TOP 3
DAVID GARRARD
Il quarterback di Jacksonville calpesta definitivamente le ultime speranze dei Cowboys di raddrizzare una stagione ormai compromessa con una prestazione degna di nota.
Il trentaduenne, al ritorno in campo dopo la comparsata della scorsa settimana del back up Bouman, ha sbagliato pochissimo (17 completati su 21 tentativi) ed ha diviso, quasi equamente, la sua giornata di gloria (260 yards lanciate) con i suoi 3 ricevitori più importanti: spettacolare la prova di Sims-Walker, sopra la media la prestazione di Thomas, eccezionale come sempre il contributo del tight end Mercedes Lewis, che si è fatto trovare pronto in 2 dei 4 TD messi a segno dal numero 9.
Infine, il numero 9 ha voluto mettere il punto esclamativo nella sua giornata di gloria varcando personalmente la linea di meta, fermando il pallottoliere a 5 TD totali per il disappunto dei fedeli del Cowboys Stadium.
A questo punto la stagione dei Jaguars è ad un bivio con il record stagionale ora a 4 vittorie e altrettante sconfitte: certo è che quando Garrard si è limitato a non rischiare più del dovuto, ben bilanciato con il rushing game ( ben 135 yards conquistate domenica pomeriggio da Drew-Jones), l’attacco della franchigia del nord della Florida ha dimostrato di risultare indigesto a più di un avversario.
DETROIT LIONS
Le prime scelte dei draft degli ultimi anni della franchigia del Michigan stanno cominciando a pagare i dividendi: non c’è dubbio che Matthew Stafford, Calvin Johnson e Ndamukong Suh siano stati il fulcro della vittoria contro i Redskins.
Stafford, al rientro stagionale dopo l’infortunio alla prima di campionato, ha dovuto pagare un sanguinoso pedaggio all’ottimo DeAngelo Hall di questo periodo dell’anno, ma, ritornato in campo, ha cominciato a macinare gioco, dimostrando i miglioramenti che gli si attribuivano già alla conclusione della scorsa stagione, trovando per ben 4 volte i propri terminali in meta.
Terminali ho detto, ma in realtà sarebbe stato meglio utilizzare il singolare in questa situazione: Calvin “Megatron” Johnson si è confermato nell’elite dei wide receiver NFL, andando a segno 3 volte, ma soprattutto dando una sensazione di superiorità rispetto ai comunque bravi cornerback di Washington.
Last but not least, l’ultimo arrivato: il defensive tackle arrivato quest’anno da Nebraska ha sottoposto a 2 “massaggi non richiesti” le costole di McNabb, così come i compagni di reparto Avril e Vanden Bosch.
E’ veramente incredibile ciò che sta combinando l’ex Cornhuskers al suo primo anno NFL.
Il numero 90 ha concluso il trionfo Lions riportando in meta un fumble da 17 yards: la foto della partita è Suh, già esultante a poche yards dall’entrata in end zone, che viene contrastato senza successo da Santana Moss, incapace di bloccare lo strapotere fisico dell’avversario.
Ora i Lions sono 2 – 5: anche se si è lontani dalla zona play off, perchè non togliersi qualche altro sfizio?
TAMPA BAY BUCCANEERS
Ma il luogo comune dello sport non recita che una squadra giovane e poco solita a giocare per traguardi importanti stenta maggiormente nei finali punto a punto?
Sarà, ma questi escono da una situazione intricata per la terza volta in stagione e non sembrano intenzionati a sporcare il loro record di tutto rispetto (5 – 2).
La parola fine questa volta la mette il CB Talib che interrompe con un intercetto la rimonta dei Cardinals, ma lo stesso cornerback già in precedenza si era reso protagonista di un altro intercetto, tra l’altro riportato in meta.
Nel reparto difensivo, altri colleghi hanno brillato di luce propria e soprattutto il reparto dei linebacker si sta dimostrando uno dei migliori della Lega: la macchina da tackle Barrett Rudd è affiancato da Geno Hayes, positivissimo con un intercetto riportato fino alla fine, e da Quincy Black. Il più vecchio dei 3 è Ruud con soli 27 anni: il futuro è dalla loro parte.
Come se non bastasse, LaGarrette Blount, già visto in preseason con la casacca dei Titans ma chiuso nel ruolo da un certo Chris Johnson, ha disputato il suo breakout match con 120 yards conquistate e 2 TD.
Pochissimi avrebbero potuto prevedere che domenica Tampa avrebbe affrontato i Falcons al Georgia Dome con lo stesso record stagionale , avendo la possibilità d dimostrare una volta di più la maturità conquistata, ma cercando di mantenere la spregiudicatezza che li ha portati fino a questo punto.
MENZIONI D’ONORE
JAMAAL CHARLES
Nonostante le 22 corse per 177 yards e le 4 ricezioni per 61 yards non entra nei TOP 3 perché la partita contro i Bills è risolta solo dal field goal in overtime da parte di Ryan Succop.
Resta il fatto che il binomio con Thomas Jones continua a funzionare: non solo la mediocre difesa di Buffalo ha sofferto il cambio di ritmo imposto dalla potenza di Jones e dalle accelerazioni di Charles.
Complimenti anche alla linea offensiva dei Chiefs, che si sta dimostrando molto robusta e permette al quarterback Matt Cassel di avere molto tempo a disposizione in occasione dell’utilizzo del gioco aereo.
PHILIP RIVERS
Grande leadership messa in campo dall’ex North Carolina State nella difficile gara casalinga contro i Titans.
Rivers non cerca scusa dalle defezioni dei vari Jackson, Floyd e Naanee, e, insieme al solito Antonio Gates, regala un po’ di ossigeno in classifica ai Bolts.
