TEXAS LONGHORNS
Recruiting
Che il recruting dei Longhorns sia fra i programmi collegiali, uno dei più ambiziosi è ormai risaputo, ogni anno il coaching staff dei texani percorre il paese il lungo e in largo per accaparrarsi I talenti migliori, il pressoché incontrastato monopolio nello stato del Texas rende la squadra di Coach Brown un programma con i fiocchi.
Di nomi altisonanti se ne potrebbero fare a decine in ogni ruolo, ma di talenti puri come il five star DT Malcolm Brown si potrebbe parlare a lungo; autentico animale da trincea con movimenti da ballerino nonostante la stazza, uso eccellente delle mani e un primo passo devastante, ne fanno uno de DT più ambiti della nazione.
Il RB Johnathan Gray ha monopolizzato le attenzioni di Coach Brown, che per accaparrarsi i suoi servigi, ha dovuto combattere con almeno altre 10 università; classico RB north-south che ama correre all’interno della linea, buoni mani in ricezione, ottimi movimenti e cambi di velocità, ne fanno potenzialmente una macchina da touchdown.
Per far si che il gioco di corse sia produttivo, è necessaria una linea d’attacco estremamente efficacie, in quest’ottica rientrano le firme dei T Kennedy Estelle, Donald Hawkins e la G Curtis Riser, così come la fase difensiva non è stata affatto trascurata: i LB Toshiro Davis, Timothy Cole e Peter Jinkens consentiranno maggior profondità al reparto.
Attacco
Dopo la disastrosa stagione 2010 conclusa con sole 5 vittorie, la squadra di Coach Brown era attesa ad un pronto riscatto, i risultati seppur non entusiasmanti, non hanno tardato ad arrivare come dimostrano le 8 vittorie e il l’Holliday Bowl in bacheca.
Lo scorso anno Brown decise inizialmente di affidare la cabina di regia a Garrett Gilbert, che con alti e bassi, ha portato la squadra sulle sue spalle fino a metà stagione, divergenze sulla gestione della fase offensiva ritenuta troppo conservativa ed incentrata sulle corse, costrinse Brown ad accantonarlo in favore del più dinamico David Ash, che seppur inesperto, ha risposto ben oltre le aspettative conquistando il titolo di MVP nel Bowl contro California.
Con il trasferimento di Gilbert, Ash e il fratellino di Colt Case McCoy si divideranno equamente le chance di essere titolari, con il five star freshman Connor Brewer relegato per il moneto al ruolo di outsider. Se la OL non ha un giocatore scelto al draft dal 2008, i motivi risiedono nella qualità dei giocatori che la formano, che sulla carta potrebbero dominare, ma che sul campo stentano ad amalgamarsi più del dovuto.
Se nelle corse i risultati sono incoraggianti (203 yds di media a partita) come dimostrano le prestazioni di Malcolm Brown (745 yds 5TD), viceversa nella protezione del QB siamo distanti anni luce dagli standard della Conference (28 sacks concessi peggio solo Kansas State con 29). La contemporanea presenza di due fenomeni assoluti come Brown e Gray e la scarsa profondità nel reparto ricevitori dove Mike Davis è il solo in possesso di buone mani, obbligherà Coach Brown a incentrare la fase offensiva prettamente sulle corse, modificando in parte l’assetto della linea offensiva.
Difesa
Da tempo immemorabile Texas è sempre stata sinonimo di difesa, quella che non ti fa lanciare, che non ti fa correre, che soffoca sul nascere ogni tentativo di recupero del punteggio, ma se analizziamo l’andamento del reparto difensivo nelle ultime due stagioni, la delusione rischia di prendere il sopravvento.
Se contro le corse i Longhorns sono stati ammirabili (29 sack solo 96 yds di media contro le corse con 3.1 yds di media a portata) con numeri in discreto miglioramento rispetto alla scorsa stagione, il resto della difesa ha palesato lacune preoccupanti specie contro il gioco aereo. Oltre 22 punti subiti a partita sono i numeri peggiori dal 2007, le 306 yards di total offense dal 2008, se a tutto questo aggiungiamo le partenze con destinazione NFL dei due migliori placcatori della squadra (Acho 131 tkl con 16 tfl, Robinson 107 tkl ) le prospettive sono tutt’altro che rosee.
La DL potrà ancora avvalersi delle prestazioni di due dei DE più dominanti della Conference se non dell’intero panorama del college football; Jackson Jeffcoat (71 tkl, 13 sacks) e Alex Okafor (58 tkl e 7 sacks) formano una coppia affiatata, dinamica, capace in ogni momento di cambiare le sorti della propria squadra trascinandola con il cuore e l’intensità che li contraddistingue. La secondaria ha perso molto del suo potenziale con l’addio di Blake Gideon con destinazione NFL, il tandem di CB Quandre Diggs, undersized ma estremamente fisico, e Carrington Byndom sono ottimi placcatori ma hanno palesato notevoli difficoltà in copertura (vedere la partita contro Oklahoma) di conseguenza le prestazioni dell’intero reparto graveranno sulle spalle del S Kenny Vaccaro (82 tkl, 2INT); considerato unanimemente uno dei migliori placcatori della squadra, ha il tanto e la leadership per sostituire degnamente Gideon
Prediction: 10-2
OKLAHOMA SOONERS
Recruiting
Dopo le pesanti sconfitte subite lo scorso anno ad opera di Baylor, Oklahoma State e soprattutto Texas Tech, Coach Stoops ha ben compreso che per far girare la squadra come un orologio, sono necessari alcuni ingredienti fondamentali, il primo passo è obbligatoriamente il reclutamento.
