Nelle ultime stagioni la Southeastern Conference si è confermata tra le maggiori pretendenti al titolo nazionale oppure a coprire una piazza calda nei mesi freddi di Dicembre e Gennaio. Nel 2014 la musica è stata un po’ diversa con alcune squadre della SEC battute nei Bowl, ad esempio LSU e Auburn sconfitte rispettivamente da Notre Dame e Wisconsin, eppure ai nastri di partenza la SEC presenta sempre una candidata al titolo nazionale e una fucina di talenti molto interessanti da seguire per tutta la stagione.
ALABAMA CRIMSON TIDE
Nella prima edizione dei Play Off i Crimson Tide si sono arresi in semifinale contro i futuri campioni di Ohio State. Alcuni fattori a favore di Bama non sono stati rispettati favorendo la vittoria dei Buckeyes per 45 a 30 bensì questi presentassero in campo il terzo quarterback, sintomo che qualcosa non è girato dalla parte dei Tide impedendo così la caccia al quarto titolo nazionale nella gestione Nick Saban come head coach.
Nick Saban riparte da un 2014 andato meglio di quanto si credesse in virtù della mancanza di un QB affidabile ed esperto a cui affidare un attacco: Blake Sims è riuscito nel suo ultimo anno di eleggibilità a rendersi un registra efficace dopo un avvio difficoltoso. Molto lo si deve a Lane Kiffin, offensive coordinator che al suo primo anno ha avuto un impatto notevole sfruttando le prestazioni di Amari Cooper, letteralmente uno dei migliori wide out del Ncaa e primo wide receiver a sentir chiamare il suo nome nella prima notte del Nfl Draft 2015.
Solamente la corazzata di Ole Miss è riuscita a superare i Tide nel corso stagione, pertanto nella prima parte dove si vedeva chiaramente che la squadra stava facendo fatica a produrre gioco, confermato dalla vittoria per 14 – 13 sui rivali di Arkansas nella settimana successiva. Poi dalla sfida con Texas A&M tutto ha cominciato a girare per il verso giusto e i valori in campo si sono distinti portando a casa anche lo scontro contro i rivali di LSU.
Quest’anno la posizione dietro il centro vedrà il ballottaggio tra il senior Jake Coker e il redshirt freshman David Cornwell. Coker è arrivato nel 2014 da FSU perché chiuso dalla futura prima scelta Jameis Winston, purtroppo Saban ha insistito a dare fiducia a Sims togliendo snap a Jake, apparso solamente all’inizio con prestazioni comunque sufficienti. Al momento Coker dovrebbe essere il favorito su Cornwell, interessante prospetto del 2014 che dovrà essere bravo a sfruttare ogni snap che Saban gli concederà.
Va detto che la situazione sembra simile a quella dello scorso anno, tuttavia c’è maggior ottimismo dato che Coker è ormai da un anno e mezzo al lavoro con Kiffin e le qualità intraviste nei pochi spazi avuti lo scorso anno hanno dato luce di speranza.
Parecchio lavoro dovranno farlo i diversi wide out a roster come il tanto atteso sophomore Robert Foster, il nome su cui tanto si punta per rimpiazzare il vuoto lasciato da Cooper. WR di buona stazza con solide mani sarà affiancato da ArDarius Stewart che già qualcosa lo scorso anno ci ha fatto vedere insieme al junior Chris Black e Cam Sims. Tutti ragazzi visti e intravisti, mai veramente chiamati in causa perché chiusi da un gioco offensivo che predilige molto la formazione a due tight end.
Proprio nel ruolo di TE passa gran parte della stagione di Bama: il junior O.J. Howard è stato un pezzo caldo di qualche recruiting fa, purtroppo in queste due stagioni ci ha fatto vedere solo parzialmente parte del talento di cui dispone. Le sole 529 yards e 2 score non testimoniano il valore di quello che potrebbe essere serenamente uno dei migliori del ruolo, per tanto ora dovrà prendersi le sue responsabilità per chiamare l’attenzione dei vari scout Nfl.
Il vero valore dei Tide rimane sempre il running game e i suoi numerosi interpreti: il 2014 ha definitivamente lanciato il RB Derrick Henry, autore di un’annata da 990 yards e 12 touchdown. Insieme a Yeldon hanno spezzato le linee delle difese avversarie mostrando un’impressionante potenza fisica e una velocità di primo ordine, tutto ciò che serve per provare a essere uno dei protagonisti del 2015.
Kenyan Drake, sempre positivo quando chiamato in causa nei suoi tre anni al college, gli farà da spalla, mentre ad aprire varchi ci penserà il left tackle sophomore Cam Robinson, la vera sorpresa dello scorso anno, insieme a senior centro Ryan Kelly. I due sono tra i migliori del ruolo della Ncaa, Saban lo sa bene e proverà a riformare una linea che negli anni non è mai andata in calo seppure cambi continuamente pezzi su pezzi.
Il marchio di fabbrica di Alabama rimane sempre la difesa, uscita a orecchie basse contro i Buckeyes. Ha salutato il leader del reparto, la safety Landon Collins, con la convinzione di poter trovare dei nuovi leader e una buona amalgama facendo affidamento sui stellari recruiting messi assieme da Saban nel corso dei anni successivi alla doppietta nel National Championship.
