeau Field stracolmo, dove, a Gennaio, “regna” la Frozen Tundra. Non che i Bears non siano abituati a temperature gelide(vedi la partita contro i Patriots). In conclusione, dobbiamo sottolineare come i Packers, a livello di infermeria, ad oggi, hanno ancora alcuni giocatori “Questionable”. Per i Bears, in pratica il roster è al completo. Dunque, dobbiamo solo attendere domenica, ed essere pronti ad assistere ad una grandissima ed emozionantissima partita.
New York Giants – Washington Redskins
Questa “NFC East long storied rivalry” viene giocata dal 1932: la serie arride sempre ai Giants, in vantaggio per 90 vittorie; 64 sono i successi dei Redskins, 4 i pareggi. Per raccontare meglio come sia sentita ed accesa questa rivalità, tracciamo un “profilo” delle due squadre: i Giants, fondati nel 1925 da Tim Mara prendendo “spunto” dai Giants del Baseball, negli anni pre-Superbowl, si aggiudicarono 4 Nfl Chamiponship.
Nell’era moderna, i “Blu” di NY hanno conquistato, su 4 apparizioni, 3 anelli. Venendo ai giorni nostri, sotto coach Coughlin, i Giants in questi anni sono tornati a grandi livelli-vedi Superbowl del 2008, contro i “quasi perfetti” Patriots, dico “quasi” proprio perchè NE, dopo aver vinto 18 partite consecutive, persero il grande ballo per mano dei Giants. E in questa stagione, la prima metà aveva visto i “Blu” di NY partire forte. Ma dopo questo grande avvio, qualcosa si è inceppato negli ingranaggi Giants, e, soprattutto contro Philadelphia-pazzesco il finale di gara, e contro Green Bay, sono tornati i “Giant problems”. Perchè, dopo l’iniziale 6-2, ora NY si trova a 9-6, e in bilico, tra una quanto mai “ossigenante” Wild Card, e un altro “buco nell’acqua”.
Dall’altra parte abbiamo invece i Redskins, nati nel 1932 come Boston Braves per volere di George Preston Marshall. Dopo la prima travagliata stagione, il proprietario decise di affibiare il nickname di Redskins. Nel 1937 la squadra si spostò a Washington, mantenendo quel nome. A livello di Nfl Championship, Washington si aggiudicò per due volte il titolo. Più prolifica è stata invece l’era moderna: sotto la guida del due volte coach Joe Gibbs, infatti i Pellerossa hanno conquistato tre anelli, su 5 apparizioni.
I Redskins, una delle squadre più amate e seguite della Lega, dopo numerosi anni vincenti, in questi ultimi dieci anni hanno incontrato parecchie difficoltà, principalmente non hanno saputo trovare una stabilità che desse la possibilità di costruire un progetto serio, che potesse condurli di nuovo a combattere per il titolo divisionale, o per qualcosa di più sostanzioso. In più, il nuovo proprietario Snyder si “sta facendo ancora le ossa”, e spesso, ha agito d’impulso.
Tanto per la cronaca, il titolo divisionale manca dalla capitale dal 1999; l’ultima apparizione ai playoffs risale al 2007-e fu una debacle in quel di Seattle, se non ricordo male. Al Championship mancano dal 1991-anno dell’ultimo Superbowl. A livello di infermeria, sono i Giants a doversi preoccupare di più. Washington invece potrà contare in pratica su tutto il roster. E le ultime due partite infine dicono che Shanahan ha comunque avuto sì coraggio a pancinare McNabb, ma è stato ripagato da Grossman; Coughlin invece dovrà infondere quanto più fiducia possibile al suo Manning e fargli ricordare quanto il Qb sia più pronto per queste occasioni da “dentro o fuori”. Sarà in ogni caso uno spettacolo.
Cleveland Browns – Pittsburgh Steelers
All’interno della AFC, la North Division presenta tra le componenti, squadre che hanno stabilito tra di loro alcune tra le più dure, aspre, sentite rivalità che esistano nell’intera Lega. Tanto per rinfrescare la memoria, Cincinnati-Pittsburgh è considerata la più selvaggia, e apsra; Cincinati-Cleveland è detta “The Battle of Ohio”; Baltimore-Cleveland è una sorta di “presente contro passato”. Tuttavia, la sfida più antica, più attesa, dai tifosi delle due squadre, è sicuramente Cleveland-Pittsburgh.
