Quattro partite nella prima domenica stagionale. Vediamole nel dettaglio.
Miami Heat – Toronto Raptors 102-107
Beh…. cosa dire?.. Tutti si aspettavano un’era post-lebroniana fatta di leccate di ferite e medi-bassi risultati. Ora, certamente è pretenzioso fare previsioni dopo solo 3 gare. Certo è che una partenza così di Miami non era ipotizzabile. 3-0 per cominciare, e, come si dice, chi ben comincia….
Miami, che ora è l’unico team imbattuto ad est, gioca una bella pallacanestro, di squadra, ed infatti porta 6 uomini in doppia cifra. Su tutti Chris Bosh con 21 punti ed 11 rimbalzi. Ancora più determinante la prova di Dwane Wade, che flirta con una quasi tripla doppia da 19 punti, 11 rimbalzi e 7 assist.
La chiave è proprio questa. Sembra che Wade abbia ritrovato una nuova giovinezza, sicuramente mosso dalla voglia di dimostrare che non è un giocatore finito, ma, soprattutto, che Miami non era da titolo solo per la presenza di Lebron James. Dura capire se continuerà a lungo su questo livello dati i noti problemi fisici.
Per Toronto, che resta attaccata alla partita fino alla fine, 30 punti per DeMar DeRozan e, comunque, ottimi segnali di affiatamento.
Los Angeles Clippers – Sacramento Kings 92-98
I Clippers subiscono la prima sconfitta stagionale e lo fanno giocando in casa il derby californiano con Sacramento.
Punteggio insolitamente basso, frutto delle percentuali di tiro basse causate dalla difesa dei Kings.
Chris Paul solita doppia doppia da 16 punti e 11 assist, ma poco altro dai compagni i squadra.
Sponda Kings partita mostruosa del duo Rudy Gay – DeMarcus Cousins, che combinano in due per 59 punti. Gay ne segna 25, con 7 rimbalzi e 6 assist, mentre Cousins la spiega sia a Griffin che a Jordan segnando 34 punti, ma soprattutto prendendo in testa alla coppia di lunghi angelini ben 17 rimbalzi.
New York Knicks – Charlotte Hornets 96-93
Melo e compagni vincono la prima partita al Madison e lo fanno nonostante notevoli problemi di gioco e di circolazione di palla.
Meglio forse dire che la partita la perdono gli Hornets con un’infrazione di 5 secondi su una rimessa a 35 secondi dal termine sul -2. Poi Kemba Walker sbaglierà anche il successivo tiro e i Knicks possono così scrivere la prima W casalinga stagionale.
Le due migliori prestazioni da segnalare sono, sponda Knicks (rigorosamente in isolamento) Carmelo Anthony con 28 punti, mentre per Charlotte Lance Stephenson porta a referto alla fine, oltre a 14 punti, 9 rimbalzi e 8 assist.
Portland Trail Blazers – Golden State Warriors 90-95
Chi fermera gli Splash Brothers?….
Sembrano nati per giocare insieme. Combinano per 50 punti nella vittoria contro i Trail Blazers.
Partita più che avvincente, decisa da un canestro fuori equilibrio di Thompson a 10 secondi dalla fine e dalla consequenziale rimessa laterale con palla persa annessa da parte di Portland.
I Warriors vivono e muoiono certamente con le loro due stelle, ma nessuno poteva aspettarsi, certamente, un impatto così devastante di Thompson, ma, soprattutto, una quadratura del cerchio in fatto di equilibrio di gerarchie offensive con Curry.
Invece i due giocano, lo fanno insieme, si divertono e divertono. Partendo dal presupposto che chi vi scrive è di parte e pensa che Steph Curry sia la cosa più bella da vedere su un campo di pallacanestro, c’è da dire che se mettono a posto un paio di cose sotto canestro e la fortuna inizia a girare, con OKC in queste condizioni, i Warriors diventano una seria pretendente ad Ovest per un posto nel gradino più alto.
Ma torniamo ai dati della partita. Portland sorretta dal solito, immenso LaMarcus Aldrige che chiude con 26 punti e 13 assist, e male da 3 con un misero 25,9% di squadra.
I Warriors raccolgono 29 punti da Klay Thompson e 21 da Steph Curry oltre agli 11 punti e 12 rimbalzi di Bogut e portano a casa una partita combattuta nonostante le cifre dalla lunga non siano le solite (6/19 da 3).
Guido Bergamo è un avvocato. Grandissimo appassionato di basket fin da bambino. Segue la NBA da quando gattonava. Inoltre è stato un cestista anche a livello semi-professionistico, dove ha giocato come play-guardia. Ora gioca per puro divertimento ed amore per la palla spicchi. Ma quella per l’NBA è una vera malattia!