E’ la notizia bomba di questo sabato di basket NBA appena passato: Jeremy Lin sarà costretto a saltare le prossime sei settimane di gioco, a causa di un grave infortunio al menisco sinistro.
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“Non posso davvero fare granchè. Non riesco nemmeno a saltare, quindi è abbastanza chiaro che non potrò aiutare la mia squadra, almeno finchè non avrò risolto il problema” ha detto lo stesso Lin in conferenza stampa, prima della gara casalinga con i Cleveland Cavaliers.
“E’ un duro colpo per me, è difficile dover guardare le partite e pensare che vorrei essere là fuori, come ovvio che sia, più di ogni altra cosa al mondo. Per fortuna, si tratta di un processo riabilitativo di sei settimane e io solitamente guarisco in fretta, così potrò tornare il prima possibile e contribuire in qualche modo alla causa della squadra.”
Prendendola con filosofia, ha poi aggiunto “Se mi fossi infortunato ad inizio stagione chissà dove sarei ora. Forse senza lavoro e probabilmente a lottare per un posto in Summer League.”
Lin stava giocando su ottimi livelli, nonostante la cosiddetta Lin-sanity stesse scemando da un pò di tempo a questa parte. I suoi numeri, 14.1 punti e 6.1 assist a partita, dicono solo una piccolissima parte di quello che questo ragazzo di origini asiatiche stava combinando sui parquet di mezza America.
Orà sarà curioso vedere come reagiranno i Knicks a questa batosta, che va ad aggiungersi all’infortunio alla schiena di Amare Stoudemire, fuori per almeno un’altra mesata. La palla adesso passa a Carmelo Anthony, il quale avrà il compito di guidare un gruppo di role players verso i Playoffs, cercando di proteggere l’ottava piazza ad Est dall’attacco dei Milwaukee Bucks.
Appassionato di basket americano e di calcio, soprattutto quello inglese da qualche tempo, è laureato triennale in Scienze Politiche presso la LUISS di Roma e studia Marketing presso lo stesso ateneo. Gioca agonisticamente a basket. Conta diverse collaborazioni sul web come redattore sportivo, specializzato in basket NBA. E’ regolarmente iscritto all’ODG del Lazio come pubblicista.