La serie dice che Pittsburgh è nettamente in vantaggio 61-56; e che nei playoffs, sempre gli Steelers sono in vantaggio per 2-0. Storicamente parlando, i Browns nascono nel 1946, quando l’owner McBride decise che fosse fondata, nella non tanto fortunata “All-American Football Conference”, una franchigia a Cleveland. Venne scelto come nome Browns, per onorare Paul Brown, primo coach della squadra-che poi avrebbe “saltato” la barricata e sarebbe approdato agli odiati rivali dei Bengals, che infine gli avrebbero dedicato il proprio nuovo stadio.
Ma torniamo ai Browns. Dal 1946 al 1949, militarono nella suddetta AAFC; dal 1950 al 1995, invece, parteciparono alla Nfl. Tra AAFC e Pre-Nfl, vinsero 8 titoli, 4 nella AAFC e 4 Nfl Championships. Da quando esiste un’unica Lega, non hanno mai partecipato, nè vinto, alcun Superbowl. Tuttavia, ogni anno, i tifosi assiepano il Cleveland Stadium e non fanno mai mancare il proprio supporto. Però, come accennato, fino al 1995 i Browns erano presenti nella Nfl. L’allora proprietario Art Modell, per mille ragioni principalmente di natura economica, scelse che era arrivato il momento di spostarsi da Cleveland, e riportare a Baltimore una franchigia Nfl-precedentemente a Baltimore giocarono i Colts, di “The Master” Unitas.
Ebbene, in poco tempo, la decisione fu definitiva, e la città di Cleveland vide scomparire la propria franchigia. Ma per fortuna dei tifosi, nel 1999, i Browns ritornarono. Solo che i risultati, dal “secondo atto”, non sono stati per niente soddisfacenti: una sola partecipazione, nel 2002, ai playoffs. Quest’anno però, sotto coach Mangini, qualche spiraglio di buon gioco si è visto, ma non è valso il cambio di trend. Domenica al Cleveland Stadium sbarca una squadra che è ad oggi la più vincente della storia-6 anelli, una squadra che come Cowboys e 49ers può essere annoverata tra le poche ad aver creato una “dinastia”, anche di lunga durata, nella Nfl.
Gli Steerls nascono nel 1933, grazie ad Art Rooney Sr, che originariamente li chiama Pirates, in onore della locale squadra di Baseball. Ma dal 1940, e poi, dal 1945 ad oggi, cambia il nome in Steelers, per rendere onore alle industrie acciaiere della città. Nell’era pre-Sb gli Steelers “costruiscono” quella che sarebbe diventata una della squadre più dominanti della storia. Infatti, da quando esiste l’odierna formula del Superbowl, i giallo-nero hanno conquistato 6 titoli: 1974/’75/’78/’79/2005/2009. 6 anelli su 7 partecipazioni-l’unica sconfitta è arrivata per mano dei Cowboys nel 1995.
E come ben descrivono i due titoli in 4 anni da quando è iniziato il nuovo millennio, gli Steelers sono tornati una vera forza. E quest’anno hanno ripreso a fare ciò che riesce loro meglio: dominare la Division, e spazzare via i propri contendenti. Si sono dovuti, come tutti del resto, arrendere solo ai Patriots. In conclusione, domenica, il pronostico vede decisamente favorita Pittsburgh, ma attualmente, il parco infortuni comprende alcuni importanti giocatori. Però, è auspicabile, che sebbene il record dica che 11-4 è playoff assicurato, gli uomini di coach Tomlin non si vogliano far sfuggire l’occasione per migliorare il proprio record e dare correlativamente, un altro dispiacere ai Browns.