La fase offensiva ha sempre avuto un ruolo fondamentale per le sorti dei Sooners (Bradford, Peterson, Broyles per citarne alcuni), dall’arrivo si Stoops nel ’99, questo fattore ha assunto ancora maggior rilevanza, il responabile del recruiting staff Jay Norvell ha dedicato tutti i sui sforzi per i ricevitori di eccellente livello: WR Durron Neal, Sterling Sheppard, Derrick Woods e sopratutto del JUCO (junior college) Courtney Gardner sono i nomi di spicco; il californiano, letteralmente rubato ad Arkansas nel Signing Day, lo scorso anno ha ricevuto oltre mille yards con 13 segnature, mostrando ottime mani, buone running routes ma sopratutto una velocità (4,38 sulle 40 yds) che ha lasciato lo staff dei Sooner con la bocca aperta.
Dall’addio di Peterson, i Sooners hanno avuto difficoltà nel pescare un degno erede, dopo i primi allenamenti estivi, la sensazione è che il RB Alex Ross sia finalmente il giocatore giusto per far tornare il gioco di corse dei Sooners ai fasti di un tempo; prodotto locale considerato il terzo miglior RB dello stato, è il classico runner di stazza (6’1 210 libbre) ideale per il gioco di corse dei Sooners, nel ruolo tenete d’occhio l’ JUCO Damien Williams, stesse caratteristiche di Ross, ma minor notorietà. Il ruolo di TE ha da sempre un ruolo importante nell’attacco di Oklahoma, in quest’ottica rientrano Taylor MacNamara e Brandon Green. Per le corse è necessaria una linea offensiva che coniughi atletismo, tecnica, versatilità sia per le corse che per la pass protection; gli arrivi del JUCO Will Latu, J.M McGee della guardia Ty Darlington; 6’5 per 320 libbre, il four star OT Latu è proprio quel giocatore fisico e d estremamente atletico che piace tanto a Stoops.
Attacco
Seppur statisticamente siano parecchio distanti gli anni con Sam Bradford in cabina di regia (51 punti di media a partita, oltre il 67% dei passaggi completati) è innegabile che il lavoro svolto dallo staff con Landry Jones sia andato ben al di la delle più rosee aspettative. Con oltre 4400 yards lanciate e 29 touchdown, il nativo del New Mexico è letteralmente esploso con prestazioni che hanno spesso rasentato la perfezione, tutto bene finche Broyles non ha anzitempo terminato la propria stagione per un grave infortunio al ginocchio, da li in avanti l’attacco dei Sooners ha steccato in più di un occasione (vedere Baylor e Oklahoma State).
L’episodio in questione ha messo in luce l’immenso talento di Kenny Stills, il californiano a ricevuto oltre 900 yards con ben 8 TD, diventando ben presto il bersaglio preferito di Jones specialmente in profondità, anche Jaz Reynolds non ha esitato a beneficiare dell’infortuni di Broyles, ricevendo oltre 700 yards con 5 segnature.
Se Oklahoma è unanimemente ritenuta la tipica squadra della Big 12, è altrettanto innegabile che le aggiunte degli ultimi anni hanno permesso a Stoops maggiori varanti offensive; la contemporanea presenza a roster di Ray Finch (undersized ma velocissimo) e Brennan Clay sulla carta poteva consentire fluidità all’attacco, ma se non fosse esploso Dominique Whaley (664 yds, 9TD) se eliminiamo anche il bulldozer Blake Bell (QB ma 6’6 250 lbs) e i suoi 13 TD a ridosso della goaline, il running game di Oklahoma avbrebbe avuto ben poco di dinamico.
Se sulla linea offensiva si legge il cartello “lavori in corso” dopo gli addii di Donald Stephenson e Stephen Good, altrettanto non si può dire del reparto WR nel quale oltre già citati Stills e Reynolds, finalmente i Sooners potranno avvalersi dei servigi di Trey Metoyer; il nativo della California già lo scorso anno era considerato uno dei 5 migliori ricevitori della nazione, solo problemi accademici lo hanno costretto a ritardare il suo debutto per i Sooners, finalmente quel momento è giunto, ed in molti a Norman non vedono l’ora di vederlo all’opera.
Difesa
Come anzidetto i Sooners sono una squadra dal gioco aereo predominante, anche il recruiting ha risentito di questa tendenza, ma probabilmente anche la fase difensiva avrebbe necessitato di un occhio di riguardo, i numeri dicono che i Sooners sono 10-0 quando subiscono meno di 41 punti a partita ma, subendone meno di 28 in ogni vittoria, ma sono 0-3 quando si va oltre questo limite.
Le cause sono molteplici: una linea difensiva che ha messo a segno 40 sacks (meglio solo nel 2005) ma incostante, un reparto LB devastato dalla prematura scomparsa di Austin Box, una secondaria a tratti colabrodo. La difesa nel suo complesso ha subito oltre 22 punti di media (seppur arrivati a valanga nelle 3 sconfitte), 376 yards di total defense (il peggio degli ultimi 10 anni), 135 yards sulle corse sono numeri imbarazzanti per una squadra che punta al titolo, per di più in una Conference dove lanciare è più un piacere che una necessità.
