In una partita dominata dalle difese e caratterizzata da un football quasi totalmente imperniato sul gioco di corse, la 99esima edizione del Rose Bowl ha preso la via di Stanford grazie all’intercetto decisivo del cornerback Usua Amanam (MVP difensivo della partita), che a 2:30 dalla fine dell’incontro ha spezzato le speranze di Wisconsin di evitare la terza sconfitta consecutiva nella partita delle rose.
Dopo i fuochi d’artificio dell’edizione 2012, il bowl più antico e prestigioso, non a caso ribattezzato the Granddaddy of Them All, è tornato come vuole la tradizione al 1° gennaio (solo in quindici occasioni non si è giocato il primo giorno dell’anno) e ha omaggiato la sua storia mostrando un football “vintage”, in cui a muovere la catena sono stati soprattutto i giochi di corsa (45 per Wisconsin e 35 per Stanford, a fronte rispettivamente di appena 17 e 20 passaggi tentati).
A Barry Alvarez non entra il poker
Le due squadre erano giunte a Pasadena con situazioni e prospettive molto diverse. I Cardinals, al terzo BCS bowl consecutivo, tornavano al Rose Bowl dopo aver vinto con pieno merito il titolo di Pac-12 grazie alla vittoria in finale su Ucla e soprattutto grazie al successo decisivo ottenuto in trasferta ad Eugene, il 17 novembre, contro Oregon: per Stanford l’ultima apparizione da queste parti era stata nel 2000, quando fu sconfitta proprio da Wisconsin, mentre l’ultima affermazione risaliva addirittura al 1972.
Molto più tortuoso, invece, l’arrivo in California di Wisconsin: chiusa la regular season 7-5 (4-4 negli scontri di conference), è giunta alla finale di Big Ten che valeva il posto nel Rose Bowl solo grazie al ban che teneva fuori dalla postseason sia Ohio State che Penn State. Nella partita che assegnava il titolo di conference, i Badgers avevano poi trovato una delle tante giornate di grazie del senior runningback Montee Ball, autore di 200 yards di corsa e 3 TD che avevano permesso alla squadra di Bret Bielema di schiantare la più quotata Nebraska sotto il pesante punteggio di 70-31.
Dopo aver messo in cascina il terzo titolo consecutivo di Big Ten, però, Bielema ha annunciato il passaggio ad Arkansas per il 2013, cosa che ha costretto il suo predecessore a Madison, Barry Alvarez, a lasciare per un giorno i panni di Athletic Director e tornare sulla sideline per andare alla caccia del suo quarto Rose Bowl dopo i 3 vinti da head coach con i Badgers (1993, ’98 e ’99).
Così Wisconsin è tornata per la terza volta consecutiva a giocarsi la partita delle rose (non accadeva dalla fine degli anni ’70 del XX secolo, con Michigan), diventando la prima squadra di sempre a contendersi l’ambito bowl con 5 sconfitte all’attivo.
Spezzando una tradizione negativa che non aveva mai visto i Cardinals trionfare sui Badgers (prima di ieri i precedenti erano 4-0-1 per Wisconsin), Stanford ha messo le mani sulla partita dando ulteriore lustro al lavoro di coach David Shaw, che da quando è subentrato due anni fa a Jim Harbaugh è stato eletto per due volte consecutive Coach of the year della Pac-12.
Difese sugli scudi
Stanford è partita forte, segnando nei primi due possessi offensivi della gara grazie a due big plays. Sul primo un reverse pass del wide receiver Drew Terrell ha innescato la presa spettacolare da 34 yards dell’altro wide receiver Jamal-Rashad Patterson, consentendo poi il touchdown sul gioco successivo con la corsa da 16 yards di Kelsey Young con un altro gioco reverse; sul secondo una ricezione in tuffo del tight end Zach Ertz ha portato la catena ad appena 3 yards dalla endzone, poi colmate dalla corsa del running back Stepfan Taylor, eletto MVP offensivo dell’incontro (20 portate per 88 yards, 1 TD, 4.4 yds a corsa).
Pur con un attacco a dir poco monodimensionale (16 corse e 1 solo passaggio nei primi 17 giochi dell’incontro!), Wisconsin ha provato comunque a riportarsi sotto, trovando nel 2° quarto prima un TD da 11 yards di Ball e poi un lancio da 4 yds di Curt Phillips per il WR Jordan Fredrick che ha fissato il punteggio al termine del primo tempo sul 17-14 per Stanford, dopo che il field goal dalle 47 yards di Jordan Williamson aveva issato momentaneamente i Cardinals sul 17-7.
Nella ripresa, però, gli attacchi si sono inceppati e quello dei Badgers è rimasto addirittura a secco: il digiuno offensivo delle due squadre è stato rotto solo da un altro field goal di Williamson, stavolta dalle 22, che a 4:23 dal termine ha fissato il punteggio sul definitivo 20-14 per Stanford prima dell’intercetto di Amanam.
Più che per l’ultimo drive, finito con l’unica palla persa di tutta la partita, i rimpianti di Wisconsin sono semmai quelli di non aver concretizzato un drive da 74 yards a cavallo tra il primo e il secondo quarto, sul punteggio di 14-0: dopo una corsa in meta da 8 yards di Ball vanificata da un holding, su un drammatico 4th&goal con appena mezza yard da conquistare, anziché affidarsi nuovamente a Ball, il coaching staff dei Badgers ha chiamato una wildcat, ma la mossa troppo prevedibile ha permesso alla difesa di Stanford di bloccare senza troppe difficoltà la corsa centrale tentata dall’altro RB James White.
Una nuova dinastia in California?
Il successo di Stanford è apparso comunque pienamente meritato, e rende giustizia ad un programma che si è saputo mantenere ai vertici della FBS dopo aver perso prima un Head Coach di assoluto valore come Harbaugh e poi un quarterback come Andrew Luck.
Il merito, in primis, va al giovane e bravo capo allenatore dei Cardinals: quando Stanford aveva vinto il suo ultimo Rose Bowl, nel 1972, David Shaw non era ancora nato; quarantuno stagioni di college football dopo, Stanford è tornata a trionfare nella partita delle rose e Shaw ha vinto il primo bowl della sua carriera da head coach, dopo la sconfitta in overtime al Fiesta Bowl dello scorso anno con Oklahoma.
A Palo Alto, oltre a geni e cervelloni, sanno sempre come produrre anche ottimo football.
NOTE
Quella ottenuta ieri è stata la sesta affermazione di Stanford nel Rose Bowl: tra le squadre di Pac-12 hanno fatto meglio solo Washington, con 7, e l’inarrivabile USC con 24…
Con il touchdown messo a segno ieri, il running back di Wisconsin Montee Ball, all’ultimo atto della sua carriera collegiale, ha rafforzato la propria posizione come leader ogni epoca della FBS per mete segnate sia su corsa (77) che in totale (83)…
La terza sconfitta di fila di Wisconsin nel Rose Bowl eguaglia quanto accaduto in passato a California (1949, ’50 e ’51) e Michigan (1977, ’78 e ’79).
Amando lo sport da sempre, non poteva non lasciarsi contagiare anche dagli sport americani, finiti poi per diventare l’argomento della sua tesi di Dottorato («Eccezionale quel baseball! L’origine dell’isolazionismo americano negli sport»). Segue ogni giorno quello che succede negli sport made in USA: li guarda, li studia e ne scrive e ne racconta come può.