Tutto ruota attorno al front seven dove il lineman A’Shawn Robinson si è fatto conoscere come i migliori d’America, affiancato dal junior Jonathan Allen, Jarren Reed e il secondo anno Da’Shawn Hand, miglior prospetto dello scorso recruiting, proveranno a confermare i dati di una linea che nel 2014 ha concesso solo 5 rush touchdown in tutta la stagione.
Reggie Ragland, autore di 83 placcaggi lo scorso anno, insieme a Reuben Foster guideranno il reparto dalla posizione di inside linebacker. Molte speranze per il successo della stagione dipendono anche dalla crescita delle secondarie dove molto verrà chiesto al promettente secondo anno Tony Brown e all’esperto Cyrus Jones, dotato di ottime abilità di playmaker, supportati dal redshirt freshaman Marlon Humphrey.
Inutile dire che se ti chiami Alabama ti aspetti minimo di competere per la finale e di cercare di vincerla: la schedule è insidiosa e l’esordio contro Wisconsin non sarà affatto dei più semplici. Cerchiata di rosso rimane la sfida del 28 Novembre in casa di Auburn, una sfida che potrebbe decretare la vincitrice della Division, rivali permettendo.
AUBURN TIGERS
Auburn è chiamata immediatamente a rialzarsi dopo aver sfiorato la conquista del titolo due anni fa. Lo scorso anno è andato peggio di quanto ci si aspettasse, un 8-5 inclusa la sconfitta nel Outback Bowl contro Wisconsin che ha ben marcato le difficoltà avute sul lato difensivo, incapace di riuscire a supportare un attacco che ha confermato le proprie doti offensive frutto del genio di Gus Malzahn, head coach che si appresta a iniziare il suo terzo anno coi Tigers.
Per alzare definitivamente il valore della difesa, Malzahn ha riportato a casa l’ormai ex head coach di Florida University, Will Muschamp, ritenuto uno dei migliori defensive coordinator del panorama Ncaa, sfortunato nella sua esperienza alla guida dei Gators. Will potrebbe essere il pezzo giusto per evitare di subire 31 o più punti a partita come accaduto nelle ultime sette e fortunatamente si vede rientrare ben otto titolari dello scorso anno.
Le novità più intriganti saranno sul lato offensivo perché ora che Nick Marshall è in Nfl, il ruolo di QB sarà affidato al junior Jeremy Johnson, prospetto adatto alle esigenze di Malzahn grazie alla sua capacità di gestione e di mobilità. Attorno a questo nome passa molto della stagione dei Tigers, inutile nascondere che se le cose dovessero andare male, il redshirt freshman Sean White sarebbero il prescelto dopo aver disputato una buona off season.
La genialità di Malzahn ha permesso di sostituire in un anno Tre Mason con una produzione per oltre 2,000 yards e 30 touchdown frutto del lavoro di Marshall, Grant e Artis-Payne. La speranza che accada è alta visto l’arrivo dallo JUCO college del talentuoso Javon Robinson, ragazzo compatto dotato di rapidi movimenti e capacità di andare oltre il primo contatto. Roc Thomas ha le qualità per alternarsi a Javon senza perdere d’intensità grazie alla notevole velocità.
L’addio di Sammie Coates sarà assorbito da D’haquille “Duke” Williams, arrivato lo scorso anno dallo JUCO e salito alla ribalta con quattro prestazioni oltre le 100 yards. Attorno a lui ruoteranno Ricardo Louis e Melvin Ray, senza dimenticare il supporto di una linea offensiva che sarà per 3/5 uguale a quella dello scorso anno, guidata dal junior left tackle Shon Coleman in compagnia della guardia Alex Kozan e l’altro tackle Avery Young.
Arriviamo ora al lato difensivo, sicuramente quello più interessante per vedere il lavoro che verrà fatto. Il cambio di coach ha permesso di assicurarsi i servigi di Byron Cowart, defensive end considerato il miglior prospetto della nazione. Insieme a lui torna un altro end, Carl Lawson, out lo scorso anno per infortunio dopo un primo anno molto positivo con 4 sacks messi a segno.
Pezzi importanti che fanno ad aggiungersi a un reparto dal materiale interessante: Cassanova McKinzy e Kris Frost sono i due linebacker di riferimento, ottimi placcatori e leader del reparto in mezzo al campo. Insieme a loro due il senior CB Jonathan Jones, il faro della difesa come dimostrato lo scorso anno in ripresa da un brutto infortunio alla caviglia patito nel 2013: 6 intercetti, 14 passaggi deviati e pure 36 placcaggi, tanta aggressività, velocità e capacità di copertura in single man coverage.
Johnathan Ford, terzo anno, si è più volte dimostrato un buon placcatore nel ruolo di safety, ora a fargli da compagno di reparto è arrivato il transfer da Georgia Tray Matthews, secondo anno sospeso lo scorso anno per violazione del regolamento accademico. Daniel Carlson si è dimostrato un ottimo kicker/punter nel suo primo anno al college, ora spetta solo a lui confermare tutto quello fatto di buono.
