Aveva una grande paura Jim Tressel, una paura pazzesca di allungare la serie delle sconfitte inanellate dalle compagini della Big Ten dall’inzio del 2011 ad oggi, con ben cinque sconfitte nel primo giorno dell’anno in altrettanti Bowl giocati, con addirittura quattro sconfitte su cinque arrivate in scontri diretti con team della Southeastern Conference, come gli Arkansas Razorbacks, che arrivavano ad un BCS Bowl per la prima volta nella loro storia, dopo un decadimento costante che nelle ultime stagioni, precedenti all’arrivo di Bobby Petrino, li avevano portati in fondo alla loro conference, con qualche sporadica apparizione a finali minori.

Terrelle Pryor esulta, Sugar Bowl 2011 e relativo premio MVP sono suoi.

Arkansas contro gli Ohio State Buckeyes per rinnovare la guerra che quest’anno ha visto fronteggiarsi costantemente Big Ten e SEC, ma anche Terrell Pryor contro Ryan Mallett, due probabili protagonisti del prossimo Draft NFL che quest’anno hanno fatto il bello e il cattivo tempo nelle loro rispettive squadre, con il secondo che tornava ad affrontare una compagine di quella conference che troppo presto lo ha bocciato un paio di stagioni fa, quando fu costretto a lasciare Michigan per ritornare nel suo stato natale e sposare la causa dell’università di Fayetteville, desiderosa di rinascere e tornare agli antichi fasti.

Desiderio che grazie a Petrino e Mallett è diventato realtà, soprattutto grazie ad una stagione che il quarterback numero 15 ha giocato su altissimi livelli, lanciando 3,869 yards, 32 touchdowns e 12 intercetti, diventando uno dei più prolifici giocatori nella storia di Arkansas, centrando una qualificazione che mancava da sempre e che ha cercato di onorare fin dai primi minuti del match giocato al Superdome di New Orleans, in Lousiana, quando un drop pazzesco del ricevitore Joe Adams per poco non gli permetteva di aprire con il botto il Sugar Bowl, andando a segno con il primo pallone messo in aria.

Fallito il colpo a sorpresa i Razorbacks sono stati costretti ad incassare, e con un bel drive portato avanti prima da Pryor e poi da Dan Herron hanno subito il primo touchdown del match, al termine di un’azione concitata partita da una corsa piuttosto lunga, 34 yards, dello stesso quarterback, che a pochissime yards dall’endzone perdeva palla, e la stessa, dopo essere sfuggita di mano a due difensori di Arkansas, finiva nella mani del receiver Dane Sanzenbacher, che ricoprendola dentro l’area di meta avversaria metteva a tabellone i primi punti della partita.

Colpita nel vivo la squadra di Petrino decide di rispondere subito per le rime, e dopo un paio di portate di Knile Davis ci pensa ancora Mallett a togliere le castagne dal fuoco e completare un passaggio centrale per D.J. Williams, che riesce a resistere a due placcaggi e si invola verso il TD evitando di mettere a terra il ginocchio quando, con il secondo di questi, la difesa di Ohio State cerca di chiudere l’azione; Arkansas festeggia, in teoria è la segnatura del pareggio, ma dopo il booth review gli arbitri decidono diversamente e viene dato un semplice primo down.

Per fortuna dei Razorbacks l’appuntamento con la meta è solo rimandato di un gioco, infatti sullo snap immediatamente successivo il numero 15 confeziona un passaggio preciso per Joe Adams, che si fa perdonare del pallone perso ad inizio partita con una splendida ricezione che consente ai suoi di pareggiare temporamente il conto con gli avversari prima che i Buckeyes trovino un nuovo vantaggio a pochi minuti dalla fine del first quarter.

Protagonista, ancora una volta, è Terrelle Pryor, che dopo aver rischiato un intercetto si mette a distribuire palloni a destra e sinistra dando ritmo e morale ai suoi compagni e permettendogli di arrivare a ridosso dell’endzone, raggiunta questa volta grazie ad una corsa dritta e forte da 9 yards di Dane Herron, che sfrutta i perfetti blocchi degli offensive lineman per volare indisturbato a segnare altri 6 punti.

