Il trauma dell’anno di transizione, per la Big XII, che nelle ultime due stagioni ha perso Colorado, Nebraska, Missouri e Texas A&M, aggiungendo Texas Christian e West Viriginia, sembra ormai essere alle spalle, e la conference che solo quattro stagioni fa, nel 2009, aveva presenziato al BCS National Championship, pare finalmente pronta a riemergere, e riappropriarsi di quel ruolo da protagonista nel college football che gli è sempre appartenuto.
La favorita del caso, non per arrivare a giocarsi il titolo nazionale, ma per conquistare almeno quello della conference, dopo un triennio decisamente deludente, sembra essere Texas, che a differenza di molti altri team, escluso Kansas State, può contare sul ritorno di molti starter della passata stagione, cosa che dovrebbe garantirgli un certo vantaggio su tre compagni che meritano, a tutti gli effetti, di godere della considerazione di outsider, ovvero Oklahoma, Oklahoma State, e Texas Christian.
TEXAS LONGHORNS
Dopo quindici stagioni la sedia di Mack Brown, che ha inziato il suo sedicesimo anno alla guida di Texas, scotta tantissimo, a tal punto che da più parti viene considerato uno degli head coach più vicini a saltare in vista della season 2014, situazione evitabile, probabilmente, solo se i Longhorns si andranno a riprendere quella posizione di leader all’interno della Big XII che per lungo tempo è stata loro; per riuscirci, come anticipato, dovranno cercare di fare molto affidamento sull’esperienza, che rispetto a tutti i restanti componenti della conference, è distribuita ovunque nei vari reparti che compongono il team di Austin.
Certo, migliorare una stagione conclusa 9-4, dopo essere partita con tutte altre prerogative, e passata per essere la peggiore di sempre, nella storia degli ‘Horns, a livello difensivo, non sarà affatto semplice, anche se, quello che si è visto nell’ultima parte dell’Alamo Bowl contro Oregon State al termine della passata stagione, e durante i camp primaverili, fa ben sperare sia il coaching staff che i tifosi, questi ultimi elettrizzati dalla nuova no-huddle offense instaurata da Major Applewhite, ex quarterback di Texas che farà il suo esordio quest’anno nella posizione di offensive coordinator, che condividerà, almeno inizialmente, con il WR coach Darrell Wyatt.
L’ex prodotto dei Longhorns, che era stato proprio uno dei protagonisti nel primo team allenato da Mack Brown, ha lavorato tantissimo per dare al team con il quale si è fatto un nome nel college football, un’attacco veloce e propositivo, capace di macinare yards e conquistare ampie porzioni di campo in pochissimo tempo, adottando un playcalling offensivo che dovrebbe permettere a Texas di sviluppare uno stile di gioco decisamente più aggressivo, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa si troveranno di fronte.
Per farlo, servirà ovviamente che il junior quarterback David Ash raggiunga lo step successivo della sua fase di crescita e diventi un giocatore molto più solido rispetto al recente passato, dove ha dimostrato di aver le capacità sia per vincere che per perdere le partite, alternando giocate sensazionali, nelle quali emerge tutto il suo talento, ad errori assurdi ed evitabilissimi; croce e delizia dei Longhorns, ha velocità di gambe e di lettura necessarie per guidare la nuova offense dell’università di Austin, e se proprio dovesse nuovamente entrare in crisi, alle sue spalle ci sarà comunque un elemento esperto quale Case McCoy, che non ha ripercorso la carriera universitaria del fratello maggiore Colt ma potrebbe ritagliarsi ancora uno spazio importantissimo in quella che dovrebbe essere la sua ultima stagione collegiale.
Entrambi, potranno comunque fare affidamento su una linea espertissima, composta da tutti giocatori che hanno accumulato parecchia esperienza da starter, in possesso, oltretutto, di doti fisiche che permettono una grandissima protezione sia nel passing che nel running game; tra questi, spiccano ovviamente il centro Dorn Espinoza, titolare fin da quando è arrivato a Austin, e la guardia di destra Mason Walters, senior giunto all’epilogo della carriera NCAA con alle spalle ben 38 partite giocate da titolare.
Perni indiscussi della OL, avranno il compito di aprire spazi importanti ai componenti di un backfield che è indubbiamente il migliore dell’intera conference, capitanato da un Johnathan Gray pronto, dopo l’ottima freshman season chiusa con 701 yards e 3 touchdowns all’attivo, a diventare uno dei top runningback della nazione, sfruttando anche la promozione al ruolo di starter ottenuta sul campo grazie alle ottime cose fatte intravedere nel corso della passata stagione.
Al suo fianco svolgeranno comunque un ruolo importante lo junior Joe Bergeron, schierato in passato anche come fullback, e l’altro sophomore Malcom Brown, top recruit del 2012 in possesso del talento necessario per diventare un potenziale protagonista sia in NCAA che, un domani, in NFL, limitato da un infortunio alla caviglia durante l’anno da matricola, nel quale ha comunque accumulato 707 yards; se integro, questo ragazzo, ha le qualità, e le caratteristiche fisiche, per ripercorrere le gesta dei grandi runner Longhorns del recente passato, Ricky Williams e Cedric Benson, ragazzi che dalle parti di Austin hanno lasciato ottimi ricordi.
Stessa cosa che spera di fare Mike Davis, che nel suo ultimo anno al college è considerato uno dei top receiver della nazione, e vorrebbe confermarsi tale regalando qualche gioia ai fans di Texas e tenendosi bene aperta la porta per il prossimo Draft NFL, nel quale promette, almeno sulla carta, di essere uno dei giocatori più ambiti; tra i suoi desideri, ovviamente anche quello di migliorarsi rispetto alla passata stagione, conclusa con 45 ricezioni per 939 yards e 7 touchdowns davanti al suo compagno di reparto Jaxon Shipley, 737 yds e 6 TD, che sul profondo potrebbe rivelarsi devastante nel nuovo sistema offensivo installato da Applewhite.
A supportare il gioco aereo proveranno anche il sophomore Daje Johnson, 287 yards e 1 TD lo scorso anno, Bryant Jackson, ex DB spostato nel ruolo di wide receiver, e Josh Harris, che dovrebbe aver recuperato dall’infortunio al piede, i quali cercheranno di fornire certamente un buon contributo in fase di ricezione per mascherare al meglio l’assenza di un tight end dotato di mani educate; il titolare Greg Daniels, infatti, ha dimostrato di essere un ottimo blocker ma un pessimo catcher, come la sua riserva M.J. McFarland, al secondo anno ad Austin.
Un ruolo decisamente critico quello di TE per i texani, dove sono stati riciclati alcuni giocatori, come lo stesso Daniels, che avevano iniziato la loro carriera universitaria in difesa, reparto che, nonostante i pessimi numeri messi insieme l’anno passato, il primo sotto la guida di Manny Diaz, si preannuncia solido e in grado di reggere l’onda d’urto degl’attacchi avversari.
La stella, dopo le partenze di Okafor e Vaccaro, è il senior defensive end Jackson Jeffcoat, costretto a chiudere anzitempo la stagione 2012 per un infortunio al pettorale che lo ha messo fuori dai giochi dopo sole 6 partite, nelle quali comunque ha fatto sentire la sua presenza, totalizzando 31 tackles e 4.0 sacks, mostrando un’ulteriore crescita rispetto alla sophomore season, che chiuse con 63 placcaggi e 6.0 sacks, diventando uno dei lineman più seguiti dagli scout NFL, che già se lo erano appuntato sui loro taccuini durante il recruiting di due anni prima, quando venne identificato come un pezzo pregiato dell’high school football.
Sempre sulla linea si attende tantissimo dal nose tackle Malcom Brown, che al secondo anno a Austin potrebbe diventare un perno indiscusso di una difesa che cambierà parecchio nel reparto linebacker, dove Dalton Santos sembra essersi ormai appropriato del ruolo di middle linebacker, scalzando il valido Steve Edmond, uno dei migliori nella passata stagione con 103 tackles all’attivo; il sophomore, pare abbia convinto il coaching staff grazie alla sua abilità a coprire l’intera larghezza del campo, caratteristica necessaria per chi gioca al centro della mediana, completata, con tutta probabilità, da Peter Jinkens e Jordan Hicks, backup nello scorso torneo.
Nelle secondarie, fondamentale, risulterà certamente lo spostamento di Quandre Diggs, velocissimo cornerback che sarà probabilmente riposizionato nel ruolo di safety a fianco di Adrian Phillips, passato dalla posizione di free a quella di strong in sostituzione del già citato Vaccaro; lo spot lasciato libero su una delle due sideline dovrebbe poi essere occupato dal secondo anno Duke Thomas, che opererà sul lato opposto al confermatissimo Carrington Byndom, senior con all’attivo 55 placcaggi nel 2012.
Diggs, che sarà una risorsa anche come ritornatore, ruoterà parecchio tra le due posizioni, lasciando spazio come FS all’interessante Mykkele Thompson, colpitore velocissimo messosi in luce negli special team lo scorso anno in grado di dare un buon contributo contro le corse, tasto dolente di Texas nella season 2012; squadre speciali che faranno inoltre affidamento sul kicker Nick Rose e sul punter Anthony Fera, transfer da Penn State dotato di una buonissima potenza di calcio che promette di regalare pessime posizioni di partenza agli attacchi avversari.
