Tornati dallo stato di Washington, la città di Denver era totalmente arancione, pronta per l’opener NFL tra Broncos e Panthers. Il centro aveva un sapore magico, un giorno di festa che tutti aspettavano, e così è stato, con la vittoria dei campioni in carica, facendo esplodere la città dalla felicità.

img_20160909_112551Il giorno dopo però era il momento di lasciare nuovamente il Colorado per dirigersi in Nebraska. Abbiamo affittato una macchina e siamo partiti, 1500 miglia tra andata e ritorno, un vero e proprio “trip on the road”. Il viaggio non è stato particolarmente emozionante, una strada a due corsie per senso di marcia in mezzo al nulla (come potete vedere dalla foto a destra), o meglio, in Colorado in mezzo a campi con qualche mucca e cavallo, in Nebraska invece erano presenti solamente i caratteristici campi di pannocchie.

Il giorno dopo era il Gameday dei Cornhuskers. Armati di biglietto ci siamo diretti al Memorial Stadium con ben 3 ore di anticipo. Ovviamente tutti erano vestiti di rosso, non esisteva nessun’altro colore quel giorno. Nel pre partita abbiamo potuto ammirare i famosi Tailgate, gente che alle 9 di mattina si riempie di Hamburger, Hot Dog, Cornbread, ecc, ovviamente cucinato al momento. Accanto allo stadio erano presenti diverse attrazioni, come la Fan Zone dove i bambini potevano divertirsi con i vari giochi legati al football, o fare foto con le Cheerleader e la mascotte o anche solamente fare un paio di lanci con l’ovale.

20160910_084542Un momento molto bello è stato l’arrivo della squadra dei Cornhusker, i giocatori scendevano dal pullman ad una cinquantina di metri dallo stadio e percorrevano la via principale tra due ali di folla, abbracciando i famigliari, dando il cinque ai tifosi sempre col sorriso sulla faccia. I giocatori sono come degli eroi per i loro tifosi, nonostante siano poco più che dei ragazzini.

Lo spettacolo coreografico dentro lo stadio invece è stato qualcosa di unico, una atmosfera incredibile, una vera e propria bolgia, difficile da descrivere a parole ma è qualcosa che ogni appassionato di football dovrebbe vivere. La partita con Wyoming è stato il 349° tutto esaurito consecutivo di Nebraska, una streak che dura dal lontano 1962. Ci ha fatto davvero una grande impressione vedere 87000 persone vestite totalmente di rosso sugli spalti intente a fare una sola cosa, supportare la propria squadra. Dai più piccoli ai “veterani” di lunga data, armati di radiolina e cannocchiale, come se fossero ancora negli anni 90.

img_20160910_085034Prima della partita c’è stata la presentazione della classe degli Hall of Famer 2016, Kris Brown, Adam Carriker, Scott Rairdon e Dean Sukup erano tutti presenti allo stadio e sono stati acclamati in maniera molto calorosa. Bellissima anche l’ovazione ad un certo punto per Andy Janovich, il FB dei Broncos entrato come walk-on a Nebraska, quanto è stato proiettato sugli schermi il video del suo TD contro i Panthers.

Un aspetto che ci ha colpito molto è stato il fatto di quanto gli abitanti di Lincoln ci tengano agli Huskers. È una vera e propria religione, come se per loro ci fosse solo quello e nient’altro. Un altra cosa che ci ha colpito molto è stato notare quanto tengano alla difesa. Gli Huskers hanno avuto la famosa Blackshirts e per loro il gioco difensivo è sacro. L’attacco può sbagliare ma la difesa no, basta un tackle sbagliato, un intercetto mancato o una corsa di 6 yard per far rumoreggiare il pubblico, soprattutto i tifosi di lunga data.

La partita comunque è stato un dominio di Nebraska che ha annichilito Wyoming, che si è fatta notare soprattutto per i turnover commessi.

20160910_104518Dopo la partita tutti si ritirano nei parcheggi dove han fatto tailgate la mattina oppure nei vari locali della zona, per godersi una birra, festeggiare la vittoria e guardare altro College Football, facendo diventare un deserto la città. Da segnalare che non vendono alcolici all’interno del stadio.

Lincoln è una città che non ha molto da offrire ma quando giocano gli Huskers diventa una dei posti più belli del mondo, è una emozione unica e la città ha qualcosa di magico nell’aria.

Il giorno dopo ci è toccato ritornare a casa base, per passare gli ultimi due giorni a Denver prima di ripartire per l’Italia, ma che non staremo qua a raccontarvi anche perchè non abbiamo fatto praticamente nulla.

America ci mancherai, è sicuramente un arrivederci, torneremo molto presto. Ci hai lasciato immagini e ricordi bellissimi, una esperienza straordinaria che consigliamo a tutti e che noi cercheremo di ripetere, magari sulla West Coast o negli stati del Sud, chissà.

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