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MICHIGAN WOLVERINES
Iniziamo girando intorno al concetto: la Ruth’s Chris Steak House (catena di ristoranti presente in tutto il mondo) di Ann Arbor offriva uno sconto sul cibo in percentuale pari ai punti di scarto che i Wolverines avrebbero inflitto ai loro rivali settimanali, nel caso specifico Rutgers. Ebbene, questo sconto sarà del 78%, in quanto 78 sono stati i punti di scarto inflitti da Michigan agli Scarlet Knights, in una roboante vittoria 78-0 in trasferta. Lo zero di Rutgers, non rende però bene l’idea del nulla cosmico prodotto: il primo QB, Chris Laviano, ha chiuso con 1/8 con 6 yards; il secondo QB, Zach Allen, 1/10 per -1 yards, per un totale di 5 yards su passaggio; 36 tentativi di corsa hanno portato 34 yards per un totale di 0.9 yards/portata; Rutgers ha conquistato solo 2 primi down in tutta la partita e via discorrendo. Visto l’andazzo, Jim Harbaugh si è divertito a far ruotare gli effettivi in tutti i reparti e a provare cose un po’ particolari come concedere qualche portata (era già successo, ma con scarsi risultati) a Jabrill Peppers, che ha risposto con 74 yards corse e 2 TD in 3 portate, rafforzando ancora la posizione dello junior del New Jersey (che tornava quindi a casa nella sfida a Rutgers) come candidato all’Heisman Trophy. Michigan rimane così in testa alla Big Ten East, tallonata da Ohio State, anch’essa imbattuta ma con il riposo già fatto, ed entrambe le squadre hanno probabilmente già cerchiato di rosso sul calendario la data del 26 novembre, quando nell’Ohio ci sarà la sfida diretta, quella che probabilmente sarà un simbolico quarto di finale dei playoff.
NAVY MIDSHIPMEN
É sicuramente una cosa ovvia, ma il college football deve molto del suo fascino alla imprevedibilità che lo accompagna e gli upset ai danni dei favoriti sono una parte imperdibile dello spettacolo, accompagnati da memorabili invasioni di campo degli altri studenti per festeggiare e congratularsi con i loro compagni. Rapido flashback, anno 1984, 17 novembre: Navy sconfigge 38-21 South Carolina, al momento imbattuta e #2 del ranking, in quella che fino a sabato era l’ultima vittoria dei Midshipmen contro una squadra rankata tra le prime 10 della nazione. 32 anni dopo la storia si ripete, con la squadra della marina che sconfigge la #6 Houston, 46-40, incrinando (se non eliminando del tutto) anche le speranze di quest’ultima di ottenere un posto ai playoff. E la vittoria è arrivata alla maniera di Navy, in cui la selezione dei giochi è stata di 5 passaggi (di cui 3 completati per 76 yards e 2 TD, comunque) e 63 corse: triple option, baby! Houston ha tenuto botta agli avversari nel primo tempo, chiuso sul 20-20, ma i Midshipmen hanno operato lo strappo decisivo nella terza frazione di gioco, chiusa con un parziale di 21-7. Inutile la reazione dei Cougars nell’ultimo periodo, un 13-5 utile solo ad addolcire il passivo. Navy prende così nettamente il comando della AAC West con un record già di 3-0, seguita da Memphis e Tulsa con 1-0 e Houston con 2-1: la sfida contro Air Force ha però dimostrato che i Midshipmen sono propensi ad improvvisi scivoloni e quindi nonostante il comodo vantaggio le cose potrebbero non essere ancora decise.
VIRGINIA TECH HOKIES
La ACC Atlantic in questo specifico momento storico è senza dubbio la division predominante della conference, con le varie Clemson, Florida State e Louisville a giocarsi le loro carte: non stupisce, quindi, che sia dal 2011 che la Atlantic domini sulla Coastal nel Championship game: nulla fa pensare che in questa stagione la cosa vada a cambiare, ma in queste prime settimane si nota il ritorno di una squadra che ha fatto la storia della ACC, almeno da quando ci è entrata nel 2004, con 4 titoli conquistati. Si sta parlando degli Hokies di Virginia Tech, autori di una partenza 4-1 caratterizzata dalla vittoria contro North Carolina dell’ultima settimana, un 34-3 nella cornice dell’alluvionato stadio dei Tar Heels, colpito dall’uragano Matthew. Finita l’epopea di Frank Beamer (e se non sapete chi è, rimediate) dalle parti di Blacksburg hanno puntato su un giovane coach di 40 anni, Justin Fuentes, che molto bene si era comportato nelle sue ultime due stagioni sulla sideline di Memphis e questi ha subito allestito una squadra di livello. A guidarla ci sono una difesa che ha solamente perso confidenza nella sfida contro Tennessee (45 punti subiti) ma che diversamente ha concesso al massimo 17 punti ed un QB come Jerod Evans, il quale ha una storia molto particolare: in uscita dalla high school in Texas aveva firmato per Air Force (e già questo fa capire che tipologia di giocatore sia) ma un infortunio al ginocchio lo ha fatto uscire dall’accademia verso due anni di junior college, sempre in Texas, dove si è affermato come il dual-threat QB migliore della nazione. Fuentes è stato bravo ad accaparrarselo e in questa stagione Evans ha già ripagato l’investimento con 15 TD pass e 1 intercetto in 5 partite, più 258 yards su corsa e 2 TD. Virginia Tech è 2-0 nella Coastal, prima davanti a Virginia (1-0), ma con le sfide alle avversarie più toste (Miami, Georgia Tech, Pittsburgh) ancora da affrontare.
