Carolina 35 at Minnesota 10
Gli States evidentemente non portano bene quest’anno ai Vikings, che regrediscono rispetto alla partita di quindici giorni fa a Londra e si fanno battere senza colpo ferire da dei Panthers solidi e concreti, poco propensi a farsi ammorbidire dal bruttissimo lutto che ha colpito il runner avversario Adrian Peterson, il quale ha perso un figlioletto di due anni in settimana.
Il numero 28 di Minnesota ha deciso comunque di scendere in campo per provare ad aiutare la sua squadre e, allo stesso tempo, anestetizzare il proprio dolore, ma contro una difesa che da nove partite non concede 100 yards ad un runningback, trovare lo spazio per colpire, risulta davvero difficile; il prodotto di Oklahoma chiude con 62 yds in 10 portate, corse quasi tutte nei primi trenta minuti del match, prima di stazionare sulla sideline per il resto della partita, già in mano a Carolina all’halftime.
I Panthers, giunti all’intervallo con un 14-3 propiziato dalle ricezioni vincenti di Steve Smith, 2 yards, e Mike Tolbert, 10 yds, hanno ulteriormente pigiato sull’acceleratore nel corso del terzo quarto, schiantando la difesa dei Vikings con un’invenzione da 79 yards di Cam Newton, 242 yards e 3 TD pass, che pesca Brandon LaFell sulla sideline e lo spedisce fino in endzone, nel drive che apre il terzo quarto.
Quarto chiuso poi personalmente dal numero 1 di Carolina, che con una corsa da 7 yards porta il risultato su un netto 28 a 3, divario destinato ulteriormente ad aumentare mentre i padroni di casa cercano di raccogliere i cocci e limitare i danni in un match che ha ormai poco da dire; Matt Cassel, 241 yards, 1 TD, 2 INT, promosso titolare al posto di Christian Ponder, lancia il suo secondo intercetto della partita, nel mentre Tolbert firma il suo secondo TD di giornata con una run da 1 yard, penultima segnatura di una sfida chiusa con la realizzazione da 23 yards di Kyle Rudolph, che riceve un passaggio del proprio QB regalando almeno una piccola soddisfazione ai tifosi dei Vikings.
New Orleans 27 at New England 30
La sfida forse più interessante di questo fine settimana non tradisce affatto le attese, e tiene tutti con il fiato sospeso fino alla fine, grazie soprattutto a due protagonisti di valore assoluto, Drew Brees, 236 yards, 2 TD, 1 INT, e Tom Brady, 269 yds, 1 touchdown, 1 intercetto, che si affrontano a viso aperto, riservandosi un match senza esclusione di colpi, ricco di emozioni e segnature che lo hanno reso spettacolare per tutti i sessanta minuti di football giocato.
Ad aprire le danze i padroni di casa, su kick da 35 yards di Stephen Gostkowski, al quale rispondono poco dopo i Saints, con Brees che trova Travaris Cadet libero in endzone, portando avanti gli ospiti, che godono del risicato vantaggio solo per pochissimi minuti, prima che Stevan Ridley incominci a scorazzare per il campo impegnando seriamente la loro difesa e colpendola per ben due volte nel giro di pochissimi minuti; il runner da Louisiana State, che chiuderà poi con 96 yds all’attivo, va a segno con 2 corse, la prima da 1 yard e la seconda da 4 yards, portando sul 17 a 7 i Pats prima dell’halftime.
Nel terzo quarto punteggio di nuovo in parità grazie a Garrett Hartley, field goal da 28 yards, e Khiry Robinson, corsa da 3 yds, prima che un nuovo calcio di Gostkowski, 54 yards, riporti avanti New England, che chiude anche questo periodo avanti, questa volta di 3 soli punti, raddoppiati nella prima metà dell’ultimo ancora per una trasformazione del kicker, questa volta da 23 yds.
Al nuovo uno-due dei Pats risponde New Orleans, che nel giro di un minuto sembra trovare la spinta giusta per aggiudicarsi il match, mettendo sul tabellone 10 punti in rapida successione, prima con una ricezione pazzesca del rookie Kenny Stills, 34 yards, e poi con un FG di Hartley, che con un calcio da 39 yards conclude un drive iniziato dopo l’intercetto messo a segno da Keenan Lewis; errore che sembra aver definitivamente demoralizzato Brady, ormai in rotta con i propri ricevitori, il quale trova invece inattese volontà di rivalsa e conduce una serie impressionante, sfruttando tutti i giocatori che fino a pochi minuti prima lo avevano fatto dannare, e trovando la via dell’endzone per la meta decisiva che decide il match.
A firmarla l’undrafted Kembrell Thompkins, che scivola alle spalle del suo marcatore e riceve il pass da 17 yards messo in aria dal numero 12.
St. Louis 38 at Houston 13
Sorpresa nel match del Reliant Stadium, dove i Rams annichiliscono i padroni di casa Texans con un secco 38 a 13, maturato grazie ad un Sam Bradford, 117 yards e 3 touchdown pass, in forma smagliante ed una difesa che concede davvero pochissimo all’attacco avversario, imbrigliato fin dalle prime battute sotto la pressione di un reparto linebacker dominante e produttivo, ottimamente guidato dal solito James Laurianits, che chiude con 8 tackles e 1 fumble recovered all’attivo.
Apre bene St.Louis, in vantaggio nel primo quarto con Cory Harkey, che riceve il primo TD pass di giornata del numero 8, a segno anche nel secondo periodo, su lancio da 2 yards ricevuto dal tight end Lance Kendricks, che contribuisce a tenere avanti i Rams prima dell’intervallo, firmando l’unica segnatura da 7 punti in un quarto dominato dai kicker, che smuovono il tabellone per entrambe le squadre; prima tocca a Greg Zuerlein, su calcio da 42 yards, e poi al collega Randy Bullock, che trasforma da 20 e 35 yds portando i texani sotto di 11, 6 a 17, all’halftime.
Al rientro in campo, mentre il pubblico di Houston si attende la rimonta dei propri beniamini, esplodono in maniera dirompente gli ospiti, che nel giro di sei secondi, a metà terzo quarto, vanno dentro con 2 touchdowns in rapida successione; per primo segna Brian Quick, su pass da 4 yards, poi, sul kickoff successivo, ci pensa il rookie Daren Bates ad aumentare il divario, recuperando il fumble di Keshawn Martin e riportandolo in endzone per 11 yds.
Sul 31 a 6 la partita ha ormai ben poco da dire, ma la matricola dei Rams Alec Ogletree, altro grande protagonista difensivo, decide di porvi fine in maniera definitiva, pizzicando l’ovale lanciata da T.J. Yates, entrato in campo per sostituire l’infortunato Matt Schaub, e inventandosi un poderoso ritorno da 98 yards fin dentro l’area di meta dei padroni di casa; per Houston, nell’ultimo quarto, la segnatura della bandiera ad opera di Ben Tate, che su corsa da 1 yd fissa il risultato finale, senza comunque riuscire a rendere meno amara una sconfitta che aprirà certamente un periodo di riflessione nell’entourage della franchigia texana, sulla quale han sicuramente pesato i 5 turnovers.
Jacksonville 19 at Denver 35
Dopo il 14-0 iniziale la partita sembrava ormai archiviata in favore di Denver, che con Julius Thomas e Wes Welker aveva aperto alla grande, portandosi sul doppio vantaggio già prima della fine del quarto iniziale, grazie a due TD pass confezionati da Peyton Manning, da 3 e 20 yards, con i quali ha realizzato il record NFL di touchdowns realizzati nelle prime 6 partite di campionato, 22.
Inattesa invece è arrivata la reazione dei Jaguars, che ce l’hanno messa davvero tutta per far saltare il banco delle scommesse, che li vedevano perdenti addirittura con uno scarto superiore ai 26 punti, e per salvare l’onore, monopolizzando il secondo quarto del match, aperto dal field goal trasformato da Josh Scobee, 50 yards, che si ripeterà pochi minuti più tardi dalle 30, e chiuso con l’intercetto riportato in endzone, 59 yards, da Paul Posluszny, a trentasei secondi dall’intervallo.
