ACC-FLa Coastal ha vissuto pochi avvicendamenti nel protagonismo divisionale degli ultimi anni, con Virginia Tech quasi esclusiva padrona per lunghissimi tempi.

Ora la situazione è cambiata e da un paio di stagioni gli Hokies non sono più i favoriti, sono emerse forze nuove, su tutte una sorprendente Duke capace di riscrivere la propria storia, mentre Miami cerca di vincere il suo primo titolo di conference dopo il trasferimento in ACC, un conseguimento che ancora non ha ottenuto.

Nel mezzo di dipanano GeorgiaTech, continua nei risultati ma mai al top, North Carolina, sempre pericolosa a livello offensivo, e Pittsburgh, che comincia il secondo anno di questa conference, lasciando a Virginia l’ultima piazza, con l’ultima occasione per riemergere.

MIAMI HURRICANES

Dall’approdo in ACC, agli Hurricanes manca ancora quella vittoria divisionale che servirebbe a ripristinare credibilità nazionale nel programma di football. La squadra, per la sua fama, è sempre considerata tra le probabili vincitrici della Coastal, ma per un motivo o per l’altro, uno dei quali il recente dominio di Virginia Tech, l’ateneo non è mai arrivato a conquistarsi il diritto a disputare una finale di conference, lasciando quale ricordo di un’ultima impresa di quel genere all’anno 2003, quando ancora però apparteneva alla defunta Big East. Al Golden ha preso per mano il programma in uno dei momenti di difficoltà dello stesso, con sanzioni in arrivo dalla Ncaa per scandali su agevolazioni accademiche ed una punizione auto-inflitta per compiacere la lega, ed ora che tutto questo è distante, le nove vittorie di un anno fa sono un ottimo punto di partenza per cercare nuova gloria. Per riuscirvi, però, Miami deve cominciare sul serio a vincere le partite che contano.

Duke Johnson

Duke Johnson

La forza del reparto offensivo è il backfield, ed il motivo è molto semplice: la sola presenza di Duke Johnson. Il running back, che ha dovuto lasciare anzitempo la stagione scorsa per la rottura della caviglia nella partita contro Florida State, aveva prodotto 920 yards in 8 partite e ritorna per questa nuova avventura più motivato che mai, conscio di un valore che può vederlo inserirsi nella corsa per l’Heisman Trophy, un playmaker pronto a spezzare la difesa avversaria in qualsiasi momento ed in qualsiasi modo, da cui dipende tutto l’attacco. Dietro a lui si alterneranno il sophomore Gus Edwards, di stazza fisica massiccia, ed il freshman Joseph Yearby, un recruit da quattro stelle che porta con sé una consistente dimensione atletica.

Se il gioco di corse funziona come deve, Golden avrà minori preoccupazioni per chi dovrà sedersi in cabina di regia, dato che ancora questa figura non ha visto sciogliersi tutti i dubbi che la attorniano. Ryan Williams doveva essere lo starter ma è rimasto ai box a causa di una lesione al crociato anteriore riportata questa primavera, il che ne consegue la pressoché sicura assenza almeno fino ad ottobre, lasciando aperta la porta ad un cospicuo numero di rimpiazzi del tutto privi di esperienza. Il candidato numero uno è Kevin Olsen, che non ha disputato una grande sessione primaverile, il quale sta battagliando con Jake Heaps, un transfer arrivato da Kansas, rispetto al quale ha il vantaggio di conoscere meglio gli schemi.

Tra i ricevitori c’è da notare la perdita di Allen Hurns, che aveva catturato 62 passaggi, e lo staff crede che il suo successore a livello produttivo possa essere individuato in Stacy Coley, 591 yards e 7 mete, il quale risulta affidabile per prendersi un ruolo di primo piano grazie anche ad una velocità che gli consente di liberarsi in profondità, situazione ideale per far fruttare eventuali finte di corsa. Lo schieramento base prevede tre ricevitori in campo contemporaneamente, con Phillip Dorsett e Herb Waters chiamati anch’essi a migliorare quel tanto le loro statistiche visto lo spazio in più che si aprirà loro, e si conterà altresì sul contributo del tight end Clive Walford, un chiaro punto di forza del gioco aereo. La linea offensiva è molto solida e ritrova un sacco di esperienza utile, il lato sinistro è molto compatto e vede Ereck Flowers schierarsi da tackle affiancato da Jon Feliciano, la miglior guardia del pacchetto, che assieme al centro Shane McDermott sommano 73 partite in carriera.

Quel che Duke Johnson rappresenta per l’attacco, Denzel Perryman simboleggia per la difesa. Il middle linebacker è giunto alla sua ultima stagione collegiale ed ha tutta l’intenzione di lasciare il palcoscenico lasciando nuovi ricordi della sua capacità di dominare, cercando di ripetere le intuizioni che l’hanno visto racimolare 108 placcaggi e stroncare sul nascere diverse iniziative offensive.

La chiave per il successo difensivo sarà ad ogni modo la linea, le cui giocate potranno provocare quei turnovers attesi per interrompere dei minutaggi passati in campo spesso eccessivi, dato il 42% di successo con cui gli attacchi avversari hanno convertito i terzi downs, statistica equivalente ad uno sforza fisico sicuramente non sostenibile a lungo. La star del reparto è il defensive end Anthony Chickillo, un giocatore che deve ancora trovare la sua dimensione definitiva ma che ha mostrato di saper disputare delle partite dominanti, peccando solo di un po’ di continuità in più. Nonostante il rientro del senior Olsen Pierre e la presenza del Juco transfer Calvin Heurtelou, i quali dovrebbero prendersi il maggior numero di snap da tackle, allo schieramento sembra manchi quell’elemento in grado di collassare costantemente la tasca, uno dei motivi per cui la difesa di Mark D’Onofrio ha concesso ben più del dovuto un anno fa.

