Washington 26 at Atlanta 27
Kirk Cousins torna a guidare i Redskins dopo la decisione di Mike Shannahan di escludere Robert Griffin III nelle ultime tre partite di questa stagione, e, nonostante una buona prestazione, non riesce a condurre alla vittoria Washington, fermata da dei Falcons che, seppur pieni di giocatori inesperti, hanno venduto carissima la pelle, centrando la loro quarta vittoria stagionale davanti al pubblico amico del Georgia Dome.
Avanti fin dal primo quarto con la corsa in endzone di Steven Jackson, 3 yards, Atlanta ha raddoppiato poco dopo con Tony Gonzalez, pass da 13 yards di Matt Ryan, 210 yds, 1 TD e 1 INT, prima che gli ospiti accorciassero con Fred Davis, su ricezione da 23 yards; nel secondo periodo ancora i padroni di casa avanti con Matt Bryant, su field goal da 20 yds, che non riesce però ad arginare il prorompente ritorno avversario, con il Cousins, 381 yds, 3 TD e 2 INT, che orchestra tre ottimi drive permettendo agli Skins di mettere a segno il sorpasso, con la bella reception di Pierre Garcon, 53 yds, e 2 calci piazzati tra i pali da Kay Forbath, 33 e 37 yards.
L’intervallo serve però ai Falcons per ricaricare le pile, e al rientro in campo piazzare la zampata che gli permette di conquistare poi la vittoria finale, con ancora Jackson a segno, su corsa da 2 yds che ribalta momentaneamente il risultato e consente al team allenato da Mike Smith di tenere in mano il pallino del gioco, allungando ulteriormente ad inizio ultimo quarto, con il secondo FG di giornata del kicker, a segno con una bomba da 51 yds.
Washington ha ancora la possibilità di ribaltare nuovamente il tutto in proprio favore a 18 secondi dal termine, ma dopo il touchdown del 26 a 27 firmato da Santana Moss, su presa da 3 yards, non riesce a trasformare la conversione da 2 punti, grazie ad una buonissima difesa della matricola Marcus Trufant, andando così a perdere una partita, l’undicesima di questa stagione, pesantemente condizionata dai turnovers offensivi, giunti a quota 7, 2 intercetti e 5 fumbles, uno di Cousins e due a testa per Alfred Morris e lo stesso Moss, in sessanta minuti di football.
Chicago 38 at Cleveland 31
Dopo le discussioni che hanno tenuto banco a Chicago se fosse stato giusto, o meno, ridare lo starting job a Jay Cutler, il quarterback da Vanderbilt mette d’accordo tutti guidando i Bears all’ottava win stagionale, al termine di una combattutissima partita in Ohio, dove i Browns hanno cercato in tutti i modi di rendergli complicatissimo il rientro, accogliendolo con un intercetto, riportato in endzone dopo una corsa di 44 yards, di Tashaun Gipson che, nel primo quarto, poteva condizionare il proseguo del suo match.
Invece nervi saldi e tanta voglia di riprendersi quel posto dietro il centro che è stato suo fino all’infortunio di Novembre, e dopo il botta e risposta su field goal, Billy Cundiff a segno da 35 yds e Robbie Gould da 23, prima dell’intervallo l’ex Broncos trova il modo di riprendersi i suoi Bears, lanciando in meta Brandon Marshall, con un bel passaggio da 5 yards.
Al rientro in campo Zack Bowman permette a Chicago di allungare, con un intercetto ritornato per 43 yards, ma Cleveland si rifà nuovamente sotto e in dieci minuti ribalta il punteggio, tornando davanti con i toucdowns di Edwin Baker, su corsa da 2 yds, e T.J. Ward, su ritorno di fumble da 51 yards, prima di un nuovo pareggio firmato da Alshon Jeffery, che con una presa pazzesca su un lancio da 45 yds di Cutler, riesce ad assicurarsi il possesso dell’ovale saltando tra due difensori avversari e ricadere dentro la loro endzone.