Eppure a talento difensivo puro Oklahoma non è seconda a nessuno (beh, Texas a parte), Tony Jefferson (74 tkl, 4 INT), grazie ad un fisico invidiabile, può giocare indistintamente sia a ridosso della linea di scrimmage e in copertura, Corey Nelson e Tom Wort sono due linebackers dotati di ottime qualità atletiche ma che mancano della leadership che contraddistingueva Box, il reparto soffrirà parecchio la partenza dei due Lewis; insieme Ronnel e Travis hanno trascinato la difesa con oltre 130 placcaggi e 6 sacks.
R.J Washington a Jamarkus McFarland formano un tandem temibile in ogni fase della partita, Aaron Colvin e Demontre Hurst saranno con ogni probabilità la coppia di CB titolari ad inizio stagione, ma se i risultati tarderanno ad arrivare sono pronte le alternative
Prediction: 9-3
WEST VIRGINIA MOUNTAINEERS
Recruiting
Lo spostamento dei Mountaineers dalla Big East alla Big 12 porterà indiscutibili vantaggi alla squadra di Holgorsen: una Conference davvero competitiva con avversari tosti su entrambi i lati della palla, attacchi capaci di segnare 40/50 punti a partita come un batter di ciglia, un bel passo avanti per West Virginia, la sfida almeno inizialmente è ricca di incognite.
Migliorare la squadra, dare profondità al roster per renderlo più competitivo è il compito che Holgorsen ha dato al suo staff, nonostante l’impegno profuso, i risultati ottenuti non sono stati entusiasmanti, questo è il prezzo che si paga quando si cerca di combattere contro le corazzate di una Conference che fanno incetta di talenti ovunque nella nazione.
Gli unici nomi degni di nota in attacco sono il talentuoso WR Deontay MacManus dal Maryland e la G JUCO Mark Glovinsky, ha suscitato ben più di una sorpresa la firma del dual threat QB Ford Childress; originario dell’area di Houston considerato destinato proprio ai Cougars, è stato convinto dallo stesso Holgorsen ad accasarsi a Morgantown.
Attacco
Che Holgorsen sia un mago del gioco aereo lo dimostra non solo il recruiting, ma anche le statistiche offensive dei Mountaneers che con il Senior Geno Smith in cabina di regia, hanno registrato progressi in ogni fase del gioco; i 37 punti di media a partita con 470 yards di total offense, sono quanto di meglio si ammiri a Morgantown dal lontano 2006, Smith ha contribuito per gran parte di questi numeri lanciando oltre 4300 yards con 31 mete e solo 7 intecetti.
Fin dai primi allenamenti estivi Smith ha intessuto una particolare intesa con talentuoso ricevitore Stedman Bailey che grazie ad un vasto numero di movimenti, ha approfittato spesso dai mismatch che si creavano sul campo, Tavon Austin, nonostante la bassa statura, ha mani da violinista come dimostrano le oltre1100 yards ricevuto, lasciando spesso indietro di un giro quotati cornerback.
Holgorsen, pur amando il passing game, nella sua carriera di allenatore non ha mai tralasciato il gioco di corse, comprendendone l’importanza per togliere pressione e responsabilità al proprio quarterback, Alston e Garrison hanno le qualità per fare buoni risultati, ma per la prima volta negli ultimi 5 anni, i Mountaineers si vedranno costretti a schierare una linea offensiva poco esperta e con ben 3/5 dei giocatori titolari per la prima volta in carriera.
Le incognite per West Virginia sono molte; una Conference molto competitiva su entrambi i lati della palla con attacchi al fulmicotone e difese modello linea Maginot, ma la contemporanea presenza di un QB di livello come Smith e una difesa che non teme nessun avversario, lascia Holgorsen con quel sorriso sulle labbra che potrebbe presagire ben più di una sorpresa ai tifosi dei Mountaineers.
Difesa
Se da un alto l’attacco è una costante di West Virginia, dall’altro la difesa nel corso dello scorso campionato ha mostrato alcune preoccupanti crepe, che hanno costretto Holgorsen a correre ai ripari chiamando nello staff uno dei più quotati DC della nazione come Joe DeForest, messosi in luce nello stesso ruolo ad Oklahoma State negli ultimi 11 anni.
Gli oltre 26 punti di media subiti, le 348 yards di total defense e soprattutto le 145 yards di media sulle corse, sono quanto di peggio di veda a Morgantown dal 2003, questi numeri sono arrivati nonostante la presenza di difensori tutt’altro che scarsi; il S Darwin Cook ha spesso giocato a ridosso della linea di scrimmage portando a segno oltre 80 placcaggi, Terence Garvin è il leader indiscusso del reparto LB, specialmente dopo le partenza di Bruce Irvin e Najee Goode, insieme hanno massacrato le difese avverarie con oltre 120 tackles e 14 sacks messi a segno.
Le loro assenze peseranno più del dovuto per l’intero reparto difensivo, ma Holgorsen sa che i suoi ragazzi hanno I numeri per riportare la squadra ai fasti di un tempo, un tempo nel quale per gli avversari era un incubo affrontare West Virginia al Mountaineers stadium.
Prediction: 8-4
TCU HORNED FROGS
Recruiting
Quanto può e potrà incidere sui risultati della squadra il recente scandalo per droga che ha coinvolto una miriade di studenti dell’università, ma anche molti atleti della squadra di Patterson. Ma a differenza di altri scandali (vedere Penn State) Patterson si è da subito adoperato per far luce e chiarezza in una vicenda che ha sconvolto per mesi la città di Fort Worth, un atteggiamento che è stato apprezzato dall’intera comunità, da sempre vicina alla squadra nel bene e nel male, se vi erano dubbi che tale vicenda potesse infierire pesantemente sul reclutamento, si sbagliava di grosso.
Nonostante le palesi difficoltà di dover agire contemporaneamente su due fronti distinti, lo staff di Coach Patterson è riuscita a portare a casa atleti e prospetti di ottimo livello come il four star DE Devonte Fields; mix perfetto tra tecnica e atletismo, fanno di Fields uno dei talenti più ambiti dello stato del Texas, fondamentale per lui la scelta di TCU che gli permetterà di star più vicino alla famiglia.
Pachall è un Junior, ma Patterson si è personalmente adoperato per scovare un degno erede ma anche un backup per il presente, la scelta è ricaduta su Tyler Matthews; 6’3 per 210 libbre da McPherson, Kansas, è unanimemente considerato il miglior QB dello stato tanto da attrarre fin dall’inizio dell’anno da Senior, una miriade di scout che ne hanno tessuto le lodi per la sua presenza all’interno della tasca e il braccio potente, con un buon lavoro di rifinitura, Patterson ha pescato il degno erede di Dalton. Il fiuto di Patterson l’ha portato a pescare un eccellente TE come Griffin Gilbert proprio ad Austin, casa de i rivali Longhorns che pare non abbiano digerito lo”sgarro”, episodio a parte, il cambio di Conference la sensazione e che TCU abbia reclutato giocatori ai quali le altre squadre della Big 12, non erano interessati, una sensazione che ha lasciato parte dei tifosi con l’amaro in bocca.
Attacco
Le 9 stagioni con almeno 10 vittorie dal 2000, dimostrano che, nonostante TCU sia un college di medio livello, a Forth Worth siano in grado di lavorare ad ogni livello per metter su ogni anno una squadra competitiva, specialmente ora che con il cambio di Conference tale lavoro diventa molto impegnativo.
Se da una parte difensivamente TCU dovrà affrontare ogni sabato alcuni tra gli attacchi più forti della lega, altrettanta importanza avrà la fase offensiva grazie alla presenza di Casey Pachall in cabina di regia: giocatore completo, dinamico combattente nato con eccellenti doti di leadership, il prodotto da Branwood, Texas, ha completato oltre il 67% dei passaggi tentati con 25 segnature e solo 7 intercetti, ma nonostante gli ottimi numeri di Pachall, l’intero attacco dei Frogs è terminato solo al 63esimo in total offense nella NCAA, troppo poco per una Conference competitiva come la Big 12.
Il running game, grazie alla presenza di 3 RB di livello come Wesley, Tucker e James, potrà tornare ai fasti di un tempo grazie anche ad una linea offensiva estremamente sottovalutata ma altrettanto efficace, che ha permesso al suddetto trio di correre per oltre 2000 yards. Se i numeri di Pachal non sono stati eccezionale, lo si deve anche ad una compagine di ricevitori di discreto livello ma niente più; Josh Boyce è stato il principale artefice dei numeri offensivi dei Frogs, ricevendo oltre 34 passaggi per poco meno di 1000 yards, Boyce ha talmente impressionato tanto da guadagnarsi il titolo di Freshman All American.
Difesa
Finalmente, dopo anni di purgatorio in Conference poco competitive, TCU avrà finalmente l’occasione di testare la difesa con gli gli attacchi delle corazzate di una delle Conference più competitive di tutta la NCAA. Nonostante la difesa nel suo complesso abbia sofferto più del dovuto contro Kellen Moore e Robert Griffin (22 punti di media a partita), ha viceversa retto molto bene contro le corse con solo 125 yards di media, grazie ad una front seven intimidatori oltre ogni umano limite.
Stansly Maponga autore di 9 sack lo scorso campionato, è il candidato ideale per diventare uno dei migliori passa rusher della Conference. I linebackers Darick Gidlon e Kenny Cain sono due macchine da placcaggi, in grado con il loro atletismo, di essere sempre nella posizione perfetta per fare la giusta giocata, se il resto della difesa è una sicurezza, è il reparto arretrato quello sul quale Patterson dovrà maggiormente lavorare, perché se concedi oltre 220 yards sui passaggi nella Mountain West, quanto subiranno contro Oklahoma e Texas?
Prediction: 9-3
COWBOYS – WILDCATS; BEARS; RED RAIDERS; JAYHAWKS; CYCLONES
Recruiting
Mike Gundy, giunto all’ottavo anno sulla panchina dei Cowboys, ha costruito grazie alla sua creatività, una delle squadre offensivamente più prolifiche del college football degli ultimi 10 anni, creando un mix di ingredienti al limite della perfezione, tanto da far diventare Oklahoma State il terzo miglior attacco della Lega con 546 yards di total offense ad uscita. Ogni anno un allenatore di college sa che è necessario ripartire da capo con nuovi giocatori, le sfide che ne conseguono, nuove traguardi da raggiungere. Con la presenza di Oklahoma a farla da padrone all’interno dello Stato, lo staff dei Cowboys ha rivolto le proprie altrove; dall’Illinois proviene il QB Wes Lunt, talentuoso pocket passer con fisico da TE (6’5 per 225 libbre), dal Missouri proviene il WR Brandon Sheperd, giocatore molto fisico specialmente dopo la ricezione, suppur tecnicamente ancora grezzo, ha tutte le carte in regola per diventare presto il bersaglio preferito dello stesso Lunt.