L’obiettivo dei Tigers è quello di migliorare il record di vittorie, possibilmente quello di provare ad arrivare imbattuta alla sfida con Bama di fine Novembre. Sulla strada, oltre al temibile inizio contro Louisville, la sfida a del 19 Settembre a Baton Rouge sembra già essere uno spartiacque per il destino della stagione, per poi affrontare Ole Miss e la delicata trasferta in Arkansas.
Auburn merita di stare nella Top Ten e insidiare i piani alti della classifica: ha uno staff di primo livello Ncaa, ha talento su cui lavorare e tanto potenziale da sfruttare. Le dieci vittorie potrebbero essere il riscatto giusto dopo una stagione un po’ in sottotono, per farlo è necessario che Johnson si dimostri il giusto erede come Marshall lo fu per Cam Newton. Da li passa molto, forse il pendolo tra una stagione vincente e una simile a quella intravista dodici mesi fa.
LSU TIGERS
Solo fino a due anni fa LSU era la principale contendente al titolo di Alabama, invece nelle ultime due stagioni il programma messo in mostra a Baton Rouge ha avuto un rendimento in calando passando dal 10-3 del 2013 al 8-5 dello scorso anno. Un dato preoccupante tanto che l’head coach Les Miles, pronto a entrare nella sua undicesima stagione alla guida dei Tigers con 103 vittorie e 29 sconfitte, vede la sua posizione non più così al sicuro anche se il suo contratto lo vede legato al college fino al 2019.
Lo scorso anno il team ha riscontrato diversi problemi non trovando la giusta alchimia in attacco a causa della posizione di quarterback dove Brandon Harris e Anthony Jennings non hanno decisamente brillato, a tal punto che Miles ha cercato di corteggiare alcuni nomi come Braxton Miller e Everett Golson, il primo rimasto nella sua Ohio State e l’altro andato a Florida State. Inoltre pesano le sconfitte contro Notre Dame, Arkansas e Auburn, programmi in crescita e che minacciano di avere più riconoscimenti durante i recruiting. LSU deve tornare a vincere queste partite, non si può permettere di perdere contro Mississippi State quando hai una difesa che è la terza contro il passing game e nona per total offense.
La sospensione di Jennings per sostanze proibite apre le porte al giovane Brandon Harris, che lo scorso anno ha alternato cose buone ad altre meno buone. Lo spazio avuto è stato complessivamente poco, ora, con un’offseason in più a lavoro con Cam Cameron stabile nelle vesti di offensive coordinator, dovrà cercare di rialzare il rendimento del passing game dopo essere passati dalla 44° posizione generale alla 114° nel corso di un solo anno.
Per farlo il materiale non manca: Travin Dural, leader del reparto dei wide out, torna a disposizione della squadra dopo un anno chiuso con 903 yards e 9 touchdown, il compagno Malachai Dupree è andato a segno 5 volte nel suo primo anno al college ed è inutile sottolineare che ci si aspettano miglioramenti insieme a Trey Quinn e D.J. Chark senza dimenticare il TE senior Dillon Gordon.
Ma a Baton Rouge tutti si aspettano l’esplosione definitiva di Leonard Fournette, uscito da un primo anno con 10 touchdown in 187 attacchi per 1,034 yards confermando tutte le aspettative che gli si richiedevano. Corridore non dai piedi velocissimi, ma potente, solido, dotato di ottime letture e di una straordinaria capacità di trovare sempre il varco giusto per guadagnare qualche yards. Ad aprire la strada rientra il senior right tackle Vadal Alexander, run blocker possente che in Nfl proiettano come un’ottima guardia, insieme a un gruppo di giocatori avviati al terzo anno di college quindi validi di una buona esperienza per far fronte alle temibili difese della Sec.
Cambia faccia il lato difensivo perché John Charvis è andato a Texas A&M per coprire lo stesso ruolo, così per cercare di replicare l’ottimo lavoro fatto è stato chiamato Kevin Steele, uomo d’esperienza che nei trascorsi a Clemson e Alabama non ha mai deluso. A fargli da spalla è arrivato Ed Orgeron col compito di guidare la linea difensiva, la chiave di volta per tornare a essere una squadra da dieci vittorie. Per farlo bisognerà tornare a far produrre la pass rush, sperando che il junior DE Tashawn Bower riesca ad essere la miccia in più in una difesa che ha tanti interessati giovani pass rusher da esplorare oltre al solido tackle Christian LaCountre, confermatosi nel secondo anno con 40 placcaggi, 2,5 sacks e un duro lavoro fatto in mezzo alla linea.
Le note positive arrivano da un back seven di sicuro spessore capitanato dal junior Kendell Beckwith uscito da un anno davvero positivo dove ha brillato in diversi aspetti tra placcaggi e blitz, per tanto ora spetterà a lui prendere le redini della difesa e confermare i 76 placcaggi dello scorso anno. La secondaria è indubbiamente il punto forte del reparto e le premesse per confermarsi sui livelli dello scorso anno ci sono tutte: il freshman Jamal Adams ha offerto un ottimo contributo nella fase di placcaggio lasciando al compagno Jalen Mills maggiori compiti di copertura dove il CB junior Tre’Davious White ha recitato un ottimo pezzo con 2 intercetti. Attorno a loro proverà a inserirsi l’interessante CB Ed Paris per formare un reparto tra i più temibili d’America.
