Guardando il bracket del Tournament 2025 salta all’occhio la presenza di tutte le #1, ci sono 12 dei 16 seed più bassi ma soprattutto manca una Cinderella perchè quello più alto è il #10 di Arkansas.

Fatta questa evidente valutazione non si deve però pensare che per tutte sia stata una passeggiata di piacere perchè diverse squadre hanno rischiato di uscire.

Il week-end è iniziato con la seconda sfida fra coach destinati alla Hall of Fame nella quale coach Calipari ha nuovamente portato a casa l’upset superando la #2 St.John’s di Rick Pitino al termine di una partita influenzata da una terna arbitrale che ha perso il controllo iniziando a fischiare falli su quasi ogni contatto sotto canestro.

Purtroppo in questi casi succede che se ne sbagliano anche di clamorosi andando a perdere di credibilità agli occhi di giocatori e pubblico ma bisogna essere onesti nell’ammettere che hanno usato un metro uniforme sbagliando per entrambi e non influenzando il risultato.

 Nonostante il dominio sotto le plance che ha visto i Red Storm prenderne addirittura 28 in attacco, St’John’s perde per colpa del 28% dal campo e per i solo 5 assist che evidenziano come i suoi ragazzi abbiano puntato sulle iniziative individuali anzichè su azioni di squadra.

Il tiro da 3pti non è stato un fattore perchè il pessimo 2-22 da 3pti di St.John’s è stato compensato dall’altrettanto terribile 2-19 di Arkansas.

#3 Texas Tech non ha dovuto fare particolare fatica per superare 77-64 #11Drake anche se coach Grant McCasland ha fatto giocare almeno 30 tutti i suoi titolari col risultato che JT Toppin, Darrion Williams e Elijah Hawkins hanno realizzato complessivamente 69 punti. E’ vero che il 13 Marzo si è infortunato Chance McMillian, il terzo marcatore dei Red Raiders, e il suo rientro è atteso per le Sweet16 perchè senza di lui la rotazione si riduce a 7 giocatori, troppo pochi per affrontare un Tournament ancora lungo.

Per #4 Purdue invece la sfida con #12McNeese State è durata pochi minuti perchè è riuscita subito a prendere un ampio vantaggio che ha portato fino al +18 dell’intervallo ed al 76-62 finale.

Impressionante la prestazione di Treu Kaufman-Renn non solo per la doppia-doppia da 25 punti e 15 rimbalzi ma anche per la sicurezza che ha trasmetto ai suoi compagni.

#5 Michigan è riuscita portare a casa il risultato contro #4Texas A&M nonostante si fosse trovata sotto di 10 punti con 13’17” da giocare nel secondo grazie ad un parziale di 41-19 che le ha permesso di vincere 91-79.

Decisivi Vladislav Goldin, centro transfer da FAU, con la sua doppia-doppia da 23-12 ma soprattutto ai 26 punti dalla panchina, 21 solo nel secondo tempo, di Roddy Gayle Jr ed alle sue 4 triple su 6 tiri.

Le due #1 che giocavano Sabato non hanno avuto un passaggio facile e convincente.

Per aver superato #9 Creighton 82-70, #1 Auburn non deve ringraziare tanto il suo All-star Johni Broome che tira 4-13 dal campo e finisce con 8 punti e 12 rimbalzi quanto il meno noto Tahaad Pettiford che realizza 23 punti e il +10 nel differenziale dei rimbalzi.

#1 Houston invece stava per gettare al vento una partita che sul +11 con 2’30” sul cronometro sembrava già vinta ma per loro fortuna Khalif Battle di #8 Gonzaga ha controllato male la palla nell’ultima azione dovendo forzare la tripla del pareggio che gli è stata stoppata quando mancavano 3 secondi.

Come i Cougars anche #6 BYU si è trovata a +11 con meno di 3 minuti da giocare e con una serie di errori ha rimesso in partita #3Wisconsin che con John Tonje, il suo miglior giocatore che aveva già realizzato 37 punti, sbaglia il tiro del pareggio sulla sirena. Il risultato finale è 91-89.

#2 Tennessee fatica invece meno di quello che il 67-58 finale contro #7UCLA lascerebbe intendere visto che si è messa in regime di pilota automatico sul +23 a metà della ripresa.

Domenica il programma iniziava con la partita forse più attesa che metteva di fronte #1Florida e la bicampione #8UConn e non ha deluso le attese.

Per un tempo e mezzo gli Huskies hanno fatto vedere che le loro ambizioni per il terzo titolo non erano così balzane poi purtroppo per loro a quel punto Walter Clayton Jr ha deciso di far vedere perchè è un All-America, realizzando 13 dei suoi 23 punti complessivi negli ultimi 8′.

