Washington Wizards – Dallas Mavericks 95 – 105
Grazie ai 19 punti contro Washington Dirk Nowitzki guadagna la sedicesima posizione nella graduatoria dei migliori marcatori ogni epoca (pti totali), superando Jerry West. Mr. Logo ai suoi tempi non poteva contare sulle triple, Dirk sì. Ne mette due in fila nel decisivo allungo di fine terzo quarto (86-74 con 1 minuto sul cronometro). I Wizards si rifanno sotto fino al -5 a 8:38 dalla conclusione della gara con un jump shot di Gortat (12+12). Poi i Mavs prendono il largo e conquistano la vittoria numero 4 in casa (su altrettante partite giocate). 19 pti per Monta Ellis, di cui 10 nell’ultimo periodo. Per gli ospiti ne mette 27 Trevor Ariza, si ferma invece a 9 con 2-10 dal campo Bradley Beal, fresco reduce dal career-high (34) nell’overtime di Oklahoma City. Vittoria di squadra per Dallas che ne manda 5 in doppia cifra.
Milwaukee Bucks – Miami Heat 95 – 118
Facile vittoria casalinga nella notte per Wade e compagni. Davanti alla nazionale brasiliana di calcio, presente in forze all’American Airlines Arena, Lebron James realizza 33 punti. Miami tira col 58.2% dal campo e il 52.2% da oltre l’arco. I Bucks finché la contesa è aperta tirano invece col 35%. Il terzo quarto finisce 17 pari nella sfida fra il prescelto – anche 4 triple – e l’intera squadra del Wisconsin. L’ultimo periodo di gioco è una gigantesca passerella per le seconde e terze linee, tanto che un redivivo Beasley chiuderà con 19 punti. Prima affermazione roboante in stagione per gli Heat, il cui massimo scarto al suono della sirena finora era stato il +12 inflitto ai Bulls nel season opener. Per Milwaukee 18 pti a testa dalla panchina per John Henson e Gary Neal, 11 per Antetokounmpo.
Detroit Pistons – Golden State Warriors 95 – 113
I Warriors impiegano non più di 12 minuti per avere ragione degli inconsistenti Pistons atterrati nella Baia. Parziale del primo quarto 35-16 per i padroni di casa. A fronte di 23 palle perse, Golden State viaggia col 60% dal campo e il 50% da 3 punti. Detroit chiude con 3-18 totali da oltre l’arco e perde la battaglia sotto le plance (43-34 i rimbalzi per Bogut e compagni). Curry che, se si escludono gli infortuni, non sedeva in panchina per l’intero quarto periodo dai tempi di Davidson, trova comunque il tempo di collezionare 25 punti e 8 assist. Iguodala aggiunge anche lui 11 assistenze, saranno 28 in totale di squadra. Golden State muove la palla come in un flipper. A niente serve la quarta doppia-doppia in 7 partite per Drummond (16+14). Unica nota lieta in casa Pistons: la prima doppia cifra in carriera del nostro Gigi Datome, o Gi-gggi Datomi come lo chiamano là. Jermaine O’Neal non segnava 17 punti in una partita dai tempi dei Jail Blazers. O quasi. Forse non costituiranno ancora un campione rappresentativo ma i Warriors finora nelle 3 gare disputate davanti al pubblico di casa hanno inseguito gli avversari nel punteggio per soli 23 secondi totali (un episodico 7-6 per i Kings a inizio primo quarto).
New Orleans Pelicans – Los Angeles Lakers 95 – 116
Completano il poker di successi casalinghi nella notte gli indecifrabili Lakers di questo inizio stagione. Coach D’Antoni infatti, nell’attesa di riconsegnare il regno a Kobe, manda in campo il sesto quintetto diverso in 9 partite stagionali, complice anche lo stop di Steve Nash. Soltanto 2 giorni dopo averne presi 47 in un quarto – il primo – dai T’Wolves e non più di quattro lune dopo essere stati tenuti a 85 punti totali dagli stessi Pelicans, i giallo-viola si profondono in uno sforzo tanto eccezionale quanto inaspettato dal punto di vista del livello di energia messa sul parquet. Career-high i punti di Jordan Hill (21 con 11 rimbalzi). Gasol contribuisce con 14+8, Young ne segna 17 dalla panchina. Los Angeles apre il secondo quarto con un parziale di 22-5 fino a raggiungere il massimo vantaggio di 28 nel secondo tempo. Per New Orleans opaca prestazione dello scintillante Anthony Davis di inizio stagione. Per lui ci sono comunque 15 punti a referto, 17 sono invece quelli segnati da Gordon.
grande amante del basket, del vino e della scrittura, segue l’NBA dal 1994, quando i suoi occhi furono accecati dal fulgido bagliore emanato dal talento irripetibile di Penny Hardaway. Nutre un’adorazione incondizionata per l’Avv. Federico Buffa e non perde occasione di leggere i pezzi mai banali di Zach Lowe.