Sembrava una giornata decisamente in discesa quella di Texas, che nel Chick-fil-A Bowl contro Arizona State si è trovata infatti ad avere un vantaggio di 14 punti fino a metà del terzo quarto. La partita, gestita in maniera impeccabile dai Longhorns fino a quel momento, ha però poi cominciato a presentare delle insidie per la squadra Texana. Una safety e un field goal rimettono in carreggiata i Sun Devils, che completano una rimonta insperata nell’ultimo quarto, mandando la partita ai tempi supplementari. Protagonista di questa rimonta non poteva che essere il giocatore la cui prestazione era la più attesa di quest’incontro, ovvero Cam Skattebo.

L’OC dei Sun Devils ha infatti ben pensato di provare a sfruttare le doti da lanciatore del suo RB, che riceve palla all’indietro dal QB Leavitt lanciando un missile da 42 yard al ricevitore McClain, che realizza così un TD di vitale importanza che regala una speranza di rimonta concreta ad Arizona State. Sono bastate solo 3 giocate nel drive successivo dei Sun Devils per rimettere completamente in parità la partita. Chi se non lo stesso Skattebo poteva segnare questo TD e anche la conseguente conversione da 2 punti? 24-24 al finale dei tempi regolamentari.

Analizzando queste due giocate si riesce a intuire bene perché questo giocatore debba meritare un posto quanto meno nel primo giro del draft: esplosività, cattiveria e infallibilità. La partita prosegue quindi ai playoff, dove ad aprire le marcature è ancora una volta il RB di Arizona State, MVP indiscusso della partita. Tutto bene finché arriva la giocata del campione, ovvero un lancio impeccabile di Ewers a Golden, che mette di nuovo in parità l’incontro. Nel secondo over time un TD pass per Helm da 25 yard riporta avanti i Longhorns che poi, grazie ad un intercetto di Mukuba sulla play successiva dei Sun Devils, conquistano un pass per le semifinali. Nonostante la sconfitta, Arizona State è uscita decisamente a testa alta, anzi, altissima.

Texas 39-31 Arizona State (Jan 1, 2025) Final Score - ESPN

Texas- Arizona State: 39-31

A sfidare Texas nella prima semifinale ci saranno gli Ohio State Buckeyes, che hanno compiuto senza dubbio il più grande upset dell’anno, riuscendo a sconfiggere gli imbattuti Oregon Ducks, che con la loro prima sconfitta della stagione sono costretti ad abbandonare il sogno del titolo della NCAA. Al Rose Bowl Stadium di Pasadena i Buckeyes hanno ottenuto una vittoria strabiliante contro i Ducks, assolutamente unici artefici della propria sconfitta, arrivata grazie ad una totale assenza e mancanza di concentrazione in tutto il primo tempo, che si è chiuso infatti col punteggio di 34-8 per Ohio State.

Come ricordavo la scorsa settimana in occasione della partita di playoff dei Buckeyes, la chiave per battere Oregon stava proprio nella necessità di una forte connessione tra il QB Howard e i suoi uomini d’attacco, più di tutti i giocatori più qualitativi come il ricevitore Smith e i RB Judkins e Henderson.

A risultare decisivo è proprio uno di loro, il ricevitore freshman Smith, che realizza 2 TD e svariate ricezioni da urlo decisamente sopra la media, per un ragazzo che fino allo scorso anno giocava contro i suoi coetanei nelle high school. Nonostante i grandi meriti di Ohio State per un primo tempo strepitoso, condito da altri 2 TD e 2 field goal, bisogna annotare anche i demeriti di Oregon, sostanzialmente totalmente assente fino a pochi secondi dalla fine del primo tempo, quando arriva un TD disperato che quantomeno riduce lo svantaggio di 8 punti.

Ai Buckeyes negli ultimi due quarti è bastato solamente evitare una debacle e cercare di contenere il più possibile le azioni di lancio di Dillon Gabriel, che infatti nel corso di tutto il match riceve 8 sacks. Non basta la buona prova nel secondo tempo di Oregon, ormai troppo indietro nel risultato. Dopo la sconfitta nella regular season contro i Ducks, i Buckeyes si prendono la rivincita con furore e con un ottimo gioco, oltre che, soprattutto, l’accesso alle semifinali.

Big Ten Makes TreVeyon Henderson Announcement After Ohio State-Oregon Game - Athlon Sports

Il fascino e la crudeltà dell’NCAA: la prima e unica sconfitta della stagione per Oregon costa tutto ai Ducks, che ora non potranno ottenere il titolo NCAA

Negli altri due quarti di finale lo spettacolo e le sorprese non sono state di certo da meno. Nella prima sfida si affrontavano Penn State e Boise State, quest’ultima in uno stato di forma invidiabile sicuramente da tutte le squadre. L’arma più letale che i Broncos avevano era il RB Ashton Jeanty, che è stato studiato e osservato in maniera impeccabile dallo staff dei Nittany Lions, impedendogli di sprigionare la sua impressionante forza nella corsa e la sua resistenza nel subire colpi.

Anche le linee dei ricevitori erano spesso marcate con efficacia dai cornerback o dalle safety di Penn State, rendendo il lavoro della offense di Boise State veramente complicato. Ciò su cui puntava tanto Penn State, ovvero la connessione tra il QB Allar e il suo TE Tyler Warren, ha invece, come sempre, funzionato. La difesa dei Broncos non è riuscita a impedire che l’intesa tra i due continuasse, con 2 dei 4 TD arrivati proprio su quest’asse.

