Il football è incredibilmente strano, se si pensa che i Cleveland Browns hanno cominciato a inanellare vittorie nel momento esattamente successivo a cui hanno deciso di lasciar partire quello che sulla carta era il loro miglior giocatore, Trent Richardson, passato tre settimane fa via trade agli Indianapolis Colts.
Da quel weekend, infatti, i ragazzi di Rob Chudzinski, non hanno più perso una partita, iniziando dalla sorprendente comeback di Minneapolis, prima di tenere a bada i rivali Bengals tra le mura amiche e superare, agevolmente, i Buffalo Bills, nel Thursday Night Football della quinta settimana.
Partita incredibilmente segnata dagl’infortuni ad entrambe i quarterback titolari, Brian Hoyer, protagonista di questa rinascita della franchigia dell’Ohio, e E.J. Manuel, usciti, ambedue, anzitempo dal campo con il ginocchio conciato male, a seguito di contatti avuti con i difensori avversari.
Tra i due, quello messo pegggio sembra essere il primo, che ha lasciato più tardi lo stadio con l’arto immobilizzato, mentre il secondo è stato condotto negli spogliatoi dopo aver tentato, per un po’ di tempo, di limitare il problema con scatti, allungi, e progressioni con le cyclette situate sulla sideline.
Il tutto, ovviamente, si è rivelato inutile, ed ha presto raggiunto nella locker room il collega Hoyer, che ha chiuso con 2 passaggi completati per 25 yards, sostituito dall’ex titolare Brandon Weeden, riappropriatosi dello starting job dopo l’infortunio che lo ha costretto a cedere il posto; la prima scelta dello scorso anno, l’unica rimasta ai Browns dopo la già citata cessione di Richardson, ha lanciato per 197 yards e 1 touchdowns, guidando i suoi alla terza vittoria consecutiva stagionale, e portandoli su un 3-2 che a Cleveland non si vedeva dalla stagione 2001.
Subito costretti ad inseguire dopo il TD su corsa di Fred Jackson, 1 yard, e il field goal trasformato da Dan Carpenter, 52 yards, i padroni di casa si mettono a macinare campo e smuovere il box score nel secondo quarto, quando guidati dal numero 3 prima accorciano, su kick di Billy Cundiff, 30 yds, poi rimontano, grazie alla run vincente da 1 yd di Willis McGahee, e poi infine superano i Bills, messi a tappeto prima dell’intervallo dal punt return di Travis Benjamin, che sfreccia per 79 yards portando sul 17 a 10 i suoi.
Nel secondo tempo gli uomini di Doug Marrone hanno però una reazione violenta ed inaspettata, che coglie di sorpresa i Browns e li costringe nuovamente a mettersi all’inseguimento di Buffalo, a segno con la coppia di runningback formata da C.J. Spiller, su big play da 59 yards, e Jackson, che realizza di nuovo su corsa da 1 yd; l’operazione aggancio riesce però un’altra volta a Weeden e compagni, con il quarterback che questa volta se ne assume le responsabilità in prima persona, confezionando il touchdown pass, 37 yards, con il quale Josh Gordon fissa, momentaneamente, il risultato del match sul 24 a 24.
Quando segna il giocatore al secondo anno da Baylor mancano ancora 2o minuti e spiccioli al termine della partita, e Cleveland riesce a mantenerne il controllo senza rischiare più di tanto, allungando ulteriormente con due calci trasformati da Billy Cundiff, 24 e 44 yards, e mettendo il sigillo definitivo sul match con il ritorno da intercetto di T.J. Ward; la safety al quarto anno da Oregon spegne di fatto ogni speranza di rimonta dei Bills intercettando il backup quarterback Jeff Tuel, 8 completi per 80 yards, riportando fino in endzone il pallone pizzicato sulle 44 yards.
Su questa giocata, ad un minuto e 44 secondi dal termine, si chiude la sfida del FirstEnergy Stadium, che vede i Browns trionfare con un netto 37 a 24 che per ora li porta in testa alla AFC North, in attesa che domenica scendano in campo Baltimore e Cincinnati, ferme attualmente sul 2-2, ad una vittoria di distanza.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
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