La numero uno Oregon è sempre più in testa e delle tre partite rimanenti nulla sembra poter essere in alcun modo proibitiva per spezzare il record positivo dei Ducks, ora a quota 9 vittorie e 0 sconfitte. L’ultima ai danni dell’ormai disastrosa Michigan, che ha provato comunque a dare quello che poteva contro l’avversario peggiore che potesse incontrare in questo momento.
La partita dei Ducks non è una prestazione eccellente, considerando soprattutto il risultato in bilico dopo il primo quarto. Il secondo è bastato invece per chiudere la pratica e poter giocare in totale tranquillità un secondo tempo direi poco ricco di azioni spettacolari, che invece non sono assolutamente mancate nel primo tempo. Non fosse che, purtroppo, una di queste, ovvero la ricezione straordinaria di Evan Stewart sul 21-10, non viene giudicata buona.
Oregon vince per 38-17 e si prepara ad essere una delle assolute protagoniste ai playoff, salvo chiaramente una debacle catastrofica al quanto impossibile nelle ultime giornate.
Il match più atteso, che si sapeva avrebbe cambiato tanto i destini di questo campionato, è stato quello tra Ohio State e Penn State. Quest’ultima parte bene e grazie ad un field goal e un intercetto che diventa una pick six da parte di Zion Tracy, il tabellino si porta subito sul 10-0 per i padroni di casa. La reazione dei Buckeyes non tarda ad arrivare, un TD su un bellissimo lancio lungo di Howard per Egbuka riporta gli ospiti in gara. Con un altro TD di Inniss la rimonta si completa ufficialmente e Ohio State torna, a quel punto, meritatamente davanti nel punteggio.
Penn State ha un’occasione vicina alla endzone per sorpassare a sua volta prima che scada il primo tempo, ma la spreca clamorosamente. Le difese fanno da padrone nel secondo tempo, in cui sono arrivati solamente field goal, due per Ohio State e uno per Penn State. Troppa difficoltà per il QB di Penn State Drew Allar nel lanciare palloni efficaci, soprattutto per gli innumerevoli errori della offensive line.
Georgia fatica a trovare il ritmo per vincere la partita contro Florida, ma la vittoria arriva lo stesso grazie ad un secondo tempo rampante dei Bulldogs. Della difficoltà nel vincere ne è complice anche, se non in gran parte, uno spento Carson Beck, che lancia ben 3 intercetti e chiude a 25/40 i lanci completati. Nonostante lo svantaggio per 13-6 all’intervallo, il risultato finale sorride ai Bulldogs: 34-20 contro i Gators.
Miami continua per l’ennesima giornata la striscia di imbattibilità: 53-31 contro Duke. Miami potrà puntare al colpo grosso? Probabilmente, ma la difesa andrebbe comunque rivista. Tennessee vince contro Kentucky per 28-18, anche se l’esuberanza e preponderanza offensiva dei Volunteers di inizio stagione manca da più di qualche giornata. Perdono Texas A&M e Iowa State, che perdono posizioni importanti nel ranking e anche l’imbattibilità, solamente nel caso della seconda. Perde anche Clemson, che dopo la sconfitta contro Georgia alla prima giornata aveva poi sempre vinto. Benissimo Indiana e Boise State. Prima sconfitta stagionale anche per Pitt.
Il nuovo ranking dopo la Week 10
Oregon rimane al primo posto, che sembrerebbe impossibile da rubare. Georgia seconda, terza Ohio State. Miami entra nella top 4, a seguire Texas e Penn State, che ne perde 3. Tennessee rimane in 7, grande balzo di 5 posizioni per Indiana, ora in 8. Alabama guadagna 3 posizioni, ora è in 11. Boise State sale in 12, a seguire SMU, che guadagna ben 7 posizioni dopo la brillante vittoria contro Pitt. Nuove entrate Vanderbilt e Louisville, per loro posizioni 24 e 25.
Cosa riserva la week 11?
Ohio State, Miami e Texas aprono la serata di sabato alle ore 18. Gli avversari sono in ordine Purdue, Georgia Tech e Florida. Alle 21:30 Georgia affronta Ole Miss, in contemporanea Indiana ospita Michigan. Oregon nella notte contro Maryland, interessante sarà seguire Alabama contro LSU. Penn State sfiderà invece Washington.
Studente in “Scienze della comunicazione”, grande appassionato di NFL dal 2020 e scrittore nel tempo libero. Amo gli Stati Uniti, per questo motivo ho dedicato un blog personale (@ParlandodiUSA) a scrivere articoli su questo splendido paese.