Ma è dall’Arizona che proviene il miglior prospetto dell’intera classe 2012 di Oklahoma State, stiamo parlando del TE Blake Jackson, diventato ben presto il primo obiettivo di Gundy, dopo i 10 TD segnati all’ultimo anno di Liceo.
Che Bill Snyder sia uno dei più stimati Coach in circolazione è un dato di fatto, che a Manhattan, Kansas, sia considerato una vera istituzione tanto da dedicare lo stadio di appartenenza alla famiglia Snyder. Nonostante Kansas State abbia un’ ottima reputazione per il reclutamento di giocatori provenienti dal Junior College, quest’anno sono arrivati solo prospetti marginali: il T Tavon Rooks, il DT Jaquil Reed, la G Ellwod Clement sono ben poca cosa per gli standard i Snyder, l’eccezione che conferma la regola è giunta a Manhattan proprio negli ultimi giorni del Signing Day con la firma del fenomeno Marquez Clark: stazza scarsa (forse nemmeno 6’0) ma velocità spaventosa condita da mani con colla incorporata, Clark ha attratto le attenzioni di Snyder dopo una stagione dal Senior da paura: 100 ricezioni in stagione, oltre 1600 yards ricevute (miglior prestazione a livello nazionale per un Junior College), che il Mago non abbia perso ancora il proprio intuito?
Briles è un allenatore dalle indubbie qualità; creativo, istintivo, pignolo, caratteristiche che hanno trasformato Baylor da una delle squadre più perdenti della Big 12, ad una compagine tra le più insidiose della Conference, specialmente al Floyd Casey Stadium (chiedere ad Oklahoma). Grazie ad un Robert Griffin finalmente integro e in gran spolvero per quasi tutta la stagione (4900 yards, 37 TD, 6 INT) Briles si è tolto parecchi sassolini dalle scarpe nei confronti di rivali che avevano umiliato Baylor a più riprese negli ultimi 15 anni, ma mai dormire sugli allori, così Briles ha sguinzagliato il suo staff per ricoprire i ruoli rimasti scoperti rispetto alla scorsa stagione.
Di concerto con il DC Phil Bennett, è stato deciso di puntare gran parte degli sforzi sulla difesa portando a Waco autentici fenomeni come il four star DE Javonte Magee considerato a molti esperti uno dei migliori 10 della nazione nel ruolo, ha caratteristiche uniche; 6’6 per 275 libbre, è un concentrato di atletismo ed esplosività che gli permettono anche di giocare da DT all’occasione.
Il S Aiavion Edwards, personalmente reclutato da Briles, ha stazza e mani per poter ricoprire più ruoli nella secondaria, eccellente placcatore con buona visione di gioco, potrebbe convincere Briles a trasformarlo in RB all’occorrenza, ruolo più volte ricoperto anche al liceo con ottimi risultati, ma il vero fiore all’occhiello sono la coppia di LB Brian Nance e Eddie Lackey; autentico portento contro le corse il primo, Juco e classico giocatore sideline-to-sideline il secondo, sono l’espressione dell’idea di Briles che senza una difesa arcigna, le partite non si vincono.
Al suo terzo anno sulla panchina di Texas Tech, Tuberville non è ancora riuscito a togliersi dalle spalle l’etichetta di essere solo una seconda scelta dopo l’addio dell’amato Mike Leach (ora sulla panchina di Washington State), pur avendo dimostrato appieno le proprie capacità, Tuberville siede su una panchina considerata caldissima già prima dell’inizio della stagione. Il Coach , continuando la tradizione dei Red Riders incentrata sulla fase offensiva, ha reclutato quanto di meglio disponibile dai tempi di Crabtree e Welker: dal Missisippi Juco Javon Bell, classico ricevitore da gioco profondo, fa da contraltare ai Texani Dominique Wheeler e Reginald Davis, fisicamente molti simili, ma con caratteristiche diverse, li rendono il complemento perfetto per il gioco aereo della squadra di Tuberville.
Giunto con grande appeal sulla panchina di Kansas (fu lo stesso per la panchina di Notre Dame e quella di Florida lo scorso anno) Charlie Weis ha da subito tentato, appunto tentato, di infondere fiducia in un ambiente non solo demoralizzato, ma lasciato letteralmente a pezzi dalle precedenti gestioni Mangino-Gill.
Dopo le misere due vittorie della scorsa stagione, Weis si è adoperato da subito per dare un assetto ben preciso alla squadra su entrambi i lati della palla, pur presentando lacune enormi, da qualche parte di deve pur iniziare no?