Un altro possibile All-American, che al contrario di Perryman deve però scavare ancora nel suo potenziale, è il cornerback Tracy Howard, arrivato al campus due stagioni fa pronto a scendere in campo da subito, ma che ancora non ha dimostrato dove può arrivare. Di sicuro il defensive back numero uno del gruppo è lui, che ha la capacità di restare a marcare il ricevitore più pericoloso con una discreta costanza, i 4 intercetti del 2013 sono già un chiaro segno di progresso, ora non resta che effettuare la crescita definitiva di un talento di alta categoria. Il ruolo di safety trova un protagonista interessante ed inatteso, ovvero Dallas Crawford, running back che ha corso per 558 yards e 12 mete trovando un nuovo posto da safety, grazie a qualità atletiche eccelse.

Gli special teams affideranno i compiti di punts e field goals ad un unico giocatore, l’affidabile Matt Guodis, che sostituirà il punter Pat O’Donnell, specialista anche nei kickoffs. I ritorni saranno ancora ad opera di Duke Johnson e Stacy Coley, ambedue pericolosissimi.

Miami sembra ad un passo dal poter contendere per un titolo divisionale, la squadra è abbastanza forte, gli unici dubbi riguardano quarterback e linea difensiva, che se aggiustati possono dare il là alla maturazione definitiva di un gruppo che può ambire al top della Coastal. La stagione scorsa è stata un successo, ma le tre sconfitte consecutive patite contro Florida State, Duke e la solita Virginia Tech hanno decretato la differenza tra una buona ed un’ottima squadra. Per riuscire nei loro intenti, gli Hurricanes devono dimostrare di essere di un livello superiore.

DUKE BLUE DEVILS

La stagione dei sogni e dei record. Un anno fa si prospettava la solita campagna, che si sarebbe tramutata in un successo straordinario se fosse stata capace di raggiungere le 6 vittorie. Di successi ne sono invece arrivati 10, record ogni epoca per il programma di football di Duke, un attestato incredibile della qualità della ricostruzione operata da David Cutcliffe, che in sei stagioni ha ridato speranza ad una squadra a dir poco sgangherata. La cosa più difficile è ripetersi dopo aver vinto, ed i Blue Devils arrivano a questa partenza di campionato come detentori del titolo della Coastal, un traguardo di enorme prestigio, ed una finale Acc persa contro Florida State. Bissare l’impresa, sarà tutt’altro che facile.

I numeri offensivi sono stati più che rilevanti. 32.8 punti per gara messi a referto, attacco sopra i 40 punti in tre distinte occasioni, e vittorie di qualità, una su tutte quella contro Miami per 48-30, che hanno determinato la scalata divisionale. Ripetere tali exploit potrebbe non essere un problema, visto il ritorno in squadra dei due playmakers principali del lotto, il quarterback Anthony Boone ed il wide receiver Jamison Crowder. Boone avrà ora il palcoscenico tutto per sé, dato che l’anno passato veniva utilizzata una rotazione a due registi che sfruttava le doti atletiche di Brandon Cornette, che in carriera ha segnato 31 mete su corsa ma che in aprile ha deciso per il trasferimento a Fresno State, più vicino a casa. Boone tra i due è quello con il braccio migliore, ha tenuto un 64% di percentuale sui completi segnando 13 mete ed altrettanti intercetti, quest’ultima sicuramente un’area di miglioramento. L’attacco potrebbe ancora vedere l’utilizzo di un secondo quarterback, da questo punto di vista è bene segnarsi il nome di Thomas Sirk, il quale potrebbe entrare in azione in redzone.

Jamison Crowder

Jamison Crowder

Crowder è stato semplicemente devastante, raccogliendo ben 108 ricezioni risultando il faro di tutto il reparto, con a corredo 1.360 yards e 8 touchdowns, e tornerà a dare il suo grande contributo assieme ad altri tre giocatori, i due wide receivers Max McCaffrey e Isaac Blakeney, chiamati a ripetere le 4 mete fatte registrare da ciascuno sfruttando le attenzioni che le difese dovranno dare forzatamente a Crowder, ed il tight end Braxton Deaver, il quale ha accumulato 600 yards e 4 mete pure lui. Il rientro quasi in blocco di tutte queste armi è sicuramente uno dei motivi di ottimismo che portano a sperare in altri fuochi d’artificio offensivi.

Il backfield ha perso il miglior rusher della scorsa stagione, Jela Duncan, ineleggibile per problemi accademici, ma Cutcliffe ed il suo sistema offensivo hanno spesso utilizzato una rotazione a tre, per cui sostituirlo non dovrebbe comportare problemi di sorta. Il nuovo titolare sarà Shaquille Powell, che ha prodotto 434 yards dallo scrimmage sommando corse e ricezioni, con Josh Snead, 6.1 yards per portata, e Joseph Ajeigbe, un redshirt freshman, con ognuno dei tre ad usufruire di uno schieramento particolare a seconda dello schema selezionato, pensato in base alle singole qualità di ciascuno.

In trincea si allinea una potenziale star Nfl, la guardia Laken Tomlinson, ragazzo di 6’6 per 330 libbre presente in più di 1.000 snaps durante la scorsa stagione, ed attualmente giunto a quota 39 partite consecutive giocate da titolare, fornendo una costante capacità di aprire il varco alla corsa, fattore importante per come è concepito questo sistema offensivo, e garantendo fisicità nel proteggere il quarterback. Assieme a lui tornano il tackle sinistro Takoby Cofield, le cui prestazioni hanno contributo al raggiungimento del secondo miglior risultato di conference per pass rush concessa, ed il centro Matt Skura, un junior che ha vasta esperienza ed è abile nell’aggiustare gli schieramenti osservando il piazzamento della difesa.

