Decisione che lascia a bocca aperta da parte di John Fox, ormai ex capo allenatore dei Broncos, che ieri, dopo un colloquio con John Elway, ha deciso di non tornare alla guida della franchigia del Colorado nella prossima stagione, rendendosi quindi disponibile per una delle tante posizioni di head coach vacanti.
Queste le parole con le quali ha reso pubblica la scelta di lasciare il team che aveva condotto al Super Bowl, perso contro Seattle, lo scorso anno: “Ho avuto un incontro molto produttivo con John Elway questo pomeriggio, in cui siamo stati entrambi molto onesti circa il nostro tempo trascorso insieme e come sarebbe meglio muoversi nel prossimo futuro, Dopo questa discussione, John e io, di comune accordo, abbiamo capito che il momento era giusto per prendere questa decisione.“
Ai giocatori, Fox, aveva invece parlato prima, quando si erano incontrati in una riunione aperta a tutta la squadra per decidere come programmare l’offseason, e, come riportato dal CB Chris Harris Jr., aveva ringraziato tutti i suoi ragazzi per l’impegno profuso quest’anno e li aveva incoraggiati a tenersi in forma durante la pausa, in modo da farsi trovare pronti alla ripresa degl’allenamenti.
Nessun accenno, quindi, che facesse pensare ad una separazione con Denver, presa per mano e condotta a quattro stagioni vincenti, con altrettante partecipazioni ai playoffs, dal 2011, anno in cui era stato chiamato, proprio da Elway, per rilanciare il team dopo un lustro deludente.
Tra i coach più vincenti in attività, con i Broncos chiude con 46 vittorie e 18 sconfitte, per un totale, compreso il record ottenuto alla guida dei Panthers, di 119 partite vinte e 89 perse da quando è diventato allenatore professionista, nel suo futuro potrebbero esserci i Chicago Bears, che a quanto pare si sarebbero già mossi in nottata per programmare, con lui, un’intervista.
A far pensare che la Windy City possa diventare la sua nuova casa, anche la presenza di Ryan Pace, ex dirigente di New Orleans da pochi giorni nominato nuovo general manager della franchigia e già in ottimi rapporti con Fox, che frequenta stabilmente, da tempo, tramite amici comuni, tra cui l’allenatore dei Saints Sean Payton.
Per i Broncos, che hanno salutato Fox per bocca del già citato Elway, “Anche se abbiamo fatto progressi significativi sotto Coach Fox, c’è ancora molto lavoro da fare a Denver; credo che questo cambiamento nella posizione di head coach sarà nel migliore interesse del nostro obiettivo a lungo termine, che fin dal primo giorno del mio insediamento è quello di arrivare, un domani, a vincere il Super Bowl“, si aprono ora nuovi scenari, che probabilmente porteranno tanti cambiamenti in Colorado.
I primi riguarderanno l’intero coaching staff, di fatto lasciato libero di cercarsi nuove sistemazioni nonostante i Broncos detengano ancora i diritti contrattuali di quasi tutti i componenti, compresi il DC Jack Del Rio, sempre più vicino agli Oakland Raiders, e l’OC Adam Gase, che parebbe interessare diverse franchigie rimaste senza capo allenatore; difficile prevedere che almeno uno di loro due rimanga a Denver, dove dovrebbe arrivare, in qualità di nuovo HC, il defensive coordinator di Seattle Dan Quinn.
Cambio di guida, e quindi di rotta, piuttosto deciso, che sicuramente inciderà anche sul parco giocatori, e se Peyton Manning ha già annunciato che dovrà riflettere molto prima di prendere una decisione definitiva sul proprio futuro, immaginare che i Broncos riescano a rifirmare tutti i loro 17 free agents, compresi Demaryius Thomas, e Julius Thomas, è davvero difficile; si preannuncia quindi in offseason ricca di colpi di scena in Colorado, dove uno dei team protagonisti delle ultime stagioni NFL rischia di cambiare completamente il proprio volto.
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Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…