Primo passo è stato portare il QB Dayne Crist da Notre Dame anche a causa di gravi infortuni (crociato e rottura del tendine rotuleo del ginocchio) era finto in fondo alla rotazione perché considerato un reduce della vecchia gestione Weis, Crist a parte, di nomi altisonanti a Lawrence non ne vedrete altri. Il TE Jordan Smith, il T Brian Beckum sono buoni elementi ma troppo poco per rivitalizzare un attacco asfittico come quello dei Jayhawks. Sul lato difensivo le cose sono andate decisamente meglio, il DT Tyler Holmes e il californiano DE Jordan Tavai potranno dare un concreto contributo ad una difesa al limite dell’indecenza a più riprese.
Che Iowa State abbia bisogno di un’iniezione di talento su entrambi i lati della palla è fuori discussione, ma se in difesa, secondaria a parte, tutto procede nella giusta direzione, è in attacco che Paul Rhoads deve lavorare con maggiore intensità, ma se il personale è di scarso livello,è difficile ottenere buoni risultati nonostante l’impegno. Rhoads e il suo staff non hanno lesinato sforzi per reclutare prospetti di buon livello, i risultati sono stati abbastanza deludenti: le G Duaron Williams e Daniel Burton potranno dare maggior profondità al reparto specie dopo la partenza del T Kelechi Osemele, ma il nome da tenere d’occhio è il QB Brant Rohach: buon braccio, bel fisico più quarterback da tasca che da movimento, nella mente di Rhoads dovrebbe, in un prossimo futuro, dare maggior stabilità in un ruolo chiave nel football moderno.
Attacco
Oklahoma State dovrà quanto prima affrontare uno dei maggiori cambiamenti della storia recente della NCAA, sostituire il quarterback più prolifico della storia della franchigia, al secolo Brandon Weeden (9600 yards lanciate e 4700 yards in stagione ) e il bersaglio preferito dello stesso Weeden a nome Justin Blackmon (1500 yards 18 TD); il duo a suon di touchdowns portato i Cowboys alle soglie della finale per il titolo,ma un unico passo falso in stagione, la sconfitta con doppio overtime contro Iowa State, ha vanificato tutti gli sforzi fatti nel corso dell’anno.
Gundy sa come motivare i propri ragazzi, come portarli ben al di la delle loro possibilità sapendo per primo che gli stimoli mentali fanno miracoli ben più di un 4.40 sulle 40 yards. Dopo i primi allenamenti estivi Mike Gundy non ha esitato a far giocare il Freshman QB Wes Lunt tra i titolari, dopo poco più di due settimane lo ha nominato titolare per la prima stagionale del 1 Settembre contro Savannah State. Come nella scorsa stagione i Cowboys continueranno ad usufruire di uno dei backfield più produttivi della NCAA, il tandem Joseph Randle-Jeremy Smith hanno ammassato oltre 1800 yards con 37 mete realizzati.
Sui numeri espressi, non bisogna dimenticarlo, è evidente la mano dell’ex OC Dana Holgorsen (ora sulla panchina dei rivali di Conference West Virginia) che per anni ha plasmato la macchina offensiva dei Cowboys fino a renderla al limite della perfezione da oltre 48 punti di media ad uscita
Riuscirà ancora una volta Snyder a fare il miracolo per Kansas State replicando i risultati della scorsa stagione? Gli elementi fondamentali ci sono tutti: il QB Colin Klein che dopo una buona stagione da sophomore, è letteralmente esploso in quella da Junior lanciando poco più di 1900 yards ma correndone oltre 1440 facendolo diventare un degno rappresentate della nuova categoria di quarterback che gli americano chiamano “dual threat”, alla Robert Griffin per intenderci.
Con un giocatore così dinamico, rimane ben poco spazio per gli altri; il RB John Hubert, pur considerato uno dei principali artefici dell’attacco, ha usufruito sì di 200 portare ma ha accumulato poco più di 1000 yards e la miseria di 3 TD. Con il ritorno da un infortunio Tyler Lockett avrà finalmente la possibilità di ritagliarsi lo spazio che merita la pari del Juco Marquez Clark, reclutato proprio per concedere a Klein maggiori opportunità offensive, lo stesso Snyder ha compreso anzitempo che un attacco più bilanciato tra corse e passaggi, potrà creare più pericoli alle difese avversarie.
Sono passati mesi dal Draft della NFL nel quale il pupillo Robert Griffin, stato scelto con la numero 2 dai Redskins innamorati di quelle qualità che rendono lo stesso Griffin un giocatore dal potenziale illimitato, mesi che Briles ha trascorso immaginando il futuro di Baylor senza il trascinatore Griffin, senza il leader Griffin, senza quel giocatore insomma che come nessun altro ha cambiato il volto di una delle squadre più disgraziate della Big 12 con un abominevole record di 18 vittorie e 102, dicasi 102, sconfitte. Se Griffin (4923 yards e 39 TD) è stato il vero artefice di gran parte dei risultati offensivi dei Bears, molto lo si deve anche alla presenza non trascurabile di un ricevitore di gran livello a nome Kendall Wright (1600 yards 14 TD), e di un RB elettrico come Terrance Ganaway autore di una stagione da incorniciare con oltre 1500 yards corse e 21 TD record di franchigia, nonostante le pesantissime assenze in che modo Briles intende porvi rimedio?
Le alternative sono concentrate su Nick Florence per il ruolo di quarterback, un Senior che poca esperienza da titolare se non nel 2009 con Griffin a bordo campo per infortunio, sul ritorno di Terrance Williams nel ruolo di ricevitore che con tutta probabilità prenderà il posto di Wright, ma è su Lache Seastrunk che Briles punta tutte le sue carte.
