E’ morto nella notte il figlio del runningback dei Minnesota Vikings Adrian Peterson, dopo le lesioni riportate in seguito ad un pestaggio subito dal nuovo convivente della madre, tal Joseph Patterson, che mercoledì notte lo aveva picchiato selvaggiamente, mentre la mamma del piccolo non era in casa; il giocatore, appena saputo dell’incidente, è corso al capezzale del figlioletto, a Sioux Falls, in South Dakota, lasciando la practice del team di Minneapolis.
Il bimbo, di appena due anni, era un figlio segreto del runner, che aveva scoperto solo nelle ultime settimane, in seguito ad un test di paternità, di esserne effettivamente il padre; da quanto trapela da fonti vicine alla famiglia, pare che lo stesso All Day avesse in programma, a breve, di fare un viaggio proprio a Sioux Falls, dove risiedeva il piccolo, per conoscerlo di persona.
Un incontro che purtroppo è ormai avvenuto troppo tardi, in circostanze bruttissime, e che di certo lascerà un’altra cicatrice nel cuore già martoriato del campione, che ha perso già due fratelli, uno quando aveva 7 anni, investito da un’auto con un uomo ubriaco alla guida, e un altro, un fratellastro, la sera prima delle combine NFL, in una sparatoria.
In entrambe le occasioni, Peterson, è tornato a giocare, perchè, come dichiarato in un’intervista, per lui, correre con l’ovale stretta al corpo, è il miglior modo di anestetizzare il dolore, e c’è da scommetterci, sarà in campo anche domani, contro Carolina, pronto a sfoderare una delle sue poderose corse, scartando avversari come fossero birilli, oppure investendoli, come se fosse trainato da una forza innaturale, incontenibile, prima di raggiungere l’agognata endzone, superare la linea che la delimita, ed alzare, come è solito fare, le sue braccia verso il cielo.
Braccia che questa volta, certamente, si stringeranno in un ipotetico abbraccio, verso quel figlio perso ancor prima di poterlo conoscere.
Riposa In Pace, piccolo Angelo.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
Parole stupende, da papà non posso che unirmi al cordoglio. Riposa in pace piccolo angelo.