La partita di Penn State non è stata impeccabile, ma entrambe offense e defence hanno trovato il proprio equilibrio in un match tutt’altro che scontato, considerando che in stagione i Broncos avevano perso solo contro Oregon. L’esito del match non è mai stato per scontato, quantomeno fino alla corsa da 58 yard chiusa in TD di Nicholas Singleton, che porta la partita sul 31-14 per Penn State a pochi minuti dalla fine. La delusione per Boise State è tanta, ma non ha sicuramente nulla da rimproverarsi, considerando soprattutto il fatto che nel ranking di inizio stagione i Broncos non erano stati inclusi nemmeno nella top 25.

Penn State beats Boise State in Fiesta Bowl to reach CFP semifinals - The Washington Post

Nonostante il rinvio e le conseguenti incertezze dovute ad un attentato a New Orleans il giorno stesso di quando la partita si sarebbe dovuta giocare, l’Allstate Sugar Bowl è andato comunque in scena il giorno dopo. A sfidarsi sono state Notre Dame e Georgia, la partita forse più equilibrata sulla carta. I Bulldogs sono arrivati però a questa partita senza il loro QB titolare, Carson Beck, che aveva accusato un infortunio al braccio nella finale della SEC contro Texas.

L’impresa del QB di riserva Stockton della partita contro i Longhorns non si è però ripetuta, facendo anzi fatica a trovare una costanza all’interno di questo match contro i Fighting Irish, colpevole anche l’offensive line non esattamente impeccabile. A fare la differenza sono stati in gran parte i turnover, arrivati dopo nessuna conversione dei quarti down e un paio di fumble. Georgia, che ha ottenuto nel complesso più yards di Notre Dame accusa di un fattore che andava tenuto assolutamente in considerazione in questa partita: ingenuità.

Dopo la incomprensibile sconfitta alla seconda giornata contro Northern Illinois Notre Dame ha poi sempre vinto, battendo finora ai playoff sia Indiana che Georgia, non le ultime due arrivate della stagione. In semifinale sfiderà al Capital One Orange Bowl Penn State.

Quando si giocheranno le semifinali dei playoff

Le semifinali dei playoff si disputeranno nelle notti italiane tra il 9 e il 10 gennaio e tra il 10 e l’11 gennaio. La prima, alle ore 1:30, vedrà sfidarsi Notre Dame e Penn State nell’Orange Bowl in Florida, mentre la seconda, allo stesso orario, vedrà opporsi Ohio State e Texas nel Cotton Bowl Classic in Texas.

3 thoughts on “College football playoff: il riassuntone dei quarti di finale!

  1. Premetto che non sono un conoscitore del college football: ho iniziato a seguicchiarlo quest’anno, vedendo qualche sintesi su Yt, leggendo i tuoi ottimi articoli e ascoltando un paio di podcast. Ne so talmente poco che non sono ancora riuscito a individuare una squadra per cui tifare. Quindi quello che sto per dire potrebbe essere una castroneria.

    Quello che non comprendo è come si siano potute assegnare queste teste di serie e di conseguenza formare un tabellone simile. Oregon, imbattuta e testa di serie n. 1, si è beccata Ohio State, che nonostante fosse testa di serie n. 8 è considerata quasi all’unanimità la favorita per il titolo. Penn State, perdendo la finale di conference con Oregon, paradossalmente ha ottenuto un vantaggio, perché è andata a incontrare la Cenerentola del tabellone, Boise State.

    Tant’è che già alla vigilia dei quarti le quote degli allibratori davano favorite Ohio State su Oregon e Penn State su Boise State (quest’ultima anche di parecchio). Cioè, mi sembra che qualcosa non quadri: come può una vincitrice di conference (per giunta imbattuta) avere un tabellone molto più difficile della squadra che ha sconfitto in finale di conference?

    • Ciao Nick, grazie per i complimenti e per leggerci su PlayIt Usa. Da quest’anno la formula dei playoff è cambiata, a differenza degli scorsi anni dove si giocavano solo due semifinale e la finale. Col nuovo regolamento le squadre vincitrici delle 4 migliori conference, quindi Oregon per la Big Ten, Arizona State per la Big 12, Georgia per la SEC e Boise State per la Mountain West, si sono aggiudicate un posto diretto ai quarti. In essi hanno incontrato. Nel ranking solo Oregon e Georgia erano nella top 4, però Arizona St e Boise St hanno ottenuto automaticamente le teste di serie 3 e 4 perché vincitrici delle proprie conference. A quel punto tutti quelli che erano davanti nel ranking rispetto a loro due hanno perso “due posizioni” nel ranking dei playoff, quindi ad esempio Texas è passata da numero 3 a numero 5 e Penn St da numero 4 a numero 6. Si è poi deciso che di queste quattro squadre già ai quarti esse avrebbero affrontato in ordine dalla numero la vincitrice dello scontro con la squadra più alta nel ranking che però non sfidasse una in posizione bassa nel ranking… non so se mi sono spiegato. Però Oregon ha infatti affrontato la vincitrice tra la numero 8 e 9 del ranking, poi in ordine Georgia ha affrontato la vincitrice tra la numero 10 e numero 7 e così via… Ohio State non ha vinto la Big Ten e ha perso contro Michigan in regular season perdendo posizioni importanti nel ranking però è sempre stata una tra le favorite al titolo. Purtroppo una sola sconfitta nella NCAA può cambiare una stagione magari andata benissimo, questo è il fascino di questo campionato. Spero di essere stato chiaro, un caro saluto

      • Ciao e grazie per la risposta! Diciamo che sono giustificabili perché è il primo anno con questo nuovo formato: magari, prendendo insegnamento da ciò che è successo, nei prossimi anni riusciranno a disegnare dei tabelloni più equi!

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