La situazione QB non è ancora stata risolta però bisogna essere fiduciosi in quanto il talento complessivo del roster è cresciuto notevolmente, specie in attacco ed è probabile che se tutto dovesse rimanere come le cose stanno ora, l’offense di LSU nel 2016 potrebbe essere una delle più temibili del panorama Ncaa. In questo 2015 l’obiettivo deve essere quello di raggiungere le 10 vittorie con un facile esordio contro McNeese State per poi andare subito da Mississippi State a riprendersi subito la rivincita dopo la sconfitta subita in casa lo scorso anno. Subito dopo arriva al Tiger Stadium la temibile Auburn in un match che forse deciderà gli esiti della stagione almeno per il discorso divisionale.
Da non sbagliare saranno la sfida casalinga con Arkansas e la trasferta in South Carolina, partite tutte vincibili per LSU che dovrà fare visita ad Alabama il 4 Novembre in uno scontro sempre incerto per diversi motivi. Come tante altre formazioni della SEC uscite sconfitte nei vari Bowl, LSU dovrà cercare di cancellare in fretta un’annata andata parecchio sotto le aspettative.
MISSISSIPPI REBELS
Le nove vittorie conquistate lo scorso anno sono la conferma di come questa squadra rappresenti un osso duro da affrontare per diverse formazioni come confermano le vittorie a spese di Boise State e Alabama, ma come pesano parecchio gli schiaffi ricevuti da Lsu, Auburn, Arkansas e TCU, le quattro sconfitte dello scorso anno, specie a bruciare sono le prime due dove i Rebels hanno quasi fatto il colpaccio. La squadra nel finale di stagione ha decisamente mollato, tuttavia il gruppo ritorna con un buon numero di titolari, la convinzione di avere una delle migliori difese in circolazione e la voglia di riscatto.
Si continua a dare fiducia a Huge Freez, al suo quarto anno alla guida di Ole Miss con 24 vittorie e 15 sconfitte, accusato di non aver fatto da guida nello spogliatoio quando la squadra ha evidentemente mollato. A lui però si deve l’ottimo lavoro fatto nel 2013 nel recruiting dove portò a casa una serie di giocatori su cui oggi l’intera squadra gira, sia in attacco sia in difesa. Proprio la difesa ha offerto prestazioni superlative lo scorso anno, classificandosi la palma di migliore per punti subiti (16 a partita) e tenendo per nove volte l’attacco avversario sotto i 17 punti, cifre notevoli se valutiamo il livello generale delle squadre avversarie.
Le certezze in attacco sono riposte in una linea offensiva che ritorna con tutti i titolari dello scorso anno dove la pietra angolare è il junior left tackle Laremy Tunsil, uno pass blocker elegante che in due anni ha concesso solamente due sacks alle difese avversarie, ma che ritorna da un brutto infortunio alla gamba patito contro TCU. Dovesse ritornare al 100% è automatico parlare che siamo di fronte a uno dei migliori interpreti del ruolo di tutta la SEC e anche oltre. Aaron Morris, Ben Still, Justin Bell e Fahn Cooper sono tutti e quattro senior, ormai si conoscono a memoria e sono il motore di tutto l’attacco.
A fianco di Tunsil nel 2013 arrivarono due componenti fondamentali dell’attacco Rebels: il TE Evan Engram ha chiuso il 2014 con 662 yards e 2 touchdown facendo da spalla alla vera stella del reparto, il WR Laquon Treadwell, uscito di scena lo scorso anno per un infortunio alla gamba patito contro Auburn ma pronto a tornare a pieno regime, che rappresenta il pericolo numero della squadra con 120 ricezioni, 1,240 yards e 10 touchdown messi a segno in due anni. Potenziale interessante anche per il mondo Nfl, attirerà parecchi raddoppi per aprire spazio ai solidi comprimari Quincy Adeboyejo e Cody Core.
La coppia di RB composta dal senior Jaylen Walton (1,227 yards e 12 score nel 2014) e il sophomore Jordan Wilkins non sono la coppia più gettonata della SEC ma offrono solidità dietro una delle migliori linee in circolazione. Il principale problema dello scorso anno sono stati i turnovers concessi specie nel passing game, ora che non c’è più Bo Wallace, troppo alternate e mai decisivo nei momenti chiave, la posizione vedrà la battaglia tra il quattro stelle dello scorso anno Ryan Buchanan, poco testato e quindi un nodo cruciale da risolvere, contro il figlio del famoso Jim Kelly, tale Chad Kelly, partito da Clemson e poi andato allo JUCO dove ha mostrato lampi di talento notevoli mostrandosi un ottimo QB Pocket che potrebbero alzare notevolmente il gioco offensivo dei Rebels.