Considerato uno dei tre migliori RB due anni fa, fu reclutato da Oregon con il consueto entusiasmo, ma l‘esplosione di James e il reclutamento lo scorso anno di Thomas, Kelly aveva costretto coach Kelly ad accantonarlo senza nemmeno concedergli una chance per dimostrare tutto il suo immenso potenziale, ora, dopo il canonico anno di stop, è pronto per raccogliere il testimone che Briles intende affidargli.
Se si potesse descrivere con un aggettivo il sistema offensivo di Texas Tech e le statistiche che ne derivano, la prima parola che verrebbe in mente è regolarità, o per usare un termine tanto caro agli americani “consistency” sarebbe una descrizione perfetta. Nel corso degli anni, i numeri offensivi dei Red Raiders sono stati di una regolarità impressionante: dal 2005 mai sotto i 32 punti di media partita, almeno 450 yards di total offense, tutto questo indipendentemente chi ci fosse il signal caller.
Con Seth Doege in cabina di regia, le yards (4000) e i touchdowns (28) sono piovuti come la grandine, con un backfield decimato prematuramente dagli infortuni (Eric Stephens fuori dopo 5 partite dopo un inizio scoppiettante, DeAndre Washington out nelle ultime 5 gare) e una linea offensiva ben al di sotto del proprio potenziale, Doege ha distribuito i lanci sfruttando appieno un parco di ricevitori di ottimo livello: Eric Ward è stato il principale bersaglio con oltre 800 yards e 11 mete realizzate, Alex Torres, dopo un grave infortunio al ginocchio, è emerso con la voglia di dimostrare tutto il talento che lo ha contraddistinto fin dal suo arrivo a Lubbock. Prima della debacle dello scorso anno, i Red Raiders sono stati l’unica squadra della Big 12 ad avere ben 18 stagioni vincenti consecutive, riuscirà la squadra di Tuberville a ritornare finalmente alla postseason che manca dal 2010?
Se esisteva un solo nome, tra quelli disponibili, nel panorama del college football capace di risollevare un programma derelitto come quello di Kansas, quel nome non poteva che essere quello di Chralie Weis. Ad essere sinceri al suon nome in tutta la carriera collegiale dopo i trionfi con i Patriots, non sono associati successi da incorniciare nelle bacheche delle squadre allenate; a Notre Dame l’esperienza si è conclusa senza strette di mano, quella di Florida come OC si è terminata dopo un solo anno per accettare appunto la panchina dei Jayhawks, risultati a parte, che spesso non dicono tutto nella carriera di un capo allenatore, nessuno come lui ha l’esperienza e il carisma necessario per rimettere nella giusta carreggiata una delle peggiori squadre della Big 12 dell’ultimo decennio.
Ai Jayhawks il talento non manca e i trasferimenti dalla stessa Notre Dame del QB Dayne Crist (ginocchia di burro, gravemente infortunato negli ultimi due anni a ND) del TE Dave Ragone, da Oklahoma Justin McCay (al quale la NCAA ha imposto un anno di stop) e da BYU Jake Heaps (già infortunato alla spalla, fuori tutta la stagione), daranno finalmente un po’ di respiro ad un attacco asfittico e improduttivo. Poca rilevanza hanno i nomi di chi sarà schierato in campo alla prima uscita stagionale contro South Dakota, l’importante è far diventare finalmente Kansas una squadra di football.
Ad Ames, Stato dell’Iowa, ci si ricorda con particolare affetto di Gene Chizik, quel simpatico ometto che ha portato Auburn al titolo nel 2010 dopo il furto dell’anno 2004, e con altrettanto affetto che Paul Rhoads siede sulla panchina di Iowa State nonostante risultati altalenanti. Al Jack Trice Stadium, specialmente in inverno, è davvero difficile giocare perchè l’ambiente, nonostante il freddo, è infuocato fino alla fine della partita come ben sanno quelli di Oklahoma State che, sconfitti su questo campo dopo 2 overtime, si sono giocati la finale per il titolo.
In ogni squadra nella NCAA i giocatori vanno e vengono, ma sarà per l’aria pura, per l’ambiente familiare, per il clima fra la squadra e la comunità locale, fatto sta che da questo posto è difficile andarsene: il parco ricevitori, tra i più potenzialmente talentuosi della Conference, si ripresenta praticamente intatto per l’inizio della stagione, così come il reparto running back, con il piccolo James White ha tirare la carretta, ma la squadra, nonostante le potenzialità , ha anche molti punti deboli, come la linea offensiva che con il draft ha perso il proprio elemento principale come Kelechi Osemele, e il ruolo di quarterback titolare al quale concorrono il Sophomore Jared Barnett e il Senior Steele Jantz. A poco più di dieci giorni dall’inizio della stagione Rhoads non ha ancora sciolto il dubbio su chi riceverà la palla dal centro, che questo non sia un buon segnale?
Difesa
Se ogni coach del college football potesse esprimere un desiderio, molti darebbero la stessa risposta: poter contare su giocatori di eccellente livello per vincere la finale per il titolo. A differenza della NFL dove ogni anno il roster è quasi sempre lo stesso dell’anno precedente, nel college i cambiamenti sono all’ordine del giorno anno dopo anno, e nessuna squadra della Big 12 ha assoluto bisogno di un drastico cambiamento difensivo come Oklahoma State, cambiamento non solo di personale, ma di attitudine, mentalità, insomma una vera rivoluzione.
