West Virginia 

ok stateI Mountaineers sono “on a roll”, ovvero in un momento di forma strepitoso che consente loro una continuità di risultati inaspettata per un livello competitivo come quello della Big XII. L’attacco, in particolar modo, è il reparto che gli avversari proprio non riescono a fermare, molto prolifico per punti e yards accumulate, ma anche pieno di risorse nonostante la presenza di uno dei migliori ricevitori della nazione, Kevin White. Quando una squadra presenta a roster una superstar del genere – per molti non lo è, ma con la stagione che sta facendo si può parlare di Heisman senza incorrere in eresie – il rischio è sempre quello di vedersi ingabbiare l’intero attacco da un gameplan studiato apposta sulla propria arma principale, ma West Virginia ha evitato che questo accadesse raccogliendo un altro largo successo dentro alla conference, questa volta contro Oklahoma State. White è stato tenuto ad un season low di 27 yards ricevute interrompendo la sua striscia di 7 gare consecutive sopra le 100 yards, e questo non ha certo impedito ai ragazzi di Dana Holgorsen di accumulare 448 yards di total offense. I motivi? Il solito Clint Trickett che quando va in ritmo diventa un quarterback troppo preciso per essere facilmente fermato, ma soprattutto un ottimale equilibrio tra passaggi e corse, con il backup running back Wendell Smallwood capace di racimolare 5.4 yards a portata approfittando della grande concentrazione difensiva su White. Oltre a ciò, è stato importantissimo il passo avanti fatto da Mario Alford, non certo il ricevitore primario di squadra, che nel momento del bisogno, con White cancellato dal campo, ha collezionato prese per 136 yards ed una meta. Dopo la prima sconfitta di conference i Mountaineers sono in striscia vincente da quattro gare, e restano appiccicati a Kansas State, che è una partita avanti e si trova in vetta.

Matthew McCrane, K, Kansas State

L’episodio che contraddistingue fino a questo momento l’annata di Kansas State è sicuramente rappresentato dalla sconfitta contro Auburn, senza la quale i Wildcats sarebbero certamente nel quadro playoffs collegiale, una battuta d’arresto amara, perché causata dagli errori del kicker Jack Cantele. Da quel momento in poi il mitico coach Bill Snyder ha affidato il ruolo all’inesperto Matthew McCrane, che non si è fatto intimidire dalla chiamata alla responsabilità e finora ha infilato con successo tutti i tentativi in cui è stato chiamato in causa, rispondendo molto bene ad una situazione di estrema pressione. Sabato scorso contro Texas i Wildcats hanno prodotto molto bene a livello offensivo ma non bene come di consueto, fermandosi nelle ultime 20 yards, fatto che ha costretto McCrane a vedere il campo molto spesso mettendo punti importantissimi in un primo tempo molto combattuto nonostante i Longhorns non abbiano segnato. Il giovane kicker ha segnato calci di 19, 30 e 38 yards davanti al pubblico amico, dimostrando che qualora si ripresentasse l’occasione di giocare una gara molto vicina nel punteggio, potrà essere un’arma offensiva affidabile anche nei momenti chiave.

Trevone Boykin, QB, Texas Christian

Trevone-BoykinDimenticatevi “la casa che Andy (Dalton) costruì”, fatta di un buon gioco di corse, molte letture in option ed una difesa a dir poco granitica. Il nuovo volto offensivo degli Horned Frogs è tutto aereo, e fa invidia a chi, come Mike Leach e Dana Holgorsen, fa della Air Raid Offense il suo credo da professare. Per leggere il tabellino completo delle segnature su internet sappiate che dovrete scrollare il mouse verso il basso in continuazione, impossibile farcele stare tutte su un paio di pagine. Contro la malcapitata Texas Tech sono arrivati 82 punti, record d’ateneo, 785 yards di total offense e touchdowns come se piovesse. Il protagonista principale di questi fuochi d’artificio è stato indubbiamente il quarterback Trevone Boykin, che per la seconda settimana consecutiva ha ritoccato l’asticella del proprio massimo in carriera arrivando a 433 yards su lancio, conditi da ben 7 passaggi da touchdown, tre dei quali superiori alle 50 yards, una dimostrazione di padronanza del sistema addirittura imbarazzante (per gli avversari). Come coach Gary Patterson ci insegna, a volte è necessario modificare le proprie strategie offensive e affidare ai giusti coordinatori le decisioni di reparto, lasciando che le idee si adattino alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, e non il contrario. Questo completo mutamento offensivo sta producendo due effetti positivi per TCU: il ritorno nel football collegiale che conta in brevissimo tempo dopo i tempi dorati dell’era Dalton, e la dimostrazione definitiva che questa squadra ha capito come si gioca nella Big XII ed è ora pronta a dare l’assalto ai piani alti.

WORST

Texas Longhorns offensive line

olL’ultima volta che i Longhorns non avevano segnato nessun punto era stato nell’ottobre del 2004, nella Red River Rivalry contro Oklahoma. Il bis è pervenuto sabato scorso a casa di Kansas State, dove l’attacco si è spesso tirato la zappa sui piedi da solo riuscendo ad arrivare in zona di segnatura solamente due volte in tutta la partita. Tyrone Swoopes non ha giocato certo bene, anche se le cifre non dicono tutta la verità: solo 4.2 yards di media per completo e 106 misere yards su lancio non sono un granché, d’accordo, però il ragazzo ha dimostrato di aver digerito abbastanza bene il playbook offensivo, ed i suoi frequenti crolli sotto pressione sono una diretta conseguenza di ciò che la sua linea gli ha concesso. Il fronte offensivo, che ha subito infortuni e sospensioni di genere assortito, non schiera tutti i titolari previsti ad inizio stagione ma si sta rivelando un vero e proprio disastro, a volte Swoopes non ha potuto nemmeno attendere lo sviluppo del gioco ritrovandosi a terra immediatamente, quando in altri momenti aveva invece mostrato dei lanci interessanti, scagliati in posti precisi dove solo il ricevitore poteva arrivare. A causa dei cinque davanti le due occasioni per segnare sono state vanificate, nella prima circostanza si sono fatti fischiare un holding offensivo, mentre nel secondo caso un sack subito da Swoopes in posizione da field goal ha arretrato in maniera esagerata la successiva linea di scrimmage, costringendo Strong a mandare in campo il punting team. Tutto questo una settimana dopo aver messo a tabellone 524 yards di total offense (a carico di Iowa State) contro le 196 di sabato…

Texas Tech

Mamma mia. Questa è l’unica cosa che viene da dire osservando gli 82 punti subiti, secondo miglior risultato di sempre per un attacco targato Big XII. Primo problema: l’attacco in questione non era quello dei Red Raiders ma quello di TCU. Secondo problema: il record è difatti ancora appartenente ad Oklahoma State, che nel 2012 arrivò a quota 84, mentre scorrendo il tabellino appena più in basso si trova anche Texas Tech medesima, con 80 punti a referto nella stagione 2005. La differenza? Una sola, ovvero che le avversarie erano rispettivamente state Savannah State e Sam Houston State, non esattamente due appartenenti alla Big XII…I Red Raiders sono ora 1-4 internamente alla conference ed attendono solo che questa sofferenza di campionato sia arrivata al termine, con al passivo altre 785 yards di total offense e 4 turnovers, un disastro che definire totale forse non rende ancora bene l’idea.

 

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