Arizona Cadinals – San Francisco 49ers
il primo incontro si giocò nel 1951. La serie vede in vantaggio i 49ers per 21-16. Anche in questo caso, le due franchigie sono da molto tempo presenti nel panorama professionistico. Ma con risultati decisamente diversi. Infatti i 49ers, al pari di Cowboys e Steelers, sono una potenza, hanno creato-grazie a coach Walsh e Seifert una dinastia: 5 anelli(1981/’84; ’88/89; ’94) questi i trofei portati a casa dai rosso-oro. Tuttavia, è dal 2002 che i ‘niners mancano i playoffs, e dal 1997 non conquistano la Conference. Questa stagione, ancora una volta, quindi,i ‘niners, dovranno guardare i playoffs da casa.
Di converso, i Cardinals, nati Racine Cardinals nel 1921, diventati Chicago Cardinals dal 1922 al 1943, e dal 1945 al 1959; St.Louis Cardinals dal 1967, al 1989; Phoenix dal 1989 al 1993, e infine noti come Arizona Cardinals dal 1993 ad oggi, non hanno avuto la stessa fortuna dei suoi contendenti. La storia dice che solo una volta hanno partecipato al Superbowl, e solo il talento di Santonio Holmes degli Steelers, ha negato ai Cardinals il titolo più inaspettato e sorprendente della storia. Infatti, dopo questo grande exploit, le prestazioni di Arizona, “sono parecchio scese a sud”, e quest’anno, coach Wisenhunt ha dovuto affrontare molte difficoltà, e infine, Arizona, ha dovuto salutare presto i sogni di post season. Ad ogni modo, la sfida è stata resa più pepata poichè la dirigienza ‘niners hanno deciso da dare il ben servito a Singletary prima di quest’ultima giornata. Staremo a vedere.
Dallas Cowboys – Philadelphia Eagles
Le due squadre si ritrovano a distanza di poche settimane dall’esaltante prima partita stagionale, finita con la lunga corsa-91 Yds, del Wr Jackson nella meta Cowboys, che ha dato agli Eagles una grande vittoria. All’interno della NFC East, dopo quella sentitissima con i Redskins, per i Cowboys, l’altra sfida di alto livello e altrettanto sentita, è quella che, da 1960, si è stabilita con gli Eagles. La serie dice che i Cowboys sono comunque in vantaggio per 55 vittorie, contro 44 affermazioni di Philadelphia. Partiamo dai padroni di casa: dal 1933, prima che venisse organizzato il Supebowl AFC vs NFC, Phila ha conquistato tre Nfl Champs.
Più di recente, ha partecipato a due Sbs, nel 1980 e nel 2004, ma in entrambe le occasioni, ha perso la grande occasione. Nel terzo millennio, gli Eagles hanno vinto cinque volte la Division, e partecipato più volte alla post season. Quest’anno, la dirigenza Eagles ha voluto dare al ribelle Vick la possibilità di redimersi. E il fenomenale mancino numero 7 ha ripagato con prestazioni a tratti non solo superlative, ma semplicemente mostruose-vedi Washington su tutti.
Ora, si trovano a 10-5, primi con merito nella Division. Tutto sommato, con Minnesota è arrivata una sconfitta alquanto impronosticabile. Comunque, il terzo posto nella Conference sembra abbastanza sicuro, Stl.Louis è quarta, “a distanza”. Dall’altra parte, i Cowboys, “The America’s Team”, dopo l’ultimo Superbowl del 1995, non hanno più avuto possibilità di replicare i grandi anni ’90. Qualcuno imputa ad una cattiva gestione di Jones l’impasse che i giocatori della “Lone Star” ha incontrato da allora. Infatti, dopo il titolo, Jerry Jones ha deciso di dare il via ad una girandola di coach, giocatori, che ha fatto “crollare le azioni” dei texani, e li ha relegati, da squadra-dinastia, a mediocre squadra, che lotta strenuamente, per raggiungere i playoffs.
Per una squadra, che su 8 partecipazioni-record, ha portato a casa 5 anelli, anelare ad un misero posto nella Wild Card è proprio una “caduta in basso”. Fino a questa stagione, tutto sommato, la gestione di Wade Philips aveva (ri)portato i Cowboys in auge. Ma dall’inizio dell’anno-e la sconfitta a Washington doveva essere un campanello d’allarme da non sottovalutare, i texani hanno manifestato una inerzia, una mancanza di impegno a tratti imbarazzanti, e forse in estremo ritardo, il vulcanico Jones ha deciso di defenestrare il Philips: a tratti, è sembrato troppo facile: Dallas-GB 7-45; record 1-7.
