Boston Celtics – Houston Rockets 85 – 109
Facile affermazione casalinga dei Rockets che sembrano in ritmo di questi tempi – terza vittoria consecutiva. Partenza lampo con il punteggio di 18-1 in favore dei padroni di casa. 40-18 il parziale finale del primo quarto. 24 punti di vantaggio al riposo di metà gara con una straordinaria prova balistica dei Missili, 72% dal campo.
Terrence Jones fa registrare il career-high di punti con 24 (+9 rimbalzi e 10/12 dal campo). In controllo tutti gli altri: 15 pti di Harden, 10+11 di Howard, 11 punti a testa per Parsons e Lin e 16 di Beverley.
Sul fronte Celtics coach Stevens non salva nessuno, nemmeno Courtney Lee – autore di 17 punti – spera soltanto che i suoi non ripetano partite del genere. Si rivede Asik, al centro di trade rumors, ma trova poco spazio, complice anche l’esplosione nelle ultime due partite di Jones, e il suo futuro in maglia Rockets sembra davvero segnato.
Minnesota Timberwolves – Washington Wizards 100 – 104
Kevin Love sfodera un primo quarto da assoluto MVP, con 16 punti e un solo errore al tiro dal campo su 6 tentativi, tanto da far dire al malcapitato coach dei Wizards Randy Wittman: “Dopo i primi 8 minuti pensavo ne facesse 70.”
Washington, che va subito sotto 13 a 2 e conclude il secondo periodo sul 63-51 per gli avversari, riesce con un netto cambio di marcia nel secondo tempo ad evitare la quinta sconfitta consecutiva. Decisivi la tripla di Webster (17 pti), partito ancora in quintetto al posto dell’infortunato Ariza, a 42 secondi dalla fine che regola il punteggio sul 100-98 Wizards e i due liberi successivi con 12.9 secondi sul cronometro di Beal.
Quest’ultimo, autore di 17 punti nel secondo tempo, chiude con 25. Wall aggiunge 14 pti pareggiando il proprio precedente career-high di assist con 16. Love sbaglia 8 degli ultimi 11 tiri e finisce con 25 pti e 11 rimbalzi. Martin si ferma a 11 con un pessimo 4-17 al tiro.
New York Knicks – Detroit Pistons 86 – 92
La frontline dei Pistons mette al tappeto gli orribili Knicks di questo periodo. Con 19 di Smith e le doppie-doppie di Monroe (16+11) e Drummond (13+11), Detroit batte New York per la prima volta dal 2011 (dopo ben sette tentativi). Dopo aver concesso minimo 109 punti a 4 delle ultime 5 avversarie, questa volta tengono i blu-arancio al 43% al tiro totale.
Alla fine sono 25 i punti di un Carmelo Anthony sempre più inquieto, a cui si aggiungono i 18 di J.R. Smith e i 13 di Bargnani (con 6 rimbalzi). Dopo un primo tempo in cui le squadre si alternano alla guida nel punteggio, Detroit prende il sopravvento e conclude la terza frazione sul 71-63.
Inizia poi il quarto successivo con un parziale di 7-0 dopo il quale i Knicks sono incapaci di ricucire completamente la partita. Tornano fino a -4 senza però mai arrivare ad un solo possesso di distanza. Stuckey dalla panchina sostituisce egregiamente lo spento Jennings, frenato da disturbi di stomaco, e contribuisce con una buona prova da 21 pti, di cui 15 nel secondo tempo. 3 punti – una tripla – per Gigi Datome in quasi 5 minuti di impiego.
Atlanta Hawks – Miami Heat 88 – 104
La partita si decide nel terzo quarto quando, dopo la tripla di James Jones, partito in quintetto al posto di Wade, del 59-54 per i suoi, va al lavoro Mario Chalmers. Prima realizza un reverse layup col fallo, poi segna una bomba dal lato sinistro dopo l’assist a una mano, la mancina, di James a tagliare completamente il campo in seguito a una palla persa di Atlanta. Quindi dopo un altro lancio di almeno 15 metri dello stesso Lebron ne mette un’altra dalla stessa posizione. Risultato 68-54 Heat e buoi definitivamente fuggiti dalla stalla.
Ray Allen, 17 pti al rientro, segna i primi 12 punti del quarto periodo. Beasley aggiunge i successivi 4. Così i titolari possono riposare in panchina. James chiude con soli 13 punti, 6 rimbalzi e 5 assist e per la seconda volta in stagione sotto al 50% al tiro (6-13). Miami, dopo un inizio lento, pare aver ingranato e grazie anche ai 19 di Bosh conquista la quarta W consecutiva.
E lo fa contro gli ottimi Hawks di questi tempi (vinte 4 delle precedenti 5 gare), seppur privi di Paul Millsap. Kyle Korver estende la striscia a 84 consecutive con almeno una tripla segnata, a -5 dal record di Dana Barros.
Phoenix Suns – Sacramento Kings 104 – 107
Ennesimo comeback di Sacramento nel quarto periodo di questa stagione. Diverso l’epilogo. Questa volta arriva la vittoria. I Kings per lunghi tratti sembrano – a detta di Michael Malone – i Keystone Cops, popolare e fortunata serie (made in Usa, fra il 1912 e il 1917) di commedie mute su poliziotti incompetenti, più che una squadra di basket. Si trasformano però negli ultimi 12 minuti, quando da buona compagine difensiva quale non sono forzano gli avversari a 6 palle perse, limitandoli anche ad un misero 32% nel tiro dal campo.
Ancora una prova monumentale da parte del devastante DeMarcus Cousins intravisto in alcuni scorci di questo inizio anno che chiude con 27 punti e 12 rimbalzi. Isaiah Thomas, autore dei due liberi decisivi – quelli del 106-104 per i suoi a 30.4 secondi dalla fine, segna 9 dei 19 pti finali nell’ultimo quarto. Solida prova anche del rookie McLemore con 19 punti e un plus/minus di +11.
Dall’altra parte, positivi fra i Suns orfani di Bledsoe Green che realizza 23 pti e Morris – questa volta Marcus – che ne aggiunge 19. Primo acuto stagionale del talentuoso Archie Goodwin che segna 16 punti in 19 minuti di impiego. Si ferma con le ultime 3 sconfitte consecutive la sorprendente corsa di Phoenix che in trasferta però – va detto – è molto meno scoppiettante (1-4 il record).
grande amante del basket, del vino e della scrittura, segue l’NBA dal 1994, quando i suoi occhi furono accecati dal fulgido bagliore emanato dal talento irripetibile di Penny Hardaway. Nutre un’adorazione incondizionata per l’Avv. Federico Buffa e non perde occasione di leggere i pezzi mai banali di Zach Lowe.