Come detto in apertura, la forza del reparto rimane la difesa che si basa sul defensive lineman Robert Nkemdiche, Jr. il grande talento del 2013, che in questi anni ha mostrato qualità notevoli per un radioso futuro anche in Nfl, come dimostra il lavoro fatto nel mezzo della linea a portare pressione e rivelandosi una macchina contro le corse. Attorno a lui ruota una serie di compagni dal solido rendimento come Isacc Gross, il fratello maggiore Denzel, fermato lo scorso anno da un infortunio alla gamba dopo 35 placcaggi messi a segno, C.J Johnson, un middle linebacker nato end ma riciclato a LB per poter sfruttare al meglio le sue abilità di placcaggio e di blizzatore. Chiude il cerchio l’end freshman All-American Marquis Haynes, uscito dal suo primo anno con 7,5 sacks, 31 placcaggi con 9 vincenti dietro la linea di scrimmage.
La dipartita del CB Senquez Golson potrebbe creare qualche problema alle secondarie dove in pianta stabile rimane la coppia di safety composta dal junior Tony Conner, placcatore duro e con oltre 50 placcaggi messi a segno lo scorso anno, insieme a Mike Hilton uscito con 3 intercetti dal suo junior year. Il pezzo nuovo potrebbe essere Tony Bridges, un altro pezzo arrivato dallo JUCO, su cui si sono spese parole speranzose per popolare la 4-2-5 che tanto bene ha fatto in questi anni.
Stando a quanto letto, l’obiettivo principale sarebbe quello di confermare i progressi fatti portando ancora a nove le vittorie totali. Tutto passa dalla situazione QB perché se uno dei due pretendenti dovesse esplodere, la squadra ha tutto per alzare il suo numero di vittorie addirittura a 10 seppure pochi analisti sembrano crederci prevedendo una caduta addirittura a sette.
L’inizio è confortevole con due facili sfide, poi alla terza giornata si fa una visita a Tuscaloosa dove si proverà a ricompiere il miracolo fatto lo scorso anno quando i Tide si arresero cadendo sotto i colpi della difesa Rebels. Le sfide cruciali sono le trasferte contro Florida, Auburn e il derby finale contro Mississippi State, senza dimenticare LSU e Arkansas, una delle possibili meteore di questa stagione, che hanno tanto da dimostrare. Non sarà semplice ma l’esperienza e il talento per confermarsi sembrano esserci per provarci.
ARKANSAS RAZORBACKS
Come accennato sopra, molti analisti sono abbastanza convinti che in questa stagione i Razorbacks riusciranno a sorprendere parecchio tanto da essere candidati alla vittoria della Sec West. Forse stiamo leggermente andando oltre le aspettative, siamo sempre di fronte alla squadra arrivata ultima nella division con due vittorie contro le rivali e un record complessivo di 7-6 inserendo delle partite che la squadra ha letteralmente buttato via come la sfida contro i Crimson Tide.
La vittoria nel Texas Bowl con uno schiacciante 31 a 7 ai danni di Texas ha risollevato l’animo; ora siamo di fronte a un team che ha il potenziale per creare diversi problemi alle difese avversarie e poter dare un buon contributo anche quando il pallone è in mano agli avversari seppure qui bisognerà testare il rendimento contro i passing game avversari. Bret Bielma è arrivato alla terza stagione coi Razorbacks e ha riportato un record positivo che mancava dal 2011: per migliorare ulteriormente il livello dell’attacco ha chiamato a sé Dan Enos, ex head coach a Central Michigan, il cui compito sarà di distribuire meglio il gioco in attacco evitando di sfruttare eccessivamente l’ottimo running game usando anche il passing game.
Il running game è stata la forza della squadra nella passata stagione così come lo dovrà essere pure quest’anno se la squadra vuole puntare a traguardi importanti lasciando l’ultimo posto della Division. Alex Collins ha prodotto 1,110 yards e 12 touchdown con una media di 5.6 yards a portata usando bene la sua potenza sfruttando il corpo compatto amando spesso andare per linee verticali, mentre il compagno Jonathan Williams, corridore più esplosivo e con angoli più puri, ha corso per 1,190 yards segnando 12 touchdown via terra e 2 su ricezione. Collins è atteso a un ulteriore step nelle letture dei varchi specie in previsione Nfl, varchi che non mancheranno in quanto la linea torna con ben quattro titolari dello scorso anno con i due tackle junior Denver Kirkland e Dan Skipper a fare da punto di riferimento in una linea che potrà migliorarsi ancora.
Il QB sarà il senior Brandon Allen, registra che in una squadra Ncaa ben bilanciata può essere un collante dal sicuro rendimento in quanto ha dimostrato di saper gestire situazioni critiche lanciando solamente 5 intercetti a fronte di 20 touchdown oltre a sfruttare ogni tanto la mobilità delle sue gambe. Con Enos probabilmente gli verranno affidate maggiori responsabilità e dovrà impegnarsi ad essere più accurato nell’esecuzione dei passaggi cercando di semplificare la ricezioni ai suoi target.