La difesa dei Blue Devils prevede un allineamento 4-2-5, con un safety a fungere da linebacker aggiunto a seconda delle situazioni di gioco. La parte centrale, nonché quella più consistente del reparto, è formata dai due linebackers Kelby Brown e David Helton, entrambi andati oltre i 100 placcaggi stagionali e primi in ACC per placcaggi di media a partita, a conferma della consistenza del loro gioco. Jeremy Cash, altro elemento andato in tripla cifra in termini di tackles, è invece l’elemento ibrido, capace di racimolare 8.4 placcaggi di media a gara aggiungendovi 4 intercetti totali, confermando di possedere un interessante raggio d’azione cui ha unito 9.5 placcaggi dietro la linea di scrimmage. La secondaria vedrà l’assenza di Russ Cockrell, l’elemento di maggior talento delle retrovie andato in Nfl, ed il pacchetto base sarà costituito per la maggior parte da sophomores, garantendo longevità all’intesa del reparto. I due corners titolari saranno Byron Fields e Breon Borders, mentre i due safety saranno i medesimi del 2013, DeVon Edwards e Deondre Singleton, che hanno entrambi dimostrato buoni istinti per il pallone.

La maggior preoccupazione sarà sicuramente la line, che storicamente è il punto debole di squadra ma che l’anno passato è stata determinante per i miglioramenti difensivi. Dei quattro giocatori partiti titolari in tutte le competizioni dell’anno scorso lo schieramento ritrova solamente il nose tackle Jamal Bruce, reduce da un’annata con un solo sack all’attivo, quindi per tre quarti la linea sarà composta da giocatori che l’anno passato entravano in campo solamente in situazioni particolari. Sarà importante capire le potenzialità dei contributi di giovani come Dezmond Johnson, il quale si è distinto in primavera durante gli allenamenti, nonché Jordan DeWalt-Ondijo, chiamato a far fruttare i soli 6 placcaggi di un anno fa, 2 dei quali erano sacks.

Gli special teams sono sicuramente solidi, e possono contare su un kicker affidabile come Ross Martin, che ha centrato i pali in 23 delle 27 occasioni avute dall’interno delle 40 yards ed ha segnato anche quattro calci da oltre quota 50, ed il punter Will Monday è uno dei migliori nel suo ruolo in tutta la ACC. Jamison Crowder e DeVon Edwards sono due ritornatori molto pericolosi e possono garantire all’attacco posizioni di ripartenza molto succose, Edwards in particolare ha tenuto una media di kick return di poco superiore alle 30 yards, e i due hanno sommato 4 mete in azioni di questo genere.

Dopo una stagione così altisonante e colma di motivi d’orgoglio, è difficile farsi tornare la fame. Il compito principale di Cutcliffe è difatti quello di tenere motivata la squadra per farla rimanere competitiva per i vertici di conference, sfruttando come motivazione la larga sconfitta contro i Seminoles nella finale ACC e il 52-48 con cui Texas A&M si è accaparrata il Chick-Fil-A-Bowl. I Blue Devils ritrovano intatte quasi tutte le loro armi offensive, da questo punto di vista possono giocarsela con quasi chiunque, i dubbi persistono su una difesa che dovrà aumentare la pass rush senza elementi comprovati, pena la concessione di yards e punti in quantità eccessive. Se l’attacco deve produrre tanto, è meglio che lo faccia per chiudere le partite anzitempo, e non per dover riparare le falle difensive. Il calendario è tutto sommato favorevole, non ci sono Florida State, Clemson e Louisville, ci saranno invece Miami e Virginia Tech, desiderose di vendicare le rispettive sconfitte di una stagione fa.

PITTSBURGH PANTHERS

Due stagioni consecutive, ed una terza che sta per cominciare, sono un lusso sfrenato dalle parti di Pittsburgh dopo le sofferenze nate dai rapidissimi passaggi in loco di Keith Patterson e Todd Graham. Coach Paul Chryst ha traghettato il programma durante il suo trasferimento dalla Big East alla ACC compilando un record complessivo di 13-13, mantenendo la squadra nella rispettabilità e provvedendo a quietare il caos nato dalla girandola di allenatori che l’aveva preceduto, con le debite conseguenze di ragazzi che lasciarono il programma o non confermarono la scelta di venire qui a studiare e giocare. Il primo anno in ACC si è chiuso con un record di 3-5 interno al gruppo, una qualificazione alla postseason e la vittoria nel Little Caesars Bowl, ma la sensazione è quella che ancora manchi qualcosa per agganciare le migliori squadre della conference, e che ci sia del potenziale molto interessante su cui lavorare.

Tra facce nuove ed elementi in crescita dallo scorso anno, il roster offensivo propone diversa gioventù. La sostituzione di Tom Savage nel ruolo di quarterback vedrà quale protagonista indiscusso Chad Vojtik, il quale non è un pocket passer puro come lo era il suo predecessore, è invece un atleta che aggiunge la dimensione corsa a questa posizione, il che significa poter approfittare delle gambe per creare situazioni positive. Ci sono sicuramente aree su cui lavorare molto, la forza del braccio su tutto il resto, così come le percentuali di precisione, tutte questioni di cui Chryst si potrà occupare direttamente.

Tyler Boyd

Tyler Boyd

La sensation del reparto è però il wide receiver Tyler Boyd, autore di 85 prese per 1.174 yards e 7 mete nell’annata da freshman, una chiara indicazione del talento enorme che si porta appresso. Sarà lui il punto di riferimento di un gioco aereo che ha perso Devin Street e che potrebbe fare affidamento su un altro giovanissimo, Adonis Jennings, 6’3 per 200 libbre e tanta possibilità di eseguire big plays, fermo restando che il suo inserimento sarà comunque graduale ed il ruolo di titolare accanto a Boyd andrà probabilmente a Manasseh Garner, un giocatore a metà tra receiver e tight end che possiede buona stazza ed altrettanto buone movenze. Il tight end, quello vero, sarà invece J.P. Holtz, per il quale il coaching staff ha pensato ad un utilizzo più massiccio in fase di ricezione.

