Strano caso quello dei Buckeyes, splendente realtà del panorama NCAA e con tutte le carte in regola per ottenere il gagliardetto più ambito, ma a corto di match per un calendario stravolto e mozzato causa Covid, invasivo nel roster di contagi in doppia cifra e che fa ora tremare il front office di stanza a Columbus, viste le regole collegiali che spingerebbero il Comitato CFP persino a vietare l’accesso alle gare conclusive della stagione, Big Ten Championship su tutte, dato che coi rinvii non si otterrà un numero minimo di partite disputate, sulla carta sei, e lo stesso Committee potrebbe definire in Indiana la rappresentante della East Division contro Northwestern il 19 dicembre!
Sarebbe una vera tragedia sportiva alla quale non vogliamo pensare; OSU infatti se l’è cavata egregiamente battendo le due classificate Penn State e soprattutto proprio gli Hoosiers, mentre Michigan, ultima prova in programma cancellata, non avrebbe rappresentato un problema. L’imminente riunione col commissioner Kevin Warren svelerà l’arcano.
Con LSU sparita dai radar dopo la magistrale campagna 2019, le schegge impazzite e sempre pericolose Notre Dame, Georgia e Florida, antagoniste di livello e possibili incidenti di percorso verso la gloria ma in teoria tecnicamente al di sotto del parametro massimo, Clemson attardata dalla pandemia e senza più la feroce difesa di un tempo, restano difatti esclusivamente i giocolieri dell’armata Nick Saban ad Alabama quale avversari odierni maggiormente scomodi e difficoltosi per Ohio State, lei invece giunta forse all’apice della propria storia recente, completa nelle due fasi e pronta al grande colpo!
Per giunta da queste parti a dirigere le operazioni c’è il profilo più “attenzionato” dell’intero football giovanile assieme al raggio di sole a tinte Tigers, ovvero sia quel magnifico prospetto che prende il nome di Justin Fields, incontrastato dominatore offensivo e papabile Heisman (già terzo l’anno scorso) in lizza a fianco dello stesso Trevor Lawrence, Kyle Trask e Mac Jones!
Per parlare delle sue peculiarità non basterebbe un articolo, data la magnificenza sul prato verde in ogni occasione, con precisione di esecuzione al top, intelligenza nelle scelte abbinata ad intrigante improvvisazione, formidabile lettura dei target, capacità a completare in movimento e ad avventurarsi in scramble mode ed infine caratteristiche nello scrimmage simili ai tailback, con partenze a razzo e spin move, sostenute da un perentorio supporting cast e molteplici fake e play action di coach Ryan Day (rientrato dall’isolamento) e del coordinatore Kevin Wilson, artefici del primo posto di categoria fra le favorite, che ne liberano così linee sul profondo per attivarsi in solitaria o effettuare big play!
Se il quarterback di Clemson appare un elemento fatto e finito, disciplinato e psicologicamente già pronto per ergersi a franchise NFL, il suo alter ego qui ad Ohio State ci sembra ancora un diamante grezzo da affinare e svezzare, ma con notevoli margini di miglioramento che potrebbero un giorno elevarlo – se in salute – alle vette di Patrick Mahomes e Russel Wilson!
La sua stagione, reduce dall’eccellente 238 su 354, 67,2%, 3.273 iarde, 41 td e soli 3 intercetti, prosegue col 5-0 odierno che vale la scontata vetta in Big Ten, il terzo ranking AP di gruppo e vertiginose performance da 107/137, 1407 yd su passaggio – di cui 10.3 per attempt – e 239 via ground, 20 touchdown totalitari e rate a 196.1!
In questi lidi poi si sogna ad occhi aperti anche per il futuro, in quanto il desiderio post Fields si chiama Quinn Ewers, top-prospect classe 2022, appena liberato dal decommitting con Texas e nei radar oltre che dei Buckeyes, pure di Tide, Tigers e Sooners!
Inoltre i ritorni annuali, oltre il prodigioso qb, danno ad OSU l’alone da contender, con Peter Werner e Baron Browning tuttora dominanti nella linebacker room assieme a Tuf Borland per il fiaccato K’Vaughan Pope, nonostante la vecchia pass-rush sia soltanto un piacevole ricordo sfumato col draft 2020, e nello spettacolare comparto d’attacco l’animalesco Master Teague e Chris Olave, ambedue in combo rispettivamente a Trey Sermon fra i running back e a Garrett Wilson nel profondo, malgrado la menzione d’onore per la ricezione dell’anno va a Jaxon Smith-Njigba contro Nebraska. In questo modo Fields può contare su due tandem da quasi 2.000 yard che non fanno rimpiangere JK Dobbins, equilibrano il settore e lo variano a differenza di Clemson per esempio, più individualista nel trio Lawrence-Etienne-Rodgers.
In difesa, se i blitz e la dropback pressure reggono per merito anche di Tommy Togiai, Tyler Friday, Jonathan Cooper o Tyreke Smith, sono però le coperture outwide, nei giochi trick e ritorni a preoccupare in un’ipotetica rivincita sui Tigers, nonostante la conferma della stella Shaun Wade, originariamente opt out!
Tuttavia i problemi accennati ad inizio pezzo sono di altra natura, e vanno ad inficiare una già scarna schedule in Big Ten, partita in ritardo e con sole 8 gare in programma per contrastare la pandemia, ed oggi privata pure dei matchup a Maryland (7 positivi) ed Illinois, del 14 e 28 novembre. Tali rimandi e cancellazioni per di più tolgono ritmo ad un team stracolmo di elementi esplosivi nella fisicità, comportando errori che di solito nella narrativa personale non si erano mai palesati: la gara positiva contro Indiana ma statisticamente scostante del numero 1 junior sia di casacca che valore, da 18/30 al lancio, 3 intercetti (numero pari al totale 2019!!), 300 yard di passaggio e 78 su corsa, lo stanno a rappresentare!
Pensando in maniera ottimistica e augurandosi che il Covid cessi o riduca l’impatto sulla shortened season, l’obiettivo dichiarato all’inizio e ancora in vigore è il titolo nazionale! Qualunque differente ipotesi spingerebbe i giudizi conclusivi verso un bust. Fields e le armi atomiche a sua disposizione non si trovano infatti da nessun’altra parte, e il mirino resta sempre puntato in direzione Tigers o Crimson Tide.
Per ottenerlo è il duo Kerry Combs/Greg Mattison che deve permettere in questo finale di stagione alla propria retroguardia di salire ai vecchi livelli, oggi lontani per le dipartite di Chase Young, DaVon Hamilton, Jordan Fuller, Jeff Okudah, Damon Arnette, Malik Harrison e Jeff Hafley, autori del primo posto per yard subite (259.7) e sack (54), il terzo in completi (51%), il quarto nelle conversioni da terzo down (29.1) e punti incassati (13.7), il quinto in total play e il sesto nelle yd per carry (3.0). Queste statistiche costituivano la crema NCAA, ora lontana anni luce sebbene le medie siano tuttora dignitose!
I Buckeyes sono all’ultima chiamata, pure se il virus sta trasformando (anche) la loro vita e le loro certezze; la sconfitta al Fiesta Bowl contro Trevor Lawrence però, viene comunque vista da Justin Fields e soci non più come punto di arrivo bensì di partenza.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.