La giocata del receiver al secondo anno da South Carolina apre ad un nuovo dominio Bears, che vanno ancora dentro con Earl Bennett, su pass da 4 yards del numero 6, che chiude con 265 yds, 3 TD e 2 intercetti, e Michael Bush, su run da 4 yds, anticipando di poco il TD finale del solito Josh Gordon, che dopo aver faticato a mettere le mani sulla palla per buona parte del match, appena 3 ricezioni per 67 yards, scrive il proprio nome nel box score segnando nel garbage time, con il suo classico big play da 43 yds, per il 31 a 38 finale.
Houston 3 at Indianapolis 25
Match senza storia al RCA Dome, dove i padroni di casa Colts liquidano senza troppi problemi i rivali divisionali Texans, chiudendogli la porta in faccia già nel primo tempo, grazie ad un’accelerazione che nel secondo quarto gli ha portati avanti di 13 punti, consentendogli di gestire senza intoppi il tempo residuo rimasto.
Avanti con una ricezione di Griff Wahlen, 14 yards, i padroni di casa subiscono un timido tentativo di ritorno da parte di Houston, con il field goal trasformato dalle 49 yds da Randy Bullock, prima di estrometterli completamente dalla partita con i 2 calci piazzati di Adam Vinatieri, da 37 e 43 yards e il touchdowns su passaggio di Trent Richardson, che dopo aver ricevuto l’ovale da Andrew Luck, 180 yds, 2 TD e 1 INT, percorre indisturbato la strada che lo separa dall’endzone avversaria.
Via che i Colts scelgono di non percorrere più nel secondo tempo, accontentandosi del terzo FG di giornata del loro kicker, che centra i pali da 40 yards, e dalla safety messa a segno da Duane Brown, con la quale viene suggellata l’ottima prova difensiva di Indianapolis, guidata da un Robert Mathis che ha fatto registrare il nuovo record di squadra per sacks messi a segno in una singola stagione con 16.5; malissimo i Texans, che oltre ai soliti errori di Case Keenum, 168 yds e 2 intercetti, devono fare i conti anche con l’impalpabilità di Andre Johnson, appena 18 yds ricevute, e la prova poco brillante di Ben Tate, 16 portate per 72 yds.
New England 20 at Miami 24
Passare dall’essere uno sconosciuto giocatore di practice squad a diventare il protagonista di uno dei risultati più sorprendenti della domenica è davvero difficile, eppure il defensive back di Miami Michael Thomas, appena acquisito in settimana dalla PS dei San Francisco 49ers, c’è riuscito, pizzicando un campione del calibro di Tom Brady nell’azione del dentro-fuori per i Patriots, alla ricerca dell’ennesima rimonta vincente di questo scorcio di stagione.
Impresa che questa volta non è riuscita agli uomini di Bill Belichick proprio grazie al nuovo arrivato in casa Dolphins, che dopo aver difeso pochi istanti prima su Danny Amendola è riuscito a ripetersi avventandosi su lpallone decisivo, regalando ai padroni di casa una vittoria che tiene sempre più vive le speranze di playoffs, soprattutto dopo l’ottima prova fornita contro i Pats, nella quale hanno rimontato, e poi tenuto duro, dopo lo svantaggio iniziale di 10 punti firmato da Stephen Gostkowki, FG da 22 yds, e Michael Hoomanawanui, autore di una spettacolare one-handed catch su pass da 13 yards.
A questi ha risposto l’attacco dei Phins, che sul finire del primo tempo ha trovato la strada dell’endzone grazie a Mike Wallace, ricezione da 39 yards, e poi ad inizio secondo ha impattato il risultato con il field goal calciato da Caleb Sturgis, 32 yards, prima di portarsi avanti con la corsa vincente di Daniel Thomas, a segno da 2 yards, che ha anticipato di poco il ritorno avversario favorito da un nuovo calcio trasformato dal kicker, 23 yds, e da una presa di Julian Edelman, su passaggio da 24 yards di Tom Brady, 364 yds, 2 TD pass e 1 intercetto a fine partita.
Sotto di tre punti, e con poco più di 4 minuti da giocare, Miami decide però di non accontentarsi dell’ipotetico pareggio ma di puntare con decisione alla vittoria, costruendo un buon drive concluso quasi centottanta secondi più tardi con il touchdown pass, il terzo di giornata, confezionato da Ryan Tannehill, 312 yards, per Marcus Thigpen, autore della ricezione da 14 yards che si rivela infine decisiva.