Situazione che si ripete anche nel terzo quarto, con i Broncos che provano nuovamente a fuggire con il TD run da 1 yd di Konshown Moreno, e Jacksonville che si riporta sotto, grazie alla corsa da 5 yards di Maurice Jones-Drew, che permette ai ragazzi di Gus Bradley di restare a 2 punti di distanza dalla corazzata guidata da John Fox.
Gruppo che, ovviamente, può contare sulla maggior esperienza e sul più alto tasso tecnico, qualità che emergono nel finale di partita, ancora una volta segnata dalle corse di Moreno, che con due portate, da 8 e 3 yards, decide l’incontro, finalizzando il gioco offensivo di un Manning, 295 yds, 2 TD, 1 INT, tenuto per la prima volta sotto le 300 yards in stagione; di buon auspicio per il prossimo futuro la prova dei Jags, che nonostante i 2, penalizzanti, intercetti lanciati da Henne, 27 su 42 per 303 yards, si comportano piuttosto bene, e confermano di aver ritrovato il playmaker perduto, Justin Blackmon, che dopo aver superato le 200 yards la scorsa settimana, ne totalizza 190 contro Denver.
Tennesse 13 at Seattle 20
Più difficile del previsto l’impegno dei Seahawks con i Titans, che hanno tenuto botta per tre quarti prima di cedere in quello finale ad una segnatura di Marshawn Lynch, la sua seconda di giornata, decisiva per l’esito del match quanto è stato decisivo il runningback nella vittoria dei padroni di casa, imbattuti da undici partite sul terreno amico del CenturyLink Field.
Pete Carroll, che solo alla fine è riuscito a lasciarsi andare ad un sorriso, non ha apprezzato il lavoro svolto dai suoi ragazzi sul campo, dove hanno commesso svariati errori che hanno permesso a Tennessee di rimanere a lungo in partita, invalidando anche l’ottimo lavoro svolto dal solito Richard Sherman, al terzo intercetto stagionale.
Brutti, principalmente, gli sbagli di Sidney Rice, 35 yds, su un passaggio di Russell Wilson, 257 yards totali, diretto verso l’endzone, perso malamente dall’ex WR dei Vikings che ha litigato con il pallone, e di Chris Maragos, che chiamato a ricoprire il ruolo di holder al posto di Jon Ryan, impiegato come kicker dopo l’infortunio di Hauschka, ha perso l’ovale dopo aver inutilmente cercato di inventarsi qualcosa in seguito ad un suo errore dopo lo snap.
In entrambe i casi ne hanno tratto giovamento i Titans, che prima non hanno subito un TD di Seattle e poi ne hanno realizzato uno, riportando in endzone il fumble con Jason McCourty, che prima dell’intervallo ha portato avanti i suoi di 3 punti, 10 a 7; nel secondo tempo, la reazione dei padroni di casa, che dopo aver recuperato anche lo sfortunato Steven Hauschka hanno ribaltato il risultato grazie a 2 field goal trasformati dal kicker, 31 e 29 yards, e alla già citata corsa vincente di Lynch, che ha chiuso il match con 157 yards di total offense e 2 TD all’attivo.
Arizona 20 at San Francisco 32
Altro bel match quello tra Cardinals e Niners, rimasto in bilico fino al termine del terzo quarto, chiuso con i padroni di casa in vantaggio di appena due punti, dopo una partita nella quale, comunque, si sono trovati una sola volta ad inseguire, ovvero sul finire del primo periodo, quando Arizona è riuscita a ribaltare il risultato grazie ad un big play di Larry Fitzgerald, a segno dopo una volata da 75 yards seguita ad un passaggio completato da Carson Palmer, 298 yards, 2 TD, 2 INT, con cui il receiver da Pitt ha risposto ai due field goal, 35 e 26 yds, realizzati da Phil Dawson in apertura.
