Capita molto spesso di sbagliare previsioni, nella preview della SEC West s’era individuate in Auburn e Arkansas due possibile outsider per la corsa alla vittoria della Division. Se su Arkansas comunque c’erano alcuni scetticismi in merito alla difesa, su Auburn le aspettative erano ben diverse perché la squadra sembrava complessivamente completa per seguire il lavoro di un elite coaching staff comprendente una mente offensiva brillante come Gus Malzhan e un maestro della difesa corrispondente al nome Will Muschamp.
Al termine della week quattro il record segna un 2-2, un gioco offensivo molto sterile, prestazioni poco brillanti e lo svantaggio di aver già perso due scontri divisionali contro Louisiana State e Mississippi State. La partita d’esordio si sa che è sempre una storia a se, per le big house non importa come si vince ma è fondamentale vince per spostare la pressione delle aspettative riposte sul gruppo e cominciare definitivamente la stagione.
Se Auburn ha ben interpretato questa frase superando Louisville sul campo neutro del Georgia Dome, da quel momento la squadra ha impattato un trend di gioco negativo rischiando di compromettere fin da subito la stagione vincendo al overtime contro Jacksonville State, una formazione su cui Auburn avrebbe dovuto letteralmente passeggiare invece che rischiare quasi di perderla se non avesse ritrovato la retta via nella seconda metà di gara.
Che fosse solo un episodio e tutto sarebbe cambiato con l’inizio della sfide che contano davvero? Purtroppo no, Auburn ha perso ogni certezza venendo affondata da una LSU incontenibile con il pesante passivo di 45 a 21, risultato che sarebbe potuto rivelarsi ancora più duro se Les Miles non avesse deciso di tirare i remi in barca togliendo in campo la maggior parte dei suoi titolari in un match durato complessivamente poco più di due quarti di gioco. Asfaltati nel running game da un Leonard Fournette formato Heisman Trophy, le peggiori notizie sono arrivate da un attacco considerato tra i più temibili della NCAA con il sistema Hurry-Up e No-Huddle risultato prevedibile e poco efficiente.
Sul banco dei imputati c’è finito subito il quarterback junior Jeremy Johnson, dual threat puro che aveva fatto parlare bene di se già in primavera tanto che vari analisti della SEC lo aveva individuato come QB di maggiore impatto tra le new entry della Conference, peccato che le risposte siano state negative costringendo la difesa a trascorrere diverso tempo sul terreno di gioco con risultati mediocri. Lo si è visto contro LSU, lo si era visto contro Louisville e lo si è capito definitivamente contro Mississippi State che la difesa di Muschamp, al momento, non è adatta a stare a lungo sul terreno di gioco tanto che un attacco sterile come quello mostrato sino ad ora può solo peggiorare le cose.
Il punto di forza dell’attacco di Malzhan è l’imprevedibilità e la capacità di alzare il ritmo togliendo dalla partita la difesa avversaria con le corse che devono essere un supporto adeguato a un passing game che va alla ricerca di un big play capace di spezzare gli equilibri difensivi. Se il running game sino ad ora ha ben risposto alle richieste producendo 716 yards in quattro partite (179 YPG, 4,3 di media a portata) con il promettente sophomore Peyton Barber a guidare la carretta con 411 yards (5,1 di media) e un touchdown, i problemi nascono quando c’è bisogno di lanciare la palla per mettere in definitiva funzione l’attacco, cosa che è chiaramente mancata con tutte le conseguenze che ne possono derivare.
Johnson si è dimostrato inadeguato a coprire la posizione assegnatoli lanciando con solo il 59% dei completi su 72 attacchi complessivi con 5 touchdown messi a segno e ben 6 intercetti commessi. Per guidare questo attacco non è strettamente necessario che il quarterback sia un passatore eccezionale, basti pensare alla prima versione di Newton che tutt’ora fatica a tramutarsi in un passatore di primo livello, ma in situazione di sterilità e in partite a punteggio contenuto è fondamentale concedere meno intercetti possibili proprio per ovviare alla mancanza di un passatore puro che possa guidare l’attacco a lunghi drive per inseguire l’avversario o gestire il possesso. Johnson in questo è risultato insufficiente lasciando troppo spazio alle manovre offensive avversarie.