Philadelphia 30 at Minnesota 48
Pur senza Adrian Peterson e Toby Gerhart i Vikings riescono a deliziare il pubblico del Metrodome fermando i lanciatissimi Eagles, guidati da un Nick Foles ancora positivissimo, 428 yards, 3 TD e 1 INT, ma per una volta poco coadiuvato dai compagni di reparto, e soprattutto da quel LeSean McCoy, appena 38 yds corse, così fondamentale negli schemi offensivi di Philly.
A permettere un risultato in parte inatteso alla vigilia, la buona prova difensiva del team allenato da Leslie Frazier, con Jared Allen e Brian Robinson tornati a sviluppare una buona pressione, come testimoniano i rispettivi 2 sacks messi a segno, e un attacco ben guidato da Matt Cassell, che dopo essersi ripreso il timone del team di Minneapolis sembra aver cambiato marcia, tornando, almeno in parte, quel QB visto all’opera nei suoi primi anni a Kansas City.
Avanti proprio con un suo passaggio da 57 yards per Greg Jennings, i Vikings hanno chiuso in vantaggio il primo tempo grazie ad un field goal trasformato da Blair Walsh, 21 yds, e al primo TD da professionista del runner Matt Asiata, su corsa da 1 yard, che hanno tenuto a distanza gli ospiti, capaci di smuovere il box score solo con i palloni piazzati tra i pali da Alex Henery, a segno in tre occasioni, da 35, 51 e 33 yds di distanza.
Come capitato spesso nelle partite giocate da Minnesota ultimamente, il match si accende nel secondo tempo, e dopo l’uno-due firmato ancora da Cassell, corsa da 8 yds, e Walsh, kick da 38, il pallino del gioco passa agli Eagles, che si scatenano e si rifanno sotto con DeSean Jackson, miglior WR della partita con 195 yds all’attivo, e Zach Ertz, entrambi a segno su TD pass, rispettivamente da 30 e 3 yards, lanciato da Foles.
Punti sul vivo, e avvicinati pericolosamente da Philadelphia, i padroni di casa rispondono immediatamente, con una seconda corsa del runningback da Utah, ancora a segno da 1 yd, e una ricezione da 5 yards di Cordarelle Patterson, che anticipano di pochissimo la segnatura di Jason Avant, 16 yds, e la successiva conversione da 2 punti di Riley Cooper, per un 30 a 41 con il quale gli uomini di Chip Kelly provano a rientrare in partita; tentativo annullato da Jerome Simpson, che mette al sicuro tra le proprie mani l’onside kick calciato da Henery, e definitivamente cancellato da Asiata, che ad un minuto dal termine dell’incontro realizza il suo terzo TD personale su run da 5 yards, festeggiando come meglio non si può il suo esordio da starter nei Vikings.
Seattle 23 at NY Giants 0
Secondo shutout della stagione per i Giants di Tom Coughlin, che vengono maltrattati da dei Seahawks decisi a rifarsi prontamente dopo la sconfitta subita la scorsa settimana ad opera di San Francisco, e lanciati verso una postseason che, alla luce degli ultimi risultati e delle recenti prestazioni, li vede certamente partire con i favori del pronostico.
Motivo per cui per loro, giocare al MetLife Stadium potrebbe diventare quasi una prassi, e giusto per mettere le mani avanti i ragazzi di Pete Carroll hanno deciso di sfruttare l’impianto newyorkese come si trattasse del loro CenturyLink, quasi trasformandosi loro stessi nei padroni di casa la posto della franchigia guidata da un Eli Manning irriconoscibile, e intento più a servire gli avversari piuttosto che i propri compagni di squadra.
Queste le premesse di un match senza alcuna storia, con il QB che ha alzato al cielo 2 Lombardi Trophy autore di ben 5 turnovers, finiti comodamente per due volte nelle mani di Richard Sherman e Byron Maxwell e in un’occasione in quelle di Earl Thomas, e l’ex giocatore di baseball, che spera quanto prima di poterne baciare uno, Russell Wilson diventare il quarterback al secondo anno più vincente di sempre, con 23 vittorie all’attivo nelle prime due stagioni da professionista.
