La stagione si avvicina all’epilogo in un modo assolutamente sorprendente tant’è che solo 6 bracket sugli oltre 20 milioni inseriti hanno indovinato le squadre finaliste, 3 delle quali per la prima volta alle Final Four e sabato notte assisteremo a due partite sicuramente molto interessanti.
La prima metterà #5 San Diego State di fronte alla sorprendente #9 Florida Atlantic, due quadre dalla rotazione molto ampia con 9 giocatori da almeno 15 minuti e 4,5 punti di media e che traggono la loro forza nel back-court.
Nella seconda invece #4 UConn che nel Torneo ha vinto con uno scarto medio di 25 punti, concedendone al massimo 65, dovrà sfidare #5 Miami arrivata qui dopo ben 3 upset avendo battuto Indiana #4, Houston #1 e Texas #2 segnando sempre almeno 85 punti.
Avendo solo il centro russo Vladislav Goldin e l’ala Giancarlo Rosado sopra i 190cm, FAU è costretta a giocare con 4 piccoli ma pur con questo vincolo è riuscita a fare di necessità virtù ed il sistema funziona.
In stagione gli Owls prendono il 43% dei loro tiri da 3pti e li realizzano col 37% ma al contempo riescono a difendere egregiamente l’area al punto che nel Tournament han sempre vinto la lotta a rimbalzo, superando Kansas State nella partita di Elite8 addirittura 44-22.
Johnell Davis, il miglior marcatore di FAU, è una guardia di 190cm che durante il Tournament ha preso ben 31 rimbalzi (per dare un’idea Adama Sanogo di UConn ne ha presi 39) e guida una squadra abituata a lottare tant’è che in stagione ha vinto 10 partite con 5 o meno punti di scarto.
La forza di San Diego State sta nell’avere molte opzioni offensive e se Matt Bradley è l’unico giocatore in doppia cifra di media, nelle 4 partite del Tournament sono stati 4 diversi giocatori i migliori marcatori; se tira da 3pti meno e peggio rispetto a FAU, il 35% in stagione è comunque una percentuale da rispettare (anche se durante il Torneo è scesa al 28%).
Gli Aztecz dovranno continuare a lavorare bene in difesa come nelle ultime due partite nelle quali quando hanno concesso ad Alabama il 32% dal campo col 3/27 da 3pti ed a Creighton il 40% ma col 2/17 dall’arco.
C’è da dire che erano squadre con la tipica struttura da 3 guardie e 2 lunghi mentre gli Owls giocano costantemente con 4 piccoli ed è su questo aspetto tattico che si deciderà la partita.
Tralasciando il margine nelle vittorie con un play come Andre Jackson Jr che a fronte di 31 assist ha perso solo 6 palloni, una guardia come Jordan Hawkins che tira col 51% da 3pti ed è 15/16 ai liberi ed un’ala come Adama Sanogo che a 22 punti aggiunge quasi 10 rimbalzi, UConn non può non essere considerata la favorita per il titolo, soprattutto se si considera che dalla panchina possono uscire Joey Calcaterra che tira col 44% da 3pti, Donovan Clignan che in 13′ sul campo prende 6 rimbalzi di media ed un giocatore affidabile come Nahiem Alleyne che nei 3 anni a Virginia Tech ha sfiorato i 10ppg.
Con questa premessa sembrerebbe che il titolo possa già essere assegnato agli Huskies ma niente è facile e logico in questo Torneo.
Si dice che il valore di un allenatore lo si misura da come i suoi ragazzi eseguono lo schema al rientro da un time-out, ma se la pausa è quella lunga dell’intervallo e nei secondi tempi Miami ha superato gli avversari di 12, 11, 8 e 15 punti, parte del merito è di coach Jim Larranaga e delle sue capacità di lettura della partita.
Poi è vero che nel Tournament con Isaiah Wong (16,5ppg e 6rpg), Jordan Miller (16,5ppg e 62% dal campo), Nijel Pack (18,5ppg e 45% da 3pti) e Norchad Omier (10,5ppg e 13,2rpg) non è stato difficile sopperire ai momenti di difficoltà incorsi nelle varie partite.
Bisogna ricordare però che nei secondi tempi con Drake e Indiana è stata a pari punti, con Houston ha dovuto mettere a segno un parziale da 11-0 mentre con Texas era sotto di 13 con 13′ da giocare.
Qui la chiave sarà l’accoppiamento Sanogo-Omier ed il metro che utilizzeranno gli arbitri ad inizio partita nel giudicare gli inevitabili contatti sotto canestro.
Vadano come vadano queste semifinali, il titolo andrà ad una outsider che però se lo sarà meritato tutto.
Le altre 3 dovranno cercare di scardinare la tradizione di UConn che è un punto di forza che ha grosso peso