Le statistiche della stagione 2011 sono sotto gli occhi di tutti: 26,8 punti di media a partita (peggio solo nel 2005), 460 yards di total defense, 185 yards sule corse (mai così male dal 2005), eppure all’interno della Conference i numeri dicono tutt’altro: primi per punti subiti, primi per palle recuperate, quarti per sack. Gundy ha di che essere felice, l’intera difesa, escludendo il S Markelle Martin, si ripresenta praticamente intatta: il reparto linebackers potrà ancora contare sulla presenza del MLB Caleb Lavey e dell’OLB Alex Elkin, un tandem che ben poco ha da invidiare giocatori ben più quotati, ma , numeri a parte, è la secondaria il punto forte dell’intera difesa; il S Daytavion Lewis, autore di ben 97 tackles, avrà sulle spalle la responsabilità di tutte le chiamate difensive del reparto arretrato.
Se nella Big 12 esiste una squadra che difensivamente ha beneficiato in modo esponenziale di un attacco devastante, ecco quella squadra non può che essere Kansas State. Dopo aver stentato per trovare il giusto assetto per parte dell’inizio stagione, i Wildcats hanno sono migliorati statisticamente partita dopo partita, grazie anche all’arrivo di Artur Brown da Miami che con l’outside linebacker Tre Walker, hanno messo a segno oltre 160 placcaggi trascinandosi dietro l’intera difesa.
Giocando in una Conference dove lanciare 500 yards è come bere un caffè al bar, i Wildcats hanno assoluto bisogno di trovare equilibrio nella secondaria, Nigel Malone ed Allen Chapman sono due cornerback fisici, buoni placcatori con la naturale tendenza farsi beccare fuori posizione consentendo agli avversari facili giocate in profondità, riuscirà Snyder ad invertire questa tendenza?
Terminati oltre la centesima posizione in ogni fase difensiva (118 pass defense), i Baylor Bears di coach Briles hanno assoluto bisogno di trovare quanto prima un assetto difensivo con il quale poter limitare gli straripanti attacchi della Conference, perchè concedere 37 di media a partita sono un ostacolo difficilmente superabile se t’attacco non fa altrettanto.
Seppur regrediti in ogni statistica difensiva rispetto alla stagione precedente, i Bears hanno il talento e il personale adatto per invertire il trend negativo, ad eccezione di Coffey, l’intero reparto linebackers, con l’inserimento dell’Juco Eddie Lackey sul lato forte, si ripresenta praticamente intatto, la secondaria non potrà che beneficiare di un altro anno di affiatamento, i S Sam Holl e il jolly Mike Hicks, autori di oltre 200 placcaggi, restano i capisaldi del reparto arretrato.
Una stagione al limite dell’indecenza (39 punti di media subiti, 490 yards di total defense) è costata il posto al DC Chad Glasgow reo di aver perso le redini di una difesa che secondo Tuberville, aveva il potenziale per poter raggiungere statistiche più apprezzabili, buone o cattive notizie in casa Texas Tech?
Le buone è l’arrivo di un nuovo Art Kaufmann, vecchio collega di Tuberville ai tempi di Ole Miss, come nuovo DC, che nelle intenzioni iniziali intende abbandonare definitivamente l’allineamento 4-2-5 che tanti grattacapi ha dato allo stesso Tuberville, per un assetto classico 4-3 votato a bloccare il gioco di corse avversario. Le cattive notizie è gran parte dei giocatori fautori della disgraziata stagione 2011, si ripresentano all’appuntamento più arzilli che mai, convinti che basti la bacchetta magica per cambiare le cose, benvenuti a Lubbock Signore e Signori.
Per porre rimedio alla peggior difesa del college football, Weis ha pescato dal cilindro il nome di Dave Campo, proveniente dai Dallas Cowboys dove fino allo scorso anno ricopriva il ruolo di allenatore della secondaria. Considerato unanimemente uno degli allenatori più esperti nel panorama professionistico, ha accettato non senza riserve l’offerta dell’amico Weis, convinto che l’opportunità offertagli sia altamente motivante.
Se però avesse dato un’occhiata alle statistiche dei Kansas Jayhawks della scorsa stagione, si sarebbe reso conto che il compito che lo attende è al limite dell’impossibile: 43.8 punti concessi, 516 yards di total defense, 70% di passaggi completati concessi agli avversari, la miseria di 10 sack messi a segno in 12 partite, se nemmeno Campo riuscirà a dare la scossa ad una difesa indecente come quella di Kansas, i giorni di Weis sulla panchina diventeranno roventi.
Possono due soli uomini creare una difesa nel college football? La ovvia risposta sarebbe no, ma c’è sempre l’eccezione alla regola, perché in tutta la Big 12, se non nell’intero campionato, AJ Klein e Jake Knott, formano proprio quella coppia che terrorizza da anni qualunque running back. Placcatori eccellenti, come dimostrano i 230 tackles messi a segno, trascinatori e leaders di una difesa che in più di un’occasione ha mostrato lacune preoccupanti, hanno rinunciato anzitempo alle sirene dei professionisti, vestire ancora la maglia giallo-oro di Iowa State, convinti che ci siano ancora tante soddisfazioni da togliersi.