Los Angeles Lakers @ Charlotte Bobcats 88–85
Prima vittoria per i Lakers targati Kobe Bryant, che inseguono per larghi tratti del match ma riescono a strappare il successo esterno contro i Bobcats. I padroni di casa, dopo essere andati all’intervallo sotto di un punto, si portano avanti nel terzo periodo, grazie a un Kemba Walker pressoché perfetto e autore di 24 punti (10/13 al tiro, con l’aggiunta di 8 assist). Kobe deve sgravare i compiti di playmaker (chiuderà con 8 assist a fronte di 7 palle perse), ma gioca da par suo anche in fase realizzativa; nel finale, tocca proprio al Mamba decidere il match, prima con un’entrata a canestro che vale il -1 e poi con i liberi del sorpasso (che lo rendono il top scorer dei gialloviola a quota 21 punti, frutto di un ottimo 8/15 dal campo).
Los Angeles Clippers @ Washington Wizards 113–97
I Clippers si impongono nella Capitale, dominando gli Wizards e portando a casa il quarto successo nelle sette gare del loro tour in trasferta. Gli angeleni si mettono avanti nel punteggio fin dalla palla a due, e non si voltano fino alla sirena finale: Chris Paul è un uomo solo al comando, e chiude la sua serata stellare con 38 punti (11/14 dal campo) e 12 assist; i Clippers tirano con il 56% dal campo e mandano tutto il quintetto in doppia cifra (i titolari segnano ben 102 dei 113 punti totali dei Velieri), vanificando la buona serata di un ispirato John Wall (24 punti e 12 assist per il play di Washington).
Cleveland Cavaliers @ Miami Heat 107–114
Miami suda le proverbiali sette camicie, riuscendo a battere i Cavs al termine di una partita nella quale Kyrie Irving e soci hanno venduto cara la pelle fino all’ultimo. Partono fortissimo i padroni di casa, che chiudono il primo tempo avanti sul 68-52 (massimo stagionale di punti in un tempo per gli uomini di South Beach); i Cavs però non ci stanno, e con un grande terzo quarto accorciano a -4, quando mancano dodici minuti da giocare. Nel quarto periodo, dopo l’espulsione di un furioso coach Brown per una stoppata fallosa di Battier non fischiata dagli arbitri, gli ospiti arrivano addirittura al sorpasso con un entrata di Dion Waiters. Miami allora si affida a LeBron, che chiude la sua grande partita flirtando con la tripla doppia (25 punti, 9 rimbalzi e altrettanti assist) con un clinic offensivo fatto di soluzioni personali e passaggi al bacio per i compagni. Ray Allen diventa il sesto giocatore in attività a superare quota 24mila punti in carriera, Wade e Bosh contribuiscono alla causa rispettivamente con 24 e 22 punti (anche 12 rimbalzi per il numero 1) e gli Heat possono festeggiare la vittoria tra le mura amiche.
Atlanta Hawks @ New York Knicks 106–111
Timidi segnali di ripresa per i Knicks, che battono gli Atlanta Hawks grazie ad una convincente prova di squadra. I newyorchesi escono bene dai blocchi di partenza, portandosi avanti e mantenendo per lunghi tratti del match il controllo delle operazioni; i bianco arancio sembrano poter allungare nel terzo periodo ma non hanno fatto i conti con Kyle Korver, che si accende e segna da tre per la 93esima gars di fila e riporta a contatto i suoi, insieme a un recuperato Lou Williams (27 punti dalla panchina per lui). Nel terzo quarto, però, le speranze degli ospiti annegano sotto la pioggia di triple dei Knicks: Atnhony chiue con 35 punti, un sempre più convincente Bargnani ne aggiunge 22 (11/16 al tiro e 6 rimbalzi per il Mago), e New York porta a casa la settima vittoria in 23 partite giocate.