Il backfield ha prodotto 125 yards a partita, un risultato sicuramente migliorabile, anche se parte del risultato statistico va interpretato leggendo i 389 tentativi di passaggio di Savage, che indicano una chiara preferenza aerea nel play-calling. L’intenzione è quella di confermare un rushing game molto fisico, ed a questo atteggiamento si abbinano molto bene le caratteristiche di James Conner, un camion di 230 libbre dotato di ottime movenze laterali che verrà utilizzato nello stesso identico modo di un anno fa, ovvero condividendo la posizione con Isaac Bennett, per una produzione complessiva attestatasi sulle 1.600 yards. I due sono perfettamente complementari, come dimostrato dalla uguaglianza quasi netta delle statistiche accumulate.

Ricavare varchi per le corse è stato un esercizio che è riuscito molto meglio rispetto alla pura protezione del quarterback, di conseguenza la linea offensiva è chiamata a progressi sotto quest’ultimo punto di vista. Il punto di domanda, non di poco conto, cade sul sophomore Adam Bisnowaty, tackle sinistro di gran talento ma dalla schiena assai problematica, che non mette perennemente in dubbio le condizioni fisiche a lungo termine. La fisicità è garantita da elementi come la guardia destra Matt Rotheram, un colosso di 6’6 per 330 libbre davvero difficile da muovere, ed escludendo lui ed il compagno di lato T.J. Cummings, il resto della linea ha davanti a sé ancora tanta strada collegiale, rendendo molto futuribile il gruppo.

La difesa avrà il compito veramente arduo di rimpiazzare i 28.5 placcaggi dietro lo scrimmage effettuati dall’attuale pro Aaron Donald, un defensive tackle di stazza non elevata ma in grado di produrre quantità assurde di giocate grazie alla rapidità delle sue movenze. Il fronte sarà praticamente del tutto nuovo, schierando nella parte mediana il junior Darryl Render, che ha 24 presenze in attivo, ed affiancandogli il nose tackle Khaynin Mosley-Smith, maggiormente attrezzato per difendere le corse. Shakir Soto e David Durham sono due defensive ends leggeri ma adatti alle misure degli avversari a questo livello, possono utilizzare la loro velocità per arrivare al quarterback ma vanno testati per la prima volta da titolari.

Todd Thomas ed Anthony Gonzalez sono le star del gruppo dei linebackers, in quanto sono giocatori molto completi che possono fornire contributo in differenti situazioni schematiche, ambedue si sono assestati sopra la settantina di placcaggi stagionali e Gonzalez in particolare è stato molto concreto nella difesa contro i passaggi. Nel mezzo il sophomore Matt Galambos farà il suo esordio da starter. La profondità delle secondarie non è un granché, l’unica esperienza consistente è portata dal cornerback LaFayette Pitts, chiamato a cancellare gli alti e bassi di carriera dopo un’annata da esordiente assai promettente due stagioni or sono, ed il free safety Ray Vinopal, un senior cresciuto molto durante la seconda parte dello scorso campionato. Le assenze di grosse alternative significano spazio a disposizione per rookies quali Philippie Motley e Avonte Maddox, destinati a vedere il campo spesso e volentieri nei pacchetti nickel.

Tyler Boyd sarà uno dei protagonisti delle azioni di ritorno, assieme all’appena menzionato Pitts, mentre il compito di calciare i field goals andrà a Chris Blewitt, il quale ha offerto prestazioni molto altalenanti e non sempre si è dimostrato una sicurezza. Il punter sarà il freshman Ryan Winslow, che si è ben distinto in primavera.

Chryst, nel mezzo della confusione che ha dovuto cominciare a sistemare, ha ottenuto un traguardo sicuramente rispettabile, chiudendo con un bilancio vincente per la prima volta dal 2010, quando ancora c’era Dave Wannstedt sulla sideline. Il calendario permette una possibile ripetizione di quel risultato, la squadra è abbastanza competitiva, anche se bisogna considerare che i giovani sono tanti ed un periodo di adattamento è da mettere in preventivo. La chiave è cancellare qualche risultato altalenante di troppo, la maggior striscia positiva non è mai stata maggiore a 3 successi, e con la girandola che i Panthers hanno sopportato sulla loro panchina prima dell’arrivo di Chryst, va bene così.

NORTH CAROLINA TAR HEELS

Peccato non avere iniziato meglio il campionato. Questo è stato il pensiero fisso di tutta la offseason di coach Larry Fedora, il quale ha diretto una squadra partita molto male, 1-5, che ha poi alzato la testa fino a risalire a quota 7-6 terminando l’anno con una vittoria al Belk Bowl contro Cincinnati, ma se vi fosse stata maggiore continuità si sarebbe sicuramente potuto combattere per il primo posto divisionale. I Tar Heels aveano tuttavia già perso le gare più importanti e la frittata era già servita, con Miami, Virginia Tech e Georgia Tech capaci di avere ragione del team di Chapel Hill nel giro di sole quattro settimane, portando via fiducia a dei ragazzi che erano partiti per giocarsela con tutti i membri della conference. Entrare in forma da subito sarà la chiave della nuova stagione degli azzurri, che dovranno vincere anche le partite più insidiose della ACC, non solo quelle più facili come accadde un anno fa.

Il salire delle prestazioni di North Carolina ha avuto molto a che vedere con il cambio di quarterback a campionato in corso, dovuto all’infortunio di Bryn Renner, con Marquise Williams a partire titolare negli ultimi cinque impegni di stagione regolare, portando a casa un 4-1 ed una sconfitta di soli due punti contro la rivale Duke. In questa frazione di tempo il regista ha confezionato 9 passaggi da touchdown correndo per segnarne altri 5 e terminando con 1.698 yards su passaggio e 560 per vie terrene. Il posto dovrebbe essere ancora suo data l’adattabilità alla spread offense di Fedora, ma la concorrenza di Mitch Trubisky è forte, e potrebbe indicare al coach un utilizzo di entrambi i giocatori a seconda delle situazioni di gara.