Un risultato impressionante che dimostra, ancora una volta, la solidità del team allestito da Carroll in quel di Seattle, sbarazzatosi dei Giants quasi come se stesse affrontando un semplice allenamento, con 3 field goal trasformati da Steven Hauschka, 49, 44 e 24 yards, e 2 touchdowns firmati dal solito Marshawn Lynch, corsa da 2 yds, e da Doug Baldwin, a segno con una presa da 12 yards.
San Francisco 33 at Tampa Bay 14
I Niners continuano a tenersi aperta la strada verso i playoffs con la decima vittoria stagionale ottenuta in trasferta a Tampa, dove hanno mantenuto saldamente il comando delle operazioni fin dall’inizio delle ostilità andando a segno in ben tre occasioni, su ricezioni di Michael Crabtree, 4 yards e Vernon Davis, 52 yds, e field goal di Phil Dawson, 47 yards, prima di concedere il diritto di replica ai padroni di casa, abili ad accorciare a pochi secondi dall’halftime con una presa da 11 yards di Vincent Jackson.
L’azione dei Buccaneers non trova però una continuazione al rientro dagli spogliatoi, e dopo un nuovo calcio messo a segno dal kicker del team californiano, 43 yds, i padroni di casa ci impiegano più di un quarto ad entrare nuovamente nell’endzone avversaria, riuscendoci solo ad inizio ultimo periodo grazie a Tim Wright, abile a ricevere il secondo TD pass di giornata lanciato da Mike Glennon.
Il rookie quarterback, 179 yards, 2 TD e 1 INT, che aveva riportato sotto Tampa, non è riuscito però a completare la rimonta, piegandosi nuovamente alla forza degli avversari, che nella frazione finale dell’ultimo quarto incidono ulteriormente sul box score smuovendolo in altre tre occasioni; a 4:27 dal termine segna ancora Dawson, su calcio da 21 yards, seguito a ruota, appena sei secondi più tardi, da Kendall Hunter, che recupera un fumble dei Bucs sul successivo kickoff, prima di chiudere il conto con la quarta segnatura personale della partita, con un piazzato da 23 yards che centra i pali a due minuti e quarantanove secondi dalla fine naturale di un match già archiviato.
Buffalo 27 at Jacksonville 20
I Bills fermano la serie positiva dei Jaguars grazie soprattutto a E.J. Manuel, che riscatta la peggior prestazione, della sua ancor giovane carriera, di sette giorni fa, con una delle migliori da quando è professionista, lanciando per 195 yards, 2 touchdowns, 1 intercetto, ed andando a segno anche con una corsa personale da 8 yards che si rivela fondamentale per l’esito finale del match, aperto nel primo quarto dai field goal di Dan Carpenter, 42 yds, e Josh Scobee, 32 yards.
Dopo le segnature dei rispettivi kicker ci pensano i padroni di casa a ravvivare la sfida, con una ricezione da 12 yards di Ace Sanders, che fa da preambolo per il grandissimo secondo quarto giocato da Buffalo, capace di andare a segno per 3 volte nella seconda parte del periodo, aprendo con una presa da 7 yards di Robert Woods, a sette minuti dall’intervallo, e chiudendo con il secondo field goal , 40 yds, messo a segno dall’ex specialista di Miami mentre il cronometro segnava il doppio zero.
Nel mezzo la già citata corsa vincente di Manuel, servita per tenere a bada i Jaguars, che tra il terzo e l’ultimo quarto sono riusciti ad impattare il risultato con una bordata di Scobee da 55 yards, e la reception di Marcedes Lewis da 13 yds, che in apertura dei quindici finali ha permesso al team allenato da Gus Bradley di rientrare in partita; purtroppo per loro il successivo drive conduce i Bills nuovamente in endzone, concludendosi con il passaggio del rookie QB per il fullback Frank Summers, che firma la meta decisiva con la ricezione da 1 yard che fissa il risultato sul 27 a 20 finale.
Chicago
A poco servono gli ultimi assalti di Jacksonville, che pur senza due alfieri del calibro di Maurice Jones-Drew e Cecil Shorts III, riesce a restare sul pezzo fino all’ultimo grazie al buon lavoro di Chad Henne, che chiude con 237 yards, 2 TD pass e 2 intercetti.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
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