Il botta e risposta immediato accende una partita che fin dalla presentazione era stata dipinta come una delle più belle del pacchetto, e non faceva altro che confermare l’equilbrio delle forze in campo, reduci entrambe da una buona stagione e pronte a dare il tutto per tutto per portarsi a casa il trofeo; sensazioni che continuano a persistere anche quando il match sembra prendere una piega decisamente più favorevole ai Buckeyes, che dopo aver fermato nuovamente Arkansas trovano la terza segnatura della serata grazie ad un altro bel drive orchestrato da Pryor, che conclude con un lancio in endzone, 15 yards, per Dane Sanzenbacher, che segna così il suo secondo TD.

Mentre il quarterback di Ohio State continua a confezionare giocate importanti, il collega di Arkansas fatica a far valere la sua maggior attitudine al passing game, imbrigliato dagl’ottimi schieramenti difensivi avversari, che dimostrano come nelle settimane che hanno anticipato il match di New Orleans, il defensive coordinator Jim Heacock abbia studiato alla perfezione come limitare il più possibile l’arma più pericolosa dei Razorbacks; a rendere possibile questo, soprattutto nei primi 30, è il defensive end Cameron Heyward, che schierato nel ruolo di tackle crea diversi grattacapi ai lineman avversari, che più di una volta sono sopraffatti dalle sue qualitù fisiche ed atletiche e gli concedono di portare pressione al backfield.

Con tutta questa pressione costante Mallett non riesce a prendersi il tempo necessario per trovare i propri ricevitori, e in più di un’occasione è costretto a riconsegnare la palla ai Buckeyes al termine di possessi brevissimi; al termine di ogni drive fallito Ohio State riesce invece a portarsi sempre in zona utile per mettere ulteriori punti sul tabellone, e dopo un field goal sbagliato dalle 50 yards da Devin Barclay, riescono ad andare nuovamente a segno con un passaggio di Terrelle Pryor, che questa volta completa da 43 yards per DeVier Posey, che regala un ulteriore TD di vantaggio ai suoi compagni.

Sotto di ben 21 punti Arkansas cerca di riordinare le idee e chiudere con dignità il primo periodo, e con un minuto e cinquantatre sul cronometro è Ryan Mallett a prendere per mano i suoi e portarli fino a pochissime yards dalla segnatura che gli avrebbe permesso di rientrare negli spogliatoi con una maggiore tranquillità; con l’ultimo passaggio completato per Cobi Hamilton, il quarterback porta i Razorbacks fin sulle 3 di Ohio State, ma con quattro miseri secondi da giocare sul cronometro, la scelta migliore per i ragazzi di Petrino è quella di calciare, per andare, grazie al FG da 20 yards di Zach Hocker, all’intervallo sotto sul 28 a 10.

Al rientro in campo, ovviamente, si attende una reazione dell’università di Fayetteville, e questa arriva, a cominciare dalla linea offensiva, che con mezzi più o meno leciti riesce finalmente ad arginare le giocate difensive di Heyward e dare qualche secondo in più a Mallett per perfezionare i propri passaggi; dopo un intercetto rischiato da Pryor, Arkansas attacca, ma pur mettendo in piedi un buon drive, condotto da un paio di belle corse di Davis, 10 e 11 yards,  e da una buona serie di passaggi del quarterback, sono ancora costretti ad accontentarsi di un field goal, che questa volta viene trasformato dal solito Hocker da una distanza di 46 yards.

I Razorbacks continuano a tenere in mano il pallino del gioco, e seppur costringono continuamente i Buckeyes a riconsegnare l’ovale, non riescono mai ad incidere, con ancora un grave errore di Joe Adams, che droppa un passaggio in endzone di Mallett bruciando altri 7 punti ultilissimi per ridurre ulteriormente il gap, che come da copione torna a crescere nel drive immediatamente successivo, quando OSU sfrutta la mancata segnatura di Arkansas per segnare altri 3 punti con Devin Bradley, che realizza dalla stessa distanza da cui aveva calciato il collega in precedenza.