Comunque, lo spogliatoio-come nel soccer, ha così decretato la fine della stagione di Philips. Si è deciso, per cercare di recuperare, di mettere sulla panchina, ad interim, l’ex giocatore Garret, che, alla fine, ha ad oggi, un record comunque positivo: 4-3-e le sconfitte sono state portate dai Saints, Cards, e Eagles. E Garret, per ora, ha avuto il merito di aver ridato un gioco e le motivazioni ai Cowboys. Ora, per Dallas, l’occasione di rendere “più pepata” l’ultima giornata di gioco, magari tendendo un bell’agguato in quel di Philadelphia, e magari dando inizio ad una sorta di “domino” che potrebbe rendere più appetitosa la post season. Sarà ad ogni modo una battaglia vera.
Oakland Raiders – Kansas City Chiefs
Kansas – Oakland è a livello di AFC West, forse la più calda tra le sfide. Infatti è dal 1960 che i due team si danno battaglia. La serie vede in discreto vantaggio i Chiefs 54 a 46, a fronte di 2 pareggi. Nella post season KC è davanti per 2-1. Originariamente, i Chiefs erano conosciuti come Dallas Texans. Dal 1962, il proprietario Lamar Hunt decise di trasferire la franchigia a KC, dove assunse il mone Chiefs, dopo un contest tra i fan. Come titoli, i Chiefs, quando facevano parte della AFL, conquistarono 4 volte l’AFL Championship. Nel 1969, vinsero il loro finora unico Superbowl.
Negli ultimi anni, dopo la conquista della Division nel 2003, i Chiefs hanno incontrato molti problemi a qualificarsi alla post season-l’ultima partecipazione risale al 2006. Quest’anno però, i ragazzi del Missouri stanno svolgendo una stagione strepitosa, soprattutto come rendimento in casa. In trasferta hanno incontrato più difficoltà, ma oggi comandano la Division con 10-5 e sono anche al terzo posto nella Conference, dietro le superpotenze Steelers-Patriots.
Domenica, in casa, nel fortino di casa, ospiteranno un’Oakland desiderosa di rovinare, non i piani di post season, ma piuttosto, di rendere un po’ indigesto quest’ultimo appuntamento. Oakland, dal canto suo, è sempre stata una squadra molto amata, e anche temuta. Nati nella AFL nel 1960 come Senors, ma prontamente ribattezzati Raiders, i nero-argento rimangono ad Oakland fino al 1981. Dalla stagione 1982 e fino al 1994, Al Davis-in confronto Jerry Jones impallidisce, trasferisce la sua franchigia a Los Angeles. Poi, ancora una volta, dopo questa parentesi non tanto gloriosa, riporta ad Oakland i Raiders. Su 5 apparizioni, i Raiders, come Oakland Raiders, conquistano due anelli(’76 e ’80), come LA Raiders quello del 1983.
Nel terzo millennio, l’unica stagione (quasi) vincente è stata quella del 2002: infatti furono sconfitti solo al Superbowl da una Tampa Bay “in missione”, e con giocatori in quel momento inarrestabili(Lynch, Sapp, Brooks, Barber). Dopo quell’exploit, i Raiders hanno passato brutte stagioni, sempre costantemente sotto il 50% di record. In ogni caso, dall’arrivo sulla panchina di coach Cable, e grazie a qualche buona mossa al Draft, come sul mercato, ha portato quest’anno i Raiders un po’ più vicino alla vetta. Da ricordare assolutamente come una delle partite più incredibili, è la grandissima vittoria per 59-14 a Denver. Poteva essere…ma non è stata la scintilla giusta. Infatti, qualche inciampo di troppo ha pregiudicato il prosieguo del cammino, ma nonostante tutto, il lavoro svolto, atto ad una veloce risalita della china, finora è stato positivo. In conlcusione, la partita di domenica s prospetta a dir poco scoppiettante.
