È stata la pioggia la grande protagonista del weekend di Detroit, dov’era in programma l’unico appuntamento doppio della IndyCar. La pioggia è infatti caduta copiosa sia il sabato che la domenica, portando all’annullamento delle qualifiche di gara 2 e all’accorciamento di entrambe le gare. Così ne sono usciti risultati a sorpresa, con la vittoria sabato di Carlos Munoz, la prima in carriera, e domenica di Sebastien Bourdais.
Gara 1: La vittoria di Munoz è arrivata grazie ad una azzeccata mossa strategica, che ha visto il pilota colombiano essere il primo a passare dalle gomme da bagnato a quelle slick, insieme al compagno di squadra Marco Andretti. Quando Andretti è dovuto rientrare per una seconda sosta e rimontare le gomme da bagnato, Munoz si è trovato in testa. Poco dopo la gara è stata interrotta a causa dei fulmini che si sono abbattuti su Detroit, al giro 47, il pilota dell’Andretti Autosport era in testa con quasi mezzo minuto di vantaggio su Andretti. Terzo posto, e primo podio da quando è arrivato al Team Penske per Simon Pagenaud. Sotto la pioggia il pilota più in forma è stato Takuma Sato, che partito quinto ha rapidamente preso la testa della corsa con una serie di sorpassi. Passato alle slick al giro 18, il giapponese è poi finito per toccarsi con Josef Newgarden finendo fuori dalla corsa per la vittoria. Per il polesitter Will Power invece la gara si è messa in salita al momento del pit quando la ruota posteriore sinistra è rimasta bloccata. Il campione IndyCar ha poi realizzato una serie di sorpassi, riuscendo a risalire fino al quarto posto. Quinto posto per Scott Dixon, che è stato il primo a fermarsi per montare nuovamente le gomme da bagnato, ma troppo presto in quanto la pioggia non è arrivata abbastanza in fretta. Buon nono posto invece per Luca Filippi.
Gara 2: La griglia di gara 2 è stata determinata in base alla classifica del campionato. Fino al giro 35 la gara si è svolta linearmente, senza caution, con Juan Pablo Montoya davanti a Power, prima che questi fosse costretto al giro 27, subito dopo il primo pit stop, a rientrare ai box per montare un nuovo volante a causa di problemi elettrici che mandavano il cambio in folle. Montoya a quel punto era in testa con Dixon a 12 secondi, Newgarden ad una ventina di secondi e Bourdais a 21. Il testacoda di Rodolfo Gonzalez ha provocato la prima catuion e la maggior parte dei piloti di testa hanno colto l’occasione per rientrare al pit, esclusi Conor Daly, Ryan Hunter-Reay e Power. A quel punto sono iniziati una serie di contatti che hanno spezzettato la gara: prima Filippi e Stefano Coletti, poi Newgarden da solo, poi tra Charlie Kimball e Dixon, poi Jack Hawksworth, Sage Karam ed ancora Coletti, infine tra Tristan Vautier, Power ed Helio Castroneves. La gara a quel punto è stata interrotta a causa dei detriti, e ripresa poco dopo per cinque giri. Bourdais è riuscito ad allungare e vincere su Sato e Graham Rahal; Vautier ha portato a casa un quarto posto che è il suo miglior risultato in carriera, Andretti ha chiuso quinto e Daly, anch’egli al miglior risultato in carriera, sesto. In campionato Montoya mantiene la leadership a quota 315, Power è a 294, Dixon 252, Rahal 246 e Castroneves 245.
Sono un grande appassionato di sport americani, in special modo di basket NBA e football NFL, ma soprattutto di automobilismo. Considero la IndyCar la migliore categoria al mondo per spettacolo, sportività e completezza dei piloti. Ho assistito di persona alla 500 Miglia di Indianapolis 2008, uno spettacolo indescrivibile.