Lo sforzo fin li profuso da Mallett e compagni non ha portato i frutti sperati alla squadra allenata da Petrino, che riesce a rompere il muro difensivo avversario solo sul finire del terzo quarto, quando con le corse di Knile Davis capiscono come colpire ai fianchi i Buckeyes e aprire spazi interessanti per far sviluppare il passing game del loro quarterback; il runner numero 7 ottiene un primo importante guadagno di 16 yards, il compagno di reparto Ronnie Wingo Jr. ne produce uno da 14, e magicamente i ‘Backs arrivano nuovamente in una zona favorevole per cercare la segnatura, che arriva grazie ad un TD pass da 22 yds ricevuto da Jairus Wright.

Dopo il TD una grande intuizione di D.J. Williams, che allunga il braccio per superare la linea dell’endzone quando capisce di essere impossibilitato a raggiungerla fisicamente, permette poi ad Arkansas di realizzare anche la trasformazione da 2 punti che li porta a 10 lunghezze esatte, 21 a 31, da Ohio State, che comincia a sentire sul collo il fiato del nemico.

Un fiato che si fa sempre più pesante e pressante, tanto che da li in avanti i Buckeyes faticano ad indovinarne una, tra errori e punt calciati a metà campo, e Tressel comincia a sudare freddo, pensando ad una rimonta ormai sempre più probabile; rimonta che non arriva solo perchè Arkansas continua a non incidere e non riesce a sfruttare delle posizioni di campo a dir poco favorevoli.

Per accorciare ulteriormente le distanze serve un errore avversario, e arriva con una corsa di Herron fermata dentro l’endzone di Ohio State, per una safety da 2 punti che consente ai Razorbacks di avvicinarsi e avere la palla decisiva per riportarsi definitivamente in partita, come avviene nel drive successivo grazie ad un nuovo field goal trasformato da 47 yards da Hocker che porta Arkansas sul 26 a 31, un risultato destinato a perdurare fino al termine del match.

Di li in avanti, nonostante ancora un paio di clamorosi possessi, uno in seguito ad un 4&1 non trasformato da Herron, che perde palla mentre cerca di superare la linea difensiva avversaria, e un altro a poche yards dall’endzone dopo un punt bloccato da Colton Miles-Nash a un minuto e nove secondi dal termine, i Razorbacks non riescono a segnare, con Mallett che si fa addirittura intercettare nell’ultimo possesso di Arkansas della partita, non riuscendo a sfruttare quell’ultimo pazzesco regalo dei Buckeyes che aveva fatto saltare in piedi diversi fans sugli spalti.

Un epilogo incredibile per una partita che fino alla fine ha vissuto di emozioni forti, e che è stata decisa dall’unico errore di giornata di un Ryan Mallett, che conlcude con  277 yards, 2 TD, 1 INT, parso leggermente appannato rispetto alle tante uscite in cui aveva brillato quest’anno; tra i suoi compagni, positivissima la prova di Knile Davis, che soprattutto nei secondi trenta mette a ferro e fuoco la difesa avversaria arrivando a totalizzare 139 yards in 26 portate a fine match, mentre lascia qualche dubbio la prestazione di Joe Adams, al quale non bastano le 9 ricezioni per 120 yards e 1 TD per cancellare i due pesantissimi drop con cui ha inciso sul risultato della partita.

Nei Buckeyes ottima prova di Terrelle Pryor, MVP del match, che ai 2 TD e alle 221 yards lanciate aggiunge le 115 yds corse in 15 portate, risultando il migliore in assoluto nell’attacco di Ohio State, dove ha ben distanziato Dane Herron, 87 yds e 1 TD all’attivo, e DeVier Posey, primo dei WR con 3 ricezioni per 70 yards e 1 TD; in difesa, oltre al già citato Heyward, che finisce con 6 tackles e 1.0 sack, si distinguono Ross Homan, 9 placcaggi, e Devon Torrance, 8 stops e 1 forced fumble, principali attori di una difesa che ha permesso a Ohio State di mantenere il prezioso vantaggio nei secondi trenta, quando Arkansas si è rifatta sotto e la vittoria del Sugar Bowl sembrava sempre più lontana.

Una vittoria che per i ragazzi di Jim Tressel rappresenta la sesta affermazione in nove apparizioni ai BCS Bowl, un risultato che permette all’università di Columbus di superare nella speciale classifica dei college FBS più vittoriosi Florida e Southern California, due rivali divenute in questi ultimi anni storiche.

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