San Diego Chargers – Denver Broncos
Non meno sentita di Chiefs-Raiders è la seconda sfida all’interno della West Division. Anche questa è una sfida che va in scena dal 1960, e vede Denver primeggiare con 55 vittorie; San Diego si è portata a casa invece 45 volte la posta, solo una volta si è finito in pareggio. Nei playoffs, le due squadre non si sono mai incontrate. San Diego, presente nelle file del pro football da 1961, ha dalla sua un solo titolo, l’AFL Championship del 1963; nell’era Superbowl, vi ha partecipato una sola volta, nel 1994, ma di fronte aveva i SF 49ers. E vi lascio immaginare chi abbia prevalso…
Nel terzo millennio, il trend è migliorato, in quanto i Chargers hanno conquistato ben 5 volte la Division, e altrettante volte, hanno partecipato ai playoffs. Da un paio d’anni questa parte, SD parte sotto tono, poi, anche se il record è, ad esmpio 2-5, nei giocatori californiani scatta una molla, e cominciano ad inanellare vittorie su vittorie. Ecco, più o meno in questo 2010 hanno replicato, ma purtroppo per loro, la rimonta non è andata a buon fine. L’ultima pesante sconfitta a Cincinnati, ha decretato l’addio ufficiale ai sogni di post season. Prontamente, il proprietario Chargers ha confermato Turner sulla panchina, ma onestamente, qualche dubbio, la sua gestione lo lascia. Ma vedremo come e se si evolverà la situazione.
Sulla sideline di Denver, stagione dalle più ombre che luci. Peccato, perchè soprattutto tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, Denver, qualche piccola soddisfazione, ai propri tifosi, l’aveva regalata: precisiamo, sebbene, con i Bills condividano il NON invidiabile record di 4 sconfitte su 4 apparizioni al “Grande Ballo”, tuttavia, sotto la guida di Mike Shahìnahan, nel 1997 e nel 1998, con al comando delle operazioni un certo John Elway, i Broncos hanno saputo redimersi e portare a casa due anelli. Dopo però le tre consecutive apparizioni ai playoffs tra 2003 e 2005, i Broncos hanno iniziato una discesa, “conclusa” quest’anno con il licenziamento di McDaniels, e la sostituzione con Studesville. Ora il record parla di 4-11. Ma La speranza per un radioso futuro è già presente in casa, e si chiama Tim Tebow. Negli spezzoni, ha saputo manifestare la propria bravura; nelle gare giocate da titolare, ha manifestato la sua “portata” a giocare nella Lega più dura e difficile degli Usa. San Diego al contrario è a 8-7, e giocherà soprattutto per l’orgoglio. Ci sarà comunque da divertirsi, perchè tra Rivers e Tebow, la palla viaggerà, “per il lungo e per l’alto”.
Buffal Bills – New York Jets
Sfida della AFC East che da sempre ha suscitato grande interesse. Si gioca dal 1960, e vede condurre Buffalo per 53-47; nei playoffs sempre i Bills hanno vinto l’unico incontro giocato. I Bills, nati Bisons, vinsero 2 titoli AFL, nel ’64 e nel ’65. Da quando esiste il Superbowl, vi hanno partecipato 4 volte, perdendo tutte e quattro le volte-1 contro i Giants, tre di fila con Dallas. L’artefice di quella grande squadra-sì, comunque è da grande squadra arrivare quattro volte, di fila, al grande ballo, ci vuole talento, ma anche costanza era Marv Levy. Dopo di lui, “il buio”. Buffalo non vince la Division dal 1995, non arriva ai playoffs dal 1999. E quest’anno, se possibile, stava andando tutto ANCORA PEGGIO delle peggiori previsioni possibili: a metà stagione i Bills erano a 0-8, seriamente candidati allo 0-16.
