TOP
– Marshall Thundering Herd
Con la vittoria per 56-14 Marshall rimane l’unica squadra imbattuta nella Conference USA e rimane, suo malgrado, l’unica squadra imbattuta di tutto il sistema FBS a non essere rankata nella top 25. Sicuramente si può sindacare che le avversarie affrontate fin qui dall’università della West Virginia non siano state di primissimo livello ma è altrettanto vero che lo scarto minimo con cui Marshall ha vinto è stato di 15 punti (contro Miami-OH all’esordio) e che la media di punti realizzati finora, 47.6, li pone al quarto posto della nazione.
Tutto ciò è merito di un attacco spettacolare e iper-produttivo, primo nella nazione per yards totalizzate per partita (596), meglio ancora delle varie Washington State, East Carolina e compagnia cantante.
Tutto questo è diretto ottimamente da Rakeem Cato, QB dual-threat che però in questa stagione sta riuscendo a migliorare quanto già fatto nel 2013, aiutato anche da un RB come Devon Johnson, già 680 yards e 8 TD in stagione, da un gruppo di ricevitori molto solido seppur senza una stella chiara ed una difesa che concede pochi punti e completa il quadro generale. Grazie ad un calendario ancora favorevole e ad una conference non molto competitiva non è difficile pronosticare tante altre vittorie, anche se le prossime due sfide, contro Middle Tennessee e Florida International, saranno le più impegnative.
– Air Force Falcons
Se già la vittoria contro Boise State la scorsa settimana aveva portato i Falcons ad una nuova ribalta nazionale, la vittoria contro Navy e contro la nemesi Reynolds ha portato i Falcons ad un record di 4-1 e alla leadership nel Commander In Chief’s Trophy, la competizione che vede affrontarsi in ogni stagione dal 1972 le rappresentanti di esercito (Army), marina (Navy) e aeronautica (Air Force) e che i Falcons hanno già vinto 18 volte (Navy 14 e Army 6). Lo schema di base è ovviamente sempre la triple option, e quindi tanta corsa, ma la filosofia dell’HC Troy Calhoun porta un numero maggiore di giochi di passaggio, circa 15 a partita, con un senior QB, Kale Pearson, capace di segnare 3 TD su passaggio contro Navy. Se si aggiunge, inoltre, che su un trick play il WR Jalen Robinette ha lanciato a sua volta un TD pass, si arriva a capire quanto particolare sia questo sistema di gioco. Il calendario vede ancora sfide complicate, la Mountain West ha un alto tasso di competitività, però la squadra sembra aver trovato una quadratura tutta sua: già dalla prossima sfida contro BYU si potranno capire tante cose, in quanto i Cougars hanno perso la loro stella Taysom Hill ed in questo momento di sbandamento potrebbero trovare terreno fertile questi Falcons.
– Ohio State Buckeyes
La sconfitta alla week 2 in casa contro Virginia Tech ha fatto sparire I Buckeyes dai radar nazionali ed in questo modo hanno avuto tempo e modo di rimettersi in sesto e di permettere a J.T. barrett di prendere confidenza con i suoi compagni di reparto: la vittoria per 52-24 contro maryland nell’esordio nella schedule divisionale è il simbolo perfetto di questo processo, una vittoria netta e mai in discussione, in cui il QB dei Buckeyes ha chiuso con 18/23 per 267 yards e 4 TD, senza intercetti né turnover, più 71 yards ed 1 TD su corsa. Il RB Ezekiel Elliott ha aggiunto 139 yards in 24 portate e la difesa ha forzato quattro intercetti ai due QB dei Terrapins che si sono alternati sul tereno di gioco. Dopo sei settimane i Buckeyes sono risaliti alla posizione n° 15 dei ranking e appaiano Michigan State in testa alla Big 10 East: la sfida diretta è prevista per novemmbre e, alla luce di quanto visto finora, c’è la seria possibilità che Ohio State affronterà Rutgers, Penn State ed Illinois, università che non stanno esprimendo un grande football al momento.