WORST
TCU HORNED FROGS
Vittoria contro Kansas doveva essere e vittoria contro Kansas è stata, ma quanta sofferenza per avere ragione di questi Jayhawks, che comunque qualche miglioramento stanno facendo vedere. Nella partita di Lawrence gli Horned Frogs hanno faticato molto nel primo tempo, come già era successo in stagione più volte, ma erano riusciti a chiudere la frazione in vantaggio 14-10. Nel secondo tempo ci si aspettava che i texani potessero ampliare il loro vantaggio ed invece si vedevano all’opera degli ottimi Jayhawks, che pur con tutti i loro limiti, segnavano deu FG e un TD con una corsa del QB Ryan Willis e si presentavano all’inizio del 4° periodo con un vantaggio di 9 punti, 23-14. Da lì in poi, però, Kansas non segnava più e TCU con un TD e un FG tornava davanti, 24-23, a meno di due minuti dalla fine. I padroni di casa avevano però un ultimo sussulto, convertendo un 4° e 22, e potevano ancora provare un FG dalle 54 yards, che però non convertivano. TCU si è quindi portata a casa la vittoria e rimane nelle prime posizioni della Big 12 ma quanto offerto in questo turno non basterà tra 15 giorni, quando la sfida sarà alla (momentaneamente) imbattuta West Virginia.
MARYLAND TERRAPINS
Ci sono molti modi per perdere una imbattibilità e quello scelto dai Terrapins per molti versi è uno dei più difficili da accettare, una piallata subita da una squadra mediocre come Penn State, 38-14. C’è da dire che Maryland ha dovuto fare a meno del suo QB titolare, Perry Hills, per colpa di un infortunio alla spalla subito nel secondo quarto, però ciò poco ha a che fare con i 38 punti subiti, con i due turnover fatti e con, soprattutto, le 372 yards subite su corsa, di cui 202 da Saquon Barkley, il sophomore RB dei Nittany Lions. In una division con Michigan ed Ohio State nessuno può chiedere alle altre partecipanti di competere con loro, però anche alla luce di quanto diversi sponsor stanno mettendo a disposizione dei Terrapins certe figure sarebbero quantomeno da evitare.
MIAMI HURRICANES
Una bolla che dopo aver illuso si sgonfia, lasciando amarezza a chi l’ha vista crescere. Si parlava di imbattibilità interrotte, e questo è un altro modo doloroso di farlo, una sconfitta di un punto, contro una rivale statale, e per di più per un errore piuttosto stupido. Gli Hurricanes avevano creato un discreto hype intorno ad essi, grazie ad alcune vittorie contro buoni avversari come Appalachian State e Georgia Tech, e si avvicinavano alla sfida contro Florida State sorprendentemente da favoriti, anche a causa delle difficoltà incontrate dai Seminoles in questo inizio di stagione, con le sconfitte rimediate contro Louisville e North Carolina. E la partita era anche iniziata bene per i padroni di casa, capaci di andare avanti 13-0; a seguire, però, Florida State recuperava punto su punto e andava addirittura in vantaggio di 7 punti, 20-13, quando mancavano 9 minuti alla fine. A meno di due minuti dalla fine Miami segnava il TD del 20-19, grazie a Brad Kaaya che trovava in endzone Stacy Coley convertendo un 4° e 5 dalle 11 yards. L’extra point avrebbe dato la parità agli Hurricanes e probabilmente forzato un overtime, ma il calcio del K Michael Badgly veniva bloccato e gli ospiti riuscivano a prendere due primi down utili a terminare la partita. Miami in questo modo va 1-1 in ACC e precipita nei ranking, ma soprattutto perde una grande occasione per tenere la leadership della Coastal division.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte