Confermata nella sua particolare formula a 11 squadre senza division e senza finali per decidere i campioni, la Sun Belt Conference viene da una stagione particolare: su tre università pendeva un ban dalla postseason (Georgia Southern e Appalachian State in quanto non avevano ancora finito la loro transizione dal sistema FCB a quello FBS, Idaho per bassi rendimenti accademici) e ben due di queste, le prime due, ci si sarebbero a sorpresa qualificate. Georgia Southern ha addirittura vinto in solitaria la Conference, con un intonso record di 8-0, precedendo Louisiana-Lafayette, l’unica squadra della conference a vincere in seguito un Bowl delle tre qualificatesi. E saranno proprio queste due, insieme alla già citata Appalachian State ed alla iperoffensiva Arkansas State, a partire con i favori dei pronostici nella prossima stagione.
GEORGIA SOUTHERN EAGLES
Mica male la stagione d’esordio degli Eagles in Sun Belt no? Sconfitta di un punto contro North Carolina State, di quattro contro Georgia Tech, otto vittorie in Conference e titolo conquistato al primo colpo. Le imprese degli Eagles hanno anche alimentato il dibattito sulla partecipazione (vietata) ai Bowl per le squadre che ancora stanno ultimando il passaggio tra sistema FCS e sistema FBS: questo non sarà più un problema perché la transizione è finita e Georgia Southern potrà partecipare, se si guadagnerà il diritto.
Filosofia d’attacco chiara e definita: la triple option dell’HC Willie Fritz ha portato in dote il miglior attacco su corse della nazione (381 yards per partita) ma ha anche portato alcuni strumenti di novità, con il QB Kevin Ellison che ha tentato più di 10 passaggi di media a partita con una percentuale di completi che lo colloca al 67° posto della nazione. Ellison e Matt Breida sono stati anche i due RB più produttivi, con più di 2500 yards corse e 29 TD. I problemi saranno sulla linea offensiva, che perde 4 titolari e riporta solamente un giocatore che ha più di due partenze da titolare in uno schema di bloccaggio che richiede molta esperienza.
Di fronte a tale attacco è la difesa ad essere il punto debole della squadra: a dire la verità, però, il fronte difensivo non si è comportato male, dimostrando una certa aggressività ed arrivando agli avversari anche con diversi giocatori. I problemi si sono avuti nel backfield, troppo spesso superato ed inefficiente: se per di più i due giocatori più produttivi del reparto se ne sono andati si può preventivare che le difficoltà maggiori saranno da queste parti. Il ritorno di K e P della scorsa stagione, infine, garantiranno, almeno sulla carta, un grado di esperienza che impedirà al reparto di regredire, sebbene sia da trovare un nuovo returner.
Il calendario off-conference complicato pare essere cosa ricorrente per gli Eagles, che affronteranno West Virginia e il top team dello stato, Georgia, con molti dubbi che possono derivare dalla sfida a Western Kentucky. In conference, invece, niente Arkansas State e niente Louisiana Lafayette, quindi le cose sono molto più facili. Una linea da ricostruire e una secondaria da inventare sono difficoltà importanti, ma un’idea offensiva di questo tipo in un contesto come la Sun Belt può garantire un altro tentativo di scalata al titolo.
LOUISIANA LAFAYETTE RAGIN’ CAJUNS
Dopo 4 partite del 2014 non sembrava essere la stagione giusta per i Ragin’ Cajuns, con tre sconfitte molto pesanti anche se contro avversarie molto quotate (-28 da Louisiana Tech, -39 da Ole Miss, -25 da Boise State); invece l’arrivo del calendario di conference ha portato in dono un record di conference di 7-1 e la sola sconfitta contro Appalachian State ha impedito la conquista del titolo. La soddisfazione più grande è però giunta dopo, con la vittoria per 16-3 contro la quotata Nevada nel R+L Carriers New Orleans Bowl.
L’attacco perderà molti pezzi importanti (il QB Terrance Broadway, Il RB Alonzo Harris, la G Daniel Quave) ma l’idea è che ci sia abbastanza profondità per proseguire, anche perché si potrà ancora contare su Elijah McGuire, il Sun Belt Player of the Year da 1767 yards e 16 TD totali. Chiaramente per un QB con limitata esperienza quale sarà Brooks Haack un appiglio di questo livello è molto importante ed essendo il ragazzo ancora nella sua stagione da junior sarà interessante vedere quali altri miglioramenti riuscirà ad avere. La linea offensiva si presenterà, infine, con almeno due atleti che non hanno mai avuto una singola start al college.
Anche la difesa perde molti playmaker, come il DL Christian Ringo (6° round dei Packers) e qui la sostituzione appare più difficile: la linea difensiva è il reparto che soffrirà di più e si dovranno trovare velocemente facce nuove, mentre i LB vedono ancora tra i loro ranghi Dominique Tovell, il giocatore più produttivo del gruppo. Anche la perdita dei due CB titolari sarà un problema e molto si chiederà al senior, seppur con esperienza limitata, Jevante Watson. Anche K e P non saranno più nel team e per sostituire quest’ultimo, l’australiano Daniel Cadona, è stato firmato un altro aussie, Steven Coutts.
