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– PENN STATE NITTANY LIONS

Ovverosia il trionfo dell’improbabile: con la vittoria contro Michigan State i Nittany Lions conquistano la Big Ten East ed il conseguente diritto di affrontare Wisconsin nel Championship. Delle tre squadre che si presentavano a pari merito all’alba dell’ultima giornata di regular season (Michigan, Ohio State e Penn State) i Lions erano i secondi in linea, ovvero dovevano sperare nella sconfitta dei Wolverines per avere le loro chance. Questa sconfitta puntualmente è arrivata grazie ai Buckeyes e Penn State, grazie al compitino contro i non irresistibili Spartans di questa stagione, hanno terminato la division al primo posto. Con un po’ di cinismo si può affermare che i Lions hanno saputo approfittare alla perfezione di un calendario molto favorevole e che hanno saputo far fruttare l’unica vittoria di un certo spessore (Ohio State, 24-21) ma l’unica cosa incontrovertibile è che la division è loro. Se si allarga il campo, una ulteriore vittoria nel Championship potrebbe non essere sufficiente per un posto ai playoff: supponendo che Alabama e Ohio State siano ormai dentro ci sono ancora due posti, di cui uno quasi sicuramente occupato (Clemson) ed un altro che andrà ad una squadra con due sconfitte, ma che difficilmente saranno i Nittany Lions.

– NAVY MIDSHIPMEN

Alla faccia della stagione di transizione! Dopo la partenza di Keenan Reynolds, dei 4 RB e dei 5 OL più esperti ci si aspettava un po’ di assestamento per l’accademia navale ed invece è arrivata una stagione da 9 vittorie (probabilmente 10 con la sfida ad Army della week 15) ed un Championship da giocare contro Temple. La AAC West era division iper-competitiva con la presenza della favorita Houston, di Tulsa e di Memphis (più la risorgente SMU che però non è stata, se non occasionalmente, al livello delle altre) ma i Midshipmen hanno saputo venire a capo di tutte quante e di conquistare il primo posto. Paradossalmente il reparto che più ha faticato è stata la più esperta difesa, che a parte Fordham e Tulane ha sempre subito almeno 24 punti, ed è stato l’attacco a coprire ogni magagna: le 342 yards su corsa a partita sono il secondo dato della nazione e i 41.9 punti a partita sono l’undicesimo (i 75 segnati a SMU nell’ultima giornata sono solo la punta dell’iceberg). Ovviamente l’HC Ken Niumatololo (anche lui quasi in partenza nella scorsa offseason, destinazione BYU) ha giocato molto di triple option ma ha saputo integrare un po’ il gioco su passaggi (le 128 yards per partita in questo settore sono il dato più alto da molti anni a questa parte), anche grazie alla scoperta del QB Will Worth, senior della Florida che aveva giocato solamente un paio di snap nel 2014 per poi sparire nel 2015: entrato in gioco per l’infortunio di Tago Smith alla prima giornata, Worth ha risposto con 1181 yards e 25 TD su corsa e 1363 su passaggio per 8 TD e 2 intercetti.

– PITTSBURGH – SYRACUSE

Pittsburgh-Syracuse 76-61: non si tratta del risultato della partita di basket tra le due università ma di quella di football. Tra l’altro la squadra di basket di Syracuse ha giocato anche sabato e ha fatto soli 50 punti, perdendo di 14 contro South Carolina. I 137 punti realizzati dalle due squadre sono anche il record FBS per punti realizzati in una singola partita, superando i 136 di Navy-North Texas (74-62, anche lì nei 60 minuti di tempo regolamentare) e di Boise State-Nevada (69-67, dopo però quattro overtime), entrambe del 2007. In questo festival di punti da fine stagione si notano le performance del QB degli Orange Zach Mahoney, che ha lanciato per 440 yards e 5 TD, tutti per il WR Amba Etta-Tawo, mentre per i Panthers hanno brillato le corse in generale ed il RB James Conner in particolare, con 115 yards e 2 TD più 45 e 1 TD su ricezione.

