Fox Sports, Associated Press, Sports Illustrated e l’esperto Jay Bilas si sono trovati d’accordo nello scegliere per i rispettivi First Team All-America Mark Sears (Alabama), RJ Davis (UNC), Hunter Dickinson (Kansas) e Cooper Flagg (Duke) mentre hanno avuto idee diverse sul quinto nome visto che troviamo Ryan Kalkbrenner (Creighton), Johni Broome (Auburn) e Caleb Love (Arizona) ma soprattutto in quelli dei Second e Third Team.
Bisogna ammettere che nel First Team All-America vengono più che altro indicati i migliori giocatori in quanto è difficile immaginare di schierare in campo due centri come Dickinson e Kalkbrenner, ma chi sono i giocatori selezionati nel First Team?
Per Mark Sears e RJ Davis possiamo fare un discorso unico perchè entrambi sono rimasti per il quinto anno in NCAA per cercare di risollevare le loro quotazioni in ottica draft ma le statistiche non li stanno aiutando.
Dei due Sears sta facendo un po’ meglio perchè i Crimson Tide, pur fortemente ridisegnati in offseason, hanno comunque una squadra affidabile con discreti giocatori a supporto mentre, a parziale discolpa di Davis, bisogna ammettere che North Carolina non è riuscita a sostituire Armando Bacot e sta patendo molto soprattutto sotto canestro. Aggiungi poi che entrambi i giocatori, appesantiti dalle maggiori responsabilità offensive, stanno avendo pessime statistiche rispetto alla scorsa stagione con Sears sceso dal 50,8% al 40,1% dal campo e RJ passato dal 39,8% al 25,5% da 3pti.
Entrambe guardie undersized e prive della fisicità ormai abituale nel ruolo riescono a gestire bene i blocchi ed assorbire i contatti in penetrazione per arrivare ad un tiro equilibrato nel pitturato ma con quelle percentuali possono sperare al massimo in una chiamata dopo metà del secondo giro.
In questo secondo anno a Kansas dopo il trasferimento a sorpresa da Michigan dove era idolo indiscusso per inseguire il sogno di un titolo, Hunter Dickinson ha preso il timone della squadra e se anche gioca e realizza un po’ meno, è diventato il punto di riferimento offensivo dei Jayhawks.
Centro che sa usare l’ottimo fisico sotto entrambi i canestri e viaggia ancora in doppia-doppia di media, difetta nel movimento laterale che in difesa è necessario contro avversari agili e deve crearsi un affidabile tiro da fuori se vuole sperare di essere chiamato al draft ma deve farlo rapidamente visto che anche per lui questo è il quinto anno di elegibilità.
Cooper Flagg è l’ennesimo giocatore da one-and-done che sta dimostrando sul campo di meritare le aspettative che l’hanno seguito nella NCAA.
Se in attacco riesce ad adeguarsi al marcatore avvicinandosi o allontanandosi da canestro per crearsi un tiro, in difesa riesce ad accoppiarsi senza grosse difficoltà con guardie o ali in base alle necessità.
Il talento di Flagg è indubbio come pure i margini di miglioramento di un ragazzo nato nel Dicembre 2006 con un fisico non imponente ma solido e atletico che gli permette di giocare in almeno 3 posizioni ma dovrà lavorare sul tiro da fuori perchè il 25% da 3pti non può essere considerato nemmeno sufficiente.
I centri intimidatori sotto canestro non sono più ricercati dalla NBA come una volta ma Ryan Kalkbrenner oltre ad essere ottimo nel pitturato, dispone di un buon tiro dalla media distanza che all’occorrenza può portare fuori dall’arco anche se lo fa raramente in quanto a Creighton i tiratori non mancano.
Tra gli All-America Johni Broome è quello che stava facendo meglio essendo anche il miglior rimbalzisata della NCAA, ma tutto sembrava potesse crollare la settimana scorsa quando ha dovuto lasciare il campo dopo solo 2′ nella facile vittoria con Georgia State per un problema alla spalla.
Per fortuna sua e di Auburn la spalla gli è semplicemente uscita ed ai medici è stato sufficiente farla rientrare tant’è che nella partita del week-end contro #16Purdue ha guidato i Tigers alla vittoria giocando 30′ minuti e chiudendo con una doppia-doppia da 23+11.
Con ogni probabilità Johni è il miglior giocatore dei college ma in ottica draft peserà l’età (anche lui è un quinto anno) visto che in NBA sono sempre più ricercati i giovani dall’elevato potenziale anche se non ancora pronti rispetto agiocatori magari già pronti ma con 3-4 anni in più.
Caleb Love era nella top10 della sua classe ed a UNC aveva mostrato le sue doti realizzative ma la mancanza di risultati l’hanno portato a trasferirsi ad Arizona dove le aspettative erano alte.
Lo scorso anno Caleb ha sfruttato gli spazi generati dalla presenza di un centro come Oumar Ballo, spazi che le difese avversarie più larghe hanno ridotto ma soprattutto una maggiore rotazione dei giocatori l’ha portato a giocare quasi 3′ in meno per partita con conseguente effetto negativo sulla sua produzione.
I dubbi su Love riguardano le sue capacità di fare la scelta giusta soprattutto nei momenti chiave della partita perchè un giocatore può sbagliare un tiro, una penetrazione o decidere di giocarsi la partita con un azione in isolamento, ma la decisione dev’essere quella migliore per la squadra cosa che lui ha dimostrato di non riuscire sempre a fare.