Ormai coach Mark Dantonio ci ha preso gusto, e dopo aver centrato la storica vittoria nel Rose Bowl lo scorso anno, ha bissato con un altro prestigioso trofeo, il Cotton Bowl, aggiunto in bacheca dopo la win ottenuta in extremis su Baylor, grazie ad un quarto finale poco adatto ai deboli di cuore, che ha gettato nello sconforto più totale Art Briles e soci, costretti a fare i conti con un’altra cocente sconfitta, a distanza di dodici mesi da quella patita con Central Florida nel Fiesta Bowl della passata stagione.
E pensare che, solo diciannove minuti prima, l’esito del match sembrava ormai essere già stato scritto, con i Bears scappati via su un, apparentemente, tranquillo più 20, ottenuto successivamente a quella che si può definire la meta più bella della serata, messa a segno da un ragazzino di circa 176 chilogrammi che riponde al nome, e cognome, di Laquan McGowan, di professione guardia offensiva, calatosi per l’occasione nel ruolo di ricevitore aggiunto o, se meglio vogliamo, di tight end, decisamente atipico.
A vederlo segnare i ricordi sono volati velocemente ad una celebre frase pronunciata dal mitico John Madden in un film di qualche annetto fa, con protagonista Keanu Reeves, dal titolo Le Riserve, in inglese The Replacements, quando, in un duetto con l’altrettanto celebre Pat Summerall, commenta “Io adoro vedere un ciccione che segna!”, e incalzato dal collega di telecronaca che gli chiede il perchè, risponde “Beh, perchè poi hai un ciccione che sbatte la palla per terra ed un ciccione che balla”.
McGowan, ovviamente, non ha fatto nulla di tutto questo, però è stato festeggiato ampiamente da tutti i compagni, e da un incredulo Bryce Petty, che ancora una volta fallisce l’appuntamento con la partita più importante della stagione ma, manco a dirlo, setta il nuovo record di passing yards, 550 in 36 passaggi completati su 51, del Cotton Bowl.
Match aperto da un drive dirompente degli Spartans, che in sei giochi bruciano il terreno che li separa dall’endzone avversaria e vanno a segno con una corsa, da 2 yds, di Kendall Langford; il tempo di riconsegnare la palla ai Bears, e la up-tempo offense di Briles comincia a dare i suoi frutti, trovando il TD del momentaneo pareggio con un big play di K.D. Cannon, abile a ricevere il passaggio in profondità, 49 yards, del proprio quarterback.
Botta e risposta, tra le due compagini, che prosegue senza sosta nel primo quarto, con ancora Michigan State che torna a condurre grazie ad una run, da 11 yds, di R.J. Shelton, pareggiata con qualche minuto di ritardo da Baylor, con un trick play che coinvolge Petty e i ricevitori Jay Lee e Corey Coleman; i due, in coppia, impattano nuovamente il parziale, con il primo che, ricevuta l’ovale dal QB, la fa volare, per 53 yards, fin nelle mani del secondo, nel frattempo scivolato alle spalle delle secondarie avversarie.
Colpiti nell’orgoglio, anche gli Spartans aprono il libro dei trucchi, e provano a sorprendere i texani su un quarto down, facendo correre, a sorpresa, il punter Michael Giger, fermato a 4 yds dalla catena del nuovo first and ten; tentativo fallito e football in mano ai Bears, che con la solità rapidità risalgono il campo e passano per la prima volta in vantaggio, con una corsa personale, da 1 yard, di Bryce Petty.
Sempre il senior quarterback, dopo un buon lavoro della difesa allenata da Phil Bennett, riporta il suo attacco in zona calda per ampliare il divario, ma il reparto opposto, coordinato per l’ultima volta da Pat Narduzzi, chiude gli spazi, e Baylor questa volta è costretta ad accontentarsi di un semplice field goal, trasformato da una distanza di 25 yds da Chris Callahan.
Dominio Bears che continua anche dopo l’intervallo, in un terzo quarto inaugurato da un fulmineo drive orchestrato dal solito Petty, che per la seconda volta nella serata, lancia Cannon in endzone, servendolo con una bomba che lo trova liberissimo nel back-end avversario, per una meta su ricezione da 74 yards totali.
Imbrigliata, Michigan State non riesce a trovare sbocchi, ed è costretta nuovamente a puntare, subendo un nuovo calcio da parte del kicker avversario, che dimostra di avere una buonissima gamba centrando i pali da 46 yds di distanza, al termine di una serie che anticipa, di pochissimo, la seconda realizzazione del match di Langford, che insiste fino ad aprirsi lo spazio necessario a depositare l’ovale in area di meta, con una corsa da 2 yards.