Proprio per questo Malzhan ha deciso di affidarsi a Sean White per la sfida poi perso contro Mississippi State: i Bulldogs avevano già perso pur di poco contro LSU e sicuramente sarebbero stati un clienti scomodo da affrontare. Le buona notizia è che pur affidandosi a un redshirt freshman, i Tigers sono rimasti a lungo in partita controllando il pallone senza però mai riuscire a colpire fino in fondo rimanendo a secco di touchdown. La chiave è stata quella di togliere ritmo a Dak Prescott limitando il suo running game, purtroppo con il pallone in mano White ha faticato ad andare sul profondo pur con delle corse ancora in grande spolvero.
White rispetto a Johnson è sicuramente un distributore del gioco migliore ma diminuisce quell’imprevedibilità che tanto ha raffigurato Auburn nella corsa ai due National Championship. I Bulldogs non erano nemmeno un avversario facile, si spera che contro San Jose State l’attacco possa cambiare ritmo per presentarsi alle prossime sfide divisionali più sicuri dei propri mezzi. Se White dovesse riuscire a trovare maggior continuità nel suo gioco mettendo in ritmo i vari target presenti a roster come Duke Williams, uno dei giocatori con il più alto potenziale presenti a roster per il momento limitato a 130 yards complessive e un solo touchdown, allora Malzhan potrebbe ritrovare quell’armonia offensiva che ha spesso giocato brutti scherzi alle migliori difese.
Ultimo aspetto da considerare è l’impatto fino ad ora tutt’altro che positivo che ha avuto Will Muschamp sulla difesa: guardando le statistiche, Auburn ha concesso 788 yards al passing game avversario e 866 alle corse per una media di 413,5 yards a giornata. Un dato preoccupante, molte responsabilità vanno date all’attacco ma è pure vero che da questa difesa ci si aspettava un impatto immediato pur contro tutte le difficoltà incontrate, cosa al momento non corrisposta e la sensazione maggiore è che il reparto non goda di grande serenità trovandosi sempre in balia dell’avversario senza limitare una parte del suo gioco.
Il back seven è la parte salvabile di una difesa che con l’infortunio all’anca di Carl Lawson sta facendo grossa fatica pur avendo giocato una buona partita contro Mississippi State. La 4-2-5 attuale ha un evidente limite, cioè la mancanza di pass rush crollata vertiginosamente dopo la buona prestazione contro Louisville; questo sicuramente mette in difficoltà un reparto che fa fatica a forzare turnovers, alla lunga questo è un dato che può influire parecchio specie per un attacco che vuole alzare il ritmo.
Sarà interessante capire quale idea cercherà di seguire l’attacco dei Tigers, se affidarsi a White sperando che possa dare maggiore verticalità al suo gioco oppure tornare a cavalcare il talento fisico di Johnson. San Jose State potrebbe essere un’opportunità d’oro per ritrovare ritmo, teoricamente anche la trasferta a Kentucky potrebbe essere un’occasione da sfruttare prima di far visita ad avversarie più quotate, ma lo stato di forma attuale dei Wildcats fa pensare che la trasferta al Commonwealth Stadium sarà parecchio ostica se le idee non verranno chiarite in fretta.
Gus Malzhan è un guru del gioco offensivo, viene difficile pensare che non possa risolvere un problema che prima ad ora nella sua esperienza ad Auburn non gli si era mai posto, ovvero l’individuare il quarterback migliore per le esigenze del suo attacco. A lui il compito di risollevare una stagione nata male sperando che non vada a finire in modi peggiori.
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