Annichiliti. Umiliati. Distrutti. Asfaltati. Cancellati. Si può prendere qualsiasi di queste parole (così come un sacco di loro sinonimi) per descrivere quanto hanno subito i Wisconsin Badgers nel Championship Game della Big 10 dai Buckeyes di Ohio State: 59-0 il risultato della partita è tanto ampio quanto inaspettato e porta alla squadra allenata da Urban Meyer il trentacinquesimo titolo di Big Ten ma, come vedremo più avanti, non solo.
Ohio State si presentava alla sfida reduce da una settimana molto difficile: prima la morte del DL Kosta Karageorge, probabilmente per suicidio, e poi la perdita del QB J.T. Barrett, vera e propria forza motrice dell’attacco nelle dodici partite di regular season, fermo per la rottura di una caviglia nella sfida contro Michigan. A sostituire il titolare era stato chiamato Cardale Jones, un sophomore alla prima partenza in carriera, il quale ad inizio anno era il terzo QB della squadra, dato che era dietro a Braxton Miller, starter designato per la stagione ma infortunatosi prima dell’inizio delle partite.
Wisconsin, dal canto suo, aveva conquistato l’accesso al Championship solamente sette giorni prima, sconfiggendo Minnesota in uno scontro diretto, ed a causa del citato infortunio del QB avversario era data come favorita per la vittoria, seppure per un margine risicato, di circa 3-4 punti. Il gioco dei Badgers puntava molto sulle corse, soprattutto per la presenza di Melvin Gordon, il miglior RB della nazione con più di 2200 yards corse in stagione.
Di una partita finita con un punteggio così ampio è difficile fare una cronaca: dopo nemmeno due minuti di gara Jones già dimostra di non temere la pressione dell’esordio e dell’importanza della gara, completando, nel suo primo drive, tre passaggi su tre tentativi e trovando il WR Devin Smith per il primo TD della serata. Ohio State inoltre dimostra di aver preparato una partita perfetta sulle corse, limitando Gordon ad azioni molto brevi, portando pressione sulla linea offensiva dei Badgers e forzando molta pressione anche sul QB dei Badgers, Joel Stave, che non riesce a far superare la metà campo ai suoi per tutto il primo quarto. Per contro, i Badgers rincarano la dose con il RB Ezekiel Elliott, che con una corsa centrale da 81 yards porta il risultato sul 14-0. Il primo intercetto della serata di Stave, Wisconsin che non riesce a superare la metà campo se non a sei secondi dalla fine del secondo quarto, il fumble recuperato e riportato in TD dal LB di Ohio State Joey Bosa e le prestazioni di Elliott e Jones mettono la parola fine alla sfida già dopo 30 minuti di gioco, sul simpatico punteggio di 38-0. Il secondo tempo è fondamentalmente una copia del primo, con la sola differenza che l’attacco di Ohio State diventa leggermente più conservativo, mentre Wisconsin incappa in altri errori ed imprecisioni: il risultato finale è quindi di 59-0.
Pur rispettando le prestazioni del RB Ezekiel Elliott (20 portate per 220 yards e 2 TD) e del WR Devin Smith (4 ricezioni per 137 yards e 3 TD), è stato Cardale Jones ad essere nominato MVP della partita: per lui 12 passaggi completati su 17 tentativi per 257 yards e 3 TD, ma soprattutto una partita giocata in modo stupendo considerata la limitatissima esperienza che poteva vantare. E sarà interessante vedere la prossima stagione, quando sia Jones che Barrett saranno sani ed in lotta per un posto, magari (anche se poco probabile) con la variabile Braxton Miller che almeno in teoria ha ancora un anno di eleggibilità al college.
Wisconsin invece si lecca pesantemente le ferite dopo una sconfitta di questo tipo: i Badgers non subivano uno shutout, una sconfitta senza punti segnati, dal 1997 (contro la Syracuse di Donovan McNabb, 34-0), ed una sconfitta di tale entità dal 1979, avversaria Ohio State, risultato 59-0. La problematica principale è stata senza dubbio la mancanza del running game: le 71 yards ottenute in questo fondamentale sono ovviamente la peggior prestazione stagionale per un reparto che aveva prodotto almeno 260 yards in 10 delle 12 partite giocate. Il coaching staff è però stato incapace di trovare un’alternativa a questa falla, proponendo un gioco su passaggi scialbo e non ben guidato da Stave, che infatti ha chiuso con 17/43 per 187 yards e 3 intercetti. E con quattro turnover a carico ed una impressionante serie di 3 & out la difesa passa troppo tempo in campo e sulla lunga subisce il gioco avversario.
“E’ fuori di dubbio che siamo una delle quattro squadre più forti di America” diceva Urban Meyer intervistato nel dopo partita ed il comitato per i playoff ha confermato le sue parole, introducendo Ohio state nel novero delle magnifiche quattro che si giocheranno il titolo nazionale, forse anche cogliendo la palla al balzo e togliendosi il fastidio di scegliere una delle due squadre di Big 12 che hanno concluso la stagione a pari merito. I Buckeyes affronteranno, essendo alla numero 4 del ranking, la capolista Alabama, al momento la miglior squadra della nazione. La partita sembra essere abbastanza chiusa però le violenze perpetrate a quella che era la seconda difesa a livello FBS lascia ancora aperto qualche spiraglio.
Ovviamente anche Wisconsin ha guadagnato l’accesso ad un Bowl, che si giocherà lo stesso giorno della semifinale di Ohio State, ed affronterà Auburn, altra università dal grande blasone, campione nazionale nel 2010 ma che ha passato una stagione non stupenda, chiusa con un record di 8-4.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte
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