Ha fatto notizia la frase “rubata” nel tunnel in uscita dal campo da un giornalista a coach Dan Hurley “I hope they don’t fuck you like they fucked us. I hope they don’t do that to you, Baylor” facendo riferimento ad un presunto arbitraggio a favore di Florida.

In realtà più che l’arbitraggio Hurley dovrebbe recriminare per il 28% da 3 pti su 29 tentativi contro il 9-19 di Florida senza dimenticare che la partita è arrivata a quel punto perchè i Gators hanno sbagliato 12 tiri liberi ma soprattutto 2 cruciali rimbalzi offensivi concessi sui tiri liberi che hanno portato a 5 fondamentali punti per Florida.

#1 Duke – #9 Baylor finita 89-66 è stata senza storia anche nei primi minuti equilibrati perchè si capiva che fosse solo questione di tempo prima di vedere i Blue Devils prendere il largo.

Convincente la partita di Cooper Flagg che chiude con 18 punti, 9 rimbalzi e 6 assist anche se il miglior realizzatore è stato Tyrese Proctor che raggiunge quota 25 punti grazie ad un mortifero 7-8 da 3pti.

#2 Alabama riesce a portare fino alla fine il vantaggio in doppia cifra creato nel primo tempo nonostante i tentativi di una #7 Saint Mary’s mai doma. La partita finisce 80-66 con i Crimson Tide che portano ben 6 giocatori in doppia cifra: miglior marcatore con 13 punti è Chris Youngblood mentre Clifford Omoruyi va in doppia-doppia con 10+11 e l’unico del quintetto non in doppia cifra è Labaron Phion che comunque registra 6 punti, 6 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate e 2 stoppate.

#3 Kentucky – #6 Illinois viene decisa ad inizio ripresa quando i Wildcats ripartono con un 10-0 che spacca la partita e dal quale i Fighting Illini non si riprendono arrivando a -6 solo a 90″ dalla fine.

Nonostante il +8 a rimbalzo Illinois paga la modesta pressione portata sugli avversari che genera solo 3 rubate e provoca 5 perse mentre UK riesce a generare ben 26 punti dalle 14 palle perse avversarie.

Il risultato finale è 84-75 ed i migliori marcatori della gara, entrambi a quota 23 punti sono Kylan Boswell di Illinois e Koby Brea di UK.

Al termine di una partita ricca di sorpassi e controsorpassi anche Pitino figlio esce dal Tournament con la sua #10New Mexico vittima di coach Tom Izzo, che raggiunge le Sweet16 per la 16^ volta in carriera, e della sua #2Michigan State che vince 71-63.

L’unica sorpresa della serata arriva da #6Ole Miss che supera facilmente #3Iowa State grazie ai 20 punti, 8 assist e 4 rubate di Sean Pedulla, ai 19punti di Jaemyn Brakefield ed ai 18 punti e 8 rimbalzi di Malik Dia.

Per i Cyclones non sono sufficienti i 26 punti messi a segno da Curtis Jones che questa volta non riesce a spaccare la partita uscendo dalla panchina.

#4 Arizona-#5 Oregon è una bella partita che sfugge di mano ai Ducks a metà del primo tempo quando subiscono un 9-0 che riporta in partita i Wildcats i quali riescono a passare in vantaggio riuscendo a mantenerlo nonostante un finale di gara nella quale Oregon arriva a un tiro dal pareggio che però non riesce mai a prendere.

Per Arizona oltre a Caleb Love che segna 29 punti ci sono altri 4 giocatori a quota 12 punti con Tobe Awaka che aggiunge 14 rimbalzi mentre tra i Ducks spiccano i 25 punti di Jackson Shelstad e la doppia-doppia da 16+11 di Nate Bittle ma anche il 54% ai liberi con 10 tiri sbagliati.

Per chiudere parliamo di #4 Maryland-#12 Colorado State la partita più emozionante del Second Round che sembrava fosse stata decisa da una tripla di Jalen Lake a 6″ dalla fine che aveva portato CSU avanti di 1 punto ma in pochi si aspettavano il buzzer beater di Derik Queen. Queen è una ala-centro freshman di 205cm che con 3,6″ sul cronometro ha il carattere per riceve fuori dall’arco il passaggio dalla rimessa offensiva e, dopo due palleggi, arrivare ad un tiro in relativo equilibrio che tocca il tabellone prima di entrare sulla sirena e far esplodere i tifosi dei Terrapins per il 72-71 finale.

Tra i Rams spiccano i 21 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 2 stoppate di Nique Clifford mentre in casa Maryland si notano i 5 titolari in doppia cifra con Julian Reese che registra anche 11 rimbalzi e i 7 assist di Ja’Kobi Gillespie ma soprattutto che dai 3 giocatori usciti dalla panchina e rimasti in campo complessivamente 21′ sono arrivati 3 tiri, 2 punti, zero rimbalzi e 1 assist. Numeri che nelle Sweet16 sarebbero difficili da gestire.

 

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