Potrebbe allargarsi lo scandalo che ha coinvolto i difensori dei New Orleans Saints pagati per far infortunare i giocatori avversari. Infatti come riportato dal giornale Washington Post, sembra che Gregg Williams, il defensive coordinator dei Saints accusato di aver introdotto il “Bounty program” a New Orleans, avesse fatto la stessa cosa quando svolgeva analoga funzione ai Washington Redskins nel periodo 2004-2007.
Alcuni ex giocatori dei Redskins tra cui Phillip Daniels hanno ammesso che Williams aveva adottato un sistema simile quando era il responsabile della difesa a Washington. Matt Bowen altro ex giocatore di Washington ha difeso Williams e il sistema delle taglie sugli avversari dicendo “Williams voleva solo che giocassimo duro, che incutessimo timore negli avversari, era il suo modo di motivarci”. Anche Daniels ha giustificato il suo ex allenatore affermando “non è come lo state dipingendo, non ci ha mai detto di rompere il collo o di spezzare una gamba”.
Questa difesa però sembra molto debole perchè sarebbe assurdo oltrechè un reato dire una cosa del genere in squadra e sopratutto non si capisce l’ uso del denaro se si trattava solo di una tecnica motivazionale. I Redskins misero fine a questa pessima condotta quando fu nominato Greg Blache come successore di Williams.
L’ ex coach degli Indianapolis Colts Tony Dungy ha affermato di essere certo che i problemi al collo di Peyton Manning siano cominciati proprio dopo i colpi subiti dai difensori di Washington in una partita del 2006. Phillip Daniels e Andre Carter hanno ammesso infatti di aver ricevuto un premio per essere riusciti a colpire Manning in quella partita.
Adesso questo scandalo però potrebbe allargarsi ulteriormente perchè molti cominciano a dire che pagare i giocatori per incentivarli a colpire con violenza è una prassi non cosi rara all’ interno delle squadre.
é una schifezza enorme, spero ceh il “signor” Gregg Williams ci rimetta una vagonata di soldi oserei dire tutti quelli guadagnati da quando a messo in piedi questa cosa…. bisogna essere esemplari con staff e team ovvero penalizzazioni nel cap e scelte al draft (si ricordi il caso Patriots e riprese video che in proporzione è infinitamente minore) altrimenti da questo non se ne esce… il football coem leggevo in una discussione su un blog americano è un gioco dove dici “Hit them” e non “Hurt them”.. l’infortunio anche grave è parte del gioco ma se questa è la verità dei fatti non è più parte accidentale e quindi non si può più parlare di sport… nel Rugby radierebbero immediatamente il coach e appurando i fatti ci sarebbero garvi conseguenze anche per giocatori che si sono prestati ad una simile porcheria… la lealtà è un principio inderogabile in tutti gli sport dove metti a rischio la tua incolumità fisica.
quoto pilius.
l’idea della ricerca sistematica dell’infortunio dell’avversario è veramente la negazione di ogni principio sportivo…anche se, purtroppo, non tutti la pensano così (vedi discussione su new orleans).