Se scorriamo velocemente la successione di quanto accaduto a Tuscaloosa dalla sconfitta nell’Iron Bowl contro Auburn all’ultimo Sec Championship, ci si rende conto di quanto alcuni programmi collegiali si distinguano per la loro capacità di riconfermarsi immediatamente dopo una delusione tale in cui tutti li aspettavano nuovamente li in fondo a giocarsi il titolo nazionale.
Alabama è l’esempio di come possano passare gli anni, i giocatori eppure il risultato non cambi: si vince, si vince e ancora si vince. Nick Saban è stato corteggiato a lungo da Texas nel corso della off season dello scorso anno, un programma ansioso di rivalsa che lo avrebbe coperto di soldi oltre a proporgli una fucina di talenti liceali di primo livello; invece Saban ha detto di “no” portando a casa l’ennesimo sontuoso recruiting e rilanciando la squadra dopo lo schiaffo preso in faccia da parte di Oklahoma nello Sugar Bowl.
C’erano dubbi su come sarebbe andata a finire questa stagione dei Crimson Tide perché la squadra ai nastri di partenza aveva tutto tranne che un quarterback, o meglio, i nomi c’erano ma effettivamente non vi era nessuno con l’esperienza necessaria per guidare la squadra. Un motivo per cui Auburn sembrava la favorita della Sec West, la parte di tabellone più focosa per via dei ottimi programmi in forte ascesa come Texas A&M, Mississippi State ma pure la crescita della gloriosa Ole Miss.
Saban ha fatto due mosse: ha chiamato a se Lane Kiffin come offensive coordinator, una mossa astuta per dare fiducia a un giovane coach, mente offensiva di primo livello con voglia di rifarsi dopo la debacle avuta nella sua esperienza a USC nei panni di head coach. La seconda è stata quella di portarsi via da Florida State il junior redshirt Jake Coker , chiuso dalla presenza di Winston, per cercare di instaurare competizione all’interno del ruolo facendo partire Blake Sims come titolare e Coker alle sue spalle.
Dopo un avvio a rallentatore dove effettivamente si vedeva la mancanza di un quarterback capace di far girare al meglio la miriade di talento offensivo a disposizione di Kiffin, Sims ha inserito le marce alte riuscendo a sfruttare tutto l’arsenale offensivo dei Crimson Tide; a termine del Sec Championship vinto contro Missouri, Saban ha ammesso: “non ho mai visto un giocatore lavorare così duro” rendendo l’idea di come il successo di un programma dipenda anche dalle motivazioni che riescono arrivare direttamente ai giocatori.
Nella vittoria al Georgia Dome si è visto tutto quello che sono i Crimson Tide 2014: il lavoro fatto nei ultimi recruiting si è finalmente visto, specie a livello difensivo, dove le secondarie sono notevolmente cresciute presentando un gruppo meglio amalgamato rispetto a quello dello scorso anno, grazie alle prestazioni di Landon Collins, autore di un’annata sontuosa e fresco candidato a una pick nella Top 20 del prossimo anno. Inoltre Saban è riuscito a mettere in sesto fin da subito una linea offensiva efficiente appoggiandosi a giocatori esperti e lasciando al freshman cinque stelle Cam Robinson, un furto dell’ultimo recruiting, il lato cieco protetto con risultati sbalorditivi.
La vittoria per 42 a 13 contro Missouri ha espresso il meglio del potenziale offensivo dell’attacco: Kiffin ha dato una dimensione nel passing game indifferente rispetto agli scorsi anni, non a caso Amari Cooper, wide receiver che in Nfl stanno aspettando in molti, ha stabilito il record di ricezioni della Sec in un singolo anno(115) oltre a portare in cascina la bellezza di 1,656 yards e 14 touchdown. Ciò è stato permesso anche dalla continuità offerta dal solito dirompente running game guidato da T.J Yeldon e Derrick Henry, sophomore esploso in tutti i sensi quest’anno con 10 rush touchdown offrendo un giocatore più potente rispetto a Yeldon, autore anche egli di una stagione solidissima con 11 score personali seppur con minor impiego rispetto al suo secondo anno al college.
Missouri ha potuto fare poco contro questo attacco perché per battere i Tide, come dimostrato da Ole Miss, bisogna innanzitutto puntare a batterli in difesa perché l’idea di segnare più punti di loro diviene impensabile in quanto ha raramente pagato nella storia recente; poi ci vuole una sontuosa prova del proprio attacco, aspetto completamente mancato in finale perché i vari Russell Hansbrough, Maty Mauk e Jimmie Hunt sono riusciti a fare poco avendo avuto per soli 23 minuti il controllo del pallone.
Inoltre, per testimoniare la superiorità proveniente dalla side line, Kiffin ha presentato un piano partita eccezionale, accorciando il campo alla forte difesa dei Tigers con corse e passaggi sul medio/corto, salvo poi colpire nel profondo coi vari DeAndrew White e Christion Jones. Sims si è trovato a suo agio, sbagliando pochi passaggi e attaccando con la palla in mano le volte giuste per creare scompiglio e incertezze a una difesa comunque tra le più apprezzabili del panorama Sec.
Alla fine di tutto Alabama si è guadagnata il primo posto del Ranking nella nuova era dei play off: a Gennaio dovrà affrontare Ohio State, se vogliamo una formazione entrata anche grazie alla fantastica prestazione fatta nella finale della Big Ten contro Wisconsin. Certamente Saban vorrà continuare lo splendido lavoro fatto quest’anno guadagnandosi il primo titolo in assoluto dei play off, per farlo dovrà battere Ohio State e la vincente tra Oregon di Mariota e i campioni di Florida State guidati da un Winston spesso criticato, ma che nei momenti caldi non ha mai sbagliato niente.
Spendendo due parole su Missouri: merito al gruppo guidato da Gary Pinkel, capace di vincere in due anni la parte East del tabellone grazie al gruppo esperto che ha guidato l’attacco, mentre la giovane difesa si è guadagnata il rispetto dei vari avversari grazie alla notevole aggressività, spesso non la soluzione giusta ma che comunque li ha tenuti spesso in partita. Li premia il record di Conference dove l’unico appuntamento sbagliato è stato con Georgia dopo aver battuto i Gamecocks fuori casa. La sensazione è che siano riusciti ad approfittare dei vari momenti negativi e della scarsa continuità delle dirette rivali riuscendo così a innescare le vittorie fondamentali per tenersi in testa alla Division. Strada ce ne è ancora molta da fare, eppure sembrano poter presto diventare una presenza fissa ai piani alti della Sec.
Alabama si conferma, ha avuto la meglio sulle dirette rivali e la superiorità della Conference l’ha premiata quando c’è stato bisogno di stabilire il Ranking. La vittoria al Sec Championship è solo un primo passo di questa stagione, la verità è che a Tuscaloosa vogliono solo una cosa: diventare i primi della nuova era play off. Non sarà semplice, ma oggi come oggi sono a un livello che poche altre squadre hanno raggiunto con questa continuità.
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