I target che verranno cercati più spessi sono il talentuoso junior tight end Hunter Henry e il senior wide receiver Keon Hatcher. Henry ha le abilità per correre tutti i tipi di tracce, ha mani morbide e se dare un solido contributo nel aprire varchi, indiscutibilmente un TE da seguire anche in ottica Nfl. A questo punto della carriera collegiale deve dimostrare di poter ricevere più dei 37 palloni dello scorso anno, i quali hanno prodotto 513 yards e 2 touchdown. Hatcher ha spesso usato il fisico per creare separazione con 6 palloni portati in end zone, peccato che oltre a lui il reparto non goda di un valido target, a meno che il sophomore Jared Cornelius non faccia notevoli passi avanti.
I principali dubbi sono concentrati in un reparto difensivo che ha fatto un ottimo lavoro contro le corse avversarie, ma che propone una secondaria con alcuni punti interrogativi da risolvere. Nel front seven si sono persi Trey Flowers e Martrell Spaight, due assoluti leader del reparto, tuttavia qui davanti c’è il materiale per poter continuare il lavoro fatto lo scorso anno a partire dal sostituto di Spaight, ovvero Brooks Ellis, linebacker molto duttile che si è dimostrato un eccellente placcatore e con istinti per andare a coprire il campo.
Il junior DE Deatrich Wise Jr. è il nome caldo da seguire per alzare il livello della pass rush dato che lo scorso anno nelle uniche due partite in cui ha avuto seriamente snap consistenti ha prodotto 2 sacks. Il junior DT Taiwan Johnson, 4,5 sacks messi a segno lo scorso anno, rimane il lineman interno più talentuoso insieme al sophomore Bijhon Jackson che può avere le abilità di dare un contributo contro le corse.
Considerazioni ben diverse per le secondarie dove la strong safety senior Rohan Gaines, non un gigante ma che sa colpire bene e con un buon fiuto per il pallone che lo scorso anno gli ha fruttato un pick six contro Ole Miss da ben 100 yards. Il junior CB Jared Collins lo scorso anno ha fatto intravedere un buon rendimento in copertura e in fase di placcaggio, molto probabilmente quest’anno dovrà assumersi carichi ben più impegnativi perché i sophomore Josh Liddell e Henre Toliver hanno fatto intravedere discrete qualità però avranno sicuramente bisogno ancora di tempo prima di essere dei titolari fissi.
La previsione di andare a vincere la Division mi sembra un po’ esagerata, molto probabilmente delle squadre analizzate sino ad ora è quella con l’attacco più promettente in virtù di avere un buon game manager a gestire l’attacco anche se tutto dovrà essere testato. I dubbi principali li desta la difesa, migliorerà ancora andando a risolvere i dubbi legati alle secondarie oppure ci saranno dai piccoli passi indietro? Al momento è difficile da dire, sarei propenso a pensare ad una conferma del reparto anche se una perdita come quella di Flowers potrebbe pesare parecchio specie se i sostituiti indicati non dovessero dare le risposte attese.
La schedule potrebbe essere favorevole ai Razorbacks con tre sfide di avvio stagione gestibili, per poi incontrare il 10 Ottobre i Crimson Tide in casa loro dopo aver fatto visita a Tennessee. La sfida interna con Auburn potrebbe essere una delle più godibili della stagione, così come la trasferta a LSU. Dovessi essere ottimista prevedo che Arkansas migliorerà il record andando ad alzare il record di vittorie a nove anche se un ulteriore sgambetto non è da escludersi.
MISSISSIPPI STATE BULLDOGS
Quando esci da un’annata dove hai chiuso secondo all’interno della tua Division con un record di 6-2, un pallottoliere finale che indica 10 come le vittorie raggiunte inclusa una strepitosa impresa a Baton Rouge, chiaramente siamo di fronte a un’annata speciale, specie se ti chiami Mississippi State. L’imbattibilità per i Bulldogs è durata fino alla sfida contro Alabama del 15 Novembre per poi rovinare tutto con la sconfitta nel derby contro Ole Miss. Fatto sta che lo scorso anno i tifosi del Davis Wade Stadium hanno avuto diverse occasioni per divertirsi.
L’head coach Dan Mullen ha beneficiato del trend negativo intrapreso da LSU e Auburn, senza dimenticare quanto fatto di buono con il materiale a sua disposizione potendo contare sul rientro di ben sedici titolari. Ma il tempo passa per tutti: seppure al momento la cabina di regia rimane saldamente in mano alla star della squadra, il quarterback Dak Prescott, il team dovrà ricominciare senza il leader della difesa Benardrick McKinney, il runner titolare Josh Robinson e ben tre offensive lineman.
Dak Prescott ha giocato un anno da junior sorprendente mettendosi la squadra sulle spalle mostrando indiscutibili qualità di leader e la sua duttilità riuscendo a lanciare 3,449 yards, 27 touchdown, 11 intercetti aggiungendo 14 score via terra, testimoniando che a livello di produttività non ha nulla da invidiare a altri suoi colleghi. I dubbi sono più collegati al suo stile di gioco, le qualità di passatore e una possibile traslazione a Nfl: gioca in una spread offense, sistema che tende a nascondere diversi limiti di letture da parte del QB. Il braccio non manca, il tocco invece si. Rimane il fatto che per il livello di gioco collegiale potrà dire ancora la sua anche se difese esperte e ben organizzate potrebbero metterlo in difficoltà come fece lo scorso anno Ole Miss.