I Longhorns, usciti con le ossa rotte dai match contro Oklahoma e Kansas State nella passata stagione, quando subirono addirittura 63 punti dai Sooners, dovranno quindi cercare di trovare la giusta quadratura per non ripetere gli errori del recente passato e migliorare una situazione che, a livello statistico, li ha visti chiudere l’annata 2012 ben lontano da quella top 25 che rappresenta una sorta di elite nel college football, occupando una quarantesima e una sessantasettesima posizione, rispettivamente con l’attacco e con la difesa, a livello nazionale che proprio non si addice alla loro storia, sia vicina che lontana nel tempo; il talento, il personale, la volontà, di riallacciare i ponti con quest’ultima, ad Austin, ci sono tutti, ovviamente occorrerà farsi trovare pronti nei momenti cruciali della stagione, uno dei quali potrebbe certamente essere la rivincita contro l’università di Norman, in programma il prossimo 12 di Ottobre. Una vittoria, indubbiamente, avvicinerebbe Texas al titolo di conference e aprirebbe, molto probabilmente, scenari interessanti per la postseason.
OKLAHOMA SOONERS
Che nella Big XII sia in atto un ritorno alle vecchie abitudini è confermato dal fatto che nelle proiezioni pre-stagionali la sfida per il titolo di campione riguarderà Texas e Oklahoma, con i Sooners vogliosi di riscatto dopo la scoppola subita dagli Aggies, e dal quarterback Johnny Manziel, nel Cotton Bowl dello scorso 4 Gennaio, quando subirono un secco 41-13 che coach Bob Stoops ha faticato parecchio a digerire, soprattutto dopo tre stagioni vissute ad altissimo livello, nelle quali il team da lui allenato è sempre andato in doppia cifra come vittorie, ottenendone 32, a fronte di 8 sconfitte, negl’ultimi trentasei mesi.
Mesi nei quali ha potuto contare su quarterback rodati, non ultimo quel Landry Jones che ha spiccato il volo verso il professionismo nel corso dell’ultimo Draft, lasciando un vuoto per nulla facile da colmare a Norman, dove sembra essere finalmente giunto il momento di provare a scrivere il proprio nome nel record book della scuola per lo junior Blake Bell, utilizzato pochissimo nel corso della passata stagione, nella quale ha completato appena 9 passaggi su 16.
Un minutaggio risicatissimo che rischia di ritorcersi con i Sooners, che si trovano ai nastri di partenza della season 2013 con un pitcher in teoria esperto ma che, in pratica, ha toccato davvero pochissimi palloni in match ufficiali da quando ha messo piede ad Oklahoma; un bel problema, soprattutto considerando le caratteristiche di Belldozer, simpatico nickname affibiato al ragazzo per esaltarne fisico e potenza, abituato a mettere in moto le gambe, e viaggiare verso l’endzone avversaria, quando il clima nei dintorni della tasca comincia a farsi pesante.
L’esatto opposto, o quasi, insomma, dei quarterback che hanno servito sotto Stoops nel corso degl’anni, e che, tendenzialmente, hanno fatto parte da sempre dei Sooners, decisamente più votati a cercare la protezione della linea offensiva piuttosto che esplorare il campo aperto, cosa che, ovviamente, il candidato a vestire la maglia di starter di Oklahoma, ama fare con una certa puntualità, soprattutto potendo contare su una OL, ancorata intorno al fortissimo centro Gabe Ikard, che sa svolgere un buonissimo lavoro di blocchi sui giochi di corsa, nei quali si attende un contributo importante da parte di Damien Williams, capace di chiudere con 946 yards e 11 TD all’attivo la passata stagione.
Con lui, nel backfield, ci sarà Brennan Clay, anch’egli ritornato a Norman per l’ultima stagione universitaria, nella quale risulterà certamente fondamentale, non solo per togliere pressione al pitcher, ma pure per portare yards alla causa, continuando sulla falsariga dello scorso anno, che lo ha visto chiudere come seconda risorsa del running game con 555 yds e 6 touchdowns; dietro a questa coppia ben assortita, non è detto che si ritagli un po’ di spazio il nuovo arrivato Keith Ford, talento interessantissimo che probabilmente sarà il futuro nella posizione per i Sooners, che riserveranno diversi play per il versatile Trey Millard, rivelatosi un ottimo fullback e un valido tight end di scorta nel passato torneo.
Buon bloccatore, oltre a supportare la linea offensiva dovrà cercare di dare una mano ad un reparto WR dove è venuto a mancare il talento cristallino di Kenny Stills, passato in NFL, e nel quale si troveranno a giocare come starter due ragazzi che hanno iniziato la loro carriera collegiale lontano dall’Oklahoma, il senior Jalen Saunders, che nel 2011 ha accumulato 1,065 yards e 12 touchdowns con la divisa di Fresno State, nella WAC, e l’interessantissimo sophomore Trey Metoyer, arrivato in FBS dopo un anno passato all’Hargave Academy, in Virginia, dove ha cercato di recuperare negli studi per raggiungere un livello consono allo standard universitario della Division I-A.
In possesso di un potenziale immenso, ha concluso l’anno da senior alla high school ricevendo per 1,540 yards e 23 touchdown, e dopo il 2012 vissuto sulla costa est degli states si è presentato a Norman in primavera, mettendo a ferro e fuoco la difesa titolare dei Sooners durante gli spring game, nei quali ha messo in mostra tutto il suo talento, conquistando consensi sia da parte dei compagni di reparto che del coaching staff, che lo ha individuato come target perfetto da affiancare a Saunders e Sterling Shepard, schierato nel ruolo di slot.
Brannon Green e Taylor McNamara, si giocheranno lo spot di tight end, con il primo che si è fatto notare più come bloccatore, a differenza del secondo, un redshirt freshman che pare avere buone mani e, pertanto, di essere in grado di farsi strada come opzione per i lanci di Bell, desideroso di poter finalmente mettere in mostra anche le doti di passer che lo avevano reso celebre già ai tempi della high school.
Belldozer, nonostante il suo temibile soprannome, non è infatti uno scrambler puro, ma semplicemente un dual-threat quarterback, capace sia di mettere la palla in aria che muoverla via terra, applicando varianti a quel running game che l’anno passato è stata la nota dolente del reparto difensivo dei Sooners, sceso fino all’ottantesimo posto della nazione per yards concesse su corsa agli attacchi avversari.
La difesa, che per il secondo anno consecutivo sarà guidata da Mike Stoops, fratello minore di Bob, dalla scorsa stagione ha adottato un sistema di gioco versatile, che la porta a cambiare spesso allineamento, passando, nell’arco della stessa partita, dallo schieramento 3-4, al 4-3, o al 4-2-5 utilizzato spessissimo per fronteggiare gli attacchi pass oriented; quest’utimo potrebbe diventare anche lo schema difensivo di base dei Sooners, che per adottarlo hanno dovuto puntare su talenti in grado di ricoprire, con efficacia, più posizioni, come il defensive lineman Chuka Ndolue, end che da questa stagione sarà impiegato, con maggiore frequenza, come tackle.
Con lui, al centro della linea, giocherà Jordan Phillips, possente DT di oltre due metri d’altezza che ha già fatto sentire, e parecchio, la propria presenza nelle passate stagioni, mentre all’esterno troveranno certamente spazio Mike Onuoha e Geneo Grissom, junior che ha dimostrato di sapersi avventare con estrema facilità sul backfield avversario; alle loro spalle, in mediana, spazio invece a due safeties convertite a linebacker, lo junior Corey Nelson, 45 tackles nel 2012, e il sophomore Frank Shannon, capace di mettere a segno già 38 placcaggi nella freshman season.
Entrambi veloci e reattivi, dovranno cercare di migliorare la difesa sulle corse che si è rivelata disastrosa lo scorso anno, facendo affidamento anche su Aaron Franklin quando si tornerà allo schieramento 4-3, nel quale manterranno comunque il loro spot di corner titolari Cortez Johnson e Aaron Colvin, probabilmente il miglior talento difensivo di Oklahoma, che ha chiuso lo scorso torneo NCAA totalizzando 84 placcaggi e 4 intercetti.
Tra i defensive back, gli unici cambiamenti del caso, quando si passerà da uno schieramento all’altro, riguarderanno principalmente la posizione di nickel, con Julian Williams che dovrebbe lasciare il campo per permettere ai Sooners di schierare il terzo linebacker, stringendo nuovamente le due safety che si dovranno occupare di difendere sul profondo, ovvero Quentin Hayes e il senior Gabe Lynn, ottimo in copertura, come dimostrano i 6 palloni pizzicati nella passata stagione; nella copiosa rotazione che interesserà i DB nell’attuazione dei vari schemi difensivi, potrebbero ritagliarsi già uno spazio importante tre matricole di indubbio valore come Stanvon Taylor, L.J. Moore e Hatari Byrd, già messisi in mostra durante le sedute di allenamento primaverili.
Oklahoma, che si presenta al via ben coperta anche per quanto riguarda gli special team, dove, nei ruoli chiave, schiererà l’ottimo kicker Michael Hunnicut, che ha trasformato già 38 field goal su 45 tentati in carriera, e Jed Barnett, in quello di punter, punterà quindi a raggiungere quel division title che l’anno passato gli è sfuggito solo ai punti, visto che, pur concludendo con lo stesso record di conference di Kansas State, si era vista superata dai Wildcats che l’avevano battuta, 24-19, nello scontro diretto; sfida che quest’anno si rinnoverà a Manhattan, alla penultima week di regular season, quando però, molto probabilmente, i giochi saranno già chiusi, visto che per i Sooners l’ultimo possibile ostacolo, a quel punto, sarà rappresentato dal derby con Oklahoma State con cui si chiuderà la stagione 2013, che avrà certamente preso un indirizzo già molto prima, dopo il match del 28 settembre a South Bend, Indiana, contro Notre Dame, team che rappresenta il vero e proprio crocevia nell’annata sportiva del college di Norman.