Ci si sarebbe aspettati un siluramento di Galey; invece, la dirigenza ha sapientemente aspettato, e qualche piccolissimo miglioramento c’è stato: dallo 0-8, nel prosieguo, si è passati al 4-11 attuale-“dentro” cui sono da sottolineare la vittoria contro i Lions, la furiosa rimonta ai danni dei Bengals, e anche se è risultata in una sconfitta, ai supplementari, la prestazione ammirevole contro gli Steelers. Per poco non veniva fuori un upset memorabile. In conclusione, il roster è solo da rinforzare, nella testa e in alcuni reparti; forse, a fine stagione Galey saluterà, ma è auspicabile e possibile, che Buffalo faccia tesoro degli errori fin qui commessi, e magari anche attraverso il Draft, potrebbe ritrovare i “nipoti” di Kelly, Thomas e compagnia. NY invece, dopo l’unico anello portato da grandissimo Joe Namath, ha avuto qualche difficoltà a replicare quelle prestazioni.
Negli ultimi anni, invece, sotto la supervisione di coach Ryan, i bianco-verdi hanno iniziato una lenta ma inesorabile risalita, che li ha portati ai playoffs, ad un passo dal grande evento. Quest’anno, se vogliamo, il record direbbe che 10-5 è una grandissima prestazione, secondi in East Division, dietro a “voi sapete chi”. I quali però, al momento propizio, li hanno strapazzati.E hanno creato qualche patema ai giocatori. Ma la vittoria a Pittsburgh li aveva rimessi in corsa. L’ultima sconfitta a Chicago ha riproposto alcuni fantasmi. In ogni caso, ad oggi, i Jets sono qualificati alla Wild Card, dove dovrebbero incontrare, a KC, i Chiefs. Sebbene anche qui il pronostico sembra facile, tuttavia, solo il campo ci darà l’unico responso a cui non ci si potrà opporre.
Miami Dolphins – New England Patriots
Dal 1966 questi due grandi team si battagliano. I Dolphins, poprio prima che “arrivassero” i Patriots, detenevano il record finora unica squadra imbattuta-infatti nel 1972 vinsero tutte le gare. Ma c’è una postilla doverosa: nel 1972 le gare di regular season erano 14, e i playoffs prevedevano Divisional, Championship e infine Superbowl. Quindi, i Dolphins finirono con il record di 17-0. Nel 2008, i Patriots vinsero le 16 partite di regular season, il Divisional contro i Jaguars, il Champioonship contro SD, e infine…no, il Superbowl non lo vinsero… Lo portarono a casa i Giants. Ergo, finirono 18-1, niente “perfect season…at all”.
Comunque, la stagione regolare fu spettacolare, e per quanto riguarda quella, il 16-0 è il nuovo record. Venendo ai giorni nostri, anche quest’anno i Patriots stanno annichilendo chiunque si frapponga alla loro marcia. Miami, sembrava ancorata ad una seppur flebile, speranza di continuare il cammino, ma poi, nelle ultime giornate, ha mollato la presa, e ora, saluta la compagnia. Comunque, sotto la supervisione di Parcells, e la guida di coach Sparano, i Dolphins, negli ultimi due/tre anni, di progressi ne hanno fatti. Ma non è bastato; inoltre, quest’anno il rendimento casalingo è stato pessimo: una sola vittoria. Troppo poco. Quindi, ciò premesso, Miami deve solo sperare che coach Belichick magari lasci a riposo qualche pezzo pregiato: almeno così si può provare a non perdere…di brutto.
Tennessee Titans – Indianapolis Colts
Prima sfida nel 1970 – come Houston Oilers & Baltimore Colts. I Colts, a Baltimore, hanno lasciato grandi e bei ricordi. Per quella squadra ha militato colui che è stato chiamato “The Master”, alias Johnny Unitas. Qb dalle doti mentali e di carisma che hanno pochi eguali in tutta la storia. E che nel 1970 hanno portato i Colts sul tetto della Nfl. Da quando si sono trasferiti a Indianapolis, e da quando nel 1998 hanno scelto il figlio d’arte Peyton Manning, i destini dei Colts hanno preso una piega grandiosa: 7 titoli divisionali, 4 volte al “penultimo atto”, il Championship, 2 apparizioni al “Grande Ballo” con una vittoria nel 2006 a danno dei Bears. I Titans invece arrivano dalla lunga storia scritta come Oilers. Infatti, dal 1960 al 1996, come Houston Oilers, obiettivamente, di momenti memorabili non se ne ricordano tanti.
