Una Madness più pazza del solito ritorna infine alla normalità laureando campioni NCAA i Jayhawks di Bill Self, al secondo trofeo dal 2008, unico team giunto alle Final Eight assieme a Villanova fra le Top 8 nel ranking AP e Coaches Poll della preseason.
L’istrionico marzo 2022 verrà ricordato per un’infinita serie di colpi di scena entusiasmanti e per l’ottimo percorso di Saint Peter’s, Cenerentola ad honorem, conclusi dapprima con l’epica sfida, non per deboli di cuore, Duke – North Carolina e fine della gloriosa carriera di coach K annessa, e poi nella storica rimonta da -15 all’intervallo della stessa Kansas proprio contro i Tar Heels di un deludente Caleb Love, doppiando così il precedente datato 1963 (Loyola) col perentorio 47-29 del secondo parziale.
Squadra versatile, solida come poche nonché camaleontica e ricca di playbook variabili su entrambi i lati del campo, la Kansas versione 2021/22 ha sfruttato ogni risorsa a disposizione per entrare nella storia collegiale, nonostante l’addio di Garrett, la delusione Joseph Yesufu, “attenzionato” ad inizio stagione dopo le ottime referenze a Drake ma poi scostante, e i freshmaen Adams e Pettiford tenuti in naftalina dallo skipper.
Si è bensì sfruttato mister clutchness Remy Martin, sensazione della Pac 12 lo scorso anno, un Jalen Wilson glaciale in lunetta e col 50% dal campo, le transizioni di DaJuan Harris e la difesa di Braun; a loro si sono aggiunte le due stelle senior, e pregevoli difensori, Ochai Agbaji e David McCormack.
Il primo, Mister Tripla, al terzo anno consecutivo come primary scorer della casata, adesso plausibile lottery pick al Draft e da noi seguito e consigliato come una delle attrazioni del tabellone conclusivo, è stato nominato MVP, dimostrandosi elemento di grande spessore specialmente nella resilienza mentale, alzando infatti l’asticella nei momenti determinanti.
Di fianco a lui, la big forward di 2 metri e 10 e Most Improved Player in Big 12, ha fatto a sportellate e lottato di fronte a gente del calibro di Jermaine Samuels e soprattutto Armando Bacot, risultando spesso decisivo in difesa e a rimbalzo, oltre ad un offensive rating da 116.5, cifre da leader di squadra.
Per merito di un collettivo così forte e coeso, in bacheca la scuola può adesso apporre il National Championship forse più sofferto della sua gloriosa storia, pronta – as usual – a tornare contender fin dalla prossima tornata.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.