Nella memoria di un tifoso di Alabama lo schiaffo ricevuto in faccia dalla stagione 2013 è stato troppo forte per essere brevemente dimenticato. Quando sai di partite favorito è sempre difficile reggere le aspettative, specie se chiamato a confermarti al vertice del Ranking e campione del National Championship per la terza volta consecutiva dopo aver sconfitto negli anni precedenti LSU e Notre Dame. E’ mancato poco per riuscirci di nuovo, purtroppo nel Iron Bowl il piede di Adam Griffith fu poco preciso e l’ultimo field goal sbagliato cadde nelle mani di Chris Davis di Auburn: il rapido back dei Tigers approfittò dalla presenza di soli offensive lineman sul terreno per segnare un touchdown da 109 yards con cui sancì l’eliminazione dei Tide e l’accesso per Auburn al National Championship.
La stagione si chiuse con la sconfitta al Sugar Bowl per mano di Oklahoma, da li partirono le voci di chi vuole Nick Saban lontano da Tuscaloosa per la panchina di Texas University. L’interesse era alto come l’offerta, ma poi uno dei migliori head coach del college football fece passo indietro, tenendo fede alla sua squadra rimettendosi in sella per affrontare sempre coi suoi Tide la prima stagione dell’epoca play off.
Sembra strano dirlo ma all’inizio Alabama non era la favorita per la vittoria finale neppure all’interno della Sec: Auburn presentava gran parte del gruppo andato in finale l’anno prima mentre Florida State vantava dalla star del momento, Jameis Winston, autentico trascinatore nel suo primo anno alla guida dei Seminoles. Se vogliamo essere sinceri, con un bagno di umiltà, si deve ammettere che il roster 2013 di Alabama era sopravvalutato, invece, quello accorpato da Saban per la stagione in corso leggermente migliore con il ritorno di diversi titolari ma annerito dalla mancanza di un quarterback di esperienza.
L’esordio contro West Virginia e le successive tre partite sembrano dare risultati positivi specie contro Florida: poi nella prima di Ottobre si cade contro Ole Miss, squadra arcigna, fisica, con una difesa che contiene lo spaventoso attacco dei Tide e riuscendo a marcare più punti. Sembra che li tutto dovesse finire, probabilmente Bama non era al livello dei fasti scorsi ma da quella partita i ragazzi di Tuscaloosa non hanno più sbagliato un colpo.
Dopo una sofferta vittoria contro Arkansas, finalmente fuoriesce tutto il sapere offensivo di Lane Kiffin: l’ex head coach di Usc prende sottobraccio il quarterback Blake Sims, una rivelazione della sua stagione per i risultati raggiunti al suo primo anno da starting QB e il lavoro fatto fuori dal campo. Le cifre parlano chiaro, 3,250 yards lanciate con 26 touchdown e 7 intercetti, ma ciò che più conta è l’efficienza offensiva che Sims è riuscito a dare a questi Tide, sfruttando al meglio il dirompente lavoro fatto dal running game per colpire in profondità dove un signore che in Nfl stanno già aspettando a braccia aperte ha letteralmente dominato qualsiasi avversario.
Amari Cooper ha ricevuto 115 palloni tramutandoli in 1,656 yards e ben 14 touchdown, ha espresso chiare doti di playmaker e sangue freddo nei momenti in cui era necessario muovere la catena. Con lui è definitivamente esploso il sophomore Derrick Henry, un running back potente, fisico a cui piace la sfida e che come back del più elegante T.J Yeldon ha comunque prodotto 895 yards e 10 touchdown, lo stesso numero messo assieme dal suo compagno di reparto, quest’anno meno impiegato rispetto all’anno scorso ma pur sempre decisivo nei momenti importanti. Loro due hanno semplificato parecchio il lavoro del passing game sfruttando il lavoro fatto da una linea ancora una volta tra le top della nazione.
Infatti la linea offensiva ha concesso solamente 13 sacks agli avversari, inoltre ha portato il running game ad essere la diciassettesima produzione in tutta la nazione(202 yards di media a partita) simbolo di coronamento di un attacco a tratti dominante. Il centro junior Ryan Kelly ha guidato i suoi in modo egregio con il senior Austin Shepherd sul lato destro, invece, tra le notizie più importanti, è stato impressionante come il freshman cinque stelle Cam Robinson, un furto ai danni di Lsu nella scorsa primavera, abbia sorvegliato il lato cieco di Sims; per lui si prospetta un roseo avvenire pure tra i Pro.
Si è parlato bene dell’attacco, forse ora bisogna dare maggiori meriti a una difesa che rispetto al 2013 ha fatto sontuosi passi avanti specie nelle secondarie facendo segnare agli avversari solo 16 punti a partita, cifra di gran lunga inferiore se consideriamo i 37 segnati dall’attacco. Specie si è vista la crescita degli ultimi recruiting, tipo la presenza di A’Shawn Robinson nel contrastare le corse insieme a Jonathan Allen, l’esperienza di Trey DePriest a guidare il reparto linebacker insieme a Reggie Ragland mentre in profondità Landon Collins ha terrorizzato parecchi avversari con dei colpi precisi e potenti oltre a mostrare una buona abilità di coverage traslabile in Nfl. Da sottolineare come i defensive back siano per la maggior parte sophomore, probabilmente il loro ritorno il prossimo anno permetterà a Saban di sopperire alla partenza di Collins e migliorare ulteriormente il reparto.
Contro Ohio State quali sono i possibili match up chiave? Molto passa dai due attacchi: Ohio State segna tanto (circa 45 punti di media a partita) però in una Conference non al livello della Sec di quest’anno dove davvero c’è stato bisogno di grande impegno per ottenere i numeri dei Crimson Tide. Un punto a favore di Saban potrebbe essere la run defense, arcigna come poche, chiamata a contenere un RB da grandi numeri come Ezekiel Elliott(11 TD e 6.5 yards a portata), mattone importante dell’attacco Buckeyes che se dovesse scontarsi contro il muro avversario metterebbe in seria difficoltà il suo attacco. Sempre in difesa Bama dovrà cercare di limitare il più possibile il senior WR avversario Devin Smith, giocatore a cui piace accendersi nelle sfide importanti – vedi i tre touchdown contro Wisconsin – che potrebbe creare qualche grattacapo agli avversari.
Un altro punto a favore di Bama è il passing game, probabilmente la chiave di volta della partita. Ohio State ha un front seven duro, fisico, che forza tanto e porta tanta pressione: se la linea offensiva dovesse offrire lo stesso rendimento fatto in stagione, Sims avrebbe il tempo per innescare Cooper allungando il campo di conseguenza avere la possibilità di attaccare con efficacia via terra. L’accuratezza di Sims e la mente offensiva di Kiffin sembrano essere gli ingredienti giusti per la vittoria, in difesa bisognerà togliere respiro al giovane Cardale Jones, ragazzo a cui difficilmente verrà chiesto di giocare read option, uno schema che Bama può subire ma per contro l’assenza di T.J Barrett diminuirà il suo impiego.
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