 

WORST

– SEC CONFERENCE

Alabama ed il nulla cosmico oltre essa. In una SEC che esprime una delle due squadre imbattute di tutta la nazione nessuno si avvicina neppure minimamente alla potenza dei Tide, nella East come nella West division, ed il record più vicino a quello dei capifila è l’8-3 di Florida. Partendo dalla West division chiunque non si chiami Alabama o Auburn deve essere deluso: si va da LSU, che non riesce a risolvere i cronici e sempre uguali problemi offensivi, a Texas A&M, che è andata 6-0 nella prima metà di stagione e 2-4 nella seconda, ad Arkansas che è la squadra più incostante dell’universo, alle due squadre del Mississippi, che languono tristemente in fondo alla classifica. Nella East le cose non sono molto diverse e ad esclusione di Florida (che però non è in forma, è stata di recente piallata da Florida State, ha un attacco leggerissimo e verrà umiliata da Alabama nel Championship) le uniche squadre che possono ritenersi soddisfatte sono Vanderbilt, South Carolina e Kentucky: i primi archiviano una stagione da 6-6 dopo due stagioni di tristezza, i secondi arrivano a 6-6 nonostante un roster poco competitivo e gli ultimi mettono in cascina la prima stagione con record positivo dal 2009. Tutto il resto è grigiore: Georgia e Tennessee avevano grandi aspettative ma sono incappate in problemi di continuità che ne hanno minato i risultati, mentre Missouri per il secondo anno consecutivo non riesce a trovare il bandolo della matassa in attacco.

– BAYLOR BEARS

Difficilmente si è vista una squadra capace di dominare così tanto nelle prime sei partite ed improvvisamente cadere di prestazioni come hanno fatto i Bears in questa stagione. Baylor si era presentata all’inizio della stagione scossa ed umiliata dallo scandalo delle violenze sessuali, senza un HC (Art Briles si era dimesso proprio per questo e il suo sostituto, Jim Grobe, ex Wake Forest, è pro tempore), con 7 freshman che avevano deciso di non firmare più per l’università e con il QB2 della squadra, Jarrett Stidham, che aveva deciso di trasfersirsi. Nonostante ciò la squadra aveva iniziato bene la stagione con le citate sei vittorie, poi giunse la sconfitta di 1 punto con Texas e da lì niente è più stato lo stesso: sconfitte su sconfitte, il QB Seth Russell infortunato, il RB Shock Linwood incapace di fare qualsiasi differenza e la valanga ha iniziato ad ingrandirsi fino al 6-5 attuale. Difficile credere che la trasferta a West Virginia possa cambiare le cose, sebbene i Mountaineers non abbiano più ambizioni in Big 12. Ampliando lo sguardo al 2017 la situazione non è assolutamente rosea: già detto dei freshman che non hanno firmato per l’università, al momento i Bears hanno in mano, second0 247sports, esattamente 1 recruit tre stelle e null’altro, dato che li mette al 150° posto della nazione anche dietro a diverse squadre FCS. Per fare un paragone Kansas, la penultima in Big 12, ne ha già 8. La valanga continua ad ingrandirsi.

– NOTRE DAME FIGHTING IRISH

Finalmente è finita potrebbero dire dalle parti di South Bend, Indiana, dopo che gli Irish hanno perso la loro ottava partita stagionale, in California contro i rivali di USC, 45-27. Era dall’anno 2007, sotto la guida del meno che rimpianto Charlie Weis, che Notre Dame non aveva un record così basso (3-9) ed ancor prima dal 1963 (record 2-7, con HC tale Hugh Devore). Nonostante la grande quantità di talento che ogni anno riesce a schierare, Notre dame ha avuto grossi problemi dal punto di vista difensivo, concedendo quasi 28 punti di media a partita, ed anche in attacco i vari DeShone, Josh Adams ed Equanimeous St. Brown hanno reso molto al di sotto delle loro possibilità. L’HC Brian Kelly è saldo al suo posto ed ha recentemente dichiarato di voler continuare la sua avventura in Indiana, che però recentemente è stata colpita da un piccolo scandalo: la NCAA ha consigliato agli Irish di rendere “vacanti” le vittorie ottenute nel 2012 (anno del National Championship perso da Alabama) e nel 2013 a causa di alcune violazioni delle regole scolastiche da parte di sei studenti, in quanto una assistente della squadra li avrebbe aiutati con i compiti e fornito altra assistenza proibita a livello di lezioni.

One thought on “College football top & worst – Week 13

  1. Comunque ritrovarsi un Penn State campione di conferenceche in regular season ha battuto ohio state e non averla hai play off per il titolo da dell’assurdo

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