Quinshad Davis

Quinshad Davis

Il gioco aereo, che nella produzione di yards si è classificato nella top 25 della nazione, potrà contare sui servigi di un ricevitore di grande talento come Quinshad Davis, un sicuro bersaglio da redzone (è 6’4) che assieme al tight end Eric Ebron, oggi in Nfl, ha fatto dannare parecchie difese, lo schieramento base vede tre wide receivers allineati contemporaneamente e di conseguenza vi sarà spazio per far emergere uno dei ragazzi più intriganti della passata stagione, Ryan Switzer, che ha segnato 5 volte su ritorno di punt elettrizzando con le sue giocate, trovando anche il tempo di raccogliere 31 passaggi per 341 yards, regalando allo staff un giocatore da poter schierare in diverse circostanze, data la capacità di correre pure il pallone. La profondità del ruolo è garantita dal sophomore Bug Howard, che ha ricevuto 4 passaggi da touchdown, nonché da T.J. Thorpe, il quale si spera possa finalmente tornare in piena salute dopo aver saltato tutta la stagione 2012. Il nuovo tight end sarà invece Jack Tabb, che come da richieste tattiche dovrà incidere in fase di ricezione.

Il backfield non è stato produttivo come il gioco aereo ma è un altro dei punti di forza dell’attacco, data la varietà disponibile a roster. Lo starter sarà T.J. Logan, il quale ha racimolato 533 yards e 4 mete in uno schema molto votato ai passaggi, mentre i due sosituti saranno nuovamente Romar Morris e Khris Francis, ambedue capaci di contribuire andando ciascuno sopra le 200 yards stagionali in utilizzi assai limitati. Il volto nuovo del campus è Elijah Hood, 220 libbre di potenza e velocità, che ha costretto lo staff a non dargli un anno da redshirt proprio perché sembra troppo buono per non scendere in campo subito nonostante la folta concorrenza. La linea offensiva ha perso due pezzi importanti, su tutti il tackle sinistro James Hurst, che verrà rimpiazzato dal sophomore John Heck, membro di un reparto che somma 43 partite di esperienza da titolare.

Dall’altra parte del campo comincia il terzo anno consecutivo con la 4-2-5 installata da Fedora e dai suoi collaboratori al loro arrivo in loco, un sistema che si è sempre fatto forza con la consistenza del fronte e con le qualità atletiche del back seven. La linea difensiva  ha perso molti pezzi, parecchi dei quali sono oggi in Nfl, segno della bontà del recruiting, e dovrà rimpiazzare Kareem Martin, il più forte del pacchetto.  Uno dei ragazzi su cui lo staff punta maggiormente è il rover (ibrido tra linebacker e safety) Norkeithus Watkins, autore di 43 placcaggi, 14 dei quali dietro alla linea di scrimmage, e 8.5 sacks, ma il problema principale è la difesa contro le corse, il tallone d’Achille del reparto, per cui ci si attendono segnali di crescita da tackles come Ethan Farmer e Justin Thomason.  Il duo di linebackers offre affidabilità ed esperienza, Travis Hughes e Jeff Schoettmer hanno dato una grossa mano nella prevenzione di big plays grazie alla loro capacità di spostamento rapido e comprensione dell’azione.

Le retrovie hanno perso la leadership del safety Tre Boston, ruolo che sarà ricoperto dal rientrante Dominique Green, il quale ha mostrato buonissime potenzialità per effettuare giocate grazie anche ai suoi 3 intercetti, mentre Tim Scott è stato spostato a questo ruolo dopo aver giocato da corner tutto l’anno passato, liberando spazio per l’esordio nello schieramento titolare per Brian Walker, molto promettente nel suo campionato da freshman, a cui andrà il compito di non far rimpiangere un playmaker come Jabari Price.

Gli special teams ritrovano entrambi i protagonisti della scorsa annata, con il kicker Thomas Moore impegnato a dimostrarsi maggiormente affidabile da grandi distanze in questo suo anno da senior, ed il punter Tommy Hibbard, che può essere pericoloso nei giochi-trucco grazie alla capacità di lanciare, ha invece mantenuto una buonissima media di 43 yards per calcio.

La missione è una sola, partire bene e finire possibilmente meglio. L’attacco ha un sacco di potenzialità, Fedora è uno stratega offensivo di tutto rispetto e la produzione in termini di yards e punti non mancherà di certo, la difesa deve rimpiazzare più di qualche giocatore importante, ma un inizio più delicato rispetto al 2013 dovrebbe agevolare l’inserimento dei nuovi. Le gare da vincere sono stavolta nella parte centrale del cammino dei Tar Heels, che dovranno battere almeno due delle tre principali contendenti al titolo della Coastal per poter vantare una posizione prominente, rinnovando il duello con Duke, che da quest’anno non è più un qualcosa di bassa categoria per il programma di football.

VIRGINIA TECH HOKIES

Dov’è finita la Beamer Ball? Questa è la domanda più ricorrente all’interno del campus di un’università che ha letteralmente dominato gli anni scorsi nella Coastal, grazie alla sapiente miscela orchestrata da coach Frank Beamer, da 27 anni a Blacksburg, che ha recentemente chiuso ben otto stagioni Acc con vittorie in doppia cifra. Da un paio d’anni il dominio ha ceduto il passo e le automatiche partecipazioni ai Bowl BCS sono scomparse, questo a causa di risultati altalenanti, che non hanno più visto quel cocktail fatto di corse dominanti, special teams ultra-opportunisti, e difese granitiche. Basti pensare allo scorso anno, dove sono arrivati otto successi e cinque sconfitte: se quella contro Alabama nell’opener ci stava tutta, sono state quelle di conference a preoccupare, con upset al contrario portati a casa da Duke, Maryland e persino Boston College.

Il quarterback Logan Thomas non ha mai tenuto fede alle aspettative, semplicemente perché queste erano troppo alte nei suoi riguardi. Ora, terminata la sua era, si cerca un’altra risposta a lungo termine e non è detto che arrivi, in quanto a competere c’è un senior al quinto anno come Mark Leal, che sta fronteggiando la concorrenza del transfer da Texas Tech Michael Brewer e del sophomore Brenden Motley. Leal viene da una brutta prestazione contro Ucla nel Sun Bowl, dove subentro’ a Thomas infortunato, Motley sembrerebbe essere la soluzione più futuribile ed in primavera ha impressionato più del collega, mentre Brewer è quello fisicamente meglio attrezzato, nel senso che possiede un braccio molto forte e prende decisioni quasi sempre positive.