Per gli amanti delle statistiche, le sue 2649 yards lanciate in 8 match sono il massimo ogni epoca nella Lega.
WORST 3
MARK SANCHEZ
Non sai mai se il Mark Sanchez che scende in campo sarà il Mark “Sanchize”, il quarterback franchigia dei New York Jets capace di 2 gare consecutive da 3 TD lanciati, oppure il Sanchez deludente di domenica, quello che lancia 2 intercetti e nessun suggerimento in meta e che non riesce a prendere in mano la squadra, qualora il grande running game degli stessi Jets venga fermato.
Intendiamoci, domenica l’ex Trojans ha affrontato una delle difese più aggressive della NFL, quei Packers che mettono una pressione tremenda con le incursioni di Clay Matthews, ma il dirimpettaio Rodgers si è dimostrato più solido e concreto pur affrontando una difesa pari o addirittura migliore di quella affrontata dal collega.
Finisce anche la striscia di prestazioni positive di LaDainian Tomlinson, costretto a correre le stesse yards (54 yards contro le 55 del giocatore del Wisconsin) del meno conosciuto avversario Brandon Jackson, mentre Shonn Greene, atteso ad una grande stagione, sta sempre di più sparendo dal radar delle chiamate offensive della squadra newyorkese. Il che è abbastanza preoccupante, sopratutto in chiave playoffs, dove l’altr’anno era stato determinante per la lunga cavalcata dei Jets.
SEATTLE SEAHAWKS
Va bene che i Raiders, nelle ultime 2 partite, hanno umiliato gli avversari con 92 punti (!!!) segnati, ma ci si aspettava obiettivamente di più da un team che aspira a ricoprire il trono della NFC West, dopo che i 49 ers hanno abdicato ancora prima di entrare nel momento clou della stagione.
Coach Carroll può innanzitutto recriminare per come si è svolto il game plan offensivo: Hasselbeck ha guidato una offense sterile, completando su per giù un terzo dei lanci tentati, mentre è stato costretto a terra dalle irruzioni della linea difensiva avversaria ben 8 volte.
Il gioco di corsa non riesce a trovare una sua dimensione fin dall’inizio del campionato, l’acquisizione di Lynch non è stato ancora digerito, prima di tutto dallo stesso ex Bills (solo 7 yards in 9 corse).
E’ chiaro che poi la difesa stessa, molto più onesta di quello che ci si aspettava ad inizio anno, ha avuto problemi a contenere la giornata di grazia di Jason Campbell, Darren McFadden e un ritrovato Darrius Heyward-Bey.
CINCINNATI BENGALS
I primi due quarti della sfida contro i Dolphins ci dicevano di una squadra determinata, pronta a ritornare in sella per la seconda parte di stagione dopo il BYE della scorsa settimana.
Purtroppo i Bengals assomigliano sempre di più ad una nova, una di quelle stelle che sprigionano una luce incredibile per poco tempo (quasi sempre nella persona di Terrell Owens, ancora sugli scudi a 37 anni), per poi spegnersi inesorabilmente prima che la partita si concluda.
Il post partita non ci dice quindi nulla di nuovo sull’identità del team dell’Ohio, chiamato a ripetere il positivo 2009, cioè di una squadra inconcludente, a tratti sprecona, destinata a ritornare nell’oblio da cui era da poco uscita.
Ci si aspettava l’esplosione definitiva di Carson Palmer, a cui la dirigenza, tramite free agency e draft, aveva affidato un ottimo parco ricevitori sulla carta ed invece l’ex Trojans è ancora lì a lottare con i suoi problemi di turnover.
Come è ormai assodato che l’ego sproporzionato di T.O. abbia sgonfiato quello, altrettanto “presente”, di Chad Ochocinco, che dall’inserimento dell’ex Bills ha visto drasticamente calare le sue ricezioni e i suoi numeri.
La difesa paga i troppi infortuni: il ritorno delle safety titolari e del cornerback Joseph dovrebbero aiutare il reparto a ritrovare un po’ di smalto in vista dell’ultimo scorcio di stagione.
DAMNATIO MEMORIAE
DALLAS COWBOYS
Non ha fine l’incubo per i Cowboys, segnalati tra i favoriti nell’anno che porta la NFL a concludere la stagione proprio al Cowboys Stadium. Non ci si poteva aspettare il miracolo dal veteranissimo Jon Kitna (e infatti non l’ha fatto: a fine match sono 4 gli intercetti sul suo groppone), anche se rimane uno dei back up sulla carta più affidabili della Lega dopo l’uscita di scena di Tony Romo.
Fa ancora una volta scuotere la testa la pochezza di rendimento del back field della squadra del Texas, anche contro una difesa non insuperabile come quella dei Jaguars e, di riflesso, l’inadeguatezza della linea offensiva.
Questa volta sprofonda insieme al resto del team anche il reparto difensivo: salta all’occhio sopratutto l’involuzione del Pro Bowl cornerback Mike Jenkins e delle secondarie in generale.
WASHINGTON REDSKINS
Sul caso del “panchinamento” di Donovan McNabb negli ultimi due minuti della gara contro i Lions avrete sentito, sentirete tutto e il contrario di tutto per tutta la settimana. Non mi voglio addentrare nella controversia.
Mi chiedo solo come sia possibile che Shanahan abbia potuto pensare che Rex Grossman fosse più indicato, anche solo fisicamente, rispetto al più famoso collega per guidare i Redskins alla rimonta finale. Storie di ordinaria follia di questo pazzo, pazzo mondo chiamato NFL.
Sono d’accordo con te soprattutto sulla follia di Shanahan fatta contro i Lions: o McNabb lo ha pesantemente insultato sulla sideline oppure… ci troviamo davanti ad un caso di patologia fulminante.