Nel drive successivo, la già citata segnatura di McGowan, cercato e trovato dal numero 14, con un passaggio da 18 yds, alla quale seguono un paio di possessi inconcludenti, con Baylor che, addirittura, non riesce a sfruttare l’intercetto messo a segno da Alfred Pullum ai danni di Connor Cook, 24 su 42 per 314 yards a fine partita.
Situazione che si ripete anche nella prima parte dell’ultimo quarto, quello decisivo, quando, successivamente ad un lancio vincente, da 8 yds, dello stesso quarterback per le mani del TE Josiah Price, gli Spartans optano per un onside kick, recuperano il pallone, ma dopo appena due giochi lo riconsegnano ai Bears, che lo intercettano con il linebacker Taylor Young, uno dei migliori elementi del reparto difensivo.
Ancora una volta, però, l’università di Waco non riesce a cogliere l’occasione per distanziare ulteriormente MSU, pronta a farsi nuovamente sotto con la terza meta personale, run da 1 yard, di Langford, che si appresta a concludere una serata straordinaria con 162 yds conquistate in 27 portate.
La segnatura del senior runningback da Wayne, Michigan, riaccende la speranza tra le fila del college di East Lansing, che ormai a soli 6 punti di distanza dagl’avversari, vede, sempre più concreta, la possibilità di completare una rimonta storica, diventata ancora più realizzabile qualche minuto più tardi, quando R.J. Williamson blocca il field goal calciato da Callahan, mantenendo invariato il parziale.
Nell’azione, botta spaventosa rifilata allo stesso kicker da Tony Lippett, che dopo la solita partita di grande abnegazione e sacrificio, equamente suddiviso tra attacco e difesa, si concede un blocco da quint’essenza del football, che ha come risultato quello di lasciare l’avversario a terra, letteralmente stordito.
Per fortuna sua, e dello specialista dei Bears, che a fine match avviserà, via twitter, parenti, amici, e spettatori, della sua integrità fisica, l’impatto, seppur violento, non causa alcuna conseguenza, se non quella di indirizzare, ulteriormente, l’inerzia della partita verso Michigan State, che nella serie immediatamente successiva, trova il touchdown del sorpasso.
A realizzarlo, ad appena 17 secondi dalla fine delle ostilità, Keith Mumphery, su un passaggio da 10 yards di Cook che, di fatto, chiude ogni discorso; rientrata in possesso dell’ovale, Baylor infatti sbatterà contro il muro eretto dalla difesa di MSU, che si concede anche il lusso di pizzicare Petty, con il LB Riley Bullough, nel suo ultimo gioco offensivo della nottata.
Giocata che lancia i titoli di coda del match, vinto per un solo punto, 42 a 41, dal team allenato da coach Dantonio, che aggiunge un’altra vittoria di prestigio alla sua gloriosa carriera, nonchè un riconoscimento al grandissimo lavoro svolto per l’università di East Lansing, che prosegue sull’ottima strada tracciata negl’ultimi anni, diventando una candidata sempre più credibile per i College Football Playoffs del prossimo anno.
Per Briles e i Bears, invece, altra partita persa su cui rimuginare, decisamente più difficile da mandar giù rispetto a quelle del passato visto che hanno avuto più di un’occasione per scrivere la parola fine sulla sfida con, addirittura, un quarto d’anticipo; scuro in volto l’allenatore dei texani in sala stampa, dove ha ammesso un certo imbarazzo nell’aver subito una sconfitta molto simile a quella, con TCU, che li ha probabilmente estromessi dal novero delle quattro papabili finaliste.
Di umore diametralmente opposto il suo collega che, raggiante, alla fine di una magica notte in tinta Spartans, ha ammesso “Sapevo che il nostro attacco poteva segnare, sapevo che potevamo spostare abilmente il pallone ed avanzare, sapevo anche che avremmo avuto la possibilità di ribaltare il punteggio in nostro favore, bastava avere pazienza e riuscire a rallentare la offense avversaria; ebbene, l’abbiamo avuta, non ci siamo fatti prendere dal panico, abbiamo riordinato le idee e continuato a giocare. Abbiamo ottenuto una grande vittoria, che ci darà certamente una spinta verso l’alto per il prossimo futuro.”
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…