Il trio di ricevitori che attende di fare da bersaglio a chiunque si schiererà sotto il centro risponde ai nomi di Willie Byrn, Demitri Knowles e Joshua Stanford, solidi contribuenti del gioco aereo per tutto lo scorso anno nonostante alcuni problemi di comunicazione con il quarterback. I tre ragazzi si sono assestati sulle 660 yards ciascuno segnando 6 mete totali, tenendo una media per ricezione superiore alle 10 yards, numeri cui andranno aggiunti quelli scritti dal tight end Kalvin Cline, interessante pezzo del reparto offensivo capace di ricevere 3 touchdowns.

Per far funzionare i principali concetti filosofici di Beamer serve un gioco di corse ben più consistente di quello che ha prodotto solo 119 yards a partita, e per riuscire nell’intento serve un Trey Edmunds in forma fisica smagliante, dopo i problemi fisici sostenuti in un anno d’esordio molto positivo, chiuso con 10 segnature e 675 yards in 166 tentativi, con media di un pelo sopra le 4 yards. J.C. Coleman, il suo backup, viene da una stagione involutiva a livello numerico ed è chiamato alla riscossa, ma il reparto è ben profondo grazie alle presenze di Joel Caleb, ideale per il corto yardaggio, e Chris Mangus, il più esplosivo, che può proporsi anche in fase di ricezione. La linea offensiva ha cambiato allenatore per il terzo anno consecutivo ed è in cerca di stabilità, si conta se non altro su una maggiore esperienza collettiva.

Le numerose perdite difensive non dovrebbero essere un grosso problema, o meglio, non lo sono mai state in tutti gli anni di onorato servizio di Bud Foster, il quale ha dovuto lavorare superando numerosi infortuni a giocatori importanti svolgendo il suo compito in modo eccellente. Il fronte propone la consistenza del tackle Luther Maddy, che può garantire fisicità e spinta dalla posizione centrale, il defensive end Dadi Nicholas ha disputato una buonissima annata con 7 placcaggi dietro la linea di scrimmage di cui 4 sacks sfruttando l’enorme velocità di base, data dal fatto di pesare solo 218 libbre. Nigel Williams è stato una riserva ma ha l’opportunità di avanzare di grado qualora ripetesse, espandendole, cifre come i 7 placcaggi per perdite di yards sui 10.5 interventi totali, un rapporto straordinario, ed importante potrà essere pure il ritorno del tackle Corey Marshall, sospeso per tutto il 2013.

Kendall Fuller

Kendall Fuller

Il reparto linebackers, in passato punto di forza, vedrà tre facce nuove, e le secondarie hanno perso per termine di eleggibilità sia Antone Exum che Kyle Fuller. Le retrovie rimangono un settore solido grazie alla presenza del fratello di Kyle, Kendall Fuller, proveniente da un campionato di gran successo dove ha registrato 17 passaggi difesi, 6 intercetti e 2.5 sacks dimostrando di valere ogni grammo di pubblicità positiva che si portava appresso l’anno scorso, al momento del suo arrivo in campus. E’ atteso al rientro anche il suo collega di reparto Brandon Faycson, che aveva garantito un’ottima copertura del gioco aereo prima di infortunarsi, al quale si aggiungono i due safety Detrick Bonner e Kyshoen Jarrett, quest’ultimo utilizzato nel ruolo di rover negli schemi ibridi di Foster.

Gli special teams sono tra i fondamenti di quanto Beamer predica da sempre, ma il livello delle prestazioni non è stato soddisfacente come lo fu in tutte le annate vincenti che questo programma ha vissuto. Copertura nei calci più labile, pochissimi playmakers in grado di bloccare calci o effettuare ritorni in meta, ed una situazione nel ruolo di kicker disastrosa, con Cody Journell finito fuori squadra a novembre per incidenti fuori dal campo ed un rimpiazzo che sarà scelta tra quattro candidati.

Virginia Tech è una squadra superiore alla norma, che sta tuttavia vivendo un momento di delicata transizione cercando di capire come ristabilire i propri concetti basilari, il segreto del successo del programma. Di sicuro la difesa farà le sue giocate, le ha sempre fatte e non c’è motivo di pensare che sotto Foster non succeda ancora, il talento c’è tutto, serve solo maggior fortuna con gli infortuni. L’attacco avrà un successo proporzionale a quello del backfield, l’unico settore in grado di far girare i meccanismi a dovere attendendo la maturazione del nuovo quarterback, che sicuramente non sarà mobile come Thomas ma dovrà essere ben più preciso. Duke, Miami e Georgia Tech saranno i test che faranno la differenza, i quali separano gli Hokies dal ritorno alla prominenza.

GEORGIA TECH YELLOW JACKETS

Paul Johnson sta per cominciare il suo settimo campionato alla guida di Georgia Tech, con risultati non molto differenti da chi lo ha rivestito la sua stessa carica nelle due decadi precedenti. Gli Yellow Jackets sono perennemente rimasti in lizza per un posto al vertice della division, hanno concluso tantissime stagioni con un bilancio vincente (18 delle ultime 20) e rappresentano l’emblema della continuità e della consistenza. In postseason il discorso, per quanto riguarda Johnson, è un pochino diverso, in quanto durante questa sua permanenza il record ai Bowl è fermo a quota 1-5. Georgia Tech è sempre consistente, grazie al suo sistema offensivo mangia-minuti e alla sua difesa spesso riposata, ma i fatti dimostrano che ancora non è stato raggiunto il livello di soddisfazione che questo ciclo doveva portare.

La triple option di Johnson non conosce deleghe, e l’head coach – come sempre – ha l’onere di chiamare personalmente tutte le complesse azioni offensive che il sistema prevede. Ancora una volta i numeri hanno seguito i dettami del sistema, il gioco di corse, punto focale per il funzionamento di questi concetti, è stato il sesto d’America con 299 yards a gara, quello aereo è stato invece deficitario classificandosi negli ultimi posti della nazione per produzione media. Vad Lee è stato un buon direttore d’orchestra, nulla più, grazie alla sua mobilità ma non sempre ha dimostrato di saper prendere la miglior decisione possibile, come dimostrano gli 11 passaggi da touchdown a fronte di 10 intercetti, che per un sistema del genere sono tantissimi, ed il suo trasferimento a James Madison ha lasciato aperta la porta per una battaglia che al momento vede vincitore Justin Thomas su Tim Byerly. Thomas si propone quale atleta di velocità folgorante, capace di essere efficace e carico del talento che serve per raddrizzare alcuni numeri non proprio soddisfacenti, gestendo decisioni importanti nei pochi secondi concessi armando l’uno piuttosto che l’altro running back, o decidendo di correre lui stesso.

Il backfield sarà composto dai classici tre ruoli, con i cosiddetti due A-backs ed un B-back a far parte dello schieramento base. Fermo restando che le cifre sono destinate a non abbassarsi nonostante l’assenza dei due migliori backs dello scorso anno, segno che il sistema funziona a discapito del personale, per Thomas è preventivabile una stagione piena di yards e touchdowns rimediati proprio attraverso le vie terrene, con la complicità di running backs di ruolo come Synjin Days, autore di 4 mete in sole 27 portate giocando da backup, e Deon Hill, più minuto fisicamente ed anch’egli alle prese con la promozione a starter a pieno regime. Il ruolo di B-back propone due giocatori interessanti, Zach Laskey ha prodotto 485 yards, terzo miglior risultato di squadra, e Travis Custis, attualmente infortunato ma dotato del talento necessario per eccellere in questo sistema.

Shaquille Mason

Shaquille Mason

Se si gioca wide receiver a Georgia Tech, la pazienza è la prima qualità da avere. Lo sanno bene DeAndre Smelter e Michael Summers, i quali hanno atteso la loro occasione dopo valanghe di schemi dove erano semplicemente chiamati a bloccare o a correre una traccia inutile, ma le soddisfazioni prima poi arrivano per tutti. Lo si evince non tanto dalle 556 yards sommate dai due nello scorso campionato, quanto dalle medie per ricezione, rispettivamente di 16.4 e 21.1 yards per presa, segno che nelle rare volte in cui si lancia la difesa sta in sostanza aspettando l’ennesima e sfiancante corsa. La linea offensiva ritrova per l’ultimo anno la classe della guardia Shaquille Mason, un potenziale All-American, che ha giocato del football a tratti dominante, così come si potrà usufruire dei rientri dell’altra guardia Trey Braun e del tackle Bryan Chamberlain.

La difesa sarà affidata per il secondo anno consecutivo all’esperto Ted Roof, e varierà dal classico allineamento 4-3 ad un più dinamico 4-2-5, valorizzando la velocità degli interpreti. La linea ha perso il grande contributo di Jeremiah Attachou, secondo miglior pass rusher nella storia dell’ateneo con o suoi 31.5 sacks di carriera, e di recente pure l’altro end, Jabari Hunt-Days, reso ineleggibile per problemi di voti scolastici. Via dunque ad una più che probabile rotazione che vedrà alternarsi il freshman Keshun Freeman e Kenderius Whitehead, con Tyler Stargel ad assicurare il lato opposto. Le attese sono alte per il tackle Adam Gotsis, che ha registrato 14.5 placcaggi per perdite di yards e si ripropone quale uno dei migliori nella posizione in tutta la ACC.

Le posizioni di linebacker da occupare passano a due, con la conferma di un playmaker solido come Quashawn Nealy, che da un paio di stagioni è l’indiscusso leader del gruppo, mentre la strong side potrebbe testimoniare il rientro dall’operazione al crociato anteriore per Anthony Harrell, da verificare quando si avvicinerà il kickoff, con Tyler Marcordes pronto a prendersi il posto in caso di necessità. Le secondarie non potranno più fare affidamento sul chiaro talento di Jemea Thomas ma ritroveranno Isaiah Johnson nel ruolo di free safety dopo l’infortunio al ginocchio della scorsa annata, recuperando un playmaker in grado di fare la differenza. L’altra sicurezza del reparto è il corner D.J. White, junior, cui verrà affiancato probabilmente Demond Smith, il quale può giocare anche da safety, posizione che sarà invece occupata con costanza da Jamal Golden, anch’egli al rientro da grossi problemi fisici.

Il medesimo Golden si spera possa tornare a contribuire come due stagioni fa, quando si rivelò essere uno dei ritornatori di calci più pericolosi della conference. Ryan Rodwell sarà nuovamente il punter titolare dopo un anno da redshirt, confermato invece il kicker Harrison Butker.

Per capire come andrà la stagione sarà importante la funzione che rivestirà un attacco dal quale la difesa dipenderà come in poche altre occasioni, data l’inesperienza del reparto e la moltitudine di elementi al rientro da infortuni non semplici da recuperare. Il maggior pregio di Georgia Tech e della triple offense è quello di macinare yards e primi downs su corsa gestendo l’orologio, mettendo in piedi drives lunghi che permettono alla propria difesa di poter rifiatare, ma l’equazione non sempre porta allo stesso risultato, e se i Jackets vanno troppo sotto nel punteggio, si rischia di dover forzare un gioco di passaggi che altera la natura della squadra. Il calendario non è male non è da escludere un record positivo all’interno della conference ed un’altra qualificazione ad un Bowl, sperando che quest’ultimo possa essere finalmente chiuso con una vittoria, aggiustando un minimo il record di postseason a Paul Johnson.

VIRGINIA CAVALIERS

Per coach Mike London, nonostante un buon lavoro di reclutamento, c’è sempre meno tempo per ottenere qualche risultato degno di nota. Virginia non vince una partita nella ACC dal 2012, l’anno passato ha fatto registrare solamente due successi totali a fronte di dieci sconfitte, e nel quadriennio che l’allenatore capo ha sinora trascorso da queste parti l’annata chiusa con bilancio vincente è stata solo una.

Una delle soluzioni adottate dal coaching staff è stata quella di rimpiazzare il disastroso David Watford con Greyson Lambert in cabina di regia. Watford ha chiuso l’anno con 8 passaggi da touchdown, 15 intercetti, tante forzature e poca fiducia attorno a sé, Lambert, dopo aver passato da riserva l’annata da freshman, è stato tra i protagonisti delle sessioni primaverili accaparrandosi con anticipo il posto di titolare, mostrando sicurezza all’interno dell’huddle, una buona percentuale di completi e maggiore possibilità di far viaggiare il pallone senza incorrere in turnovers. Compresa la stagione che ancora deve cominciare, Lambert avrà a disposizione tre campionati per fare la differenza in un ruolo che ha visto troppi giocatori alternarsi negli ultimi anni, senza dare buoni frutti.

L’offensive coordinator Steve Fairchild spera che il trio di running backs di cui potrà disporre dia una grossa mano ad un quarterback che per la prima volta dovrà affrontare delle responsabilità più pesanti di prima. Rientra al suo posto il titolare Kevin Parks, il cui contributo ha portato 1.031 yards e 11 mete oltre a qualche ricezione che fa sempre comodo, ed il quale condividerà le chiamate assieme a Khalek Shepherd, 6 yards a portata ed una segnatura, ed al potenzialmente esplosivo Taquan Mizzel, il più scattante del lotto, che potrebbe permettere allo staff di chiamare giochi creativi grazie alla possibilità di allinearlo anche da wide receiver.

La batteria dei ricevitori ha sicuramente sofferto per le prestazioni troppo alterne del quarterback, non vi sono grandi statistiche che possano indicare per cercare di capire chi potrà dare un maggior contributo in questo prossimo campionato, l’unica cosa certa è che uno dei migliori contribuenti alla causa, il tight end Jake McGee, ha terminato l’eleggibilità, e che nessuno è riuscito a ricevere per più di 400 yards, un risultato di squadra poco incoraggiante. Il cambio di timone dovrebbe portare maggiore produttività, ci si attende moltissimo dalla crescita di Keeon Johnson, il quale è indicato come l’elemento di maggior talento a roster, mentre due ultimo anno come Darius Jennings e Dominique Terrell devono difendersi dagli attacchi di giovani desiderosi di emergere e di prendersi snaps che contano.

La maggior parte dei conti si dovranno comunque fare con una linea offensiva che ha lasciato passare troppa pressione e dato luogo a qualche turnover eccessivo, e che deve rimpiazzare il tackle sinistro Morgan Moses ed il centro Luke Bowanko. Il junior Jay Whitmire è indicato come favorito sul lato sinistro anche se un po’ preoccupa la sua storia infortunistica, mentre nel cuore della linea arriverà un secondo anno, Eric Tetlow. Le due guardie saranno ancora Conner Davis e Ross Burbank, tuttavia se il primo non dovesse dimostrare di poter restare integro a livello fisico ed il secondo dovesse ciccare qualche altra prestazione, non ci si penserà su due volte a prendere le seconde linee e mettere subito in campo.

Eli Harold

Eli Harold

La difesa mette in campo uno schema molto aggressivo e pressante, coordinato dal più che esperto Jon Tenuta, che da trent’anni allena reparti difensivi collegiali. I pezzi del puzzle sembrano più ordinati, nel senso che l’arrivo del coach ha senza dubbio portato modifiche tattiche sostanziali individuando nuovi compiti un pò per tutti, ma ora la digestione del playbook dovrebbe essere giunta a buon punto. La linea difensiva sembra attrezzata per avere successo visto il talento a disposizione, tornano solo due dei quattro membri del fronte ma c’è motivo per ottimismi davanti agli 8.5 sacks dell’end Eli Harold ed ai 4 del tackle David Dean, i quali potranno pure usufruire di un’ottimale rotazione alle loro spalle.

Il reparto linebackers offre invece poca profondità, pur ritrovando due terzi dei partenti rispetto ad un anno fa. Henry Coley e Daquan Romero sono stati produttivi in maniera soddisfacente ed hanno guidato la squadra in placcaggi, la novità arriverà dalla strong side, dove si allineerà Max Valles, che in presenze assai limitate dati i suoi compiti specialistici ha portato a casa 4 sacks. Più affidabili sono senza dubbio le sicurezze offerte nelle retrovie, rinforzate dall’arrivo del true freshman Quin Blanding, safety pronto a giocare da subito e valutato con il massimo delle stelle, cinque, nei rankings di posizione, la cui specialità è la reattività, il che lo rende ideale per difendere corse e passaggi corti, peraltro aggiungendo una discreta dose di violenza ai suoi colpi. Il giovane potrebbe formare una coppia davvero forte assieme allo strong safety Anthony Harris, elemento d’esperienza ed altro punto di forza del reparto, completato dai corners Maurice Canady e Demetrious Nicholson.

Negli special teams Alex Vozenilek torna ad essere esclusivamente un punter dopo aver effettuato pure i field goals una stagione fa, con la conseguenza che i compiti da kicker saranno rivestiti da Ian Frye, il quale possiede un raggio d’azione più esteso rispetto al compagno. Sono aperte le audizioni per i ritornatori, lo staff è alla ricerca di qualche elemento in grado di fare la differenza dato che le posizioni di partenza dell’attacco non sono mai state entusiasmanti.

I Cavaliers hanno tutte le carte in regola per fare molto meglio dello scorso anno, ma quanto possono ancora progredire? La domanda è lecita se si pensa alla fragilità della linea offensiva, punto focale del funzionamento di un attacco che avrà un nuovo quarterback in sella, se non altro la difesa è matura ed offre diversi motivi di tranquillità, ed una cifra ragionevole di vittorie, cinque o sei, sembra proprio alla portata della squadra. Così non fosse, per London sono già pronti i bagagli.

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