È possibile raggiungere le Finals, perderle a gara 7 lottando sino agli ultimi minuti contro una squadra da 66 – 16 in regular season ed avere dubbi sul nucleo che costituirà la squadra nell’anno venturo?
La risposta è sì, ma a patto che ci si chiami San Antonio Spurs.

La franchigia guidata dal binomio, costituitosi nel lontano 1997,  Duncan-Popovich ha appena raggiunto le quinte finali in 16 anni. La sconfitta con Miami, però, è una prima volta, mai la franchigia Texana aveva perso una serie finale.

Se gli Spurs avessero vinto probabilmente parleremmo di due ritiri illustri: Duncan e Ginobili desideravano concludere la carriera da vincenti, per l’ennesima volta. Ma tutto ciò non è successo.

Allo stesso tempo però la consapevolezza di poter fare la voce grossa unita allo stimolo di rivalsa   potrebbe guidare la franchigia ad un ennesimo miracolo sportivo. Da qui la scelta di ambo le parti, società e roster, di proseguire con le vecchie colonne portanti.

Tanto che se da una parte si è voluto rinnovare il brasiliano Thiago Splitter con un quadriennale da 36 milioni di dollari dall’altra si è arrivati a firmare un biennale con il Big Three forse più in ombra dei play-off  da poco terminati; quel Manu Ginobili che nel post-gara 7 si era detto tormentato dalla sua gara 6 disastrosa (8 turnovers) ed indeciso sul futuro.

Gli Spurs con questi due rinnovi sembrerebbero aver rimandato cambiamenti drastici nella squadra che però potrebbero avvenire nel 2015,  anno in cui termineranno i contratti sia di Duncan che dell’originario di Bahia Blanca.

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