Drew Alleman portato in trionfo dopo il field goal decisivo...

«A sixty minutes war», aveva detto Les Miles. E quella tra LSU e Alabama, effettivamente, più che una partita è stata una vera e propria guerra, logorante e crudele come può esserlo la feroce contrapposizione di due eserciti disposti a tutto pur di superarsi.

E se alla fine la partita attesa col fiato sospeso da tutta America non ha brillato per la spettacolarità di quanto visto sul gridiron, quantomeno la sfida fra le prime due squadre del ranking BCS ha confermato le aspettative in termini di intensità e passione, rimanendo in bilico fino alla fine e venendo poi risolta solo all’overtime.

Difese sugli scudi, decidono i placekickers

Ci si attendeva due difese fisiche e aggressive, e in effetti da questo punto di vista la partita non ha deluso. Il risultato finale di 9-6 in favore di LSU, infatti, registra il minimo storico di punti segnati in un confronto di regular season tra la numero 1 e la numero 2 del ranking, secondo solo all’ormai storico pareggio per 0-0 tra Army e Notre Dame del 1946.

In una partita senza touchdown e vicina nel punteggio, in cui gli attacchi sono stati per lungo tempo annullati dalle opposte difese, alla fine hanno deciso gli special team e in particolare i rispettivi kickers.

Se Alabama non riuscirà ad andare alla finale nazionale, infatti (attualmente i Crimson Tide non sono padroni del proprio destino e possono solo sperare che Oklahoma State perda una delle ultime tre gare di regular season), dovrà maledire soprattutto i 4 field goal sprecati malamente sabato, tre mancati dal sophomore Cade Foster e uno dal junior Jeremy Shelley.

Due dei calci sbagliati di Foster sono arrivati nei primi due drive offensivi di Alabama, entrambi finiti larghi alla destra dei pali (dalle 44 e 50 yards).

Se l’attacco di Saban ha iniziato male, però, meglio non ha fatto quello di LSU, prima costretta al punt e poi addirittura all’intercetto subito da Jarrett Lee (3/7, 24 yds, 2 INT): a rimediare all’errore del quarterback, alla prima palla persa per intercetto negli ultimi 101 lanci tentati, ci ha pensato però la difesa di Louisiana State, che prima ha costretto Alabama al field goal dalle 49 yards e poi è riuscita a bloccare la traiettoria calciata da Jeremy Shelley, lo specialista che di solito si incarica dei calci da meno di 40 yards ma che in questa occasione Saban ha mandato in campo dopo gli errori di Foster.

Con le difese a dominare in lungo e in largo, sia sulla linea di scrimmage che nelle secondarie, la prima segnatura della partita è arrivata così solo a 3:55 dalla fine del primo tempo, con il calcio finalmente messo a segno da Shelley (34 yds) che ha dato il vantaggio ai Crimson Tide.

Nel drive successivo i Tigers si sono portati in redzone grazie alle corse di Michael Ford e al lancio da 29 yards di Jordan Jefferson (6/10, 67 yards) per Russell Shepard, ma la difesa di Alabama ancora una volta ha concesso solo le briciole agli avversari, costretti al calcio del 3-3 di Alleman con appena due secondi ancora da giocare.

Brividi in overtime

Nella ripresa è arrivato il secondo intercetto di Lee che ha portato al field goal del nuovo vantaggio di Alabama (6-3 con Foster finalmente a segno dalle 46 yds), ma poi anche Aj McCarron ha macchiato la sua partita (16/28, 199 yds, 1 INT) facendosi intercettare dal cornerback Morris Claiborne per 33 yards di ritorno che hanno portato al secondo field goal di Alleman per il pareggio (6-6).

Con le difese ancora in pieno controllo del gioco, il punteggio non si è schiodato più fino alla fine dei tempi regolamentari. Ed è qui che si è verificato il più sanguinoso dei calci sbagliati da Alabama, il quarto: nell’overtime i Crimson Tide hanno avuto il possesso del pallone per primi ma si sono ritrovati a dover calciare dopo un sack e una sciocca penalità dovuta ad una sostituzione irregolare.

In questo caso Saban ha voluto ridare fiducia al kicker designato per i calci dalla lunga distanza, ma Foster, che si è presentato dalle 52 yards con un ruolino personale da far tremare i polsi ai tifosi di casa (0/4 su calci da più di 50 yards nei due anni fin qui giocati in rosso cremisi), ha di nuovo mancato la trasformazione, stavolta mandando il pallone alla sinistra dei pali.

La squadra di Les Miles ha avuto così il possesso decisivo del match e ha saputo sfruttarlo nel migliore dei modi: una corsa di Michael Ford, conclusasi in endzone ma poi riportata sulle 7 yds perché il runningback al secondo anno aveva calpestato con un piede la linea laterale, ha dato al kicker Drew Alleman la possibilità di chiudere l’incontro con un comodo calcio dalle 25 yards.

E nonostante il timeout chiamato da Saban nel tentativo di fargli perdere la concentrazione, Alleman ha messo a segno il terzo calcio della sua serata (su tre tentativi), mandando così in onda i titoli di coda della partita e facendo di Les Miles l’head coach con più vittorie ottenute nella storia della sentitissima rivalità tra Alabama e LSU (5 W, segue Saban con 4).

L’impresa è firmata, dopo aver espugnato il Bryant-Denny Stadium di Tuscaloosa LSU può ora guardare al grande appuntamento del prossimo 9 gennaio, in cui con ogni probabilità andrà a giocarsi la finale nazionale al Louisiana Superdome di New Orleans: per i Tigers non sarà proprio come giocare a Baton Rouge, ma di certo il pubblico sarà in gran parte vestito di viola scuro.

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