Il punto di forza dell’attacco dovrebbe rimanere l’intesa che Prescott ha in questo tempo sviluppato con un duo di wide receiver davvero interessante: De’Runnya Wilson, 6’5 di altezza, sta mostrando lampi di grande talento divenendo il go to guy della squadra con 680 yards e 9 touchdown portati a casa nel suo anno da sophomore. L’altro junior Fred Ross ha fatto valere la sua velocità e capacità nei ritorni fruttando 5 touchdown con 16.3 yards di media per partita. Da questi due ci si aspetta un ulteriore step in avanti per poter incidere ancora nel passing game, specie se il running game dovesse incontrare qualche inceppamento.
Il RB Ashton Shumpert è l’erede designato di Josh Robinson: corridore potente, eccellente in pass protection, ora dovrà cercare di alzare i suoi numeri anche perché dietro di lui c’è tanta freschezza ma poca esperienza dato che sia Dontavian Lee e Aeris Williams sono dei redshirt freshman. Le incertezze maggiori rimangono in una linea che ritrova solamente due titolari, tra l’altro con l’ex TE Refus Warren che dovrà adattarsi alla posizione di left tackle dopo aver giocato bene a destra. Dovesse questo componente avere dei ritardi nel trovare l’affiatamento corretto, l’intero reparto potrebbe avere delle ripercussioni negative.
In difesa si è deciso di assumere un nuovo defensive coordinator sperando che Manny Diaz possa dare in fretta un effetto positivo contro il passing game che ha reso i Bulldogs la 114° difesa peggiore in questo settore. Il tutto senza perdere quanto fatto di bene precedentemente, ad esempio la difesa in red zone, di gran lunga il settore dove i Bulldogs hanno concesso la più bassa percentuale di TD (64%) a fronte di un’offese che raramente sbaglia(82%).
Il junior DT Chris Jones sarà l’ancora del reparto dopo un positivo anno da sophomore dove ha messo in luce una solida combinazione di run stopping e pass rushing con 3 sacks messi a segno. A dargli una mano è tornato il senior DE Ryan Brown, autore di 39 placcaggi e 3.5 sacks insieme a un interessante A.J Jefferson a occuparsi del lato destro della linea.
Molta fiducia dovrà essere dato alla coppia di linebacker formata da Beniquez Brown, un atleta sontuoso, colpitore deciso che lo scorso anno ha fatto registrare 62 placcaggi(secondo di tutta la squadra) in coppia con Richie Brown, sesto placcatore della squadra lo scorso anno con 50 placcaggi ma con 3 intercetti messi a segno. Ora che il reparto è sotto la loro guida ci si aspetta un deciso incremento dei numeri. Le secondarie si affideranno ancora sul CB senior Taveze Calhoun, un nome poco gettonato a confronto di quello che ha fatto in questi tempi, evolvendo come un solido prototipo del CB moderno a cui piace lo scontro fisico e sa imporsi anche contro le corse.
I Bulldogs hanno bisogno che la loro difesa salga di colpi, non è mai facile specialmente se lo scorso anno hai sofferto parecchio: c’è un anno in più di esperienza specialmente in fondo al campo, c’è un nuovo coordinatore difensivo e ci sono giocatori che potrebbero salire prepotentemente di colpi. Sono molti “se” che ti portano a pensare che il 2015 di Mississippi State sarà diverso da quello visto lo scorso anno, infatti la proiezione attuale delle vittorie totali si aggira attorno alle sette, nove per qualcuno sarebbe già un risultato sorprendente.
E’ una squadra che avrebbe bisogno di qualche partita semplice all’inizio per trovare affiatamento, invece alla seconda giornata ci sarà subito LSU che ci farà capire le possibilità che può avere questa squadra di fare strada in una Sec West che non aspetta altro che vedere un’Auburn o una Lsu tornare su prepotentemente di colpi. Inoltre bisognerà incontrare Auburn, Arkansas e Missouri fuori casa mentre si riceverà Alabama finendo con il derby all’ultima giornata.
TEXAS A&M AGGIES
Il 2014 ha rappresentato per Texas A&M l’inizio di un nuovo capitolo dopo la saga della superstar – che non più star in Nfl sarà – Johnny Manziel, al quale è giusto aggiungere Mike Evans che tra i Pro ha avuto un impatto ben differente. Si pensava che Kenny Hill potesse essere la nuova guida dietro al centro, ma dopo un fantastico inizio ha fatto registrare una serie di prestazioni assai deludenti specie nel numero di turnovers, per tanto il suo posto è stato preso dal freshman Kyle Allen che ha ricambiato con prestazioni positive che hanno contribuito a non rendere il passivo così pesante vincendo il Liberty Bowl contro West Virginia.