Il calendario off-conference sarà senza dubbio meno invasivo di quello 2014, con le visite a Louisiana Tech e Kentucky e le due abbordabili sfide casalinghe contro Northwestern State e Akron. Se si conta inoltre che per il secondo anno consecutivo i Ragin’ Cajuns non affronteranno Georgia Southern si può pensare che le molte partenza di starter di cui sopra possano essere “ammortizzate” dalla schedule. Conseguentemente, seppur con qualche difficoltà in più, una corsa al titolo di conference è ancora possibile.
APPALACHIAN STATE MOUNTAINEERS
Il richiamo a “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, capolavoro letterario di R.L. Stevenson è banale, ma è l’emblema del 2014 di Appalachian State: prime sei partite chiuse con un record di 1-5, 52 punti subiti da Michigan, 55 da Liberty (cioè, Liberty, FCS!) e tutto che faceva pensare ad una prima stagione in Sun Belt traumatica. Da lì in poi 6 vittorie consecutive, sempre con almeno 31 punti segnati, ed un record di 7-5 (6-2 in Sun Belt, terzi): quali sono dunque i veri Mountaineers?
L’attacco vede ritornare quasi tutti gli starter 2014 e probabilmente si baserà ancora molto sulle performance del RB Marcus Cox (1415 yards e 19 TD nella stagione passata) e vedrà probabilmente il QB Taylor Lamb, freshman nel 2014, aumentare le proprie responsabilità, anche se 2381 yards lanciate e 518 yards corse sono già un discreto biglietto da visita. Attorno a loro un pacchetto di ottimi WR, un buon TE bloccatore come Barrett Burns ed una linea offensiva che perde tre senior ma che offre un tasso di esperienza che molte altre università invidierebbero: perché quindi non concedere fiducia?
Anche la difesa vede poche perdite di peso e mantiene quindi la propria filosofia, fatta di giocatori non molto appariscenti ma di pericoli per gli attacchi avversari molto ben distribuiti: ben 22 giocatori, ad esempio, hanno registrato almeno 10 tackles e 13 almeno due TFL. Menzioni particolari vanno, però, al DE Ronald Blair ed ai LB John Law e Kennan Gilchrist, i più efficienti nel superare le linee nemiche. Gli special team dovranno a loro volta contribuire, anche se il P/K Bentlee Critcher si è dimostrato giocatore poco adatto ai livelli FBS e in generale sono state concesse tantissime yards su ogni tipo di ritorno.
Il calendario off-conference vede le sfide in trasferta a Clemson e Old Dominion, più le partite casalinghe contro Wyoming e Howard (FCS): solo la partita con i Tigers, è quindi, fuori portata. Le tre sfide contro i top team della Sun Belt sono in casa e la rotazione evita la sfida insidiosa contro Texas State. Con così tanta esperienza in più e con una schedule così favorevole si può immaginare, al netto della resa degli special team, un’altra stagione positiva e, magari, un record che varia in un range di 8-10 vittorie.
ARKANSAS STATE RED WOLVES
I lupi rossi avevano iniziato la scorsa stagione con buona lena: vittoria contro Montana State, sconfitte con passivi civili nelle trasferte contro Tennessee e Miami e la vittoria inaspettata contro Utah State. Da lì in avanti però si sono alternate prestazioni buone e meno buone, con sconfitte contro avversarie dirette e team meno performanti, come Texas State. Il record di 7-5 è valso anche la chiamata al GoDaddy Bowl, perso anche questo per 63-44 contro Toledo.
L’attacco di Arkansas State ritorna quasi nella sua interezza in questo 2015 e se si pensa che nel 2014 questo era già stato 19° nella nazione per punti fatti si può capire quale minaccia questo possa essere. “Frontman” di questa formazione sarà il QB Fredi Knighten, capace di 3277 yards e 24 TD su passaggio più 969 yards e 11 TD su passaggio, ben spalleggiato dal RB Michael Gordon (1100 yards e 13 TD). Tra i WR si dovrà prestare attenzione ai progressi del sophomore Dijon Paschal, capace di un’ottima annata da freshman con 642 yards ricevute.
La particolare difesa 4-2-5 del DC Joe Cauthen vede ritornare la linea di difesa in quasi tutta la sua interezza e particolare attenzione andrà prestata a Chris Stone e Ja’Von Rolland-Jones, capaci di 21,5 TFL nel 2014. Dietro di loro sono partiti i due CB, una S e il nickelback titolari e questo è forse è il reparto che perplime maggiormente: ci sono diversi junior e senior che prenderanno gli spot da titolari ma il loro rendimento è ancora da verificare. Il K Luke Ferguson torna, e non è per forza di cose una buona notizia, mentre invece lo è l’avere ancora in squadra il P Stephen Hogan e il returner Blaise Taylor, molto efficienti.