Toronto Raptors @ Chicago Bulls 99–77
Bel successo dei rinnovati Raptors, che si impongono con autorità allo United Center di Chicago in una partita che non li ha visti mai sotto nel punteggio. I canadesi costruiscono il successo grazie ad un attacco bilanciato, che manda in doppia cifra quattro dei cinque giocatori titolari (spiccano i 16 punti di Lowry, evidentemente poco condizionato dalle voci che lo vedono al centro di possibili trade, e la doppia doppia da 15 punti e 11 rimbalzi di Valanciunas), con l’aggiunta di Patterson dalla panchina. Per i Bulls, invece, la crisi post infortunio di Rose sembra non avere fine: la squadra di coach Thobodeau appare involuta e ormai rassegnata al suo sfortunato destino, e con la sconfitta odierna viene appaiata in classifica proprio dai Raptors col non invidiabili record di 9 vittorie e ben 13 sconfitte.
Portland Trail Blazers @ Philadelphia 76ers 139–105
Prosegue la campagna trionfale dei Blazers, che vincono nettamente nella Città dell’amore Fraterno e mantengono in mano lo scettro della Western Conference. Philadelphia, ancora priva di Carter-Williams (1 vittoria e 9 sconfitte lo score senza il rookie da Syracuse), sembra poter dire la sua nel primo tempo, chiudendo in vantaggio il primo quarto di gioco e andando all’intervallo con un distacco contenuto (71-64 il parziale, frutto di grandi attacchi e difese in stile telepass). Portland non è in vena di regali, e con un parziale tennistico di 40-15 nel terzo periodo mettono in cassaforte il ventesimo successo in 24 partite giocate. L’uomo in copertina è sempre LaMarcus Aldridge, autore dell’ennesima doppia doppia da 20 punti e 16 rimbalzi; otto giocatori in doppia cifra per i Blazers, che con i 139 punti finali siglano il massimo stagionale per punti segnati in un singolo incontro.
Milwaukee Bucks @ Dallas Mavericks 93–106
Vittoria casalinga in scioltezza per i Mavericks, che battono in un no contest i sempre più derelitti Milwuakee Bucks. I Mavs sono privi di Dirk Nowitzki, colpito, così come coach Carlisle, da un virus intestinale; nessun problema per i texani, che concedono solo le briciole agli avversari e hanno bisogno di soli 36 minuti per portare a casa il successo, con una tripla di Vince Carter che chiude i giochi alla sirena di fine terzo periodo, che vede Dallas avanti di ben 32 punti. Il rientrante Brendan Wright si fa subito notare, chiudendo con 19 punti in altrettanti minuti di utilizzo che lo rendono addirittura il top scorer della gara; per i Bucks, gli unici sorrisi arrivano dalla doppia doppia di Henson (18 punti e 13 rimbalzi) e dalla buona prova del rookie Antetokunmpo (13 punti, 9 rimbalzi e 4 assist).
San Antonio Spurs @ Utah Jazz 100–84
Gli Spurs rispondono ai Blazers, vincendo agevolmente contro i Jazz e continuando l’inseguimento al primo posto a Ovest. I padroni di casa partone bene, guidati da un ispirato Trey Burke che rafforza ogni partita di più la sua candidatura al premio di Rookie of the Year (per lui 20 punti con 9/18 al tiro, conditi da 5 assist); San Antonio però mette ben presto le cose in chiaro, guadagnando un vantaggio di 15 lunghezze all’intervallo e mantenendolo pressoché inalterato per tutta la gara. Un Duncan magistrale, che si è scrollato di dosso la ruggine di inizio stagione ed è tornato a brillare e a giocare da par suo, chiude in doppia doppia con 22 punti e 12 rimbalzi; Parker aggiunge 15 punti, Leonard chiude a quota 13 e il sempre positivo Belinelli ne segna 11 dalla panchina (4/8 al tiro e un perfetto 3 su 3 dall’arco per il Beli). Gli Spurs continuano a volare, Utah sorride per l’impatto dei suoi giovani e guarda al futuro con ottimismo.
Studente in giurisprudenza, amo ogni genere di sport e il suo lato più romantico. Seguace di Federico Buffa, l’Avvocato per eccellenza, perché se non vi piacciono le finali NBA non voglio nemmeno conoscervi.
“Ricordati di osare sempre”.
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