Il record finale è stato di 8-5, 3-5 se guardiamo alle sfide divisionali dove le vittorie sono arrivate a spese di South Carolina, Arkansas e Auburn, tre squadre che l’anno scorso hanno avuto le loro difficoltà. Kevin Sumlin inizia il suo quarto anno con 28 vittorie e 11 sconfitte, in più ha strappato John Charvis a LSU per affidargli le sorti di una difesa che lo scorso anno è stata la 102° per yards concesse per partite, andando vicina alla soglia di 450 yards. A contrario l’attacco ha viaggiato a un ritmo di 35 punti per partita(28° in assoluto) e se contiamo il buon numero di titolari che ritornano alle loro posizioni la situazione non può che rendere felici.
Innanzitutto sarà interessante vedere come evolverà la battaglia tra il titolare Kyle Allen e il freshman Kyler Murray, un QB sotto i sei piedi, con un passato nel baseball, delle gambe elettrizzanti e un braccio molto potente. Sembra di averlo già visto da queste parti un personaggio simile! Allen ha però le caratteristiche che in un attacco così talentuoso potrebbero certamente esaltarne le doti di manager e di passatore migliorando i 16 touchdown e le 1,322 yards prodotte all’esordio. Siamo di fronte a un ragazzo col potenziale per poter un giorno affacciarsi al mondo dei professionisti, sicuramente quest’anno sarà una prima conferma se le aspettative potranno essere rispettate.
La nota positiva rimane il ritorno dei tre wide out titolari: il junior Josh Reynolds l’anno scorso è letteralmente esploso con andando a segno ben 13 volte ricevendo 842 yards riuscendo a sfruttare al meglio la sua stazza e dimostrando una buonissima abilità nel correre le tracce. Accanto a lui Speedy Noil ha chiuso il primo anno con 5 touchdown e 583 yards sfruttando tutta la sua velocità che lo rendono un pericolo costante; Ricky Seals-Jones nelle sue prime uscite ufficiali sembrava essere un reincarnazione di Mike Evans, si è dimostrato parecchio grezzo ma la struttura fisica ne fanno un target da red zone molto importante con 5 touchdown messi a segno, tre nelle prime uscite stagionali.
La linea offensiva ritrova tre dei titolari dello scorso anno quindi con le possibilità di riuscire a stabilire in fretta posizioni e trovare affiatamento. Rimane da capire se il right tackle terzo anno Germain Ifedi, da alcuni scout indicato come un possibile giocatore da primo giro, possa avere le capacità per traslare il suo gioco anche a sinistra per garantire sicurezza sul lato cieco dell’attacco. Dietro alla linea il senior Tra Carson è il RB di riferimento insieme al sophomore James White e l’altro senior Brandon Williams, un trio che lo scorso anno ha prodotto 19 touchdown e 1,751 yards.
Le attenzioni maggiori andranno riposte sul lato difensivo: il front seven è l’ago della bilancia tra il potersi migliorare oppure nel confermare le brutte prestazioni dello scorso anno contro il passing game dato che tre titolari saranno sophomore con il solo De’Vante Harris, discreto contro le corse, poco affidabile in copertura, a portare esperienza nel reparto. Un aiuto potrebbe darlo lo JUCO transfer Justin Evans, safety che sa placcare e con ottimi istinti per il pallone, una qualità di cui reparto rimane parecchio sprovvisto contando i soli dodici turnovers forzati lo scorso anno.
Charvis proverà a compensare questa carenza puntando forte sul lavoro fatto dalla sua linea in cui ci sono parecchi nomi titolari: l’end sophomore Myles Garrett ha piazzato il nuovo record di sack per un freshman all’interno della SEC con 11.5, peccato che solo 4.5 sia avvenuti contro avversari di buon livello e non contro le meno note “small school”. Il suo compito sarà quello di essere un fattore anche contro avversari divisionali. A dargli una mano ci saranno il freshman DT Daylon Mack, pezzo pregiato di questo recruiting con un solido rendimento contro le corse, assieme all’altro end Daeshon Hall che nel suo secondo anno al college ha prodotto 4,5 sacks e 29 placcaggi pur essendo membro della rotazione. Shaan Washington è l’unico linebacker con esperienza e non figura neanche come tra i più brillanti della squadra, il lavoro da fare sarà parecchio.
Texas A&M è in una stagione che potrebbe pure definirsi di transizione: il gruppo complessivamente è ancora giovane, c’è possibilità che i tanti sophomore a roster che lo scorso anno hanno fatto intravedere del buon potenziale si sviluppino ancora alzando il livello generale della squadra che al momento è spaccato tra un attacco che sembra avere tutto per recitare una stagione da protagonista a fronte di una difesa che sembra aver bisogno di un po’ di tempo prima di trovare gli incastri corretti.
A queste condizioni è difficile pensare che gli Aggies possano migliorare il loro record: la schedule prevede un esordio difficile contro Arizona State, avversaria da non sottovalutare, però complessivamente permette alla compagnia texana di affrontare team come Alabama, Auburn, Miss. State e South Carolina tra le mura amiche del Kyle Field, lasciando fuori le trasferte in Arkansas, Ole Miss e Lsu. Non proprio una combinazione malvagia, ci sono buone possibilità che Texas A&M possa rivelarsi una sfida antipatica pure per le più forti.
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