OKLAHOMA STATE COWBOYS
Oklahoma State è in fase di ricostruzione dopo aver perso nel giro di due stagioni tutti i punti di forza dell’attacco, incominciando con Brandon Weeden e Justin Blackmon, passati in NFL al termine della stagione 2011, per chiudere con Joseph Randle, selezionato nel corso dell’ultimo Draft dai Cowboys professionisti, quelli di Dallas; il runningback non ha cambiato nickname della squadra per la quale gioca, ma certamente ha cambiato il volto al college di Stillwater, arrivato davvero dinnanzi ad una sorta di anno zero, complice anche l’improvvisa richiesta di transfer, poi naturalmente avvenuta, giunta dal quarterback indiziato per partire come titolare, Wes Lunt, passato alla “natia” Illinois.
Una tegola, quella del transfer del giovane talento, che è caduta davvero inaspettata sul capo di Mike Gundy, che pareva essersi deciso finalmente a puntare su di lui dopo averlo inutilmente alternato nel 2012 con Clint Chelf e J.W. Walsh, rispettivamente senior e sophomore, che a questo punto lotteranno fino alla partenza della regular season per lo starting job; spot che spetterà a chi convincerà maggiormente il nuovo offensive coordinator Mike Yurcich, il quale cercherà di ripetere con i Cowboys il gioco produttivo e frizzante che ha reso celebre negl’ultimi anni la sua Shippensburg.
Considerato un genio offensivo, l’ex head coach di Division II punterà con decisione sull’unica vera stella offensiva rimasta nel roster di Oklahoma State, il receiver Josh Stewart, playmaker indissolubile che ha chiuso la passata stagione con 101 ricezioni completate per 1,201 yards e 7 touchdowns; numeri che l’hanno segnalato come uno dei talenti più interessanti della posizione e lo rendono avversario temibile per le difese, che ama colpire sul profondo sfruttando la sua grandissima propensione per i big play.
Meno fisicato, 5 piedi e 10 per 185 libbre, rispetto ai WR che si sono fatti un nome indossando la divisa dei Cowboys, vestirà i panni del target #1 in un reparto dove troveranno spazio il JUCO transfer Blake Jackson, che nel traffico saprà certamente farsi rispettare, il sophomore Austin Hays, già messosi in mostra nel corso della sua freshman season durante il garbage time delle varie partite, e due senior, i quasi omonimi Tracy e Charlie Moore; il primo è reduce da un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fuori a lungo la scorsa stagione, il secondo invece non è mai riuscito a compiere quel salto di qualità definitivo che gli permettesse di diventare un validissimo leading receiver, fermandosi sempre ad un passo dalla meta, come nell’ultima stagione, quando è stato superato dal già citato Stewart chiudendo con 542 yards e 6 TD.
L’altro giocatore su cui si poggerà la offense di Yurcich sarà poi il runningback Jeremy Smith, backup di Randle nel 2012 pronto a raccoglierne l’eredità nel backfield di Oklahoma State, dove tenterà di superare per la prima volta lo scoglio delle 1,000 yards, quota mai raggiunta finora in una carriera giunta all’epilogo; alle sue spalle, il fisico ed esperto junior Desmond Roland proverà a conquistare yards importanti alternandosi al compagno di squadra, in attesa che il coaching staff decida magari di concedere un po’ di spazio anche ai due interessantissimi freshman Corion Webster e Rennie Childs.
Ad aprire i corridoi per le corse dell’every down back Smith, una linea offensiva esperta, con Parker Graham spostato nel ruolo di RG per sostituire Lane Taylor, e lo junior Daniel Koenig promosso in quello di left tackle, sul lato opposto del giovane sophomore Devin Davis, ottimo pass protector che completa un gruppo di lineman che può contare anche su Brandon Webb, LG, e Chris Grisbhy nella posizione di centro.
Situazione simile sulla linea difensiva, nella quale il First Team All-Big 12 Calvin Barnett, 30 tackles e 1.0 sack, e la sorpresa della passata stagione James Castleman, compongono una rocciosa coppia interna difficilmente superabile, che permette ai Cowboys di compiere un grandissimo lavoro in pass rushing, già risultato molto produttivo nel corso della campagna 2012, quando il lavoro centrale svolto dai due permetteva a end, linebacker e safeties di colpire il backfield avversario con rapidità ed efficacia.
Proprio sull’esterno si attende un buon contributo dall’end Tyler Johnson, probabilmente giunto alla stagione della definitiva consacrazione, mentre in mediana il defensive coordinator Glenn Spencer farà parecchio affidamento sull’esperienza dei due senior Shaun Lewis e Caleb Lavey, che con 58 e 53 tackles, rispettivamente, sono risultati tra i giocatori più produttivi del reparto arretrato l’anno passato, e verranno confermati nei ruoli di strongside e middle linebacker, con il sophomore Ryan Simmons che andrà ad occupare lo spot sul lato debole.
Nelle secondarie un’attenzione particolare la meritano la veloce coppia di safeties formata da altri due giocatori all’ultimo anno, Shamiel Gary e Daytawion Lowe, placcatori eccezionali che si sono distinti anche per la capacità di penetrare nel backfield avversario all’occorrenza; in quella che sarà la loro ultima stagione a Stillwater promettono di dare spettacolo, aggiungendo solidità ed esperienza ad un reparto che ha sofferto tantissimo sui passaggi la scorsa stagione. Per farlo, e per tenersi aperta una strada verso la NFL, cercheranno collaborazione nei corner titolari Kevin Peterson e Justin Gilbert, senior che è stato confermato anche nel ruolo di kickoff returner; sempre negli special team ci sarà l’esordio del kicker al secondo anno Bobby Stonebraker, preferito a Kip Smith, già riserva del punter Michael Reichenstein.
Nonostante l’incognita quarterback e i tanti volti nuovi in alcuni ruoli cardine dell’attacco, i Cowboys si candidano ad essere degli outsider nella corsa verso il titolo della Big XII, anche perché ci sono buonissime sensazioni sul fatto che il nuovo corso offensivo possa dare fin da subito ottimi frutti al team allenato da Gundy, che potrebbe navigare in acque tranquille almeno fino a dopo il turno di bye, quando affronterà TCU, in una sfida che, molto probabilmente, deciderà che ruolo occuperanno le due compagni all’interno della conference; un’eventuale vittoria permetterebbe addirittura ad Oklahoma State di arrivare con un record positivissimo al rush finale della regular season, quando in un trittico piuttosto difficile, si troverà di fronte Texas, Baylor e i cugini Sooners.
TEXAS CHRISTIAN HORNED FROGS
Giunta al secondo anno nella Big XII, la squadra allenata da Gary Patterson proverà a dividersi il ruolo di terzo incomodo con Oklahoma State, anche perché è difficile pensare che gli Horned Frogs possano ambire a qualcosa di più se il coach continuerà a proseguire sulla strada scelta e dichiarata finora, ovvero rinunciare al quarterback titolare Casey Pachall anche se quest’ultimo tornato dalla squalifica, scontata per guida sotto influsso di sostanze stupefacenti.
Sospeso a tempo indeterminato da qualsiasi attività del team di football, il senior, tornato ad allenarsi in estate, dovrà cercare di conquistarsi nuovamente la fiducia del coaching staff per provare a riprendersi lo starting spot e cercare di mettersi in mostra in vista del prossimo Draft NFL; considerato a tutti gli effetti un pro prospect, aveva già fatto segnare il record della scuola completando il 67 % dei passaggi tentati nel 2011, lanciando per 2,911 yards, 25 TD e 7 intercetti nell’ultima stagione che Texas Christian disputò all’interno della Mountain West.
Fermato sul più bello l’anno passato, quando aveva già accumulato 948 yds, 10 TD e 1 solo intercetto in quattro partite, Pachall si è distinto, nel corso della sua carriera collegiale, come un ottimo passer dotato di una buona mobilità, caratteristiche che permettevano ai Frogs di rendersi decisamente più imprevedibili in fase offensiva, a differenza di quanto fatto successivamente con Trevone Boykin al timone, parso spesso spaesato dopo essere stato gettato nella mischia in sostituzione del più esperto collega.
Il sophomore , che ha completato per 1,853 yards, lanciando 15 touchdown e 9 intercetti, ha provato a fare del suo meglio in ogni occasione, ma il salto dalla high school al college football si è dimostrato complicato e, a tratti, proibitivo, tanto che non è riuscito ad andare oltre ad un record di 3 vittorie e 6 sconfitte, rendendo piuttosto amara la prima apparizione di TCU nella Big XII; come anticipato, dai rumors trapelati negl’ultimi mesi, dovrebbe essere ancora lui a dirigere le operazioni dietro il centro Eric Tausch, il giocatore in assoluto più esperto della OL, anche se non è detto che Patterson decida di lanciare l’interessantissimo redshirt freshman Tyler Matthews, altro talento che pare essere materiale da National Football League.
L’indecisione, comunque, non regna solo nel ruolo di quarterback, ma anche in quello di runningback, nel quale il sophomore B.J. Catalon, dopo l’esperienza maturata nella passata stagione, sembra in vantaggio per assicurarsi lo spot titolare, nonostante non sia riuscito a passare una sola volta la linea dell’endzone, cosa che, invece, il suo avversario per la maglia da starter Waymon James ha fatto in un’occasione prima di uscire di scena per un infortunio al ginocchio; problema che lo ha frenato e gli ha impedito di sfruttare finalmente lo spazio di cui avrebbe goduto nel backfield degli Horned Frogs, dove quest’anno dovrà comunque guardarsi anche dalla concorrenza del sophomore Aaron Green, transfer da Nebraska che dovrebbe avere la possibilità di giocarsi qualche chanches nel corso della stagione.
Più chiara invece la situazione del reparto ricevitori, con lo junior Brandon Carter che sostituirà Josh Boyce nel ruolo di go to receiver grazie alle buonissime prestazioni sfoderate l’anno passato, chiuso con 590 yards e 6 TD; al suo fianco, almeno inizialmente, giocheranno il sophomore LaDarius Brown, partito già titolare durante la freshman season, conclusa con 5 touchdowns realizzati, e i target al terzo anno Cam White e David Porter, anche se con lo schema a quattro ricevitori adottato da TCU è molto probabile che nella rotazione troveranno spazio anche altri elementi, tra i quali meritano certamente di essere tenuti d’occhio i sophomore Kolby Listenbee e Deante’ Gray, ex defensive back convertito in WR dopo aver mostrato ottime doti di catcher come punt returner.
A dare un contributo nel gioco aereo ci penseranno pure i tight end Stephen Bryant, in standby la scorsa stagione per infortunio, e Griffin Gilbert, entrambi molto abili a strechare il campo e recuperare palloni nel traffico, dove i colpi dei difensori si fanno sentire puntuali, quasi quanto la sveglia di un orologio svizzero. Colpi che, ovviamente, non vengono risparmiati neppure dal reparto difensivo degli Horned Frogs, risultato il migliore della conference, nonché il più produttivo, al termine della passata stagione; un buon risultato per un team contornato da un certo scetticismo nel passaggio dalla MWC alla più competitiva Big XII.
Prima nella total defense e nella rushing defense, Texas Christian ha invece sofferto parecchio sui passaggi, nonostante la presenza nelle secondarie di un playmaker assoluto come Jason Verrett, senior con un futuro assicurato tra i professionisti che ha mostrato di avere un innato fiuto per l’ovale nel corso degl’anni; autore di 6 intercetti e 16 broken pass nella passata stagione, ha sempre dato un valido contributo anche contro le corse, riuscendo, in alcune occasioni, a penetrare con facilità nel backfield avversario.
Talento indiscutibile, al pari del defensive end Davonte Fields, l’altra stella del reparto, guiderà un gruppo in cerca di riscatto, che potrà contare sul ritorno di tutti gli starter della stagione 2012, decisi a prendersi una rivincita dopo le tante critiche ricevute; il senior Elisha Olabode, FS, gli junior Kevin White, CB, e Sam Carter, ottimo colpitore che ha chiuso con 63 tackles e 3.0 sacks l’anno passato nella posizione di SS, e il sophomore Chris Hackett, già titolare come matricola nel ruolo di weak safety, i quattro componenti dello schieramento a cinque previsto dallo schema 4-2-5 adottato dal defensive coordinator Dick Bumpas, che prevede nello spot di linebacker, l’utilizzo di due volti nuovi, Marcus Mallett e Jonathan Anderson, dopo l’improvviso addio dello starter Joel Hasley, che ha deciso di lasciare il programma di football nelle scorse settimane.
Una perdita importante che però non dovrebbe intaccare più di tanto l’onda d’urto che garantisce una difesa che presenta una linea difensiva potenzialmente devastante, con il già citato Fields, leader con 10.0 sack all’attivo nella campagna 2012, e l’esperto Jon Koontz sull’esterno, e il fenomenale Chucky Hunter, second-team All Big-12, affiancato dal redshirt sophomore Davion Pierson al centro; un quartetto difficilmente superabile, dotato di una pass rushing aggressiva che ha messo a dura prova tutte le compagini affrontate durante lo scorso torneo, e che ha fallito l’impresa di mettere al tappeto il quarterback avversario, solamente in due occasioni, guarda caso, proprio nei match persi contro Oklahoma e Oklahoma State.
Con una difesa del genere, un punter affidabilissimo, Ethan Perry, capace di piazzare la palla nei pressi dell’endzone avversaria con facilità, e un kicker, Jared Oberkorom, che in estate pare abbia lavorato moltissimo per migliorare la propria efficienza, probabilmente basterebbe nuovamente consegnare le chiavi dell’attacco a Casey Pachall perché gli Horned Frogs tornassero completamente competitivi, e, forse, addirittura in grado di inserirsi con decisione nella lotta per il titolo di conference.
Finora, coach Patterson non si è ancora scomposto, e anche in questi ultimi giorni, a poco dal primo appuntamento stagionale di Texas Christian, contro la temibile Louisiana State, ha dichiarato alla stampa che non intende comunicare chi sarà il quarterback titolare all’esordio di regular season, più che altro perché non intende dare alcun vantaggio ai Tigers; quello che è certo, è che presentarsi senza Pachall nella sfida contro l’università di Baton Rouge, potrebbe essere un grandissimo rischio, visto che una sconfitta comprometterebbe fin da subito la stagione del team di Forth Worth.
KANSAS STATE WILDCATS
I campioni in carica difficilmente riusciranno a ripetersi, soprattutto perché non sarà possibile trovare un adeguato sostituto del quarterback Collin Klein, playmaker offensivo che alzava indubbiamente il livello dei Wildcats, ora decisamente ridimensionati dopo il suo addio e quello di buona parte della difesa, reparto che aveva consentito a Kansas State di rimanere ai vertici della conference e di mettersi dietro tutte le altre compagini nel rush finale.
Il lavoro svolto da Bill Snyder dopo il suo ritorno a Manhattan nel 2009, permetterà comunque al team di trovare al proprio interno le risorse necessarie per non dover ricostruire totalmente da zero, infatti con un ottimo recruiting portato avanti nel corso degli anni ha pronti giù un buon numero di sostituti, soprattutto per quanto riguarda la defense, che ripartirà da alcuni elementi interessantissimi impiegati principalmente come backup fino alla passata stagione.
In attacco, invece, come già anticipato, la situazione pare decisamente più complicata, con la grana del nuovo starting quarterback che impensierisce l’intero coaching staff, indeciso a chi affidare la regia offensiva della squadra; in lizza, due prospetti lontani dalla tipologia di giocatore che era Klein, il sophomore Daniel Sams, con una sola apparizione nella freshman season, e il JUCO transfer Jake Waters, nominato NJCAA Offensive Player of th Year nell’ultima stagione, prima di trasferirsi a Kansas State.
Il primo, attualmente, è leggermente favorito perché ha già lavorato con il team la scorsa stagione, quindi conosce già gioco e schemi adottati dalla coppia di offensive coordinator formata da Del Miller e Dana Dimel, inoltre ha già avuto modo di sviluppare un certo timing con i ricevitori che sono ritornati a Manhattan per completare il loro percorso accademico, il senior Tramaine Thompson e lo junior Tyler Lockett Jr., che oltre ad essersi rivelato un target imprescindibile per l’attacco dei Wildcats, con 687 yards e 4 touchdowns, ha confermato di essere uno dei migliori prospetti della nazione nel ruolo di kick returner, mantenendo una media di yards altissima, superiore alle 30 yds, nelle ultime due stagioni.
Nella posizione di terzo ricevitore, spazio al junior Curry Sexton, che ha superato la concorrenza del senior Torel Miller e del freshman LeAndrew Gordon, una sorta di clone di Lockett che dovrebbe entrare in rotazione già nel corso della prossima stagione, dove si alterneranno come tight end Zach Truijllo, già messosi in mostra come receiver nel torneo 2012, e Zach Nemecheck, valido blocker che viene abitualmente impiegato come fullback, position nella quale dovrà lottare con il redshirt freshman Glenn Gronkowski, fratello minore della stella dei New England Patriots Rob.
Entrambi, che probabilmente ruoteranno per garantire maggiore freschezza e solidità al reparto, dovranno lavorare per aprire gli spazi alle corse del runningback John Hubert, senior che ha guidato il backfield già lo scorso anno totalizzando 947 yards e 15 touchdowns, numeri che gli permettono di mantenere lo spot titolare a discapito dell’undersized DeMarcus Robinson, runner sgusciante e veloce che, dopo un inizio di carriera universitaria promettente, si è perso per strada, accumulando appena 25 yards nel 2012; a completare la depth il piccolissimo Robert Rose, 163 centimetri per 80 chilogrammi, che potrebbe tornare utile nelle situazioni di corto yardaggio, quando può sfruttare la sua taglia per sgusciare tra le maglie difensive avversarie.
Solida ed esperta la linea, che ha il suo miglior elemento nel tackle sinistro Cornelius Lucas, prospetto di 2 metri e 6 che ha attirato diverse attenzioni da parte degli scout NFL dopo l’ottima stagione disputata l’anno passato, in cui si rivelò uno dei bloccatori più efficaci dei Wildcats, nonché perno di una OL che ha contribuito a produrre 42 touchdowns su corsa e concesso appena 14 sacks alle difese avversarie, fermate da un muro composto da Cody Whitehair, RT, Keenan Taylor, RG, B.J. Finney, C, e Boston Stiverson, LG.
In difesa cambia quasi totalmente il front seven di Kansas State, nel quale l’unico giocatore confermato rispetto alla passata stagione è il middle linebacker Tre Walker, senior diventato titolare negli ultimi quattro match del 2012 che si troverà a guidare un reparto a corto di esperienza, composto da tutti elementi che, nel migliore dei casi, hanno visto il campo entrando nella rotazione prevista dai vari ruoli, come nel caso del defensive end Ryan Mueller, uno dei talenti più interessanti tra i volti nuovi che si apprestano ad occupare i primi spot della depth chart.
Ancorata la linea difensiva attorno al sophomore tackle Travis Britz, solido e reattivo contro le corse, al suo fianco troverà spazio Chanquil Reed, con Marquel Bryant, che in prospettiva promette di diventare un ottimo pass rusher, sistemato sull’estremo destro; in mediana, ai lati di Wakler, si inseriranno Johnathan Truman, 25 tackles e 2.0 sacks lo scorso anno, e Blake Slaughter, ai margini del team nelle ultime due stagioni dopo aver collezionato 45 placcaggi da matricola.
Completamente diversa la situazione delle secondarie, dove oltre al playmaker difensivo Ty Zimmerman, All-American con 50 tackles e 5 intercetti all’attivo nel 2012, è ritornato a Manhattan anche il corner Randall Evans, junior che potrebbe anche essere impiegato come strong safety nel corso di questa stagione, con il Junior College transfer Nate Jackson che passerà sulla sideline, sul lato opposto al senior Kip Daily, che pare attualmente godere delle preferenze del coaching staff rispetto al sophomore Morgan Burns, talento messosi in luce negli special team come il compagno di reparto Dante Barnett, interessante opzione nel ruolo di SS.
Tra gli specialisti, nel ruolo di kicker, farà il suo esordio quest’anno Jack Cantele, fratello minore di Anthony, che ha concluso la carriera universitaria al termine della scorsa stagione, mentre in quello di punter troverà spazio l’ex prodotto di Missouri Southern, Mark Krause, che avrà il difficile compito di sostituire l’ottimo Ryan Doerr, tra i migliori della conference nella posizione.
Coach Snyder, commentando la regular season 2012 dei suoi Wildcats, dichiarò che erano stati bravi a capitalizzare tutte le occasioni che gli erano capitate e sfruttare al meglio quello che gli concedevano gli avversari, massimizzando tutto il lavoro che, puntualmente, svolgevano durante la settimana; riuscire nella stessa impresa a dodici mesi di distanza, oltretutto senza uno di quei ragazzi che rese possibile il raggiungimento di certi traguardi, , pare decisamente impossibile, però i Wildcats hanno mezzi e uomini per chiudere questa stagione in maniera dignitosa, magari centrando nuovamente l’appuntamento con un Bowl.
BAYLOR BEARS
Il team allenato da Art Briles continua ad essere uno dei più elettrizzanti dell’intera nazione, capace di sfornare talenti e vincere Bowl come pochi altri, ma difficilmente riesce ad inserirsi nella corsa al titolo di conference, che continua a sfuggirgli nonostante il livello qualitativo del roster aumenta di stagione in stagione, grazie anche all’ottima pubblicità, ottenuta gratuitamente, dopo l’esplosione e il passaggio in NFL di Robert Griffin III, probabilmente il giocatore più talentuoso ad aver vestito la divisa di Baylor.
Anche quest’anno, cercare di insidiare le favorite Texas e Oklahoma sarà pressoché impossibile, però nel college texano si lavorerà comunque per il futuro, cercando di completare la crescita dell’interessantissimo quarterback Bryce Petty, junior che ha visto il campo con il contagocce nella passata stagione ma che partirà con i gradi di starter nel 2013, davanti al redshirt freshman Seth Russell e al top recruit Chris Johnson, che avranno modo di battagliare per lo spot titolare nei prossimi anni, nei quali promettono di fare grandi cose con la divisa dei Bears, magari pure ripercorrendo le gesta di un certo RGIII.
Il talento, la facilità di corsa, il braccio, e la rapidità di lettura, sembra essere presente in entrambi, ma il loro sviluppo e la loro crescita non sarà immediata, per questo Briles ha preferito promuovere Petty, solido passer che non è dotato di una grandissima mobilità ma che ha comunque le caratteristiche necessarie per guidare al meglio la offense di Baylor, che, per quanto riguarda le corse, si affiderà principalmente al duo di runningback formato da Lache Seastrunk e Glasco Martin, uno dei tandem più assortiti della nazione nella passata stagione.
Ex prospetto di Oregon, Seastrunk, ha collezionato 1,012 yards e 7 touchdowns nel 2012, correndo per l’Heisman Trophy fino alle battute finali di un torneo nel quale sono emerse tutte le sue doti di all-around back, in grado di macinare yards in ogni zona di campo ed in qualsiasi situazione, alternandosi e integrandosi alla perfezione con il compagno di reparto Martin, che, utilizzato quasi esclusivamente nelle short-yardage situation, ha conquistato 889 yds e realizzato 15 TD, alcuni dei quali decisivi per permettere ai Bears di strappare delle vittorie fondamentali.
Alle loro spalle, possibile che trovi spazio l’interessantissimo redshirt freshman Shock Linwood, che potrebbe rivelarsi utile nel ruolo di Ultraback, posizione spesso utilizzata da Baylor quando necessità di un runningback che si apra sull’esterno della linea offensiva per ricevere il pallone; schema nel quale, spessissimo, veniva utilizzato il già citato Martin nella passata stagione, e che quest’anno potrebbe invece essere riservato ad alcuni dei giovani talenti che compongono il roster, come Johnny Jefferson, velocissimo runner che può accumulare yards sia dentro che fuori dal backfield, dove, già al liceo, era solito sfruttare le mani educate per ottenere guadagni importanti.
Guadagni che in un team con le caratteristiche offensive di Baylor non sono mai mancati, come dimostra la media mantenuta nella passata stagione, quando il team texano conquistava circa 567 yards a partita, mantenendo una media vicina ai 45 punti realizzati a match; numeri resi possibili da un running game che si integrava alla perfezione con il passing game, in cui era un grande protagonista l’attuale receiver di Dallas Terrance Williams, che ha ceduto lo spot di first target a Tevin Reese, tra i migliori del reparto lo scorso anno, con 957 yds e 9 TD all’attivo.
Con lui, all’interno del campo, sarà schierato lo junior Levi Norwood, 487 yards e touchdown, mentre sull’esterno ruoteranno l’altro terzo anno Antwan Goodley, andato a segno in due occasioni nel 2012, e i sophomore Jay Lee e Clay Fuller, quest’ultimo reduce da sei stagioni passate nel farm system degli Anaheim Angels, che l’ha portato ad esordire nel college football a venticinque anni suonati, ricevendo i primi 3 palloni della carriera, per 39 yards, nello scorso torneo.
Confermato nel ruolo di TE Jordan Najvar, che si è rivelato un valido supporto sia come receiver aggiunto che come blocker, dovrà collaborare attivamente con la linea per offrire protezione al quarterback e aprire spazi ai runnigback, che sfrutteranno, certamente, la presenza di un giocatore in orbita NFL come la right guard Cyril Richardson, ottimo pass protector che guida una OL composta dall’altra guardia Desmine Hilliard, dal centro Stefan Huber, e dai tackle Spencer Drango e Kevin Palmer, che sostituirà, almeno inizialmente, l’infortunato Troy Baker, fermatosi per un problema ai legamenti del ginocchio.
In difesa, tra le peggiori dell’intera nazione per yards concesse, sarà fondamentale capire se il defensive coordinator Phil Bennett ha trovato la chiave di lettura per sistemare un reparto che ha risposto sempre bene in fase di pass rushing ma ha sofferto tantissimo in coverage, concedendo sempre parecchio terreno agli avversari; l’unica certezza, nel 4-2-5 adottato dai Bears, sembra essere ancora una volta presentata dai due linebacker centrali, ottimi giocatori, atletici ed in grado di produrre un altissimo numero di placcaggi, che li hanno portati a chiudere come leading tackler della squadra nella passata stagione.
Bryce Hager, stella difensiva del team e primo colpitore con 124 tackles e 9.5 sacks totali nell’ultima stagione, è sicuramente il giocatore attorno al quale ruota tutto il reparto, che, nel mezzo, può contare anche sul suo valido collega Eddie Lackey, secondo per numero di stops, 104, e uno dei pochi a salvarsi in pass coverage, dove ha sempre fatto sentire la sua presenza e il suo supporto; spostato più avanti, già nella scorsa stagione, il loro ex compagno di mediana Chris McAllister, 6.0 sacks e 7.5 tackles for loss, rivelatosi un valido defensive end, probabilmente il migliore della squadra, sul lato opposto a Terrance Lloyd, buon pass rusher che ha garantito una pressione costante sui lineman avversari, che nel mezzo si troveranno a fronteggiare il possente Javonte Magee, sophomore che compone la coppia di tackle centrali con Beau Blackshear, attualmente preferito all’altro secondo anno Suleiman Msumbuko, che comunque dovrebbe entrare spesso in rotazione.
Sul profondo si spera che uno dei prospetti più interessanti, la talentuosa safety Ahmad Dixon, ripeta l’ottima stagione passata, chiusa con 102 placcaggi e 2.0 sacks, e continui a svolgere un grandissimo lavoro in campo aperto, dove ha puntualmente fermato gli avversari che sfuggivano ai suoi compagni; con lui, è ritornato anche il senior Sam Holl, schierato abitualmente come nickel, mentre per l’altro ruolo di safety è stato scelto il sophomore Terrell Burt, dal quale si attendono grandi cose in questo 2013; maggiore indecisione, invece, per quanto riguarda i corner, il veterano K.J. Morton pare essere l’unico certo del posto, lasciando che alti due senior, Demetri Goodson e Joe Williams, già alternatisi nel corso della season 2012, si disputino lo spot rimasto libero sull’altro lato, dove, nella lotta tra i due litiganti, potrebbe anche spuntarla, a sorpresa, il redshirt freshman Xavien Howard, giovane versatile, in grado si calarsi, senza problemi, sia nel ruolo di CB che in quello di safety.
Esperti gli special teamer, il kicker Aaron Jones e il punter Spencer Roth, reduce da un’ottima stagione che lo ha visto piazzare ben 13 palloni dentro alle 20 yards avversarie, qualche problema, Baylor, potrebbe averlo con i returner, il già citato Norwood e Darius Jones, che l’anno passato hanno faticato a conquistare yards, costringendo, spesso, l’attacco dei Bears a partire in posizioni di campo infelici.
Se la passing defense reggesse, indubbiamente, la piccola scuola privata texana potrebbe ambire a qualcosa in più di una posizione di rincalzo all’interno della Big XII, visto che comunque, a roster, nonostante le tante partenze, continua ad essere presente il talento, caratteristica da non sottovalutare a livello di college football, dove spesso, un giocatore qualitativamente eccelso, può cambiare, da solo, il volto della squadra; Seastrunk e Hager, nel caso, sono certamente due atleti in grado di farlo, ma dal rendere i Bears più competitivi a portarli ai vertici della nazione, come era accaduto con Griffin III, la strada è ancora lunga, anche se, e questo va riconosciuto, il lavoro svolto da Briles, soprattutto a livello offensivo, comincia ad attirare molti prospetti interessanti a Baylor, che nei prossimi anni potrebbe ambire a lottare per qualcosa di importante.
WEST VIRGINIA MOUNTAINEERS
Il secondo anno per West Viriginia nella Big XII inizia decisamente in salita, principalmente per i problemi dovuti alla sostituzione di quattro protagonisti offensivi delle ultime stagioni, il centro Joe Madsen, i wide receiver Stedman Bailey e Tavon Austin, e, naturalmente, il quarterback Geno Smith, all-time passer dei Mountaineers che ha lasciato un vuoto incolmabile a Morgantown, dove coach Dana Holgorsen avrà il suo bel da fare per trovare un sostituto che non crolli sotto il peso di un’eredità tutt’altro che sostenibile.
Qualsiasi raffronto tra chi è rimasto e chi è andato via sarebbe infatti decisamente impensabile, perché penderebbe, sistematicamente, verso i secondi, sia che si tratti della posizione di quarterback, che in quella di receiver, dove mancherà un giocatore in grado di vestire i panni del playmaker con la stessa naturalezza del talento scelto al primo round dell’ultimo Draft NFL dai St. Louis Rams.
Con queste premesse, ovviamente, si intuisce che la terza stagione in West Virigina per Holgorsen, non inizia sotto i migliori auspici, anche se il coaching staff si è dato molto da fare, durante l’offseason del college football, per portare a Morgantown diversi prospetti in grado di rialzare, fin da subito, il livello qualitativo della squadra, come il quarterback Clint Trickett, arrivato dai Florida State Seminoles; lo junior, che potrà vestire la divisa dei Mountaineers già quest’anno essendosi laureato in primavera, prima di lasciare Talahassee, lotterà per lo spot da titolare con Paul Millard, ex backup di Smith per il quale gioca a favore l’esperienza già maturata negli schemi offensivi del coordinator Shannon Dawson.
Entrambi meno mobili rispetto all’attuale QB dei Jets, ma in possesso comunque di un buon braccio, dovranno comunque guardarsi con attenzione dall’interessantissimo redshirt freshman Ford Childress, talento texano che al liceo ha mostrato caratteristiche molto simili a Smith, completando per 3,171 yards e 41 touchdowns in appena 10 partite nel corso della sua senior season; numeri impressionanti, che i coach sperano possa ripetere quanto prima in NCAA, dove finora è balzato agli onori delle cronache più per i problemi off the field, è stato arrestato per guida in stato di ebbrezza, che per imprese realizzate sul terreno di gioco.
Imprese che invece sono riuscite a Andrew Buie, junior runningback tornato a Morgantown dopo l’ottima stagione da sophomore, nella quale ha corso per 851 yards, superando in 7 occasioni la linea dell’endzone avversaria, che da quest’anno dividerà il backfield con l’ottimo Charles Sims, senior trasferitosi da Houston, che in tre tornei giocati in Texas ha prodotto oltre 4,000 yards e segnato 37 touchdowns, emergendo come uno dei migliori interpreti del ruolo a livello collegiale; in coppia, garantiranno solidità e produzione al backfield dei Mountaineers, nel quale dovrebbe trovare spazio anche l’altro junior Dustin Garrison, che rappresenta un’opzione validissima anche fuori dal backfield.
Sulle sideline Kevin White, transfer da Lackawanna College, e il sophomore K.J. Myers, avranno il compito di non far rimpiangere Bailey, mentre all’interno, Connor Arlia e Jordan Thompson, che per agilità e velocità somiglia molto a Austin, cercheranno di sostituire nel migliore dei modi quest’ultimo, che l’anno passato era risultato devastante in più di un’occasione; a completare il reparto, due validissimi backup con ottime prospettive per il futuro come Devonte Mathis e Mario Alford, che potrebbe essere utilizzato in alcune occasioni anche da runningback, con Cody Clay, giocatore fisico dotato di buonissime mani, confermato nel ruolo di halfback/tight end, posizione da sempre fondamentale nel sistema offensivo di West Virginia.
Desta qualche preoccupazione la linea offensiva, che ha cambiato tre elementi al suo interno, dove, oltre a Madsen, ha perso anche le guardie Jenkins e Braun, che dovrebbero essere rimpiazzate dal junior Mike Glowinski e dal sophomore Marquis Lucas, sistemati ai lati del nuovo centro titolare Tyler Orlosky, redshirt freshman che pare aver convinto più del senior Pat Eger, nuovamente dirottato nella sua posizione originaria di guardia, dove continuerà a svolgere un importante ruolo in rotazione; invariati, invece, gli esterni, dove sono tornati entrambi i tackle, Quinton Spain, ottimo pro prospect, e Curtis Feigt.
In difesa, tanti cambiamenti in depth chart per una squadra che l’anno passato si è dimostrata tra le peggiori dell’intera nazione, arrivando ad occupare addirittura la centodiciottesima posizione sui passaggi, dove il 3-3-5 adottato dal defensive coordinator Keith Patterson ha spesso mostrato diverse lacune, regalando caterve di yards agli attacchi avversari, che in più di un’occasione, hanno colpito sul profondo senza problemi, mettendo in crisi un reparto dove uno dei pochi rimasti in sella è la free safety Karl Joseph, salvatosi dall’epurazione grazie agli ottimi numeri, 104 tackles e 2 intercetti, messi insieme nel 2012.
Al suo fianco un altro dei confermati, il senior Darwin Cook, che ricoprirà per la terza stagione consecutiva la posizione di boundary safety, dopo aver iniziato la carriera universitaria come wide receiver nello stesso anno in cui, a Morgantown, arrivava anche il giocatore più esperto del reparto, il corner Brodrick Jenkins, che dovrebbe rientrare a pieno regime dopo un 2012 in cui è stato parecchio limitato da infortuni ed acciacchi vari; sulla sideline opposta, cambiano in corsa i progetti del nuovo cornerback coach Brian Mitchell, che aveva in programma di promuovere nello spot di starter il sophomore Nana Kyeremeh, fuori per l’intero 2013 per un’operazione alla spalla, e che invece sarà costretto ad affidarsi da uno tra lo junior Ishmael Banks, tra i peggiori lo scorso anno, e il redshirt freshman Brandon Napoleon, un prospetto in fase di crescita.
Nella posizione di SPUR, ibrido tra linebacker e safety, il volto nuovo Wes Tonkery, che ormai dovrebbe essersi riconquistato il posto, ai danni del freshman Hodari Christian, dopo l’infortunio al piede che lo ha tenuto fuori la scorsa stagione, e che spesso si affiancherà, in mediana, alla coppia di sophomore LB formata da Isaiah Bruce, secondo per tackles messi a segno, 94, nella passata regular season, e Nick Kwiatkoski, promosso al ruolo di starter dopo le ottime impressioni destate negli sprazzi di partita in cui è stato impiegato l’anno passato.
Volto nuovo anche per quanto riguarda la BUCK position, dove il transfer da Georgia Military College Brandon Golson partirà titolare davanti a d’Vante Henry, altro giocatore pescato in uno junior college dagli ottimi scout di West Virginia, che l’hanno scovato a Arizona Western, team nel quale si era messo in luce come eccezionale cacciatore di quarterback; caratteristica che tornerà certamente utile alla pass rushing dei Mountaineers, affidata al sophomore end Kyle Rose, backup la scorsa stagione, e ai senior tackle Shaq Roswell e Will Clark.
Cambio, infine, anche negli special team, reparto nel quale, dopo l’addio del mediocre Tyler Bitancurt, il coach Joe DeForest, finito sulla graticola la scorsa stagione, potrà schierare il redshirt freshman Josh Lambert, dotato di un’ottima gamba, come kicker, e Nick O’Toole, altro JUCO transfer, come punter, ruolo dove ha scalzato lo junior Michael Molinari.
Visti i tanti cambiamenti, e le difficoltà della difesa ad adeguarsi al gioco dei team che fanno parte storicamente della Big XII, pensare che West Virginia possa entrare nella Top 25 è quasi un’utopia, anche se alcuni colpi messi a segno dal coaching staff in termini di transfer hanno ridotto sicuramente il gap rispetto alle compagini che, sulla carta, gli stanno davanti; difficile, inoltre, che i Mountaineers riescano a ripetere l’inizio stagione folgorante del 2012, in cui balzarono ai piani alti del ranking grazie ad una serie di cinque vittorie consecutive, vista la presenza di un’insidiosissima trasferta ad Oklahoma alla seconda week di regular season.
TEXAS TECH RED RAIDERS
Vita nuova per Texas Tech, che riabbraccia il figliol prodigo Cliff Kingsbury, tornato a Lubbock per assumere la guida tecnica dei Red Raiders dopo esserne stato per quattro stagioni lo starting quarterback, dal 1998 al 2002, ed aver contribuito, l’anno passato, a condurre verso la conquista dell’ambito Heisman Trophy Johnny Manziel, alfiere di un’altra Texas, la A&M di College Station, che il coach texano aveva aiutato a raggiungere i vertici del college football con il suo gioco offensivo spumeggiante ed aggressivo.
Stile che vorrebbe mantenere pure ora che è finalmente giunto alla guida della propria Alma Mater, per cercare di riportarla verso quelle vette della conference sfiorate, prima, e toccate, poi, quando era allenata da Mike Leach, che è stato per tre anni il mentore di Kingsbury prima di lasciare il posto a Tommy Tuberville, giunto a Lubbock con tantissime aspettative ma andatosene, forse, con un unico merito, ovvero aver donato ai Red Raiders un sistema difensivo molto più solido rispetto al passato.
Difesa che comunque non ha permesso a Texas Tech, secondo miglior attacco della nazione sui passaggi, di andare oltre ad una settima posizione nella conference, chiudendo con 4 vittorie e 5 sconfitte che hanno invalidato l’ottimo lavoro svolto fuori dalla Big XII, dove il team di Lubbock aveva vinto tutte le partite, superando anche Minnesota nell’ultima settimana di regular season; una situazione che rischia seriamente di replicarsi quest’anno, con i tre impegni abbordabili dei non conference match che saranno probabilmente annullati dalle sfide divisionali, dove i Raiders partiranno spesso sfavoriti.
Cosa che comunque non dovrebbe impedire a Kingsbury di migliorare ulteriormente le statistiche offensive rispetto alla passata stagione, magari puntando al primo posto del ranking nel passing game, che affiderà, salvo sorprese dell’ultimo minuto, al sophomore Michael Brewer, 375 yards e 4 TD lo scorso anno, in netto vantaggio rispetto all’inesperto freshman Davis Webb, che potrebbe comunque ritagliarsi uno spazio importante in questa sua prima season a Lubbock, dove ha già superato, in depth chart, il redshirt freshman Clayton Nichols, retrocesso al ruolo di terzo QB.
In ogni caso, chiunque si posizioni alle spalle del centro, potrà contare su una coppia di receiver tra le migliori della conference, e probabilmente dell’intera nazione, composta dal senior Eric Ward, 1,053 yards e 12 touchdowns nel 2012, e dal junior Jace Amaro, un tight end fatto e finito che negli schemi offensivi di Texas Tech opera come ricevitore interno, ruolo nel quale ha collezionato 25 ricezioni per 409 yds e 4 TD nella passata stagione, rivelandosi come uno dei prospetti più interessanti della posizione in ottica NFL.
Attorno a questi due indiscussi talenti, un gruppo di piccoli e veloci receiver che costituiscono la fortuna dei Red Raiders nei big play, Bradley Marquez, Jakeem Grant, Sadale Foster e Jordan Davis, tutti versatili ed in grado, all’occorrenza, di arretrare nel backfield per fungere da runningback aggiunti; ruolo, quest’ultimo, che sarà nuovamente consegnato al junior Kenny Williams, confermato dopo le 824 yards conquistate e i 5 TD realizzati nella passata stagione, quando aveva già a disposizione come backup DeAndre Washington, talento interessantissimo che fa parte, con il receiver Dylan Cantrell, di quelle nuove leve che dovranno garantire una certa continuità a Texas Tech in futuro.
Una mission della quale si dovranno occupare, a partire già da questa stagione, alcuni volti nuovi della linea offensiva, che ancorata sulle solide spalle del tackle sinistro Le’Raven Clark, ha cambiato ben tre elementi, confermando la junior guard Beau Carpenter a destra, ed inserendo Trey Kennan al suo fianco, Tony Morales sul lato opposto, e Jared Kaster al centro; un folto gruppo di giovani che dovrà continuare lo splendido lavoro svolto dai loro predecessori, semplicemente perfetti nella pass protection l’anno passato.
In difesa, che come anticipato è migliorata davvero tantissimo sotto la guida di Tuberville, che l’ha portata saldamente dentro la top 20 della nazione, il coordinato Matt Wallerstedt potrà contare sul ritorno di ben 8 starter della passata stagione, tra i quali l’ottimo defensive end Kerry Hyder, miglior tackler della squadra con 56 placcaggi e 6.0 sacks totali al termine della campagna 2012, in cui ha confermato le sue buone doti di pass rusher; sul lato opposto al suo lo junior Delvon Simmons sarà la prima scelta di una depth chart che prevede una rotazione continua del quartetto di DE, completato dal senior Dartwan Bush e dal jr. Jackson Richards, che compone il roster dei Raiders e che andranno, mano a mano, ad affiancare il senior NT Dennell Wesley.
Sulla mediana, a seconda dell’allineamento con cui deciderà di schierarsi Texas Tech, si disporranno i vari linebacker, capitanati dai due veterani Terrance Bullit, che quando non sarà impiegato in uno dei due ruoli ibridi, Bandit e Raider, previsti dalla difesa dei Red Raiders, dovrebbe tornare a ricoprire il ruolo di middle, al posto del sophomore Micah Awe, e Sam Eguavoen, uno dei tanti defensive back trasformato in LB da Wallerstedt e Tuberville che invece occuperà, come già accaduto in passato, la posizione di weakside, sul lato opposto al secondo anno Branden Jackson.
Quest’ultimo è il principale indiziato per affiancare il già citato Bullit in uno dei due spot ibridi, nei quali, di volta in volta, potrebbero scambiarsi a seconda delle richieste dei coach, che utilizzeranno nelle position di corner, ribattezzate per l’occasione in boundary cornerback e field cornerback, i senior Olaoluwa Falemi, buon tackler trasferitosi dal Louisiana Harbor College, e Bruce Jones, già titolare lo scorso anno; sul profondo, invece, spazio al free safety veterano Tre’ Porter, ex corner, e allo strong safety al secondo anno J.J. Gaines, che dovrebbe garantire un ottimo supporto nella difesa sulle corse.
Squadra interessante, che può interpretare alla perfezione il ruolo di mina vagante visto la facilità con la quale ha dimostrato di saper mettere punti sul tabellone, Texas Tech affronterà questa stagione 2013 senza troppe pretese, anche se cercherà di sfruttare ogni possibile occasione che gli capiti davanti; per riuscire a cogliere comunque il massimo da ogni situazione, Kingsbury dovrà apportare dei miglioramenti anche negli special team, visto che sia il kicker Ryan Bustin che il punter Ryan Erxleben si sono resi protagonisti di errori che sono costati parecchio ai Red Raiders l’anno passato.
IOWA STATE CYCLONES
Da quando Paul Rhodes è arrivato a Ames nel 2009, i Cyclones si sono qualificati per tre bowl in quattro stagioni, nonostante il record non sia mai andato in positivo ad eccezione dell’anno di esordio del coach, quando Iowa State chiuse 7-6 sovvertendo un po’ i pronostici, che da anni la vedono come una delle università meno attrezzate dell’insidiosissima Big XII; una situazione destinata sicuramente a rinnovarsi quest’anno, nel quale probabilmente il team proseguirà sul sentiero tracciato nel recente passato, ovvero vincere, possibilmente, i match al di fuori della conference e limitare i danni nelle sfide divisionali, cercando di uscirne senza subire passivi pesanti.
D’altronde, i Cyclones, anche nella scorsa stagione hanno venduto carissima la pelle, perdendo solo di 6 punti con i Kansas State Wildcats, vincitori della conference, e lottando fino alla morte con team ben più quotati quali Oklahoma e West Virginia, che hanno avuto ragione dei ragazzi di Rhodes solo nelle battute finali dei rispettivi confronti; un buon auspicio per un team nel quale il talento è sempre stato distribuito con il contagocce e che ogni anno si trova quasi costretto a ripartire da zero, cosa che sta accadendo anche ora, con il sophomore Sam Richardson catapultato nel ruolo di quarterback dopo gli addii simultanei degli esperti Steel Jantz e Jared Barnett, che si erano divisi le apparizioni da starter nel passato torneo.
Campionato nel quale l’attuale regista dei Cyclones si era visto in campo in pochissime occasioni, nonostante Iowa State avesse spedito sul terreno di gioco tutti e tre i pitcher che componevano la propria depth chart durante le tredici partite di regular season, nelle quali Richardson ha accumulato 541 yards, 8 TD, e 1 intercetto, completando il 58 percento dei passaggi; statistiche discrete per un ragazzo che in estate ha cercato di trovare una buona intesa con un reparto ricevitori ampiamente rinnovato, in cui l’unico ad avere una buona esperienza da starter alle spalle è il tight end Ernst Brun, senior che ha chiuso con 330 yards e 6 touchdowns la scorsa stagione.
Il giocatore all’ultimo anno è una garanzia nel mezzo, dove fa valere fisico e qualità per conquistare yards nel traffico, ma le incognite, per il team di Ames, giungono dalle sideline, dove si fatica a trovare un go to receiver affidabile cui consegnare l’ovale nei momenti topici del match; il migliore, per talento, a disposizione, sembra essere Jarvis West, che però fisicamente regala troppi centimetri e chili ai difensori avversari, quindi non può andare a coprire un ruolo dove è richiesta una maggiore fisicità, caratteristica che non manca di certo ai sophomore Tac Ecby e Quenton Bundrage, sui quali però il coaching staff non ha ancora puntato con decisione.
L’idea è che il secondo, Bundrage, abbia le qualità per diventare un’opzione importante per Richardson, ma Rhodes e i suoi collaboratori dovranno decidersi a concedergli le chanches necessarie per emergere, facendogli assaporare il campo, e il clima partita, con una certa continuità; stesso metodo che presumibilmente saranno propensi ad adottare con l’interessantissimo Emmanuel Bibbs, tight end/receiver proveniente dal junior college di Arizona Western, che ha preferito Iowa State alle più quotate Arkansas e Oklahoma.
Una scelta interessante, che potrebbe significare una svolta per i Cyclones, che con un talento del genere a roster potranno ambire a crescere e cercare di ingaggiarne altri, magari adottando la stessa politica dei nuovi avversari di conference Mountaineers, che dei college transfer ne hanno quasi fatto una religione; battute a parte, meglio che l’università di Ames si concentri sui giocatori di qualità che ha già a disposizione, come il runner James White, senior utilizzato poco nel corso della passata stagione, ma che può rappresentare una buona arma offensiva in questo 2013, dove cercherà di attaccare la barriera delle 1,000 yards corse, mai raggiunta in carriera.
Alle sue spalle di contenderanno il ruolo di backup il senior Shontrelle Johnson, rientrato dopo l’infortunio ai legamenti del ginocchio e il JUCO transfer Aaron Wimberly, che potrebbe essere la sorpresa stagionale dei Cyclones; ad aprirgli gli spazi, proverà una linea che ha sempre reso meglio in pass protection, nella quale il lato destro è rimasto invariato, con l’ottimo right tackle Kyle Lichtenberg ad affiancare la guardia Ethan Tuffie, due senior che costituiscono con il centro Tom Farniok, il perno di una OL che presenta due volti nuovi, il left guard Shaban Dika, e il tackle sinistro Jacob Gannon.
Nella linea difensiva, l’unico ad essere tornato a Ames è il defensive end all’ultimo anno Willie Scott, che dovrà guidare un terzetto composto interamente da giocatori giovani e con poca esperienza di campo, l’altro end Cory Morrisey, il nose tackle Brandon Jensen, e il redshirt freshman Collin Bevins, defensive tackle che potrebbe rivelarsi determinante in pass rushing, dove grazie alle sue doti atletiche può creare più di un grattacapo agli attacchi avversari.
Tra i linebacker i Cyclones pagheranno sicuramente lo scotto di aver perso i due migliori tackler della scorsa stagione, A.J. Klein e Jake Knott, che saranno sostituiti da Jeremiah George, già 87 tackles nel 2012, e Jehvon Miller, con il primo che è stato spostato la centro per coprire il ruolo di MLB aprendo lo spot sul lato forte per Jared Brackens, junior che ha superato la concorrenza di Alton Meeks e Luke Knott, fratello minore del WLB che ha chiuso con 347 stops la propria carriera collegiale.
Sul profondo guiderà ancora una volta le operazioni il senior Jacques Washington, runningback trasformato in safety nel corso degl’anni passati a Ames che ha chiuso la scorsa stagione tra i migliori colpitori della squadra, raggiungendo quota 90 tackler e dimostrando di saper fornire un valido supporto sia sulle corse che sui passaggi, mettendo a segno 3 intercetti; al suo fianco Deon Boomfield, altro senior che metterà la propria esperienza al servizio di un reparto che ha cambiato uomini e volti sulle sideline, dove sono stati promossi starter i sophomore Kenneth Lynn e Sam Richardson, già impegnato nelle difese di situazione come nickel e dime.
Da seguire, negli special team, il punter Kyle Van Der Kamp, nome già finito sui notebook degli scout NFL per la sua capacità a piazzare punt dentro le 20 yards avversarie, e considerato, a tutti gli effetti, il migliore del ruolo nella Big XII, l’esatto contrario del kicker Erwin Arceo, giocatore tutt’altro che affidabile che dovrà guardarsi dalla concorrenza del redshirt freshman Cole Netten.
KANSAS JAYHAWKS
La prima stagione di Charlie Weis a Lawrence non è andata come ci si attendeva, e anche l’esperimento Dayne Crist si è rivelato fallimentare, facendo crollare i Jayhawks fino all’ultimo posto della conference, lontano da qualsiasi possibilità di strappare un biglietto per un bowl; una situazione che non è per nulla piaciuta all’ex coach di Notre Dame che nonostante i fallimenti, detiene ancora quella nomea di genio offensivo attribuitagli negl’anni della sua comparsata in NFL, e pertanto vorrebbe riportare Kansas nella posizione che merita, ovvero ai vertici della Big XII.
Un compito non facile, che però potrebbe cominciare a dare frutti da questa stagione, visto il grande cambiamento messo in atto dall’head coach, che ha ingaggiato ben diciassette giocatori sfruttando i transfer NCAA, tra i quali l’ex quarterback di Brigham Young Jake Heaps, talento assoluto che è stato un po’ accantonato dai Cougars dopo un folgorante inizio da matricola, nel 2010.
Lo junior da Issaquah, Washington, sarà titolare indiscusso, visto che l’unico giocatore in grado di impensierirlo per lo starting job è il true freshman Jordan Darling, talento interessantissimo, che se avrà modo di lavorare con Weis potrebbe diventare un fit ideale per la National Football League, in quanto possiede caratteristiche tecniche e fisiche tali da impersonare il perfetto Pro prospect; manna dal cielo per Charlie, che ha sempre amato i quarterback tradizionali piuttosto che i dual-threat tanto in voga nell’ultimo periodo.
Heaps, che rientra in questa tipologia di pitcher, non rischierà quindi il posto ma dovrà sudare parecchio per mettere insieme dei numeri decenti a causa della mancanza di un vero e proprio go to receiver che possa andare a coprire lo spot di WR #1, un problema da non sottovalutare per gli schemi offensivi dei Jayhawks, che molto probabilmente ruoteranno parecchio intorno al JUCO transfer Justin McCay, messosi in mostra durante gli spring game, e Chris Matthews, senior con alle spalle un passato da runningback.
Runner che, a quanto pare, rivestiranno un ruolo fondamentale in fase di ricezione, come dimostra il dirottamento dei due junior Tony Pierson e Brandon Bourdon nella posizione di flanker, dalla quale dovranno cercare di colpire in velocità, e in profondità, gli schieramenti difensivi avversari, che saranno invece impegnati nel traffico dal lavoro del tight end Jimmay Mundine, 183 yards e 2 TD all’attivo nell’ultima stagione; dietro a loro, pronti ad affrontare una rotazione che sarà piuttosto costante quest’anno, il sophomore Tre Parmele, il senior Josh Ford e la matricola Ishmael Hyman, uno dei migliori talenti giunti a Lawrence nel 2013.
A proposito di talenti, il più cristallino resta sicuramente quello del runningback James Sims, protagonista indiscusso del ruolo sia nella conference, dove è stato il leading rusher con 1,013 yards e 9 touchdowns, sia a livello nazionale, arrivando ad un passo dalla nomina, che sarebbe stata meritata, nell’All-American Team; un riconoscimento che proverà nuovamente ad inseguire quest’anno, sperando che il passing game di Heaps non tolga troppi palloni a lui e al suo collega di reparto Taylor Cox, 464 yds e 3 TD nello scorso torneo.
Sulla linea offensiva, che nonostante i risultati ha svolto un buon lavoro nella protezione sui passaggi, confermato nella posizione di tackle sinistro il valido Asiam Sterling, affiancato dalla guardia di origine hawaiiana Ngalu Fusimalohi e dal centro Pat Lewandowski, con Mike Smithburg e il veterano Riley Spencer dirottati sul lato opposto, rispettivamente nel ruolo di right guard e right tackle.
Certezze che mancheranno e solidità tutta da scoprire sulla trincea opposta, completamente rinnovata in tutti i suoi elementi, a partire da quel Marquel Combs atteso ad una grandissima stagione, che dovrebbe elevarlo ai migliori del ruolo nel college football; arrivato da un junior college in primavera, ha scelto i Jayhawks anche se aveva ricevuto offerte dalla SEC, mettendosi a disposizione di Weis, che ha deciso, fin da subito, di puntare su di lui per ricostruire un reparto difensivo costantemente in affanno la passata stagione, tanto da subire una media di 482 yards e 36 punti a partita.
Oltre a lui, nella defensive line, troveranno spazio il senior Keba Agostinho, come end, il sophomore Ben Goodman e lo junior Keon Stowers, due buonissimi e validi interior lineman che avranno il loro bel da fare per tenere sulla sideline Ty McKinney, altro interessantissimo talento arrivato da un junior college; provenienza che è una costante, soprattutto nelle secondarie, dove si sono inseriti in pianta stabile nella formazione titolare il corner Dexter McDonald, trasferitosi dal Butler Community College, e il nickel Cassuis Sendish, che con il sophomore JaCorey Shepherd comporranno il trio di back che verrò schierato nel 4-2-5 adottato dai Jayhawks.
Faranno parte dei cinque elementi che occuperanno le secondarie anche Dexter Linton, nella posizione di free safety, e Isaiah Johnson, sophomore che pare aver superato Tevin Shaw nella corsa allo starting job come SS; davanti a loro, la coppia di linebacker, composta da Jake Love, sophomore con all’attivo già 36 placcaggi e 1.0 sack nella stagione da matricola, e Ben Heeney, indubbiamente il miglior talento difensivo di Kansas State, nonché leader l’anno passato con 112 tackles e 1.0 sack messi a segno.
JUCO transfer che dominano, infine, anche negli special team, con Trevor Padula in versione pigliatutto che sarà impiegato, molto probabilmente, sia nel ruolo di punter che in quello di kicker, dove ha scalzato Ron Doherty, decisamente poco convincente nell’ultima stagione disputata con la divisa dei Jayhawks, che dovranno guardare anche ai dettagli più piccoli per cercare di far meglio rispetto al torneo 2012, nel quale vinsero una sola partita.
Dopo il promettente inizio contro South Dakota State, unica vittoria stagionale, il team di Charlie Weis si è sciolto come neve al sole, inanellando una poco invidiabile striscia di 11 sconfitte consecutive che sarà certamente interrotta nel kickoff weekend di quest’anno, quando incontreranno i cugini dei Jackrabbits, ovvero i Coyotes della South Dakota University; in caso di vittoria, si spera che il proseguo del cammino sia più roseo rispetto a dodici mesi fa.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
UPDATE: Cambio della guardia a Oklahoma, Blake Bell è stato superato, nel ruolo di starter, dal redshirt freshman Trevor Knight, ragazzo interessantissimo che diversi esperti del college football paragonano a Johnny Manziel come caratteristiche, visto che è oltre ad essere un validissimo passer, è anche un buonissimo runner.
Sembra che la scelta effettuata da Stoops sia stata ben accettata dalla squadra, soprattutto dai difensori, che ne parlavano bene da tempo; in tal senso, fa sorridere una frase del cornerback Cousin riportata dai media “Ogni settimana, negli scrimmage, ci sfida e lo fa chiaramente; ci sfida, e vince sempre lui”
Per ulteriori news in merito, vi rimando al seguente link:
https://www.facebook.com/FootballNation.it/posts/365729933530300