Nuovamente avanti nel secondo quarto con una safety messa a segno sackando lo stesso quarterback ospite in endzone, i 49ers allungano con uno scatenatissimo Vernon Davis, che nel giro di sette minuti firma due touchdowns con altrettante ricezioni, su passaggi da 61 e 35 yards completati da Colin Kaepernick, 252 yards, 2 TD, 1 INT, che pare finalmente aver ritrovato uno dei suoi target preferiti; il tight end, allineato spesso come WR per oggettive carenze nel ruolo, chiude con 180 yds all’attivo, dando una spinta decisiva a San Francisco verso la vittoria.
Con la sua seconda meta i padroni di casa raggiungono, infatti, quota 22 e non vengono praticamente più ripresi dai Cardinals, che riescono solo ad accorciare in due occasioni, prima con una run da 15 yards di Andrè Ellington, e poi con una ricezione da 10 di Michael Floyd, che a circa metà del terzo quarto porta ad appena due punti di distanza Arizona, prima che San Francisco trovi lo spunto per assicurarsi la terza win consecutiva, con altre due segnature; a firmarle il runner Kendall Hunter, su corsa da 6 yards, che costa un richiamo per fallo personale sia a Tyvann Mathieu che a Anquan Boldin, presisi a capocciate dopo che il difensore aveva placcato il runningback ad azione finita, e, ancora, il kicker Dawson, che cala il sipario con un field goal da 44 yards.
Washington 16 at Dallas 31
I Cowboys fanno uno dei regali più preziosi a Jerry Jones per il suo settantunesimo compleanno, donandogli la vittoria contro i rivali Redskins, battuti in un match deciso nell’ultimo quarto, quando Dallas ha annullato le speranze di rimonta degl’avversari realizzando 10 punti in rapida successione, dopo aver fermato Robert Griffin III, 246 yards, 1 intercetto, appena fuori dall’endzone di Washington, per una giocata messa a segno da Kyle Wilber che, di fatto, decide la partita.
Prima dell’azione che segna l’epilogo della sfida intradivisionale, finalizzata dalla corsa da 1 yard di Joseph Randle, alla prima segnatura da professionista, i ‘boys hanno mantenuto il comando delle operazioni fin dal primo quarto, aprendo con il touchdown di DeMarco Murray, su run da 4 yards realizzata prima che fosse costretto ad abbandonare il campo per un infortunio al legamento del ginocchio destro.
Al TD dei padroni di casa ha risposto il kicker Kai Forbath, che dopo aver realizzato dalle 20 yards sul finire del quarto iniziale, si è ripetuto prima dell’intervallo, infilando tra i pali un calcio da 32 yards con il quale gli Skins hanno cercato di rimanere in partita dopo il punt ritornato in endzone, 86 yds, da Dwayne Harris, con il quale Dallas ha trovato, pochi minuti prima, il doppio vantaggio.
Vantaggio che è aumentato nel corso del terzo quarto, quando ancora una volta il solo specialista di Washington ha ribattuto ad un’altra segnatura dei padroni di casa, questa volta entrati in area di meta con il rookie receiver Terrance Williams, su pass da 15 yards di un Tony Romo decisamente più limitato rispetto a sette giorni fa, che ha chiuso con 170 yds, 1 TD e 1 INT; dopo il terzo TD di giornata dei Cowboys, è poi finalmente arrivata l’unica azione da 7 punti della giornata da parte degli ospiti, che con Alfred Morris, su una dirompente corsa da 45 yards, hanno cercato di aprirsi la strada verso la rimonta finale resa poi vana dall’errore dell’attacco in prossimità della propria endzone.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
W che arriva grazie a delle giocate dei “unknowns players” quei giocatori che quasi non li conosce nessuno che pero come il nostro coach Garett sonno sempre pronti sonno giocatori con le palle …Forza Cowboys
P.S. troppa sfiga con gli infortuni speriamo bene per Murray e Ware