Invece, da quando c’è al timone Fisher, e si sono spostati a Nashville, assumendo il nome di Titans, le prestazioni si sono “ingigantite”: da ricordare, questa sì, la stagione 1999, conclusasi, sfortunatamente, al grande ballo, e ad una yarda dalla storia, contro il muro eretto dai Rams. Dopo di chè, per i Titans sono iniziate qualche stagione di riassestamento, ma comunque buone. Però, è dal 2008 che i Titans non continuano anche a Gennaio. E in questa stagione, dopo un bruciante inizio 5-2, si ritrovano a 6-9 e dicono “Bye Bye playoffs”. In conclusione, i Colts si sono tirati su dopo qualche impasse, ma se vogliono definitivamente raggiungere almeno la Wild Card, devono vincere. Ai Titans rimane un unico obiettivo: rovinare i piani ai rivali. Magrissima consolazione.
St.Louis Rams – Seattle Seahawks
Fino al 1945 erano di stanza a Cleveland. Poi, dal 1946 al 1994, rimasero una delle due squadre della “Città degli Angeli”; ma a differenza dei Raiders, i Rams non raccolsero i frutti sperati. Anche se parecchie soddisfazioni se le tolsero. Tuttavia, è da quando sono migrati a St.Louis che i Rams hanno conosciuto la gloria. Sotto Dick Vermeil, e con la premiata ditta Warner-Bruce-Faulk-Holt, nel 1999, i Rams riuscirono a vincere il Superbowl. Nel 2001 vi fecero ritorno nel 2001, ma…”loro” li sconfissero, di misura, grazie al piede di Vinatieri. Da quel momento, “si spegne la luce”. Fino a questa stagione: Bradford in regia, un ringiovanito Jackson hanno riportato in linea di galleggiamento i Rams, e nonostante un record perdente(6-9), potrebbero raggiungere i playoffs-in quanto, le vincenti delle 4 division sono ammesse di diritto.
E’ invece dal 1976 che i Rams incrociano i propri destini con i Seahawks. Anche Seattle, dopo una “lunga gavetta”, finalmente, nel 2005, riesce ad emanciparsi dalla “massa” e a raggiungere un insperato SB. Dover però trova gli Steelers, e Big Ben, che infrangono i sogni di gloria. Dopo altre mediocri stagioni, quest’anno, sotto coach Carrol, i destini di Seattle migliorano. Ma a questo punto, solo una vittoria contro St.Louis può dare la post season. Opportunità che per St.Louis è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Quindi, ne vedremo delle belle.
Carolina Panthers – Atlanta Falcons
Secondo match stagionale a poca distanza dal primo. Per quanto riguarda la sfida, si gioca dal 1995 e Atlanta è in vantaggio per 17-11. I Falcons, quest’anno, sono tornati non solo su grandi livelli, ma per certi versi, stanno replicando altre grandi passate stagioni, quella del ’98 su tutte. Quando raggiunsero il Superbowl. Con una pronosticabilissima vittoria contro i Panthers, possono tranquillamente staccare il biglietto per un ormai certo Divisional-quindi, una settimana di riposo meritato. Ma attenzione, comunque.
I Panthers, dal canto loro, questa stagione la devono proprio cancellare quanto prima. A questo punto, anche il posto di coach Fox traballa-come potrebbe non farlo: 2-13 è davvero imbarazzante, ma chissà che proprio dal baratro, i Panthers possano, anche attraverso il Draft, risalire subito la china. Anche perchè i Panthers, nonostante siano ancora abbastanza giovani, sono arrivati al Superbowl. E hanno nella loro storia, più stagioni vincenti che perdenti. Ad ogni modo, le orecchie dei tifosi di Atlanta saranno rivolte anche a New Orleans.
Minnesota Vikings – Detroit Lions
Sfida tra una Detroit ancora, di nuovo, deludente e già da parecchio sicura di guardare il resto della stagione da casa. La North Division è un miraggio dal lontano 1993; i playoffs invece mancano dal 1999. E nel 2008, “record al contrario”: 0-16. Senza parole. E questa stagione…. la musica non è cambiata. Anche se almeno qualche vittoria in più è arrivata. Ma i playoffs si sono subito allontanati. Minnesota invece, con Favre in forma, l’anno scorso era arrivata ad un FG dall’ultimo atto. Quindi, questa doveva e poteva essere la stagione della rivalsa.