L’esordio in trasferta contro USC, poi Missouri e la rivincita del Bowl contro Toledo: non proprio un esordio morbido per i Red Wolves, che però poi ovviamente migliorano con le sfide di conference, con la partita contro Louisiana Lafayette e la trasferta ad Appalachian State che saranno i crocevia. L’attacco è forse quello più esplosivo e profondo della Sun Belt, ma la difesa perde troppi starter per essere una certezza fin da subito: giocare le prime sfide, forse fuori portata a prescindere, può essere il modo per arrivare quadrati alla week 5 e quindi giocarsi le proprie carte per il titolo.
TEXAS STATE BOBCATS
Sono bastate due stagioni di Sun Belt ai Bobcats, sempre guidati da Dennis Franchione, per raggiungere un record positivo, 7-5, che però non è valso loro una chiamata per i Bowl. Per questa stagione l’attacco vivrà ancora molto sulla connessione tra il dual-threat QB Tyler Jones ed il WR Robert Lowe che molto bene si è comportata nel 2014 mentre la difesa perde alcuni dei suoi pezzi più importanti e dovrà trovare in fretta una quadratura che permetta di non vanificare ciò che di buono spesso è stato fatto dall’altro reparto.
SOUTH ALABAMA JAGUARS
Buon 2014 dei Jaguars, chiuso con un record in pareggio e l’invito al Camellia Bowl, poi perso di soli 5 punti ed all’ultimo minuto contro Bowling Green. Molti sono i titolari ad aver finito la loro carriera collegiale, ma queste perdite saranno compensate da molti giocatori che si trasferiscono dal dismesso programma di football di UAB: se per l’attacco nel cambio i Jaguars potrebbero averci guadagnato (Cody Clements è un QB solido ed affidabile) è difficile che in difesa sia successo altrettanto e quindi il record potrebbe tornare in negativo.
LOUISIANA MONROE WARHAWKS
Lontani i fasti del 2012, i Warhawks sono passati da 8 a 6 alle ultime 4 vittorie, ed il trend sembra complicato da invertire: ad una difesa che si è ben comportata lungo tutto l’anno (soli 21 punti concessi a Texas A&M l’esempio principale) e che si conferma per il 2015 quasi nella sua interezza si è contrapposto un attacco che fatica a mettere punti a referto, in particolare nel settore delle corse. E se si aggiunge la perdita di QB titolare, top WR e top RB si può pensare che il record resterà negativo anche quest’anno.
TROY TROJANS
La notizia del ritiro del coach Larry Blakeney, da 24 anni sulla sideline dei Trojans, è stata solo una delle brutte notizie della stagione passata, costellata da molte sconfitte (anche contro squadre FCS) ed un record finale di 3-9. Compito nel nuovo coach Neal Brown (già OC da queste parti nel 2008 e nel 2009) sarà quello di ridare fiducia ad un attacco guidato dal preciso QB Brandon Silver e rivitalizzare una difesa che ha subito 36 punti di media nella scorsa stagione ma che perde pochissimi pezzi. Il compito è, in ogni caso, arduo.
IDAHO VANDALS
La “squalifica” per i Bowl è finita, ma non è un argomento che dovrebbe tangere da vicino i Vandals, i quali sono reduci da una stagione con una sola vittoria e non sembrano in grado di migliorare di molto il loro record. L’attacco, in particolare quello su passaggi, non è certamente male nonostante il talento non proprio brillante del QB Matt Linehan, ma una difesa molto propensa, nel 2014, a concedere moltissimi big plays agli avversari rischia di vanificare ogni miglioramento prodotto dall’altro reparto.
NEW MEXICO STATE AGGIES
Un’illusione di due vittorie seguita da un calvario di 10 sconfitte: questo il 2014 degli Aggies, che però si presenteranno quasi integri alla stagione entrante (anche se le perdite sono importanti, come il C Valerian Ume-Ezeoke, undrafted dai Falcons). Il processo di rebuilding portato avanti da coach Doug Martin è ormai giunto al terzo anno ma i segnali sono ancora contrastanti e vanno da un attacco che potrebbe avere il suo punto forte nel RB Larry Rose III (1102 yards e 9 TD nel 2014) ad una difesa che è undersized in ogni reparto.
GEORGIA STATE PANTHERS
Una sola vittoria di un solo punto, 11 sconfitte, pesanti pecche offensive e difensive, infortuni a ripetizione nonché il vedere i rivali statali di Georgia Southern vincere la conference: difficile fare peggio del 2014 per i Panthers, i quali però possono ancora contare sul talento dell’ottimo QB Nick Arbuckle e su un gruppo di fuoriusciti dal dismesso programma di UAB, i quali dovrebbero portare necessaria esperienza e quel tasso di talento che, in ogni caso, risulta ancora molto basso. U po’ di luce in fondo al tunnel, quindi, si vede.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte