Quello che dopo il primo turno sembrava essere il Tournament più assurdo di sempre, durante il Second round è rapidamente rientrato nella norma ma restano alcune particolarità:
– fra le Sweet16 troviamo solo una squadra con seed in doppia cifra mentre nelle ultime 2 edizioni sono state 4;
– dei 16 allenatori rimasti nel Torneo solo Tom Izzo di Michigan State ha già all’attivo un titolo NCAA;
– le squadre vincitrici degli ultimi 7 titoli sono già uscite tutte;
– dal 1980 al 2019 c’è sempre stata almeno una squadra tra Duke, UNC, Kentucky e Kansas tra le Sweet16 mentre in questa e nella scorsa edizione sono mancate tutte;
– le ultime 2 volte che UConn è arrivata nelle Sweet16 (2011 e 2014) ha vinto il titolo;
– in preseason Kansas State era prevista ultima della Big12 ed il suo allenatore, Jerome Tang, è l’unico al primo anno su una panchina NCAA;
– nessuna partita è ancora andata ai supplementari.
Diamo ora una rapida lettura alle 8 sfide che verranno giocate fra stanotte e Venerdì notte.
#3 Kansas State – #7 Michigan State
Markquis Nowell di KSU è in un momento di grazia e contro UK ha messo in mostra tutto quello che ha imparato nei playground di Harlem con assist dietro la schiena, in mezzo alle gambe e no-look, notevoli percentuali al tiro e quasi il 90% ai liberi che sconsigliano di fare fallo contro di loro.
Gli Spartans contro Marquette hanno messo in mostra un’ottima difesa che ha costretto gli avversari a 16 palle perse concedendo solo 16 punti nel pitturato ma KSU ha un newyorkese in playmaking ed un Nae’Qwan Tomlin che se non ha problemi di falli è una presenza sotto canestro.
La sfida decisiva sarà quella tra le ali Keyontae Johnson e Joey Hauser dove il Wildcat ha un fisico più massiccio e maggiori capacità di penetrazione ma meno centimetri rispetto allo Spartans che ha migliori percentuali da 3pti.
#4 UConn – #8 Arkansas
Nonostante finora coach Erich Musselman non sia riuscito a sfruttare il notevole talento a sua disposizione, se vuole rimanere una lottery pick Nick Smith Jr non può avere altri giri a vuoto perchè se i Razorbacks avessero perso contro Kansas i suoi 0 punti, 1 assist e 1 rimbalzo in 16 minuti non sarebbero passati inosservati.
Un discorso simile a quello di Smith lo si può fare con Jordan Hawkins di UConn, potenziale scelta al secondo giro, che viene cercato meno dai suoi compagni anche se nelle due partite del Tournament ha compensato tirando 7/12 da 3pti.
Decisiva sarà la sfida fra Adama Sanogo, l’ala/centro di UConn che compensa la mancanza di qualche centimetro con l’abilità nell’usare il fisico massiccio, e la coppia di lunghi Kamani Johnson-Makhi Mitchell che non si possono nuovamente permettere di avere problemi di falli.
#9 Florida Atlantic – #4 Tennessee
Evidente è la disparità in termini di altezza visto che FAU è probabilmente la squadra più piccola della cerchia in quanto, a parte i 202cm di Vladislav Goldin, nessuno degli altri titolari supera i 190cm mentre Tennessee ha praticamente sempre in campo due giocatori di 200cm o più.
Gli Owls compensano questa differenza fisica con frequenti cambi in modo che i giocatori in campo mantengano un ritmo elevato e portino la partita su un alto numero di possessi, stile di gioco che nella partita di primo turno con Memphis ha permesso loro di prendere ben 18 rimbalzi offensivi.
Dopo l’infortunio riportato da Zakai Zeigler, Vescovi è diventato ancor più l’ago della bilancia dei Volunteers che qui dovrà cercare di abbassare il ritmo per mandare fuori giri gli avversari, cosa difficile per un giocatore caliente come l’uruguaiano.
#2 UCLA – #3 Gonzaga
La sfida più intrigante de più equilibrata delle Sweet16 vede un college dalla grande storia ed una eterna delusa.
UCLA arriva forse a sorpresa dopo aver perso poco prima del Tournament Jaylen Clark, finalista per il Naismith Defensive Player of the Year Award e difensore dell’anno della PAC12, ed avere un Adem Bona reduce da un infortunio che gli aveva fatto saltare la finale di Conference (persa) e la partita del First Round per tornare quasi a sorpresa nel Second.
A Gonzaga è sempre mancato qualche centesimo per fare l’Euro perchè negli anni 2000 è andata per 12 volte alle Sweet16 ma solo in 5 occasioni è arrivata tra le Elite8 e solo nel 2017 e 2021 è arrivata alle Final Four per poi perdere la Finale ma forse quest’anno, dove le attese non sono particolarmente alte, potrebbe essere quello giusto.
Drew Timme e Jaime Jacquez Jr, le stelle delle due squadre, nell’anno da senior hanno prodotto i migliori numeri della loro carriera ed arrivano a questo punto della stagione in ottima forma fisica pronti ad una sfida che porterà la vincente da favorita alla sfida per la Final Four.
#1 Alabama – #5 San Diego State
Questa è una partita che sembra più chiusa di quello che i seeding potrebbero lasciar intendere.
Alabama arriva carica dopo aver vinto entrambe le partite con almeno 20 punti di scarto pur avendo giocato la prima sostanzialmente senza Brandon Miller distratto dai fatti extra cestistici che l’hanno coinvolto. Inoltre hanno un indubbio vantaggio in centimetri perchè oltre ai 6’9” di Miller ci sono i 6’10” di Clowney ed i 7′ di Bediako che gli Aztecs dovranno trovare il modo di gestire e mettesi a zona contro una squadra che in stagione tira con il 33% potrebbe non essere la soluzione vincente.
SDSU dovrà mettere pressione alla difesa dei Crimson Tide visto che in 4 delle 5 sconfitte stagionali hanno commesso oltre 20 falli.
#1 Houston – #5 Miami
I Cougars arrivano da ovvii favoriti a questa sfida anche se resta da verificare l’effettivo stato di Marcus Sasser e del polpaccio che si è infortunato durante il Torneo dell’AAC e l’ha costretto a restare seduto in panchina nel secondo tempo della partita del First Round.
E’ vero che nel secondo turno ha giocato 31 minuti e realizzato 22 punti dopodiché ha avuto 4 giorni per recuperare ma i dubbi restano.
I tifosi degli Hurricane si aspettavano tanto da Isaiah Wong che la scorsa estate era tentato dal transfer portal e da Jordan Miller che due anni fa si è trasferito da George Mason rinunciando al ruolo di go-to-guy, entrambi credendo nel progetto di coach Jim Larranag. Ma in realtà chi si è messo maggiormente in mostra in queste due partite è stato il terzo incomodo, l’ala nicaraguense Norchad Omier.
Omier in 62 minuti di Tournament ha preso 31 rimbalzi, 13 offensivi, tentando solo 14 tiri ma soprattutto è l’ago della bilancia degli Hurricanes che, quando lui è andato in doppia cifra nei rimbalzi, hanno perso solo una partita in OT ed una di 2 punti.
#6 Creighton – #15 Princeton
Anche lo scorso anno alle Sweet16 tutti pensavano che per l’allora Cinderella, Saint Peter’s University sempre una #15 e sempre del New Jersey, si stesse approssimando la fine del ballo che invece durò fino alle Elite8 ma questa volta per Princeton sarà molto dura.
I Tigers si trovano ad affrontare una talentuosa Creighton la cui squadra ha una struttura non dissimile da quella di Arizona, con una coppia di lunghi che singolarmente non potrebbero gestire per cui ci si può aspettare che coach Henderson replichi il game plan del primo turno concedendo ai lunghi pur di togliere punti dal perimetro.
I Blue Jays hanno però un seed che non rispecchia il loro reale valore ed è figlio di un terribile periodo iniziato a fine Novembre durante il quale hanno perso 6 partite consecutive 3 delle quali giocate però senza Ryan Kalkbrenner il centro da 7’1” che probabilmente rimarrà a giocare l’anno da senior visto che adesso non è molto considerato dagli scout NBA.
#2 Texas – #3 Xavier
La seconda partita nella quale si affrontano le squadre previste, non dovrebbe essere così aperta come direbbero i seeding ed il fatto che entrambe sono arrivate a questa partita dopo aver rischiato grosso Xavier al primo turno e Texas al secondo.
Il vantaggio dei Longhorns sta nel roster composto da giocatori che amano e cercano il contatto ed una rotazione a 9 mentre i Musketeers hanno una panchina molto corta, limitata a 2 giocatori e non possono quindi permettersi di avere problemi di falli; Xavier di contro potrà opporre l’ottimo 39% da 3pti, la 5° percentuale di tutta la NCAA, anche se nelle due partite del Torneo è sensibilmente calata.
Sulle panchine si sfidano da una parte Sean Miller un allenatore esperto tornato su quella che aveva lasciato nel 2008 per andare ad Arizona e dall’altra Rodney Terry, l’assistente promosso interim coach dopo il licenziamento di Chris Beard (in quel momento la squadra era 7-1) a seguito di una accusa di violenza domestica, che ha allenato Fresno State e UTEP anche se con modesti risultati.