Invece, tra infortuni vari, un coach piuttosto “fumantino” e un roster che ha deluso per la mancanza di grinta, i Vikings si ritrovano così fuori dalla corsa. A questo punto, la dirigenza dovrebbe puntare, con tutto il rispetto, su un Qb almeno affermato-Webb ha dimostrato di sopportare la pressione, ma una stagione di football è molto più dura di una singola partita. Quindi, sulla carta, la partita in sè non vale molto. Comunque, entrambe le squadre vorranno finire dignitosamente.
Cincinnati Bengals – Baltimore Ravens
All’interno della AFC North, obiettivamente, viene “dopo” Cleveland-Pittsburgh. A questo punto, i Ravens sono sicuri della Wild Card, però, non vorranno dare una facile chanche ai Bengals. Per i Ravens, come accennato, la stagione continua, e guardando alle precedenti uscite, a parte qualche passo falso, tipo contro Big Ben & co, Flacco e compagni hanno sciorinato grandi prestazioni, e quindi, possono ben sperare di fare strada nei playoffs. Obiettivamente, potrebbe essere un obiettivo ulteriore mettere i bastoni tra le ruote del perfetto ingranaggio di New England. Cincinnati deve dal canto suo dimenticare questa pessima stagione. Ma comunque, nelle ultime due uscite, i Bengals sono riusciti a portare a casa due belle vittorie. Ma, contro una Baltimore in forma e lanciata, neanche i Saints sono riusciti ad arginarli…Quindi….a voi la conclusione…
Tampa Bay Buccaneers – New Orleans Saints
Questa partita alla fine assume una miriade di significati, relativamente alla corsa alle Wild Cards della NFC. Comunque, entrambe le squadre hanno disputato un’ottima stagione: NO, dopo la più gloriosa stagione della storia, ha pian piano ripreso il cammino e ora, a 11-4, inseguono la Wild Card. Tampa, dopo qualche impasse, ha anch’essa ripreso il buon cammino iniziato a settembre. Ora, entrambe le formazioni avrebbero bisogno di una vittoria. Quindi, si prospetta una partita drammatica, al cariopalma, di sicuro non adatta a cuori deboli. Ma per noi tifosi, altrettanto sicuramente, da non perdere.
Jacksonville Jaguars – Houston Texans
Cronologicamente, una delle sfide più recenti nella Nfl. Da quando nel 2002 il football è tornato a Houston, i Texans non hanno ancora trovato la ricetta giusta per poter combattere ad armi pari con tutti. Eppure, l’inizio sembrava promettente; invece, i Texans sono presto tornati nell’anonimato. E anche quest’anno i tifosi Texans si dovranno accontentare di seguire dal divano il prosieguo. Di converso, Jacksonville sembrava pronosticata alla post season, invece, al momento propizio, a Indianapolis, tutte le certezze e sicurezze sono crollate sotto il peso della maggior voglia di rivincita e maggiro talento dei Colts. E la sconfitta contro i Redskins potrebbe aver piantato l’ultimo chiodo… A questo punto, possiamo solo attendere una “risposta” dei Jaguars. Magari tardiva, ma dovremo aspettare solo lo scoccare del sessantesimo minuto su tutti i campi per poter decretare i “dentro/fuori” per la stagione 2010.
Intanto, AUGURI DI UN SERENO E FRIZZANTE 2011 A TUTTI!!!!!!
SIMONE
Bravo simone, bell’articolo, e bravi a tutti gli altri amici che seguono e commentano la nfl. buon anno a tutti
@ Michael, grazie!!!!!!!! Buonissimo anno anche a te!!!!
grande articolo come sempre!!Buon anno a tutti
Grande articolo, in particolare per tutti i riferimenti storici. Davvero complimenti! Che dire? Continuate così, a “viziarci” commentando questo straordinario sport. Tanti auguri di buon anno a tutti.