WORST
– Wisconsin Badgers
Tra i tanti upset della week 6 si deve sottolineare quello di Northwestern (università di Chicago) ai danni di Wisconsin: con questa vittoria i Wildcats raggiungono un record di 3-2 dopo una partenza 0-2 e soprattutto vanno 2-0 come record di conference, leader solitari della West Division. Per contro i Badgers perdono la seconda partita stagionale (sconfitta all’esordio contro LSU, 28-24) e vanno 0-1 in conference. Ciò che preoccupa di più, però, è l’incapacità di Wisconsin di trovare una alternativa a Melvin Gordon, che pure in stagione è stato dominante ed anche in quest’ultima giornata ha saputo far sentire la sua presenza, con 259 yards ed 1 TD in 27 portate. Il QB Tanner McEvoy non è mai stato un fattore nella partita (ed estendendo il concetto nella stagione) ed è stato sostituito (quasi di disperazione) da Joel Stave, che ha fatto qualche passaggio in più ma anche tre intercetti. Conseguentemente anche i ricevitori non possono mettere su grandi statistiche ed il migliore, Alex Erickson, ha 300 yards ed 1 TD al suo attivo. Le prossime due giornate vedono per i Badgers due sfide di media difficoltà contro Illinois e Maryland e, secondo me, sono un banco di prova interessante, in quanto solo due vittorie su due possono dimostrare che Wisconsin può ancora dire la sua in qualche campo.
– UCF Knights
Si dimentichi l’epoca di Blake Bortles, Storm Johnson e del Fiesta Bowl vinto contro Baylor: stiamo certamente parlando di pochi mesi fa però la realtà di UCF (Central Florida, università della zona di Orlando) è molto diversa, considerata la partenza verso la NFL dei suoi due talenti offensivi principali e la loro difficile sostituzione. La realtà attuale parla di due sconfitte pesanti, contro Penn State e Missouri, che hanno minato subito il percorso dei Knights con una partenza 0-2, e due vittorie su Bethune-Cookman (FCS) e su Houston, di soli cinque punti e parla di un atttacco che vede il QB Justin Holman faticare oltremodo a dare continuità ad un attacco senza un gioco su corse (il RB che più ha prodotto finora viaggia a 45 yards di media per partita) e con enormi difficoltà sui passaggi. La difesa è indubbiamente il reparto dominante della squadra (35° nella nazione per punti subiti) ma per confermare il titolo della American Athletic Conference questo non basterà: Temple e soprattutto East Carolina sembrano essere un paio di passi avanti e questo pare essere un distacco difficilmente colmabile.
– Cincinnati Bearcats
Seconda squadra della AAC a finire nei worst della settimana, I Bearcats hanno subito una disfatta da Memphis, perdendo per 41-14 una sfida che sulla carta li vedeva forse anche favoriti. Anche qui siamo a parlare di una squadra che iniziava il 2014 con buone aspettative ma che si è ritrovata a fare i conti con la realtà, che dopo le vittorie contro Toledo e Miami-OH si è palesata con la pesante scoppola di cui sopra, preceduta da quella contro Ohio State. La stella della squadra doveva essere il QB Gunner Kiel ed il sophomore sta rispettando le attese, con 1257 yards laciate, 15 TD e soli 3 intercetti, ma è il cast di supporto che lascia molto a desiderare: il gioco di corse è praticamente nullo, considerando che ha messo a referto poco più di 100 yards a partita, mentre i WR Chris Moore e Mekale McKay stanno invece avendo una buona stagione. Preoccupazioni vengono dall’infortunio patito da Kiel nell’ultima giornata, una botta alle costole che lo ha costretto a chiudere anzitempo la sua partita, e se il suo recupero dovesse richiedere del tempo la stagione dei Bearcats potrebbe risultare più problematica del previsto.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte